CAGLIARI – Sardegna chiama Sardegna ha potuto visionare il contenuto dell’emendamento n. 2380 al disegno di legge n. 85 – Legge di Stabilità regionale 2025 – firmato dagli onorevoli Deriu, Ciusa, Loi, Porcu, Agus, Pizzuto e Di Nolfo, che modifica in profondità l’art. 13-bis (“Contributi e trasferimenti”) introducendo, ancora una volta, una gigantesca operazione di distribuzione di risorse pubbliche senza bando pubblico e valutazioni trasparenti. Negli allegati N e O si autorizza infatti l’erogazione di contributi a favore di un numero altissimo di soggetti – comuni, diocesi, parrocchie, associazioni culturali e sportive, enti religiosi, fondazioni, giornali – per un ammontare complessivo che supera i 178 milioni di euro in tre anni: 107.848.422 euro nel 2025; 32.920.500 euro nel 2026; 38.805.000 euro nel 2027.
Dichiarano gli attivisti di Sardegna chiama Sardegna: «La scelta compiuta dal Consiglio Regionale, come già denunciato nella nostra petizione popolare lanciata nell’autunno 2024 (che ha superato le 1.800 firme in poche settimane), non rappresenta una deviazione dell’era Solinas, ma si conferma la regola con cui centrodestra e centrosinistra, insieme, gestiscono la cosa pubblica. Non è possibile, né eticamente accettabile, che in una Regione con profonde disparità territoriali e sociali, importanti risorse di questa portata vengano stanziate sulla base di relazioni personali e appartenenze politiche, mentre comuni, enti e associazioni che non rientrano in queste reti restano esclusi da un giusto e meritato sostegno. Questo approccio alimenta squilibri concreti nei servizi ai cittadini: nella cultura, nelle infrastrutture, nelle attività sociali e nelle opportunità per i territori. Legittimare la distribuzione delle risorse pubbliche come una “mancia” utile a rafforzare il consenso di singoli consiglieri, invece che come strumento di trasformazione collettiva, svuota il significato stesso delle istituzioni.
Soltanto in pochissimi casi vengono finanziate leggi di settore ed interventi interni ad attività pianificate da tempo. Nella maggior parte, a rimetterci è l’interesse pubblico. Con questi 178 milioni si sarebbero potuti finanziare ulteriormente il Fondo unico per gli enti locali e rafforzare le leggi di settore: canali che garantiscono equità, trasparenza, stabilità. Scegliere di non usarli è una scelta politica, non tecnica, e va smascherata. Ribadiamo che il problema non è nei singoli nomi o progetti – molti dei quali senz’altro validi – ma nel metodo: progetti meritevoli vanno sostenuti attraverso fondi strutturali e stabili, non dentro operazioni clientelari legate all’arbitrio dei consiglieri. Questa pratica, già vista nel 2024 con i 39,5 milioni stanziati senza bando, conferma la necessità urgente di strumenti pubblici, accessibili e programmati».
Concludono gli attivisti: «Sardegna chiama Sardegna non si limita alla denuncia, ma rilancia con forza la propria petizione pubblica su Change.org per richiedere al Consiglio Regionale: lo stop alla distribuzione discrezionale dei fondi pubblici; l’istituzione di un “Fondo per il futuro” che finanzi nuove linee di intervento innovative e bandi pubblici ai quali tutte le associazioni e i comuni possano partecipare, senza favoritismi; la definizione di criteri oggettivi di valutazione che premino la sostenibilità e l’impatto dei progetti; fondi strutturali per associazioni e comuni, con regole chiare e uguali per tutti attraverso il finanziamento del Fondo Unico e delle leggi di settore con i bandi e i criteri già previsti.
Chiediamo alla Giunta Todde e a tutto il Consiglio Regionale di rompere finalmente questa spirale viziosa e clientelare, che tanti danni fa alla nostra Isola perché disperde le risorse pubbliche, senza alcuna logica unitaria e programmatoria. Scegliere un modello di spesa pubblica fondato sulla trasparenza, sull’uguaglianza e sulla valutazione dell’impatto reale dei progetti è oggi l’unico modo serio per restituire fiducia nei confronti delle istituzioni”.
Chi governa deve avere il coraggio di premiare non l’amico, ma la comunità».
www.sardegnachiamasardegna.eu