PORTO TORRES – Il PSd’Az di Porto Torres, preoccupato per il colpevole ritardo che si registra sulla mancata demolizione dei gruppi 1e 2 a Fiume Santo e sul mancato coinvolgimento di imprese e maestranze locali sull’attuazione dello stesso progetto, denuncia questi fatti. “E.On prima ed EPH poi, si sono rivelati nemici della Sardegna e del nostro territorio in particolare. Il gruppo industriale che opera a Fiume Santo ha, evidentemente, ereditato dalla multinazionale tedesca, oltre gli impianti e le autorizzazioni con “annessi e connessi”, anche la predisposizione alla disattesa degli impegni a suo tempo assunti dai predecessori”.
“Gioco facile alla società Ceca lo fanno i preoccupanti silenzi delle istituzioni preposte al controllo e verifica dell’attuazione degli accordi siglati con la Regione Sardegna e gli enti locali dell’Area Vasta. Il PSd’Az denuncia l’incomprensibile inerzia e l’assenza di prese di posizione, da parte di chi ha il dovere civico e politico di chiedere il rispetto e la completa attuazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che imponeva la demolizione dei gruppi 1 e 2 di Fiume Santo e la conseguente restituzione alla collettività del tratto di spiaggia circostante, non appena la centrale avesse cessato la produzione”.
“Oggi si assiste ad una pericolosa “melina” da parte di EP che, oltre a non rispettare i tempi codificati all’interno dell’A.I.A., sta mortificando le maestranze e le imprese locali, che si aspettavano da quell’intervento un minimo di respiro occupazionale ed economico. L’apertura di un cantiere intorno alle ciminiere da abbattere, non può essere il solo segnale che qualcosa si stia muovendo, tutt’altro: è la certezza che si stanno affidando ad aziende e maestranze “straniere” i lavori che, troppo lentamente, porteranno alla demolizione delle centrali”.
“Non si comprende, tra le altre cose, quale sia il motivo per cui le imprese locali che si erano aggiudicato tale appalto, siano state escluse dall’esecuzione dello stesso, a vantaggio di aziende non Sarde. La presenza a Fiume Santo di diversi lavoratori che parlano lingue che non ci appartengono, è la dimostrazione che i nostri disoccupati continueranno a rimanere tali! Porto Torres, ed il territorio tutto, hanno professionalità e maestranze industriali che rasentano l’eccellenza, non è concepibile e tanto meno accettabile, che per effettuare quelle lavorazioni si debbano utilizzare mano d’opera che non sia espressione di questa area geografica”.
“Il Nord Ovest della Sardegna ha pagato un costo altissimo, sia in termini ambientali che di salute pubblica, la pesante presenza del sito energetico di Fiume Santo. Ecco perché non è umanamente, politicamente e sindacalmente possibile che chi ha subito i danni sociali oggi debba anche assistere alla discesa in campo di chi viene a mietere un raccolto seminato da altri. Il PSd’Az di Porto Torres, pertanto, ritiene che, su questo importante argomento, si debba sollevare l’asticella della protesta, unendo tutte le forze in campo, a partire da quelle sindacali, per aprire una seria vertenza sulla tutela delle imprese e dei lavoratori Sardi. La dirigenza del Partito Sardo d’Azione si appella ai rappresentanti istituzionale dei comuni di Porto Torres, di Sassari e della Regione Sarda, affinché impongano, se ne hanno, la loro autorevolezza nel chiedere con forza il rispetto dei diritti di un territorio, dei suoi disoccupati, delle sue imprese e del suo Popolo nella sua interezza”.
Nella foto Fiumesanto
S.I.