ALGHERO – Tra le tante urgente riguardanti il territorio c’è quella della casa. Anche qui sembra di essersi fermati al 2011 quando, appunto, il Piano Urbanistico Comunale (Sindaco Tedde, assessore Pirisi) era giunto in Consiglio Comunale e l’approvazione dell’importante documento non era così lontana. Ma poi, come noto, l’Amministrazione fu fatta cadere e, dopo varie peripezie, l’atto è ritornato nelle commissioni dell’ultima esperienza governativa senza però trovare mai sblocco nella massima assise cittadina.
Ora, a prescindere dalle varie idee sul Puc, per molti non ha senso che venga approvato, se prima la Regione non modifica il PPR di Soru. Passaggio che, annunciato da tutte le ultime amministrazione regionale, pare che questa volta sia più che nelle intenzioni dell’attuale guida isolana. Almeno nelle parole dell‘assessore Quirico Sanna e del Presidente Solinas. Subito ci sono state le levate di scudi dalla solita area ben definita (trasversale) della politica sarda, quelli che vengono individuati il “partito del No”. Tutto, subito, si è concentrato su una minima parte. Il tema delle costruzioni dentro la fascia dei 300 metri che è solo una piccola porzione di tutto quello che dovrà prevedere un nuovo piano atto a generare finalmente sviluppo, economie e posti di lavoro.
Nessuno, oggi, vuole e soprattutto può, deturpare l’ambiente che è la vera ricchezza (infinita o quasi) della Sardegna, ma si cerca solamente di impedire che l’Isola diventi un deserto sociale abitato solo dalle famiglie più facoltose, da statali e poco altro con qualche turista durante 40 giorni estivi. (nell’ultimo anno hanno lasciato la Sardegna 3500 giovani). Questo non basta. L’abbiamo compreso tutti, pure quelli che sui media fanno i paladini dell’ambiente e poi sono costretti ad affrontare la l’emigrazione di figli o parenti alla ricerca di lavoro. Non c’è scampo: bisogna liberare investimenti privati e pubblici. E, nell’attesa dell’approvazione del Puc, come deve sapere chi fa politica, ci sono “le intese” con la Regione sui vari singoli progetti.
Questo anche per permettere l’immediata costruzione di nuove abitazioni “popolari”. E’ di ieri la clamorosa protesta davanti ai Servizi Sociali nel pieno centro di Alghero. A parte l’indecenza che ancora quegli uffici siano in quell’area della città, è opportuno intervenire per assegnare alloggi pubblici a chi non ha un tetto. Per fare questo (a parte gli interventi tampone) è anche urgente anche fare cassa con l’immenso patrimonio immobiliare e fondiario in possesso del Comune: ex-Caserma di via Simon, Cavall Marì, Balaguer, ex-Cotonificio e pure le aree di Maria Pia, Porto Conte, strada per Bosa, agro, borgate, etc.
Insomma, pure in questo caso, è tempo di agire e avviare gli iter previsti dai regolamenti vigenti, dunque passare tramite gli organismi preposti ovvero Giunta, Commissioni, Consiglio e poi, quando necessario, tramite gli enti sovraordinati. E’ indispensabile liberare progetti e interventi, subito. Partendo, magari, da iter già a buon punto come il Piano d’utilizzo dei Litorali e quello dell’agro che, come ricordato anche dall’ex-assessore Pirisi, “deve trovare un percorso armonioso di approvazione senza dimenticare nessuno, fare proprie tutte le istanze giunte dai residenti e comitati al fine di non lasciare indietro nessuno e permettere a tutti, a tutti, sviluppo e crescita“. Idee condivise da tutto il Centrodestra e alla base del programma elettorale.
Nella foto aerea il territorio a sud del Comune di Alghero
S.I.