ALGHERO – Addio alla Secal. Dopo la definizione di un nuova veste, lontana anni luce dall’idea iniziale ovvero quella di rafforzare il sistema turistico in connessione con eventi e tessuto culturale, della Meta e l’imminente scioglimento dell’In-House, anche la società di riscossione entrata nel mirino dell’amministrazione Bruno finisce la sua storia Per la verità ieri in Consiglio non è andato tutto liscio, anzi. Addirittura ad un certo punto dalla Sala Rossa non sono passate inosservate delle voci sostenute che hanno palesato un forte diverbio interno alla maggioranza e in particolare pare l’assessore Usai che, dopo la serie di critiche delle opposizioni che hanno ricordato a Giunta e maggioranza di “chiarirsi le idee prima di arrivare in aula e fa.re brutte figure”, avrebbe chiesto un momento di pausa per “fare ordine” sull’azione di sindaco e sostenitori in merito alla delibera in discussione. Leader dello Scudo Crociato probabilmente animato anche dalla raffica di critiche dei suoi colleghi alle Giunta Tedde rea di aver creato Secal, governi cittadini che vedevano protagonista indiscusso anche proprio l’Udc con anche in prima fila proprio Antonello Usai.
“Provvedimento illustrato in commissione e poi in aula da parte dell’assessore Tanchis in maniera tronfia e supponente, salvo poi essere stravolto dalla stessa maggioranza tanto da mutarne quasi il senso”, così ha tuonato Emiliano Piras. Ma di fatto il dna del documento o meglio della volontà persecutoria verso il sommerso da parte della maggioranza Udc più sinistra non è mutato e ciò è emerso in maniera plastica dalle parole di Moro. “Non voglio più sentire parlare di mancanza di decoro, erbacce, buche nelle strade e altro, quando c’è un livello di tasse non pagate ad Alghero così alte da grosse aziende a chi non paghe le multe”.
Ancora prima era stato il sindaco Bruno, però, a ribadire il concetto. “Ci sono importanti privati che devono al Comune anche 2milioni di euro, somme che non sono state chieste negli anni passati e non comprendiamo il perchè, ma è dovere morale nostro fare chiarezza e per le casse comunali recuperare questi soldi” e ancora “ci sono stati dei furbetti del quartierino e queste sono tasse non pagate nello specifico abbiamo esempi di Tari non versata”. Ma l’opposizione, nei suoi vari interventi, ha provato in ogni modo a far “ragionare” la maggioranza, ma ciò a poco è servito. Tanto che l’assessore Tanchis nel suo intervento di apertura ha chiaramente attaccato il presidente di Secal Salvatore Marino. “Dopo 9 anni che esiste la società ci ha detto che ancora il personale non era formato per effettuare la riscossione e che non c’erano i mezzi, ma invece io ho trovato sempre difficoltà nel reperire i dati senza considerare l’assurda richiesta di un parere esterno (quello di Zamboni ndr) per comprendere il giusto stato dei conti”. E proprio su questo parere è stato Michele Pais a ricordare che la delibera con cui si sopprime la Secal è basata su un parere interno, non vincolante e senza alcun numero di protocollo tanto da rendere “nullo il dispositivo”. Ma non solo, l’esponente di Forza Italia Alghero ha accusato in maniera diretta l’assessore Tanchis di “non conoscere niente rispetto al suo operato in particolare all’azione portata avanti sulle partecipate che, secondo le opposizioni, “nasconde altre motivazioni finalizzate ad un assurdo e verogonoso spoil-system che vede gli algheresi soccombere davanti a scelte non legate ai dati oggettivi”.
Infatti come spiegato da Roberto Ferrara dei 5 Stelle “l’assessore Tanchis sembra arrivato da Marte, mentre governa da 5 anni, prima con Lubrano e adesso con Bruno, dunque stessa maggioranza più Udc, e nonostante sia trascorso questo periodo, ancora ci parla di sistemare la Secal, ma cosa hanno fatto in questi anni, la società è del Comune non è un ente esterno, dunque il suo cattivo funzionamento è da accollare a chi governa oggi Alghero”. E poi Pirisi, capogruppo del Pd, ha evidenziato come cittadini o imprese poco conta, bisogna tutelare tutti gli algheresi che da tempo sono in difficoltà e i risultati si vedono con una città alla canna del gas. Durante il dibattito diversi esponenti di opposizione, in particolare Pais, si sono adoperati per provare a far cambiare idea ai rappresentanti di maggioranza, in particolare ad Alessandro Loi e Donatella Marino dell’Udc, ma il momento del voto, intorno all’una di notte, ha cristallizzato la scelta dell’amministrazione Bruno di voler chiudere la Secal e affidare la riscossione coattiva ad un ente esterno. Un’eventualità che fa rabbrividire gli algheresi che, vista la devastante crisi di questi anni, hanno, imprenditori, singoli cittadini, pensionati e famiglie, tanti debiti verso Sant’Anna.
Certamente, come anche evidenziato dai consiglieri di maggioranza, è giusto che “tutti paghino, per pagare tutti meno”, ma, come accaduto nel recente passato con provvedimenti regionali tipo il Ppr di Soru, forse prima di mettere a nudo una situazione già molto critica, era meglio creare o almeno accennare un nuovo modello di sviluppo. Mentre oggi Alghero, com’è evidente a tutti, attraversa la sua più profonda crisi di sempre eppure si stanno applicando politiche restrittive da boom economico. “Ci chiedete di fare politica, ma questa resterà la peggiore pagina della politica algherese”, chiosa Maria Grazia Salaris. Questo dopo che i 13 consiglieri di maggioranza, Udc più sinistra, dopo essersi consultati a lungo col segretario generale Canessa, che pareva l’ottavo assessore, hanno deciso la fine di Secal.
Nella foto il momento prima del voto con la consultazione di maggioranza, sindaco e assessori con Canessa
S.I.