ALGHERO – Non si contano più gli incontri e i dibattiti per salvare la Sanità, ultimare la 4 Corsie, Palacongressi, riqualificare il Porto, cosa fare a Maria Pia e Porto Conte, nuovi campi da Golf, strutture ricettive e tanto altro. Giusto vedersi, confrontarsi, fare massa critica, ma alla fine devono giungere delle scelte altrimenti tutto si limita a qualche comparsa sui media e poco altro.
Già fare un Consiglio Comunale aperto alle massime autorità istituzionali del Nord-Ovest, come voluto dal sindaco Mario Conoci, è senza dubbio un passo avanti. D’adesso in poi (e sarebbe anche ora, anche perchè scadono i termini) la spinta sarà sicuramente maggiore. D’altra parte siamo sempre fermi all’atavico problema connesso all’atto che ha, a detta nuovamente dell’ex-consigliere comunale e rappresentante di Fratelli d’Italia Alghero, Adriano Grossi, cosi come di molti altri, tra cui l’attuale sindaco di Sassari Nanni Campus, favorito lo stop al progetto: il Ppr.
L’atto della Giunta e maggioranza regionale guidata dall’allora presidente Soru indica, a chiare lettere, che “sono vietate le realizzazioni delle strade a 4 corsie entro i due chilometri dal mare”. D’altra parte, come dicono da Sinistra, quello del primo lotto (divenuto ultimo) non si deve considerare come nuovo progetto, ma è un tutt’uno con il resto della strada già realizzata. Inoltre sono passati 14 anni dall’approvazione del Ppr, perchè non è stato ancora cambiato? “Inutile girarci intorno – ha detto Campus – la Regione metta mano a questo piano e lo modifichi, inutile perdere altro tempo, va cambiato”.
Sullo stop, Grossi spiega le motivazioni: “si tratta di lotti funzionali e dunque di progetti che rientrano in un progetto unitario, ma sono realizzati in maniera distinta, perciò incidono le malsane norme del Ppr”, altrimenti, del resto, “non è chiaro perchè non si sia andati avanti col progetto e dopo 20 anni ancora non sia stato ultimato il percorso. 3,5 chilometri che distanziano Alghero dalle quattro corsie”. Arterie (la statale di Surigheddu e la Due Mari) teatro di una marea di incidenti e tante croci. Eppure, ad oggi, ancora, che si tratti della politica (ovviamente regionale e nazionale) e dei tecnici, ancora non viene dato il via libera alla realizzazine di quest’opera. E’, oramai, anche un simbolo. Simbolo della debolezza di un territorio che se non alza la testa, la voce e non mostra i muscoli sarà sempre più considerato “figlio di un Dio minore”.