ALGHERO – Non c’è alcun allarme estinzione. L’attenzione deve restare alta e vanno prese le contromisure riguardo una diminuzione degli ultimi 10 anni ovvero da quando si fanno i controlli in maniera scientifica. Il Bogamarì resta un tema centrale per la Riviera del Corallo. Non solo per la quindicina di professionisti che campano da questo mestiere, ma anche per tutto quello che rappresenta e ha rappresentato tale echinoderma per il centro catalano.
“E’ evidente che ci sono meno ricci, ma non possiamo riferirci a 30 o 40 anni fa quando non riuscivi a camminare in acqua perchè rischiavi di pungerti”, commenta un pescatore. I tempi sono cambiati, in peggio, è ovvio. A dare un’accelerata in tale senso è stata senza dubbio la “fame” della polpa arancione da parte di tutti, ristoranti in primis. Ma, in generale, come detto è diventata oramai cosa normale e diffusa acquistare a pochi euro il prezioso echinoderma. Salvo poi rendersi conto che il mare si stava svuotando e bisognava correre ai ripari. Come?
“Ad esempio chiudendo ciclicamente alla pesca alcune porzioni del mare davanti al Golfo di Alghero – propongono gli operatori – a partire dallo specchio acqueo tra porto e Fertilia dove andrebbe da subito inibita ogni tipo di pesca perchè tra mutazioni climatiche e pesca selvaggia, come sanno tutti, non c’è quasi più nulla”. Ma non solo. Altro passaggio fondamentale è la vendita dei ricci, com’era prima e com’è in tutto i luoghi in cui esistono, sulla banchina oppure, visto che Alghero lo possiede, tramite i banchi del mercato del “Primo pescato”. Nomen omen. Una struttura nata proprio per queste finalità dove almeno uno spazio dovrebbe essere lasciato a disposizione dei ricciai.
Altro discorso quello connesso alla ristorazione e sagra. “Si potrebbe limitare ad un mese, massimo due, la possibilità dei ristoranti di vendere la famosa pasta ai ricci e suoi derivati e in quello stesso periodo, approssimativamente a gennaio o febbraio, organizzare almeno un weekend o due per la Sagra“. Insomma un ritorno al passato per andare avanti. D’altra parte non è pensabile di lasciare abbandonato a se stesso un settore primario e da sempre centrale nell’offerta enogastronomica e dunque turistica della Riviera del Corallo. E’ di questo parere anche l’assessore all’Ambiente Andrea Montis che anche negli scorsi giorni si è incontrato coi pescatori. La volontà di ascoltare c’è e pure di superare ogni intoppo per ridare dignità al comparto. Al più presto dovrebbero emergere le prime proposte ufficiali dell’Amministrazione Comunale.
Nella foto da Videolina un pescatore mentre scarica i ricci al porto
S.I.