Impianto eolico al largo di Capo Caccia, osservazioni e opposizioni dell’Azienda speciale Parco di Porto Conte

ALGHERO – L’Azienda speciale Parco di Porto Conte trasmette alla Capitaneria di Porto di Porto Torres il documento con cui certifica le motivazioni ambientali per la propria opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima di durata trentennale richiesta dalla società Avenhexicon S.r.l. per la realizzazione di un impianto eolico ubicato al largo di Capo Caccia.

Sono solide e circostanziaste dal punto di vista tecnico-giuridico le motivazioni ambientali con cui l’Azienda speciale Parco di Porto Conte si oppone al rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di un impianto eolico off shore al largo di Capo Caccia. Attraverso un documento tecnico (in allegato al presente comunicato) firmato dal Presidente Raimondo Tilloca l’Ente con sede a Tramariglio elenca tutta una serie di osservazioni finalizzate a sostenere la tesi di opposizione al progetto denominato “Sardinia North-West”. La nota di opposizione è stata inviata alla Capitaneria di Porto di Porto Torres incaricata dal Governo nazionale di effettuare un vaglio preliminare sia in ordine alla sicurezza della navigazione che alla compatibilità delle strutture costituenti l’impianto con le altre attività.

In primo luogo il Parco sottolinea che per le notevoli implicazioni di influenza diretta ed indiretta che l’impianto potrebbe esercitate su aree di protezione ambientale di rilevanza europea (Rete Natura 2000) che insistono nel territorio di competenza del Parco di Porto Conte e della AMP di Capo Caccia-Isola Piana la proposta di intervento deve essere necessariamente sottoposta in via preliminare ad una valutazione di incidenza ambientale (VINCA), i cui esiti per il Parco appaiono scontati. In base alle direttive europee, infatti, visto che l’area richiesta in concessione possiede caratteristiche rilevanti ai fini della conservazione dell’ambiente naturale in relazione alla presenza al suo interno – o in un suo intorno di influenza – di aree protette di livello europeo, ciò origina una condizione per cui qualunque intervento non direttamente connesso alla conservazione del sito debba essere preventivamente sottoposto ad idonea valutazione di incidenza ambientale. La VINCA prescinde dunque, nella sua applicazione, dal fatto che l’area richiesta in concessione sia a circa 10 miglia nautiche dal margine esterno della ZSC ITB 010042 (area della rete Natura 2000 di pertinenza dell’Azienda Speciale Parco di Porto Conte). Per le ragioni contenute nella nota del Parco, infatti, l’investimento, nonostante la distanza dalla costa, avrebbe comunque una influenza rilevante su habitat e specie protette della ZSC ITB 010042. Ed in ogni caso il cavo sottomarino di collegamento dell’impianto a terra e quello terrestre di collegamento da Alghero a Fiume Santo andrebbero ad interferire direttamente su habitat e specie dell’area Parco e della più ampia area protetta ZSC ITB 010042. Nel caso in argomento la valutazione di incidenza ambientale (VINCA) non è stata contemplata nel crono programma proposto dalla società Avenhexicon S.r.l, e la stessa VINCA è una procedura da considerare distinta dalla valutazione di impatto ambientale (VIA).

Il punto centrale delle argomentazioni di opposizione formulate dal Parco è quindi legato alle interferenze esterne ed interne all’area protetta; queste ultime sono da ricondurre ai tracciati del cavidotto sommerso che passerebbe all’interno della ZSC ITB 010042 ed interferirebbe con gli habitat di interesse comunitario prioritario del coralligero e della prateria di posidonia, mentre il cavidotto terrestre intercetterebbe il margine orientale della stessa ZSC all’altezza della laguna del Calich con evidenti conseguenze per gli habitat e le specie della stessa laguna.

Ma l’aspetto più rilevante e sostanziale delle argomentazione di opposizione dell’Ente Parco attiene al fatto che lo specchio acqueo al largo di Capo Caccia che conterrebbe al proprio interno le 27 pale eoliche su strutture di fondazione galleggianti, benchè esterno alla ZSC ITB 010042 rappresenta un’importante area di foraggiamento durante il periodo riproduttivo per almeno due specie di procellariformi inclusi nell’all. I della Direttiva 2009/147/CE che nidificano all’interno della ZSC ITB 010042: l’uccello delle tempeste e la berta maggiore. Non si tratta di una mera ipotesi, ma di tracciati precisi ed oggettivi (riportati con dovizia di particolari nella nota del Parco), monitorati dal Parco in collaborazione con ISPRA, ed ottenuti grazie ai GPS posizionati su diversi esemplari delle due specie. In conclusione, pertanto, esistono per l’Ente Parco oggettive argomentazioni di tipo conservazionistico, sostenute dal quadro regolamentare europeo, per una fondata opposizione alla realizzazione del progetto in argomento.

No all’impianto eolico a Capo Caccia, odg in Consiglio Comunale

ALGHERO – Ritorna in prima pagina il tema dell’impianto eolico off-shore che dovrebbe essere realizzato al largo di Capo Caccia. Dopo le opposizioni del Comune e Parco di Porto Conte, già rese note durante alcuni incontri pubblici, si deve registrare anche l’ordine del giorno dell’Udc, Riformatori e 5 Stelle con primo firmatario il capogruppo centrista Christian Mulas. Un documento che evidenzia come si debba “compiere ogni e qualsiasi azione utile al blocco della procedura di autorizzazione all’esecuzione del progetto sopra specificato; coinvolgere, con l’urgenza che il caso richiede, l’amministrazione regionale della Sardegna, affinché faccia valere le ragioni della nostra città e dell’intera Sardegna con l’utilizzo degli strumenti costituzionali e statutari atti a difendere i nostri territori da questa iniziativa imprenditoriale e rappresentare, presso le competenti sedi governative, la contrarietà del comune di Alghero alla realizzazione del progetto su emarginato se non condiviso con la comunità”.

 

ORDINE DEL GIORNO

Il Consiglio comunale di Alghero, alla luce dell’imponente numero di richieste di concessioni di specchi d’acqua del mare che circonda la Sardegna e, in particolar modo, con riferimento alla richiesta di concessione di specchi d’acqua del mare più prossimo alla città di Alghero per l’installazione dell’impianto eolico denominato Sardinia North West a cura della società Avenhexicon S.r.l.

CONSIDERATI

– La costituzione della repubblica italiana,

– Lo statuto della Regione autonoma della Sardegna,

– I propri programmi di sviluppo e di tutela del territorio comunale

PREMESSO

-Che la società “Avenhexicon S.r.l.“ ha presentato istanza di concessione marittima trentennale al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, finalizzata all’istallazione e all’esercizio di un parco eolico off shore di tipo floating, denominato “Sardinia North-West” per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. La richiesta riguarda il Mare di Sardegna Occidentale, al largo di Capo Caccia, per una superficie di 382 Kmq a 12 miglia nautiche sulla piattaforma continentale ed è costituito da 27 strutture galleggianti con un diametro complessivo di ciascuno di 310 metri ognuna con 2 aereogeneratori per un totale di 54 pale alte 177 MT al mozzo e 322 all’apice. L’ancoraggio su un fondale che va dai 300 ai 900 metri con sistemi da definire e con la realizzazione di un cavidotto di 41 km con terminale sul molo sopraflutto del porto di Alghero e attraversamento della città e collegamento sino alla Centrale di Fiumesanto, attraverso un cavidotto posto sotto terra della lunghezza di km 38 circa.

-Che i progetti di centrali eoliche offshore in argomento dovranno essere assoggettati a procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), ai sensi del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., nonché ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi

-Che nel progetto presentato gli aerogeneratori insistono sul margine della piattaforma continentale, il cui fondale è compreso tra i 300 e i 1000 metri di batimetrica; che non vengono indicati i tipi di ancoraggio delle strutture eoliche galleggianti e che le stesse verranno successivamente calcolate tenendo conto della risposta dinamica dal carico combinato del vento e delle onde.

-Che non è stata definita la tipologia degli ormeggi e che le tecniche di ancoraggio più opportune verranno definiti “a valle di sondaggi geotecnici e geofisici e, pertanto, in funzione delle tipologie e della natura dei fondali “ e che comunque la tipologia di ancoraggio è importante dal punto di vista ambientale .

Che non è stato minimamente valutato l’impatto sulla fauna marina e che, alla profondità di progetto non si conoscono studi approfonditi per valutare l’impatto su organismi marini, in particolare sul coralligeno e sui cetacei.

-Che l’area oggetto di richiesta, nonostante la distanza dalla costa, è comunque inserita su una rotta migratoria degli uccelli tra Europa e Africa e che il complesso delle pale può essere confuso dall’avifauna migrante come una o più isole. Inoltre, per quanto riferito in analoghi progetti , si ipotizza un incremento dei pesci e, di conseguenza un richiamo per l’avifauna marina che potrebbe cadere nella trappola delle pale rotanti , per le quali non risultano previsti sistemi di dissuasione o di mitigazione

-Che, con riferimento poi al percorso del cavo sottomarino, in prossimità della costa incontrerebbe la prateria di Poseidonia, e che, al riguardo, non risultano nel progetto i metodi di posa ed eventuali sistemi di mitigazione.

-Che il percorso del cavo sottomarino , urbano ed extraurbano coincide esattamente con quello del progetto del Parco Eolico tra Capo Mannu e Capo Marrargiu.

-Che, a fronte di un numero imponente di futuri parchi eolici marini e terrestri, si ritiene che l’energia elettrica prodotta con lo sfruttamento del vento sarebbe esageratamente più consistente (fino a dieci volte tanto!) rispetto a quella necessaria alla comunità sarda ed al suo territorio regionale e che, pertanto, in questa logica la nostra isola e la nostra città sarebbero chiamate a pagare un prezzo altissimo in termini ambientali, paesistici e storico-culturali per garantire l’esecuzione di impianti che possono essere comodamente eseguiti nelle aree che consumeranno l’energia prodotta in detti impianti;

-Che le iniziative imprenditoriali, proposte secondo le procedure autorizzatorie innovate con il decreto-legge n. 77/2021, paiono porsi in netto contrasto con i precetti costituzionali dello Statuto della nostra regione e che nel progetto sopracitato non emerge utilità alcuna per la comunità algherese, pur a fronte del grande impatto ambientale, paesaggistico e storico-culturale che lo stesso avrebbe sulla comunità amministrata e che, se attuato così come presentato, il parco eolico costituirebbe una ingiustificata ed inaccettabile servitù energetica per la comunità algherese e per l’intero territorio della Sardegna

-Che, per quanto sopra, oltre al sensibile impatto ambientale, assolutamente tuttora non valutato, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così imponente estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per tempi lunghissimi (30 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).

RICHIAMATE

Le osservazioni e l’opposizione al predetto progetto, come già ritualmente presentate avverso allo stesso dai comuni di Sassari, Porto Torres ed Alghero nell’agosto del corrente anno ed i cui contenuti sono da considerarsi come trasfusi, per farne parte integrante e sostanziale, nel presente ordine del giorno

EVIDENZIATO

-Che pare altresì doveroso segnalare come questa stagione si stia sempre più caratterizzando come il tempo delle espropriazioni delle rappresentanze popolari (non a caso, anche il Comune di Alghero viene a sapere di iniziative così rilevanti solo attraverso una formale comunicazione diramata da un ufficio dello Stato). Ovvero, nessuna verifica è stata fatta dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale a farsi carico degli esiti di un progetto così impattante sul territorio, sulla propria economia e sulla gente che in questo territorio vive ed opera.

-Che si rileva come un malinteso senso dell’efficienza circoli in determinati ambienti politico/aziendali romani, in base al quale poco importa se una comunità ha ragioni per non volere un progetto o per accettarne una sua versione corretta e modificata, sul principio che esso va accettato ed eseguito “a scatola chiusa”!

-Che con la scusa che “ce lo chiede l’Europa”, sembra che i comuni e le regioni debbano sottostare ad ogni apodittica decisione presa nelle stanze ministeriali romane, senza lamentarsi o presentare rimostranze. Anche quando, tanto per tornare a cose vecchie per la Sardegna, si occupa il territorio (abbiamo il 65% delle servitù militari italiane) o si riempiono le carceri di reclusi nel regime più restrittivo (pare che un terzo di questi reclusi in Italia sia ospitato nelle carceri sarde).

-Che pare giunto il tempo di dire basta e di chiarire, a quanti vogliono fare soldi invadendo mare e terra della nostra Isola, che non ci vanno bene queste modalità di intervento e che, piaccia o non piaccia, bisogna fare i conti con le comunità locali e con le loro esigenze di sviluppo e di tutela dei beni ambientali; apparendo così paradossale porre sistematicamente divieti, in Sardegna, anche per le più minuscole e ininfluenti realizzazioni e, poi, assistere a iniziative imponenti, che generano problematiche imponenti e, certamente, danni imponenti; le quali passano come graziose autorizzazioni romane.

Tutto ciò premesso, considerato e richiamato, impegna il Sindaco e il Consiglio Comunale

– A compiere ogni e qualsiasi azione utile al blocco della procedura di autorizzazione all’esecuzione del progetto sopra specificato;

– A coinvolgere, con l’urgenza che il caso richiede, l’amministrazione regionale della Sardegna, affinché faccia valere le ragioni della nostra città e dell’intera Sardegna con l’utilizzo degli strumenti costituzionali e statutari atti a difendere i nostri territori da questa iniziativa imprenditoriale;

– A rappresentare, presso le competenti sedi governative, la contrarietà del comune di Alghero alla realizzazione del progetto su emarginato se non condiviso con la comunità.

-Primo firmatario dell’Ordine del giorno, il Consigliere capogruppo dell’Udc Christian Mulas

F.to U.D.C … Christian Mulas

F.to Riformatori… Alberto Bamonti

F.to Movimento Cinque Stelle… M.Antonietta Alivesi

Invasione cinghiali, Commissione: tavolo tecnico e abbattimenti urgenti

ALGHERO – Un impegno comune per intervenire sul contenimento della fauna selvatica nel territorio, con un particolare programma di azioni per contrastare la proliferazione dei cinghiali e i danni ad essa connessi alle colture ma non solo. Tra le proposte maggiormente percorribili, c’è la costituzione di un tavolo tecnico con la regia della Provincia di Sassari con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati dal problema che sta mettendo a dura prova il comparto agricolo e  le attività antropiche con  seri problemi agli habitat e alle altre specie faunistiche. E’ quanto stabilito ieri nel corso della partecipata riunione della V Commissione consiliare presieduta dal Consigliere Christian Mulas alla presenza del Sindaco Mario Conoci, del Capo di Gabinetto della Provincia di Sassari Salvatore Saba, del Dirigente Antonio Zara, del Presidente del Parco Raimondo Tilloca e del direttore del Parco Mariano Mariani, del Direttore di Forestas Gianmarco Saba, del Comandante della Forestale Giancarlo Muntoni, di Francesco Guillot rappresentante della Lipu, dei rappresentanti dell’agro e delle   associazioni dei cacciatori.  Il tavolo dovrà costruire una serie di proposte concrete da portare in Regione per pianificare gli interventi a contrasto del fenomeno cha ha assunto contorni emergenziali. Accanto a tali problemi si è generato negli ultimi anni il rischio che la specie funga da vettore della Peste Suina Africana nel nostro Paese. Oggi è allarme cinghiali per numero e danni causati: a rilanciare l’allarme sono diverse associazioni tra cui la Coldiretti ma anche i corpi di polizia ambientale che quotidianamente ricevono segnalazioni da ogni parte del territorio. Il Sindaco Mario Conoci ha evidenziato “la necessità di una proposta attuale ed efficace, in un momento in cui  le stime basate sui censimenti sono inattuali e le abitudini della fauna selvatica sono cambiate con evidenti ripercussioni negative sul comparto agricolo. Massima attenzione quindi verso il problema che sta danneggiando le nostre imprese, con priorità alla definizione di  interventi coordinati per contenere il fenomeno”.

Sulla stessa linea il presidente della Commissione Christian Mulas ha posto l’accento sul fatto che  “i provvedimenti adottati fino ad ora non stanno dando i frutti sperati e comunque non sono adeguati e non bastano per contenere questo fenomeno in continua crescita che sta minacciando e mettendo in pericolo l’incolumità e tranquillità dei cittadini oltre che delle imprese agricole. Serve urgentemente un piano di contenimento – ha aggiunto –  e risposte concrete a questo fenomeno ma occorre anche programmare con una politica seria che limiti il fenomeno che invece è in continua crescita”. Dalla commissione è giunto inoltre un ringraziamento al Corpo Forestale e alla Compagnia Barracellare per il servizio che stanno fornendo in questo ambito in cui, dati regionali, nel territorio di Alghero si sono verificati il maggior numero di sinistri in Sardegna causati da ungulati nell’ultimo anno : un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici nelle strade.

https://www.youtube.com/watch?v=0AUFPYDEBuM

Domani (giovedi) possibili ritardi nel ritiro dei rifiuti

ALGHERO – A seguito della convocazione di assemblea da parte di una delle sigle sindacali a cui aderiscono i lavoratori Ciclat di Alghero, giovedì 8 settembre potrebbero verificarsi ritardi nell’esecuzione del servizio di raccolta porta a porta di organico e secco indifferenziato. Al fine di contenere i probabili disagi, l’Assessorato all’Ambiente chiede di esporre le frazioni solo se strettamente indispensabile, rinviando il conferimento alle successive giornate in calendario.

Asinara. istituita la Comunità del Parco

CAGLIARI – È stata istituita formalmente oggi la Comunità del Parco nazionale dell’Asinara, organo di programmazione e indirizzo del quale fanno parte il Presidente della Regione, Christian Solinas, l’Amministratore straordinario della Provincia di Sassari, Pietrino Fois, e il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas. “Viviamo un momento importantissimo per il futuro del Parco, eccellenza naturalistica sarda di valore internazionale per il paesaggio, la diversità biologica, la geologia, tutti tratti caratteristici di un’Isola unica nel Mediterraneo”, ha detto il Presidente della regione Christian Solinas, nel corso dell’incontro avvenuto nella tarda mattinata a Sassari. “La Regione – ha proseguito il Presidente – è impegnata a dare all’Asinara il ruolo che merita dal punto di vista storico, naturalistico e delle opportunità, per divenire nuovo modello di sviluppo del Nord Ovest della Sardegna”, ha concluso il Presidente. All’ordine del giorno anche la designazione dei rappresentanti del Parco che fanno capo alla Regione nel Consiglio direttivo (gli altri membri verranno nominati dal Ministero della Transizione ecologica, di concerto con la Regione): ricopriranno la carica Rita Vallebella, Giancarlo Acciaro, Patrizia Madeddu e Massimo Mulas.

“Comunità energetiche: dopo scelte miopi, ora ci siamo”

ALGHERO – “Finalmente anche per l’amministrazione comunale, dopo anni di inerzia e di scelte energetiche miopi, prende la strada delle “Comunità energetiche rinnovabili sul territorio comunale”: una strada che molte comunità locali stanno già percorrendo da tempo con successo che, in parte, sta abbattendo i costi dell’illuminazione pubblica.

Oggi con l’opportunità del Pnnr e con lo strumento delle comunità energetiche locali, potremo abbattere in parte i costi dell’energia di consumo pubblico (non più sostenibili senza ulteriori aumenti a discapito delle comunità o peggio ancora con una riduzione di servizi), e potremo, se incentivati a dovere, far crescere quelle autoproduzioni energetiche (ad esempio i pannelli solari) nelle abitazioni utilissime ad abbattere il costo dell’energia consumata nelle abitazioni private e in parte, ma solo in parte, del consumo nelle attività produttive.
Una strada che, a parte in questi ultimi mesi (anche grazie al bonus 110), in città non veniva utilizzata.
Ben presente invece (ma ancora non sufficiente), nelle case di campagna e nelle aziende agricole che da anni stanno utilizzando questa forma di energia in particolare con il fotovoltaico e in piccola parte con le pale eoliche per abbattere i costi aziendali. Oggi se si sfrutta questa possibilità in entrambe le realtà (città e periferie) potrebbe crescere, in maniera esponenziale, la produzione almeno per l’autoconsumo.
Questa scelta seppur tardiva (è uno degli obiettivi del 2025) per la chiusura dell’utilizzo dei fossili in Sardegna, sapendo che sia i rischi che i tempi erano ben noti, i nostri amministratori hanno per anni soprasseduto e fatto melina; oggi spinti dai rincari, dalle opportunità del Pnrr e di altri strumenti già presenti, hanno finalmente imboccato la strada del green. Quello che deve essere chiaro è che non risolverà i problemi energetici della città e delle attività economiche e a larga scala neanche quelle della Sardegna (se tutti utilizzasse la stessa strada).
Per renderci autosufficienti e, vorremo osare, esportare l’energia prodotta in più, abbiamo bisogno di un piano strategico regionale che, insieme al fotovoltaico, veda e preveda l’utilizzo delle pale eoliche (poi possiamo decidere dove e quante), moto ondoso (bene ha fatto il parco ad insistere su quella strada), idroelettrico e biodigestori agricoli. Tutti insieme potrebbero garantirci l’autosufficienza, un unico sistema invece rischierebbe di non farci ottenere il risultato ipotizzato e in alcuni casi causerebbe speculazioni o dipendenze specifiche.
Crediamo quindi che sia arrivato il momento che la regione Sardegna prepari un piano di utilizzo, delle rinnovabili, con luoghi, tempi, vincoli e benefici concreti per la comunità sarda. Le altre strade quelle singole o isolate non ci porteranno a niente, soltanto ad un uso sconsiderato del nostro territorio che senza regole precise verrà preso d’assalto dal potente di turno”.
Capogruppo PD Mimmo Pirisi

Invasione cinghiali, record incidenti: Mulas convoca la Commissione

ALGHERO – La situazione è emergenziale, e non da adesso. Nonostante da più parti vengono chiesti degli interventi risolutivi, si è arrivati perfino a registrare il record di incidenti su base regionale causati dalla fauna selvatica. Non c’è più tempo da perdere, bisogna intervenire anche con misure drastiche. Il Parco di Porto Conte, col Presidente Tilloca e il direttore Mariani, attendono che venga data la possibilità di poter attivare le azioni previste e che saranno richiamate dalla Commissione Ambiente convocata da Christian Mulas alla presenza del Sindaco Mario Conoci, il Commissario della Provincia Pietrino Fois, i Dirigenti e Funzionari del settore ambiente della Povinciale , le Associazioni Ambientaliste, il Direttore e Presidente del Parco di Porto Conte, il Comandante della Forestale, il Comandante dei Barracelli e dei Comitati di Borgate e Associazioni dei Cacciatori.

Giunta Conoci, via libera alla transizione energetica (nel rispetto del territorio)

ALGHERO – Favorire la transizione energetica per incentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, promuovere l’autoconsumo, decentralizzare la produzione energetica, contrastare gli sprechi di energia e mettere al centro della transizione energetica il cittadino, che ne diventa parte attiva e integrante. È quanto ha stabilito oggi la Giunta comunale, che su proposta dell’Assessore all’Ambiente Andrea Montis ha dato via libera all’atto di indirizzo per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sul territorio comunale, così come previsto del decreto legislativo 199/2001 in  attuazione alla direttiva Ue 2018/2001 sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili.  Oggi le Comunità Energetiche in Italia sono in costante crescita, rapidamente. A sostenerle, le ingenti risorse messe in campo con gli stanziamenti in arrivo nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dai Fondi Strutturali. Gli obiettivi della comunità energetica che il Comune di Alghero si pone vanno verso il favorire la più ampia partecipazione di soggetti pubblici e privati con la realizzazione di partenariati e progettualità idonei al reperimento di risorse nell’ambito di bandi di finanziamento dedicati; verso la promozione  e dell’autoconsumo, i sistemi di accumulo e stoccaggio dell’energia da fonti rinnovabili; – condividere e scambiarsi l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. E inoltre, connettere produttori e consumatori di energia da fonti rinnovabili per ottenere il bilanciamento tra domanda e offerta d’energia.

Per il Sindaco Mario Conoci  “è un esempio di costruzione condivisa delle scelte che determineranno il futuro dei cittadini, e l’Amministrazione  insieme al territorio sostiene uno sviluppo green dell’ambiente. La costituzione delle Comunità Energetiche sul territorio comunale consente di attrarre maggiori investimenti producendo  benefici ambientali, economici e sociali. Lo facciamo programmando la transizione verso politiche energetiche sostenibili e a minor impatto ambientale, con il coinvolgimento dei cittadini e delle imprese. Ai mega investimenti invasivi e calati dall’alto delle grandi multinazionali dell’energia – sottolinea più specificamente il Sindaco – c’è l’alternativa delle rinnovabili “a misura di comunità” che portano benefici diretti che rimangono sul territorio e coinvolgono cittadini e imprese locali. Queste sono le rinnovabili che ci piacciono e che vogliamo sostenere”.   Il tema della riduzione del costo dell’energia elettrica per gli utenti finali riveste importanza centrale anche nelle politiche comunali, considerando necessario perseguire lo sviluppo locale di produzione di energia e la simultanea riduzione degli oneri sul consumo. “Per questo – aggiunge l’Assessore all’Ambiente Andrea Montis –  il Comune di Alghero intende dotarsi di un modello di sviluppo con soluzioni innovative per la gestione dell’energia attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, che sono in questo caso anche consumatori di energia connessi alla rete. Dobbiamo favorire questo sviluppo partendo dalle nostre borgate dove insistono, tra l’altro, tante attività economiche che devono liberarsi dalla tragica oscillazione al rialzo dei costi dell’energia”.

Ungias Galante’, tolta l’isola al via la bonifica: più decoro

ALGHERO – A seguito delle operazioni di smantellamento dell’isola Ecologica di Ungias Galantè, l’Amministrazione sta provvedendo ad un importante lavoro di bonifica dell’area dove giacevano i cassonetti.
L’area infatti, benché si trovasse a pochi centinaia di metri dall’Ecocentro, è stata oggetto per anni di continui abbandoni di materiali inerti, resti di lavorazione edile e tanto altro che l’Amminsitrazione sta facendo rimuovere con i mezzi meccanici del settore Ambiente.  In questi giorni si attendono gli esiti che permetteranno di identificare la tipologia di rifiuti ( inerti, rocce da scavo etc) al fine di poter procedere al loro corretto smaltimento/recupero. Già dalla giornata di domani i rifiuti rimossi potrebbero esse caricati su appositi cassoni scarrabili per il loro corretto conferimento.

Impianto eolico a Capo Caccia in Commissione per dire un primo “No” ufficiale

ALGHERO – Il presidente della V commissione Ambiente e Sanità, Christian Mulas, ha convocato per venerdi 26 agosto, alle ore 17.30, l’organismo da lui guidato per discutere della possibilità, già in stato avanzato, di realizzare un “impianto eolico off shore al largo di Capo Caccia”. Sono invitati a partecipare ai lavori della Commissione, il Sindaco Mario Conoci, le Associazioni ambientaliste, LIPU, LEGA AMBIENTE e WWF, il direttore e presidente del Parco di Porto Conte e il consigliere regionale Marco Tedde, oltre che il Presidente del Consiglio Regionale Michele Pais.

Un occasione formale e nell’organismo competente, oltre ad un prossimo pronunciamento del Consiglio Comunale, per dire un deciso e forte “No” ad una decisione totalmente calato dall’alto e che andrebbe a pregiudicare l’orizzonte del mare di Alghero, senza considerare l’impatto devastante dei lavori che andrebbero ad essere realizzati. Dopo il giusto e deciso “No” del Sindaco Conoci e quello del Parco di Porto Conte e AMP, adesso si attende quello ufficiale della Commissione Ambiente e a seguire quello del Consiglio Comunale e degli altri enti locali, Provincia compresa.