CAGLIARI – Dopo il rinvio a giudizio dell’ottobre 2015, parte il processo che vede imputata Francesca Barracciu per l’accusa di peculato aggravato. La famosa vicenda dei fondi ai gruppi che vede coinvolti diversi esponenti politici e anche attuali amministratori. A palesare, ancora una volta, la volontà degli inquirenti di fare in fretta, questa mattina, invece del dibattimento, è stata presentata una memoria con tutte le attività investigative svolte dallo speciale pool di carabinieri e finanzieri coordinati da Pubblico Ministero Marco Cocco. Documentazione prodotta ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari dai militari che oggi avrebbero dovuto testimoniare al processo contro l’ex sottosegretaria alla Cultura.
Dunque, come detto, un’udienza lampo: presentata la memoria – in sostituzione dell’esame del pm – il processo è stato subito rinviato al 9 febbraio per il controesame del difensore Franco Luigi Satta. Di fatto, però, è stato dichiarato aperto il dibattimento. L’ex sottosegretaria non era presente in aula. La Procura di Cagliari contesta all’esponente del Partito Democratico una somma di 81mila euro relativa alla legislatura regionale 2004-2009, soldi del gruppo consiliare destinati all’attività istituzionali ma che l’accusa ritiene siano stati spesi illegittimamente. Con oggi si è anche formato il collegio definitivo che giudicherà l’ex esponente del governo Renzi: a presiedere resta il giudice Massimo Costantino Poddighe affiancato da Francesco Alterio e Andrea Mereu.
Non solo Pd o centrosinistra, ma anche centrodestra e nello specifico An e Pdl sono finiti sotto i riflettori. In questi giorni c’è stata l’udienza dell’ex-dirigente e consigliere regionale Mario Diana che ha risposto alle domande del pubblico ministero Marco Cocco. Anche lui è imputato di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo ritenuto illecito dei fondi riservati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna, coinvolti una novantina di ex consiglieri della XIII e XIV legislatura. Diana ha già fatto quasi un anno di galera (dopo l’arresto nel 2013 e il rilascio l’anno successivo).
In totale sono contestate circa 200mila euro di spese dei fondi. Sotto le lenti della Giustizia nello specifico la sede del politico oristanese. “Avevo anche una mia sede a Oristano, davanti alla Cattedrale, che pagavo con un affitto all’Istituto sostentamento del clero. Prima 700 euro poi quasi mille al mese. Quella fu una delle spese maggiori. Pagavo un assegno e ricevevo regolare ricevuta”. L’ex consigliere regionale ha poi giustificato altre spese sostenendo che servivano per pagare i collaboratori. L’udienza è stata aggiornata ad oggi 17 febbraio: proseguirà l’esame dell’imputato, questa volta con le domande della difesa.
Nella foto un’udienza con l’imputato Mario Diana
S.I.