ALGHERO – Stop per le elezioni Aci da parte del Tar. In attesa della prossima riunione dell’organismo, fissata per il 10 di febbraio, è stato sospeso l’iter per la definizione dei nuovi vertici dell’Automobile Club di Sassari. Questo a seguito di un ricorso presentato da una lista che concorre con quella dell’attuale dirigenza che invece vorrebbe confermare a presidente il decano Mario Mundula. Ma è l’avvocato Raffaele Pelillo a spiegare quanto accade: “Non è stato presentato alcun ricorso “interno” all’Automobile Club d’Italia, bensì un esposto relativo a tutte le criticità direttamente connesse alla indizione che ha provocato una prima ispezione, tra fine ottobre ed i primi di novembre”, e continua, “all’esito, come comunicatomi dal Presidente nazionale con nota del 27 novembre, si è appreso che l’ACI ha invitato l’Ente territoriale ad agire in via di autotutela, per una nuova indizione dei comizi elettorali: “invito”, restato evidentemente del tutto ignorato”.
Il legale poi entra nello specifico delle presunte irregolarità che hanno poi premiato (per adesso) i ricorrenti visto l’esito della prima udienza del Tar. “Illegittimità della esclusione delle liste ordinaria 2 e speciale 2, perché l’autentica delle sottoscrizioni dei candidati e dei presentatori sull’apposito modulo è stata eseguita dai Segretari Comunali incaricati puntualmente, con piena osservanza delle disposizioni di legge”. Ma non basta, dallo scritto dell’avvocato, emergono delle questioni ancora più gravi. “Illegittimità della procedura di autenticazione delle sottoscrizioni dei candidati e dei presentatori delle liste ordinaria n. 1 (gli uscenti) e speciale n. 1″, e poi, “illegittimità del Regolamento elettorale dell’A.C. Sassari, sia nella parte in cui impone che la presentazione delle liste sia accompagnata dall’autentica delle firme dei relativi sottoscrittori sia nella parte in cui affida al Direttore provinciale compiti che non possono appartenergli”.
Tutto, a dir poco, molto neboloso. Solo in parte si può comprendere cosa stia accadendo all’interno dell’Aci. All’esterno appare una sorta di braccio di ferro tra chi vuole mantenere lo status quo e chi vuole rinnovare l’organismo vista anche la notevole effervescenza del settore che, al netto di eventi come il rally e il ritorno della crono-scalata di Scala Piccada, vedono comunque ancora ampi margini di miglioramento nell’organizzazione, comunicazione e promozione degli appuntamenti stessi. Tradotto: non basta fare le gare, ma bisogna fare un salto di qualità per garantire un serio e tangibile ritorno al territorio le ospita. Per adesso tutto è in mano, come spesso in Italia, dei giudici. Vedremo cosa deciderà il Tar.
Nella foto sulla sinistra il presidente dell’Aci Segio Mundula durante la premiazione dell’ultima Scala Piccada (davanti una casa cantoniera abbandonata), sulla destra l’allora assessore Nina Ansini
S.I.