Lavori Punta Giglio, Comitato: atti da annullare

ALGHERO – “Un gruppo di aderenti al comitato spontaneo Punta Giglio Libera, ha presentato una istanza di annullamento in autotutela ad istituzioni pubbliche, per l’annullamento degli atti di rispettiva competenza relativi al progetto di trasformazione della ex batteria di Punta Giglio in struttura ricettiva, in corso dal marzo u.s. Le istituzioni destinatarie sono, oltre al Comune di Alghero e al Parco di Porto Conte, La Soprintendenza di Sassari, l’Agenzia del Demanio della Sardegna, Gli assessorati Regionali all’Ambiente e al Paesaggio. Per conoscenza l’istanza è stata inviata alla Procura della Repubblica di Sassari”, cosi, tramite comunicato stampa, dal Comitato  che si è ritrovato lunedi per raccogliere le firme utili alla causa portata avanti già da qualche mese. 

“La documentazione relativa all’iter approvativo, di cui peraltro ancora oggi non si conoscono tutti gli atti, ha presentato svariate incongruenze che si è ritenuto di evidenziare agli Enti che hanno via via si sono pronunciati. Un profilo di illegittimità lo si è ravvisato con riferimento al provvedimento di assegnazione atteso che, sebbene il bando facesse esplicito ed esclusivo riferimento alla manutenzione straordinaria di beni di pregio storico/archeologico (art. 11 comma 3 DL 83/2014), di fatto si sono consentite opere di vera e propria ristrutturazione non contemplate dalla norma”.

“Parimenti illegittima è apparsa anche la proroga della concessione, la cui originaria scadenza era prevista per il 2/8/2020. Ed infatti, sebbene il contratto di concessione prevedesse la possibilità di chiedere una proroga, la stessa era comunque subordinata al fatto che i lavori fossero già stati iniziati. Quando la Cooperativa Quinto Elemento ha presentato richiesta di proroga, il 23 marzo 2020 (protocollo Agenzia del Demanio n 2732) “per completare il progetto già avviato e in corso di esecuzione” nessun lavoro era stato iniziato (ne avrebbe potuto essere iniziato) poiché la richiesta di concessione al Comune non era stata ancora neppure presentata: il protocollo del Comune di Alghero reca la data del 2/7/2020, ed i lavori sono iniziati nel marzo 2021″.

“Altre incongruenze si ravvisano negli atti autorizzativi del Comune. La Suap di Alghero comunica preavviso di irricevibilità poiché mancano alcuni documenti, assegnando un termine molto breve (5 giorni) per l’integrazione della pratica: tra i documenti richiesti vi è valutazione di incidenza per aree SIC/ZPS, che in teoria doveva essere già allegata. La VincA viene adottata dall’Assessorato della difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna solo il 18/11/2020 (determinazione n 935), e quindi oltre il termine assegnato e dopo che il Comune ha comunque adottato il provvedimento unico del 28/10/2020. Dubbi e perplessità emergono, inoltre, proprio con riferimento al progetto atteso che lo stesso è previsto in zona H (tutela assoluta) e G (Parchi): non c’è il PUC, non c’è il Piano del Parco e il PRG del Comune non è aggiornato con quanto previsto dal PPR. Nulla si può fare, quindi”.

“Ed invece, per approvare la proposta progettuale si è ricorso ad una vera capriola storico-semantica: non vi è cambio di destinazione perché durante la guerra nella caserma dormivano i soldati, ora vi dormiranno i turisti. Ogni commento a questo colpo d’ingegno è lecito. Ma allora il ristorante? Assimilato alle panche per il rancio militare? La piscina (così definita a pag. 16 della relazione tecnica del progetto), vasca ludica o ricreativa ricavata nella vecchia cisterna per acqua potabile? Semplice, per chi conosce la nostra ricca lingua: piscina e cisterna sono entrambe “contenitore d’acqua”.

“Ed infine, altre perplessità emergono con riferimento al previsto, obbligatorio, parere del dell’Ufficio Tutela Paesaggistica regionale (non presente alla conferenza sincrona) che viene considerato acquisito con la formula del silenzio assenso, peraltro non applicabile ad atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico. Per tali motivi, anche forti della grande mobilitazione popolare che sta accompagnando le attività del Comitato spontaneo, tutte finalizzate alla tutela di Punta Giglio quale bene comune della collettività e comunità algherese, si è chiesto ai vari enti di procedere con l’annullamento degli atti in sede di autotutela”.

Prelievo legname del litorale, ordinanza

çuALGHERO – Il legname depositato sulle coste dalle mareggiate potrà essere raccolto dai cittadini. Fino al 31 maggio, dalle 9:00 in poi, per tutta la giornata, il materiale ( tronchi, rami) di chiara origine forestale sarà oggetto di rimozione da chiunque fosse interessato per un utilizzo ai fini personali, senza fini di lucro. Il prelievo è stabilito da un’ordinanza sindacale pubblicata oggi dal Comune di Alghero.

La rimozione di detto materiale risulta necessaria affinché non costituisca ulteriore fonte di rischio in occasione di successivi eventi, pertanto che il legname depositato lungo gli arenili del Comune di Alghero può essere considerato una risorsa per i cittadini di Alghero.

I privati cittadini sono autorizzati alla raccolta del materiale ligneo giacente sulle aree demaniali marittime, ai fini della combustione in impianti termici civili, previa separazione da altri materiali di origine antropica (carta, plastica, materiali ferrosi, ecc.), che dovrà essere gestito in conformità alla vigente normativa sui rifiuti. Potranno essere utilizzati attrezzi per il taglio del legname che necessita di una riduzione degli ingombri e del peso avendo cura di ripulire e portare via tutti gli scarti.

Per chi effettua il prelievo è stabilito l’obbligo di comunicare preventivamente, mediante e-mail o posta elettronica certificata, all’Amministrazione comunale (protocollo@pec.comune.alghero.it), alla Guardia Costiera (ucalghero@mit.gov.it) e alla Forestale (cfva.alghero@regione.sardegna.it) i dati anagrafici del prelevante, il luogo, la data e l’orario di prelievo, almeno 24 ore prima delle operazioni.

Parco: nuovi orari, giochi e pic-nic a Prigionette

ALGHERO – Il Parco di Porto Conte, oltre alla riapertura del M.A.S.E., comunica anche i nuovi orari di apertura, per il mese di maggio, per la fruizione naturalistica dell’oasi di “Le Prigionette”. A seguito del passaggio della Sardegna in “zona gialla”, “Le Prigionette” aprirà le porte ai visitatori tutti i sabati, le domeniche e festivi dalle ore 09.00 alle ore 18.00. Nel corso della settimana, dal martedì al venerdì (escluso il lunedì), l’ingresso sarà possibile su prenotazione dalle 09.00 alle 17.00. I visitatori avranno accesso ai percorsi naturalistici per passeggiate in natura a piedi, in bici, con mezzi elettrici.

I percorsi disponibili hanno diversa lunghezza e difficoltà con la possibilità di avvistamento daini, asinelli e cavallini selvatici, oltre al birdwatching dei grifoni e di altre specie di importante valore conservazionistico. A disposizione dei visitatori anche una nuova area pic-nic e la disponibilità di area giochi per bambini. Le prenotazioni (almeno 24 ore prima), oltre al semplice ingresso, potranno riguardare il noleggio di mini-car elettriche e bici MTB a pedalata assistita. Possibilità di prenotare anche visite guidate per fotosafari in esclusiva per minimo 4 persone. Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 39 331 340 0862  (Cooperativa ExplorAlghero).

Il Parco di Porto Conte su Sardegna Verde (Videolina)

ALGHERO – Il Parco di Porto Conte su Videolina. Domenica 16 maggio alle 13.30 andrà in onda la puntata sull’Ente con sede a Casa Gioiosa. Diversi i temi affrontati Il Parco di Porto Conte su Videolina. Domenica 16 maggio alle 13.30 il programma Sardegna Verde, condotto dal direttore dell’emittente regionale Emanuele Dessì, sarà dedicato all’area di riserva terrestre con sede a Casa Gioiosa. Nello specifico, il conduttore, durante la puntata del format televisivo discusso, ha col direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani di diversi temi tra cui la foresta demaniale Le Prigionette (luogo sempre più frequentato e apprezzato), della sua fruizione sostenibile e in generale delle azioni messe in campo questi anni.

Inoltre si è dato spazio anche alle valenze ornitologiche dell’area e all’importante progetto di ripopolamento del Grifone in compagnia della Prof.ssa Fiammetta Berlinguer, del Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari. Dunque, appuntamento per questa domenica con Sardegna Verde, programma molto seguito e utile anche per la promozione delle bellezze e peculiarità naturalistiche del territorio facente capo ad Alghero.

Posidonia, Nonne il “tuttologo” ci dia le soluzioni

ALGHERO – “L’ex consigliere Nonne, utile tuttologo kamikaze per ogni argomento, dice che la posidonia può esser stoccata fuori dalle Spiagge. Son contento che abbia trovato la soluzione ora aspetto che venga negli uffici e “spieghi” a funzionari e dirigenti la soluzione e anche la differenza tra una sentenza della corte costituzionale e una delibera di giunta regionale. Sarebbe più credibile se per anni non avesse fatto parte di quell amministrazione che per anni ha accumulato (senza colpe sia chiaro perché io l’onestà intellettuale non la perdo neanche per Nonne) posidonia nel piazzale del Punta Negra contribuendo alla creazione di un cumulo storico. Cumulo che l’anno scorso questa amministrazione con fondi e risorse proprie ha per metà smantellato, riposizionando la sabbia, e che continuerà a smantellare compatibilmente con le risorse disponibili in parte già stanziate.  L’ uso degli impianti non è in discussione se non per la mancanza di fondi dettata da evidenti ulteriori priorità obbligate dal momento storico che attraversiamo (qualcuno glielo spieghi). In 5 anni non è riuscito neanche a mettere una pensilina per il tram a Santa Maria la Palma e chiede ad altri che un impianto da milioni di euro venga realizzato in poco tempo.  Meno male che c è lui che ne sa”.

Andrea Montis, assessore all’ambiente Comune di Alghero

Posidonia, deputati sardi sostengano emendamento

ALGHERO – “Il voto alla Camera dell’emendamento al Decreto Sostegni, già votato in Senato, colmerebbe la “voragine normativa” nella gestione della Posidonia creata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato dal quadro ordinamentale alcune norme regionali per contrasto con il Codice dell’Ambiente.” Così l’ex sindaco di Alghero Marco Tedde commenta l’emendamento al Decreto Sostegni approvato in Senato che disciplina la gestione della Posidonia spiaggiata. “Abbiamo la ragionevole certezza che i parlamentari sardi sosterranno alla Camera questo emendamento al fine di tradurlo in norma di legge all’interno della conversione del Decreto Sostegni –commenta Tedde-. Siamo anche convinti che l’On. Deiana saprà chiedere la collaborazione dei suoi colleghi sardi, che noi tutti abbiamo iniziato a sensibilizzare con esiti positivi, al fine di raggiungere l’indispensabile obbiettivo.”

Secondo Tedde l’emendamento opera una intelligente sintesi tra le esigenze degli enti locali e dei gestori, tutelando la biodiversità e valorizzando anche le opportunità dell’economia circolare. Le foglie di posidonia oceanica, che per troppo tempo sono state considerate alla stregua di un rifiuto, spesso formano cumuli compatti sui nostri litorali e li proteggono dall’erosione, ma quando gli accumuli  raggiungono dimensioni straordinarie e difficilmente gestibili ne impediscono la fruizione e determinano una immagine negativa delle nostre coste. La posidonia, invece, può essere una interessante risorsa se riutilizzata in campo agricolo o in sostituzione di materie prime all’interno di cicli produttivi, in un’ottica di economia circolare. Ovviamente sempre privilegiando la sua funzione tipica di baluardo nella difesa degli arenili. “E’ il momento della compattezza di tutte le forze politiche per salvaguardare la fruizione turistica delle nostre coste e salvare il sistema economico  sardo –chiude Tedde-.” 

 

Amp, confermata per altri 6 anni nell’Aspim

ALGHERO – L’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana ha superato brillantemente la verifica da parte della Commissione Internazionale Tecnica ASPIM grazie alla qualità dei risultati ottenuti in questi anni nella gestione dell’area protetta. La verifica della Commissione si protratta per un’intera giornata di lavoro tenutasi tramite videoconferenza tra il direttore Mariano Mariani, la struttura tecnica dell’AMP (Alberto Ruiu, Carmen Spano e Gabriella La Manna) e la stessa Commissione internazionale, presieduta da Leonardo Tunesi, capo del Dipartimento Tutela degli Habitat e della Biodiversità dell’ISPRA, e costituita dalla francese Christine Pergent-Martini, esperta di fama mondiale per le tematiche di conservazione e tutela, dallo spagnolo Pep Amengual, anche lui con una lunga esperienza nella gestione delle aree marine protette e da Giulia Ceccherelli, docente di Ecologia Marina all’Università degli Studi di Sassari.

La Convenzione di Barcellona del 1978, ratificata con legge 21 Gennaio 1979 n. 30, relativa alla protezione del Mar Mediterraneo, nel 1995 amplia il suo ambito di applicazione geografica diventando “Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo”, il cui bacino, per la ricchezza di specie, popolazioni e paesaggi, rappresenta uno dei siti più ricchi di biodiversità al mondo.
Con il Protocollo internazionale SPA/BD diversi Paesi del Mediterraneo che hanno sottoscritto questo accordo prevedono, al fine di promuovere la cooperazione nella gestione e conservazione delle aree naturali e della biodiversità, così come nella protezione delle specie minacciate e dei loro habitat, l’istituzione di Aree Speciali Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) o SPAMIs (dall’acronimo inglese Specially Protected Areas of Mediterranean Importance). L’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana è ASPIM dal 2009. Per ottenere e poi mantenere questo prestigioso e importante status, bisogna costantemente promuovere iniziative di studio che permettano di monitorare annualmente lo stato di salute dei fondali, in particolare verificare il mantenimento di un elevato grado di biodiversità, nonché ottimizzare il funzionamento della struttura tecnica e di sorveglianza.

Regione, mobilità elettrica: bando per le colonnine

CAGLIARI – È stato pubblicato il bando finalizzato a incentivare le piccole e medie imprese per la realizzazione di infrastrutture di ricarica lungo le principali reti viarie della Sardegna. Il finanziamento consiste in un contributo a fondo perduto fino al 75% dei costi ammissibili e a un massimo di 30.000 euro a proposta. “Grazie al bando andiamo a rimuovere uno degli ostacoli alla scelta del consumatore, con evidenti riflessi sulla tutela dell’ambiente.

L’infrastruttura di ricarica carente è infatti ritenuta disincentivante nel passaggio al veicolo elettrico e come tale allontana la propensione all’acquisto”, spiega l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, evidenziando l’importanza del bando da 2.400.000 euro, finanziato con risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020. “Prosegue l’importante azione della Regione volta a integrare la mobilità elettrica nel tessuto urbano ed extraurbano in un’ottica di sviluppo ecosostenibile – ha continuato l’Assessore –  Non possiamo immaginare un modello di sviluppo sostenibile per la Sardegna senza utilizzare tutte le leve necessarie a contrastare gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici. Un ruolo fondamentale, in questo senso, lo avranno i trasporti, ma affinché la mobilità elettrica sia un valido alleato dell’ambiente servono infrastrutture di ricarica che consentano un utilizzo ottimale e sistematico dei veicoli elettrici”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas.

Al fine di garantire una distribuzione territoriale funzionale all’interconnessione regionale, sarà finanziata almeno una proposta ammissibile ricadente in ciascun comune confinante con una delle reti viarie considerate strategiche: SS 131, SS 131dcn, SS 729 (Nuova Sassari-Olbia), SS 130, SS 125, SS 554 e SS 195. Nello specifico, le infrastrutture di ricarica elettrica dovranno essere integrate con un sistema di generazione da fotovoltaico già in esercizio al momento della presentazione della domanda e con un sistema d’accumulo (Micro grid). Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 9.00 del 25 maggio 2021 e fino alle ore 14.00 del 28 settembre 2021 esclusivamente attraverso il sistema SIPES RAS (la procedura è valutativa a sportello). Eventuali chiarimenti potranno essere richiesti tramite email all’indirizzo: energiaimprese@regione.sardegna.it

Cura ambiente, avviso per associazioni volontari

ALGHERO – Le Associazioni culturali e di promozione sociale coinvolte in progetti di salvaguardia delle aree di pregio ambientale del territorio di Alghero. L’Amministrazione intende avvalersi della collaborazione fattiva con il privato sociale per valorizzare il prezioso contributo di liberi cittadini, volontari, che si adoperano per contribuire al decoro e alla pulizia del territorio anche in concorso con la stessa Amministrazione. La Giunta, con delibera proposta dall’Assessorato all’Ambiente, pubblicherà in questi giorni  un avviso esplorativo mirato all’individuazione di progetti di salvaguardia delle aree di pregio per un sostegno attivo alla comunità locale.  Dal Parco di Porto Conte, che comprende una vasta area dal Calich al Monte Timidone – Capo Caccia, alle spiagge e alle numerosissime cale di incomparabile pregio, gli interventi di bonifica e rimozione di rifiuti non mancano, così come il controllo, compatibilmente con le disponibilità dell’Ente.

“I progetti delle Associazioni potranno intervenire con forme di collaborazione strutturata per rendere più efficace l’attività di protezione ambientale – afferma l’Assessore all’Ambiente Andrea Montis. L’Avviso pubblico potrà rendere un quadro preciso di quanti e come vogliono operare sul nostro territorio e magari cercare di coordinare i vari soggetti interessati, con diverse modalità operative e organizzative per la tutela del nostro ambiente”.  “L’apertura a forme di collaborazione con i privati, sostenuta dagli strumenti normativi che favoriscono l’innovazione e la realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi prestati – precisa Montis – può contribuire sicuramente ad un miglioramento della fruibilità turistica e ad un maggior controllo del patrimonio”.

In Sardegna il bosco urbano didattico

CAGLIARI – L’emergenza Covid-19 ha posto anche il mondo della scuola davanti a prove inaspettate e scelte difficili. Ancora maggiori e doverosi di importanti riflessioni saranno gli interventi da attuare alla riapertura dell’anno scolastico di settembre per poter garantire sicurezza e benessere non solo degli alunni, ma dell’intera nazione. Comportamenti corretti, norme igieniche, mantenimento delle distanze saranno il cardine nella gestione del contenimento di questa epidemia. Ed è proprio in questo frangente che prende sempre più forza il progetto di “scuole all’aperto”, già sperimentato a livello internazionale, ma anche in alcune scuole italiane. Progettualità già avviata anche ad Alghero come emerso nelle scorse settimane grazie alla proposta dell’assessorato all’ambiente guidato da Andrea Montis insieme alla Provincia, Parco e Istituto Scientifico.

“Outdoor education” significa letteralmente “educazione all’aperto” e intende tutte le attività educative, anche non strettamente curriculari, che vengono svolte all’aperto dalle scuole. Boschi, giardini, parchi pubblici e cortili: luoghi del divertimento, sì, ma anche dell’apprendimento che sempre più spesso diventano aule a cielo aperto per i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni livello e grado. Un metodo didattico che negli ultimi anni ha raccolto moltissime adesioni da nord a sud del paese e che mette d’accordo proprio tutti. Dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e genitori sono sempre più convinti dei benefici psico-fisici derivanti dalle lezioni all’aperto e dalla validità di un approccio educativo incentrato sull’interazione con la natura. La pandemia ha causato una restrizione della vita sociale, facendo emergere una forte necessità di natura e spazi comuni. Mai come ora il desiderio di città si è trasformato in desiderio di spazi condivisi, di piazze, parchi e giardini, boulevard e passeggiate. Tali spazi urbani non sono immaginati esclusivamente a scopo ricreativo, ma devono essere deputati allo svolgimento di attività didattiche e sociali. Il clima mite delle città del Mediterraneo consente di fare proprio il concetto, mutuato dai Paesi del nord Europa, di “vita all’aria aperta” a prescindere dalle condizioni meteorologiche.

L’“Outdoor learning” (così lo chiamano anche in Italia) si basa su principi che rivoluzionano il tradizionale modo di concepire la didattica e il rapporto tra giovani e ambiente naturale, senza perdere di vista le discipline e le esperienze educative indispensabili alla formazione. Le pareti scompaiono, via banchi e sedie. Per andare a scuola si esce dalla classe, anche quando piove. E’ possibile pertanto salvaguardare la didattica in presenza attraverso l’uso nelle zone con clima più mite di spazi all’aperto e in quelle con temperature più rigide di tensostrutture normalmente adoperate per le attività sportive in modo da ampliare gli spazi e ridurre i rischi.

«Alla luce di queste considerazioni – spiegano dalla sede di Coldiretti – il progetto “Bosco urbano didattico” consente la riqualificazione di aree esterne di pertinenza di istituti scolastici, attraverso la realizzazione di un “Bosco attrezzato” per lo svolgimento di attività didattiche. L’idea è quella di convertire questi spazi, spesso inutilizzati e con alti costi manutentivi per le Amministrazioni pubbliche, in “aule verdi”, attraverso la realizzazione di un vero e proprio bosco dotato di infrastrutture e attrezzature per poter svolgere l’attività didattica. In quest’ottica, si inserisce il nostro progetto che mette insieme la professionalità dei produttori florovivaistici e realizzatori del verde attrezzato con la conoscenza e l’alta formazione dei progetti portati avanti da Coldiretti Sardegna in questi anni con il progetto “educazione alla Campagna amica” che ci ha visto incontrare circa 10mila bambini e ragazzi all’anno con progetti di educazione alimentare, ambientale e sociale in tutta la Sardegna in cui si alternavano attività a scuola e visite nei mercati di Campagna amica. La nostra proposta è quella di collaborare con le Amministrazioni comunali, provinciali e con i dirigenti scolastici per la realizzazione di tali aree, mettendo a disposizione, in un accordo con gli enti preposti i servizi di formazione, extrascolastica, e di manutenzione delle aree boschive da realizzarsi presso gli istituti scolastici».

Come si costruisce il progetto? L’Ente pubblico investe nella realizzazione degli spazi verdi attrezzati, individuando degli istituti pilota che servono a portare avanti il progetto. La Coldiretti regionale, in coordinamento con i dirigenti scolastici, adatterà i propri programmi formativi, extrascolastici, ai programmi didattici nazionali. La Coldiretti garantirà, tramite le proprie aziende florovivaistiche associate la manutenzione e la gestione delle aree per cinque anni dalla realizzazione delle stesse, a costo zero per l’Amministrazione pubblica. Inoltre, uno staff di progettazione di tecnici associati alla Coldiretti provvederà a realizzare i progetti di massima da presentare agli enti che aderiranno al progetto.