Amp Alghero e Parco Asinara, nuova vita alla tartaruga Nicoletta | video e foto

ALGHERO – Salvataggio, cure e liberazione. Questa volta la protagonista è Nicoletta. Tartaruga Caretta Caretta che, dopo essere stata recuperata, nelle acque al largo di Alghero, è stata liberata nel golfo di Tramariglio. Azione coordinata dalla Rete regionale per la conservazione della fauna marina in collaborazione con l’AMP Capo Caccia Isola Piana e il Parco dell’Asinara

E’ sempre la plastica uno dei peggiori killer della natura. Coste e fondali sempre più invasi vengono danneggiati permanentemente da tale presenza che, come purtroppo accade, diventa pure un fattore mortale per la fauna marina. Fortunatamente, l’intervento repentino e congiunto degli attori in campo, questa volta, come diverse altre, ha scongiurato il peggio.

Il 20 marzo scorso nelle acque di Capo Caccia, il diportista Dario Bernardi ha recuperato un giovane esemplare di Caretta caretta dopo averla avvistata in stato di galleggiamento con evidenti difficoltà ad immergersi a causa di uno stato di costipazione intestinale dovuto all’ingestione di materiale plastico. In seguito alla segnalazione del ritrovamento alla Capitaneria di Porto di Alghero, il referente dell’AMP Capo Caccia – Isola Piana (nodo della Rete Regionale della protezione della Fauna Marina in difficoltà) Alberto Ruiu insieme alle responsabili del centro Crama del Parco dell’Asinara Laura Pireddu, Valeria Sanna e Michela Zappata, hanno permesso il recupero e l’ospedalizzazione degli esemplari nel centro di La Reale.

Un percorso di salvataggio guidato dalla Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dalla Responsabile Ing. Elisa Mocci, che sovrintende tutte le attività di salvataggio e rilascio a livello regionale. Rete Regionale che ha operato, come sempre in questi casi, con gli organi di vigilanza come la Guardia Costiera e il Corpo Forestale a difesa delle tartarughe marine e dei cetacei con, in prima linea le aree protette, in questo caso quella di Capo Caccia – Isola Piana e il Parco Nazionale dell’Asinara.

Dopo il salvataggio e il periodo di cura, la tartaruga, a cui gli è stato affibbiato il nome di Nicoletta, in buon stato di nutrizione, di 7.5 chili di peso,e dopo circa un mese di cure presso il CRTM dell’Osservatorio del mare, nella località di Cala Reale sull’isola dell’Asinara, è stata rimessa nella condizione per ritornare in mare.

Ad accompagnare il viaggio verso la libertà della tartaruga, oltre agli staff degli enti preposti, sono state le mani di Margherita e Nicola, due giovani alunni delle classi terze della scuola media Monte Rosello Alto di Sassari e della quinta di Quartu Sant’Elena; un’occasione importante di educazione e sensibilizzazione ambientale sulle tematiche di conservazione della fauna marina.

Alla rinascita di Nicoletta, hanno partecipato anche i presidenti e i direttori delle due aree protette Raimondo Tilloca e Mariano Mariani per l’AMP Capo Caccia – Isola Piana e Giovanni Cubeddu e Vittorio Gazale per il Parco dell’Asinara e il luogotenente della Guardia Costiera Agatino Carciola.

L’occasione è stata utile anche per mettere a punto le prossime collaborazioni legate alla gestione coordinata della grande area ZSC marina che unisce le due aree protette, l’avvio del nuovo progetto comunitario Talassa e i percorsi comuni di certificazione con il marchio della rete dei parchi.

LE IMMGINI VIDEO DELLA LIBERAZIONE DI NICOLETTA:

https://www.youtube.com/watch?v=TNzyNu_AWiI

https://www.youtube.com/watch?v=j_axaKCYU5Q

Incontro al Lo Quarter “L’uomo, l’ambiente, la legalità”: modera l’Alivesi

ALGHERO – “Da qualche decennio che, pian piano e inesorabilmente, Alghero viene spersonalizzata; la funzione e l’estetica dei luoghi all’interno del territorio sta subendo una deriva preoccupante. Alghero sta perdendo la sua identità.

Nel 1961 la commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali, attraverso il Soprintendente esponeva l’inadeguatezza dei vincoli esistenti in relazione alla crescente importanza turistica che portava ad un inaspettato fervore di iniziative, di nuove lottizzazioni e nuove costruzioni. La Commissione dichiarava la inderogabile necessità che dovessero essere vincolate non solo le zone costiere del comune di Alghero, ma anche, e in notevole parte, quelle interne.

I motivi dei vincoli – tutta la costa del comune algherese è di particolare bellezza e costituisce, sia vista dal mare che da innumerevoli punti da terra, una serie di quadri naturali da conservare intatti e da modificare con la più cauta oculatezza, pur tenendo presenti le necessità dello sviluppo economico di tale zona che riveste un alto interesse turistico. Da Poglina a Calabona e punta del Lavatoio, giungendo al limite dell’abitato di Alghero è tutto un susseguirsi di stupendi quadri naturali terrestri e marini, di bellezza sempre mutevole a seconda dei punti di vista, non solo per chi guardi il mare, ma anche per chi si porti sui numerosi punti di belvedere accessibili al pubblico…..Omissis-

Il Decreto ministeriale del 4 luglio 1966 dichiarerà la zona panoramica del comune di Alghero di notevole interesse pubblico.

In baffo al D.M. 1966 e al più recente codice Urbani, stanno legalmente storpiando non solo la nostra meravigliosa costa, Calabona docet, ma anche le zone un po’ più interne.

Ma è l’unica possibilità, per noi cittadini, arrenderci di fronte a imprenditori e multinazionali che tutto possono anche costruire colline artificiali eliminando i dolci o ruvidi lineamenti del paesaggio o prati erbosi là dove resistono solo piante temprate alla siccità e alla salsedine? Ricordiamoci, il Sapere ci rende liberi e consapevoli. La serata del 3 maggio a Lo Quarter sarà un momento importante di conoscenza e riflessione sugli accadimenti che stanno martoriando Alghero.In allegato la locandina dell’evento”.

La promotrice e moderatrice dell’evento, Maria Antonietta Alivesi

EcoMuseo di Porto Conte, grande affluenza: gli orari di maggio

ALGHERO – Nuovi orari per la fruizione dell’EcoMuseo. Da questo lungo weekend fino a tutto il mese di maggio, ecco le modifiche riguardanti gli ingressi per recarsi nel Parco di Porto Conte e godere di intense giornate tra natura e storia.

Nonostante un inizio della primavera con un clima instabile, l’EcoMuseo del Parco di Porto Conte ha già registrato un volume importante di presenze nei suoi vari attrattori. In particolare, come ormai da tradizione, nel weekend pasquale e nei successivi fine settimana con anche la prevedibile attesa di un ulteriore rilevante numero di visitatori anche nei prossimi giorni.

Dal lungo ponte tra Festa della Liberazione e Primo a tutto il mese di Maggio sono pienamente operativi e visitabili, ma con nuovi orari di fruizione: l’oasi faunistica Le Prigionette; le aree museali di Casa Gioiosa con anche l’esposizione tematica, che sta ottenendo grandi riscontri, “AlgueRex, la Sardegna ai tempi dei dinosauri; Villa Romana di Sant’Imbenia; MASE – Museo Antoine De Saint-Exupéry e MAPS Museo Ambientale di Punta Giglio con anche la preziosa nuova aggiunta del museo EGEA, dedicato al ricordo e alla memoria dell’esodo Giuliano-Dalmata, alla storia del borgo di Fertilia, ed alla sua comunità.

Ecco i nuovi orari. L’oasi faunistica Le Prigionette: dal 25 al 28 Aprile è aperta dalle 9 alle 18, mentre mercoledì 1 Maggio è aperta dalle ore 9 alle 18. Dal 2 al 19 Maggio, dal giovedì alla domenica, dalle ore 9 alle 18, mentre dal 20 al 31 Maggio, dal lunedì alla domenica, dalle ore 9 alle 18

Per quanto riguarda le aree museali di Casa Gioiosa (a Tramariglio) dal 25 al 28 Aprile gli spazi sono aperti dalle 10 alle 18; mercoledì 1 Maggio dalle ore 10 alle 18 e dal 2 al 19 Maggio; dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18; dal 20 al 31 Maggio, aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18.

Villa Romana di Sant’Imbenia è visitabile dal 25 al 28 Aprile, dalle 9.30 alle 16, mentre dal 1 al 31 Maggio, dal giovedì alla domenica, dalle ore 9:30 alle 16:00

Il MASE, Museo dedicato alla vita di Antoine De Saint-Exupéry, è aperto dal 25 al 28 Aprile, dalle 10 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.30 mentre dal 1 al 31 maggio sarà aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30

Il MAPS Museo Ambientale di Punta Giglio – Sardegna è aperto tutti giorni: per visitare i sentieri naturalistici e per usufruire dei servizi del punto ristoro “Rifugio di mare” è sempre necessario essere muniti del ticket dell’Ecomuseo (esclusi i residenti Alghero che usufruiscono dell’ingresso libero) o dell’Alghero ticket. La biglietteria all’ingresso del sito sarà aperta tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 17.30, mentre quando la biglietteria è chiusa è possibile acquistare il biglietto presso la cassa del punto ristoro Rifugio di Mare – MAPS – Punta Giglio, Alghero.

Museo Egea, è aperto dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00

“La Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica”

SAN TEODORO – “Erano presenti in tanti, lunedì nella sala consiliare del Comune di San Teodoro, per discutere sulla speculazione energetica di cui è protagonista, suo malgrado, la Sardegna.
Una giornata particolare, quella di lunedì, in cui le turbine eoliche sono diventate una realtà vicina, troppo vicina: le immagini della nave cargo approdata nel porto di Oristano con a bordo un grosso carico di enormi pale eoliche hanno ottenuto un effetto dirompente e la preoccupazione era palpabile in tutti i presenti.
L’assemblea è stata introdotta dal Coordinamento Gallura. “Da un potenziale modello economico territoriale basato su un’agricoltura e zootecnia di qualità, sul turismo e sulla cultura, ad altissimo rendimento sia economico che occupazionale, saremo destinati a transitare verso un modello industriale imposto e specializzato nella produzione di energia elettrica a bassissimo tasso occupazionale e ad altissimo rendimento, per chi? Per le multinazionali”, così Maria Grazia Demontis, attivista, ha sintetizzato i rischi a cui la Sardegna andrebbe incontro.

A fare il punto sulle contraddizioni di una transizione ecologica “green” ma non per tutti, è stato invece Antonio Muscas, ingegnere meccanico e referente del Coordinamento Comitati Sardi contro la speculazione.
“Sono ben 809 le richieste di autorizzazione per progetti legati alle energie rinnovabili: un’intera regione non può essere sacrificata per il bene del pianeta. Quello che si prospetta è un carico gravoso, considerando anche che la Sardegna è la regione dove maggiore è il consumo di suolo in Italia, a causa della presenza di impianti fotovoltaici. Basti pensare che già oggi ci sono comuni che non possiedono più nessun metro quadro di suolo disponibile.”

Ciò che lascia perplessi e a cui non si riesce a dare una spiegazione, e di conseguenza a lasciar fare “a chi ne capisce” è la modalità con cui tale transizione si sta portando avanti.
“La Corte dei Conti europea ha dichiarato che non sono stati effettuati degli studi appropriati riguardo la sostenibilità degli impianti offshore”; le parole di Antonio Muscas destano preoccupazione, e non potrebbe essere altrimenti. Quali saranno gli impatti ambientali e le implicazioni socioeconomiche del settore delle energie rinnovabili offshore? La sensazione di essere le cavie di qualcosa di molto grande è inevitabile.
“È il cortocircuito della razionalità – dice Gianni Monteduro, attivista –: per contrastare il cambiamento climatico si persegue una transizione energetica speculativa, che incide negativamente sul suolo, che è l’elemento essenziale di contrasto al cambiamento climatico”.

A seguire, la sindaca di San Teodoro Rita Deretta ha aperto il Consiglio dell’Unione dei Comuni Riviera di Gallura. “Come Comune non siamo nuovi alla tematica: già nel 2022 abbiamo fatto ricorso a Tibula (Il progetto del parco eolico marino Tibula Energia che prevede il posizionamento delle turbine eoliche nello specchio di mare compreso tra Olbia e Siniscola, n.d.r.) presentando osservazioni contro il progetto eolico offshore”. “Il ruolo degli amministratori locali non è semplice – ha detto la prima cittadina – perché dobbiamo scontrarci con poteri molto forti”.

A intervenire sono stati anche il sindaco di Loiri Porto San Paolo Francesco Lai, il quale ha messo in luce il limitato spazio di manovra della politica locale: “Le amministrazioni comunali non possono dare dinieghi a certi progetti, in quanto il Consiglio dei Ministri ha stabilito che, per quanto riguarda la transizione energetica, ci sia una corsia preferenziale”. Questo non gli ha impedito, però, di fare ciò che era in suo potere: “Anche noi abbiamo presentato le nostre osservazioni contro il progetto Tibula e stiamo lavorando sul nostro territorio per trovare ogni formula per arginare non sono l’offshore ma anche l’eventuale avanzata dell’agri-fotovoltaico”.
Il sindaco di Budoni, Antonio Addis, ha comunque sottolineato l’importanza di prendere una posizione forte: “Mi auguro che oggi sia stato messo un tassello importante e che da questo si possa andare avanti”. Il sindaco di Golfo Aranci Mario Mulas ha rimarcato un fermo dissenso: “Siamo specializzati nella difesa dalle speculazioni sul territorio, questo perché manca una pianificazione. Dobbiamo chiederci qual è il prezzo da pagare, perché eventuali vantaggi verranno ripagati con le ferite sul nostro territorio”
Il dissenso espresso all’assalto eolico e fotovoltaico è risultato perciò unanime. L’Unione dei Comuni Riviera di Gallura ha deliberato pubblicamente contro ogni forma di speculazione e dichiarato di opporsi, con tutti gli strumenti in possesso, a ogni progetto in tal senso, privilegiando la costituzione delle CER, le comunità energetiche rinnovabili.

A deliberare in tal senso, poco più di un mese fa, era stata anche l’Unione dei Comuni Gallura. La delibera è stata trasmessa al Consiglio Regionale, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Ambiente a Roma. Con la delibera dell’Unione dei Comuni Riviera di Gallura sono in totale tre, su quattro, gli enti sovracomunali galluresi che hanno deliberato contro la speculazione energetica, per un totale di 20 Comuni. Attendiamo ora che la Comunità Montana del Monte Acuto faccia la propria parte nella lotta contro la speculazione energetica e la devastazione della Sardegna.

Il Coordinamento Gallura esprime sincera soddisfazione e ringrazia le Amministrazioni locali per il crescente impegno, determinante affinché la transizione energetica in Sardegna viri da rischio incombente di speculazione e devastazione ad occasione di coesione ed autodeterminazione”.

Coordinamento Gallura Contro la Speculazione Eolica e Fotovoltaica

“Grotta Verde, avanti coi lavori”, plauso di Forza Italia. “Ora progetto comune”

ALGHERO – Il Gruppo consiliare di Forza Italia esprime soddisfazione per l’avanzamento dei lavori, come comunicato dal telegiornale di Videolina, per il completamento delle opere per valorizzare e rendere fruibile la Grotta Verde. Dopo gli scavi, coordinati dalla Soprintendenza, che hanno riguardato la grotta, le prossime operazioni consisteranno nell’installazione delle pedane modulari in acciaio inox che consentiranno al pubblico di ammirare la grotta e dell’impianto di illuminazione led che sarà a bassa emissione termica.

“Il sito, di straordinario interesse storico e archeologico, andrà così ad impreziosire il patrimonio culturale, naturalistico e ambientale della Riviera del Corallo e si appresta a diventare futura meta per appassionati, studiosi, ricercatori e speleologi. La parte relativa alla biglietteria e al centro di accoglienza turistica è stata stralciata, invece, dal progetto originario, e il Comune l’ha acquisito e dato in concessione alla Fondazione Alghero per tutta la durata del contratto di servizio, quindi sino al 2027. Ma sarebbe utile che la prossima amministrazione lavorasse per un progetto comune con la stessa Fondazione e con il Parco di Porto Conte per acquisire il vecchio bar, che è stato dismesso e che la Provincia pare intenzionata a mettere all’asta, per renderlo punto di informazione e centro di accoglienza turistica e non solo punto ristoro.

Va ricordato, inoltre, che l’importante opera di recupero e valorizzazione della Grotta Verde era stata avviata dall’Amministrazione Tedde nel 2008, con un progetto basato su investimento di 1.200.000 euro provenienti da un apposito finanziamento regionale. E oggi si avvia ad essere conclusa, dopo qualche difficoltà nel precedente appalto e un periodo di abbandono. All’epoca erano stati realizzati dall’Amministrazione Tedde gli scavi archeologici, la messa in sicurezza dell’intera grotta, il Centro di prima accoglienza oggi utilizzato dalla Fondazione Alghero, la pista pedonale illuminata adiacente alla strada provinciale e il consolidamento della falesia soprastante il percorso di accesso, l’impianto di illuminazione del piazzale, la scala di accesso alla grotta. Ora finalmente il Parco di Porto Conte si avvia a dare gambe ad un sito di grande valore del patrimonio ambientale di Alghero, in grado di attrarre flussi turistici sfruttando la straordinaria ricchezza archeologica presente al suo interno e l’altissimo interesse che rappresenta per il mondo della speleologia e per il mondo scientifico internazionale.

L’AVVIO DEU LAVORI ALLA GROTTA VERDE A CURA DEL PARCO DI PORTO CONTE

LIFE Safe for Vultures, sbarcati a Porto Torres altri 21 giovani grifoni

CAGLIARI – Altri 21 grifoni sono sbarcati nei giorni scorsi a Porto Torres dalla Spagna per diventare protagonisti di LIFE Safe for Vultures, il progetto che mira ad assicurare la presenza e il benessere a lungo termine della popolazione di grifone in Sardegna. Gli individui – uno dei quali è nato in cattività nello zoo di Mallorca mentre gli altri venti sono stati trovati in difficoltà in natura e poi totalmente riabilitati in centri di recupero per la fauna selvatica – parteciperanno al piano di ripopolamento per favorire il ritorno dei grifoni nel Sud Sardegna, in un’areale in cui storicamente hanno avuto casa e svolgevano importanti funzioni eco-sistemiche per gli allevamenti estensivi, estinguendosi nel secondo dopoguerra per una serie di concause.

Partiti per l’isola dal porto di Barcellona, i grifoni sono stati presi in consegna dall’Agenzia regionale Forestas, partner del progetto di cui è capofila il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari e al quale partecipano anche il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, E-Distribuzione e la Vulture Conservation Foundation.
Il personale del Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai, a Sassari, ha provveduto all’accoglienza e alla sistemazione degli animali presso le voliere di “quarantena”, mettendo fine a un viaggio lungo più di 48 ore. L’equipe veterinaria di Forestas , coordinata da Marco Muzzeddu e Lucio Mandas, verificherà lo stato di salute dei grifoni in seguito al trasporto, assicurando un appropriato tempo di osservazione e recupero prima di organizzare il loro trasferimento alla voliera di ambientamento realizzata a Villasalto, nel Gerrei, dove si trovano altri 16 esemplari che saranno liberati a breve e costituiranno il nucleo embrionale della colonia nel Sud Sardegna. Tra qualche mese potranno unirsi a loro anche quelli arrivati ieri, partecipando così alla realizzazione di un’azione che i partner del progetto considerano fondamentale per il ripopolamento del grifone in tutta l’isola, replicando gli ottimi risultati centrati nel quadrante nordoccidentale, tra Bosa e Alghero, grazie a LIFE Under Griffon Wings.

I 21 grifoni sono 7 maschi e 14 femmine. Sono tutti giovani nati nel 2023. Il ricovero fa generalmente seguito a incidenti di varia natura dettati da inesperienza e disorientamento. Gli animali sono stati curati e riabilitati nel centro Amus di Villafranca de los Barros, in provincia di Badajoz, nella comunità autonoma dell’Estremadura. Dei contatti con questo importante centro, così come di quelli con cui esistono stabili rapporti di collaborazione e scambi in Germania, Olanda, Turchia e in altri Paesi, si è occupata la Vulture Conservation Foundation, organizzazione non governativa impegnata nella conservazione delle specie di avvoltoi europei, esperta di riproduzione in cattività, reintroduzione e protezione di avvoltoi nel loro habitat naturale. A questo gruppo si unirà un grifone nato in cattività in Francia, che si trova a Bonassai già da alcune settimane.

La voliera di Villasalto «è stata realizzata facendo tesoro dell’esperienza maturata negli anni e migliorata, per consentire un continuo monitoraggio degli animali e contenere lo stress dovuto alla cattività», spiega Dionigi Secci, referente di Forestas per il progetto. «La scelta dell’area ha comportato un attento lavoro di studio e valutazione dell’area più idonea – prosegue – che non ha trascurato la ricerca storica sulla distribuzione della specie nel Sarrabus-Gerrei e la raccolta di testimonianze dirette che attestano le principali cause della scomparsa». Da quelle basi muove il più ambizioso progetto LIFE Safe for Vultures, che intende riportare il grifone in territori dai quali è sparito da decenni, coinvolgendo in questo processo anche le comunità locali. Villasalto è così diventato l’epicentro di una delle operazioni cruciali del progetto, nell’ambito del quale i partner hanno portato avanti tutte le azioni preliminari, necessarie a limitare i rischi che avevano causato la sparizione del grifone. Nella comunità scientifica ma anche nella popolazione del territorio cresce l’attesa per l’apertura della voliera, programmata per il mese prossimo. Per la professoressa Fiammetta Berlinguer del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, coordinatrice scientifica del progetto, «LIFE Safe for Vultures entra ora nel vivo, stiamo per compiere un importantissimo passo verso il ritorno del grifone in tutta l’isola».

Le bellezze di Alghero su Rai 5

ALGHERO – Sardegna nord occidentale, Capo Caccia. Su un promontorio di roccia calcarea,
chiamato per la sua conformazione il ‘Gigante che dorme’, si erge solitario un faro
bianco. Originariamente costruito nell’800, è stato poi riedificato tra il 1950 e il
1960. Con i suoi 186mt oltre il livello del mare, è il faro più alto d’Italia, nonché uno
dei più visibili del Mediterraneo. Avvolto dalla gabbia di Farday che lo protegge dai
fulmini, domina incontrastato il Golfo di Alghero. Abitato per oltre vent’anni da Luigi
Critelli, un genovese incaricato di custodirlo e tenerlo in funzione, offre un ottimo
punto di partenza per un viaggio verso quella che tutti conoscono come la
‘Barcellona’ della Sardegna.
Dal 1354 e per quattro secoli, infatti, Alghero è stata una colonia catalana, strappata
al dominio dei genovesi. La sua eredità storica la rende un unicum in Sardegna e
contribuisce a farne ‘un’isola nell’isola’. Il centro storico, le fortificazioni, le stradine
acciottolate, ma soprattutto il particolarissimo idioma (l’’algherese’: una
commistione tra la variante più antica del catalano e il sardo) ricordano le atmosfere
delle cittadine nordorientali della Spagna. A sugellare ulteriormente questo
‘gemellaggio’ con la Catalogna, una data in particolare: 25 agosto 1960. In quella
giornata di fine estate, la nave da crociera Virginia de Churruca approda ad Alghero
con 159 catalani, ansiosi di conoscere i loro ‘fratelli’ di lingua. Un evento
straordinario, il famoso Viatge del Retrobament, che vede la partecipazione di quasi
quindicimila persone, provenienti da tutta la Sardegna, che si riversano sul molo e le
banchine del porto per assistere al grande arrivo. Un ricordo indelebile nella
memoria storica della città, come testimonia Pasqualino Mellai, sarto di professione
e algherese doc, che racconta l’emozione di quel momento come espressione
massima dell’identità catalana di Alghero. Una peculiarità assoluta, di cui sente già
parlare a fine ‘800, quando lo scrittore e reporter francese Gaston Vuillier, di ritorno
da un viaggio in Sardegna, rimane colpito dalle particolarità dell’isola in generale,
ma soprattutto da Alghero: ‘Ho l’impressione di essere in Catalogna: tutto concorre
a rendere più completa questa sensazione, i volti, le case, il suono delle voci, la
lingua stessa’.
Ma il legame con la Francia non si esaurisce qui. Nella Baia di Porto Conte, a pochi
chilometri da Alghero, nel 1944 vive Antoine de Saint-Exupery, autore del famoso Il
Piccolo Principe, cui vengono affidati dei voli di ricognizione sulle coste della Francia
per fotografare gli avamposti tedeschi. Vive ad Alghero gli ultimi mesi della sua vita,
dove, cullato dal mare, scrive gran parte de La Cittadella e Lettera a un americano.
La vecchia torre aragonese della Baia di Porto Conte ospita oggi il M.A.S.E, un museo
che ripercorre le tappe fondamentali della vita e delle opere dell’aviatore/scrittore
più noto di sempre. Ma Il Piccolo Principe abita anche a Tramariglio, a poca distanza
dal M.A.S.E. Qui, infatti, dove per vent’anni è esistita una colonia penale (1941 –
1961) trasformata poi in villaggio agricolo, il poliedrico Elio Pulli, famoso artista
sassarese, ha deciso di mettere su bottega, realizzando tra l’altro sculture e quadri
dedicate alla famosa fiaba di Saint-Exupery.
Se la Sardegna è famosa per l’arte in generale, ad Alghero sembrano concentrarsi le
realtà culturali più insolite. Il teatro, ad esempio, riveste un ruolo cruciale. In primis,
l’esperienza de Lo Teatrì di Ignazio Chessa: con i suoi 38mq è il teatro più piccolo del
mondo e ha una programmazione serrata che gli algheresi accolgono con grande
entusiasmo. E poi il Mamatita Festival, un festival di circo di strada, soprattutto al
femminile, che si pone l’obiettivo di riappropriarsi degli spazi pubblici della città, per
dargli nuova vita e metterli al servizio della comunità.
Per non parlare della musica, che trova espressione in un cantautorato in lingua
algherese che, oltre a raccontare l’anima di questa città, si fa testimone della
contaminazione identitaria di Alghero, fatta di storie di pescatori, di vento, di mare e
naturalmente di catalanità.
A proposito di ‘mescolanze’ e accoglienza, Alghero si contraddistingue per un’altra
storia interessante. A pochi chilometri dalla città, nella borgata di Fertilia, nata
durante il regime fascista con l’idea di ricevere la popolazione in eccesso del
ferrarese, nel 1947 arrivano a bordo di 13 pescherecci gli esuli di Istria, Fiume e
Dalmazia. Ancora oggi, grazie anche alla presenza del Museo Egea, per le strade di
Fertilia si respira l’aria di quell’esodo, che rappresenta un esempio straordinario
d’integrazione tra culture diverse: sarda, giuliano-dalmata, algherese e ferrarese.
Oggi molta cittadinanza (insegnanti, traduttori, etc) si sta impegnando per tentare di non perdere il patrimonio culturale di Alghero, in particolar modo il suo idioma, sempre meno parlato e scritto dalle nuove generazioni. Un bene prezioso, fatto di tradizioni e racconti orali, da preservare e tutelare.

Parco di Porto Conte: via libera a progetti, opere e attività

ALGHERO – Con il voto favorevole di 13 Consiglieri (Ansini, Argiolas, Bamonti, Camerada, Conoci, Loi, Mulas, Pirisi Maurizio, Pulina, Salvatore, Spano, Trova) e quello contrario di 4 Consiglieri (Cacciotto, Di Nolfo, Pirisi Beniamino, Sartore), l’Assemblea della Azienda Speciale Parco di Porto Conte, alla presenza del Presidente facente funzioni Adriano Grossi, della componente del direttivo Pasqualina Bardino, del direttore Mariano Mariani e del Presidente del Collegio dei revisori Alberto Calvi, ha approvato il bilancio previsionale 2024-2026. Si tratta di un bilancio che prevede entrate e spese per l’esercizio 2024 pari a circa 5,7 milioni di euro (compreso l’avanzo di amministrazione) di cui: circa 1 milione di euro di contributi alla gestione da parte delle Regione Sardegna per il Parco e del Ministero dell’Ambiente (MASE) per l’Area Marina Protetta; circa 4,2 milioni di euro di progetti e investimenti in corso di realizzazione; circa 500 milioni di entrate da auto-finanziamento. Come evidenziato dal Presidente facente funzioni, Adriano Grossi, in apertura della discussione, l’Ente Parco ha l’obbligo del pareggio di bilancio. Nonostante i finanziamenti che l’Azienda speciale riesce ad ottenere grazie alla partecipazione a progetti europei, nazionali e regionali, i soli contributi ordinari alla gestione (quelli erogati dalla Regione per le attività del Parco e dell’Ecomuseo e quelli erogati dal Ministero dell’Ambiente per la gestione della AMP), non sarebbero più sufficienti ad assicurare l’equilibrio delle entrate e delle spese di gestione, senza le entrate da auto-finanziamento di cui l’Ente Parco ha, pertanto, assoluta necessità. Per questo motivo da diversi anni l’Ente Parco ha richiesto alla Regione Sardegna un incremento del contributo ordinario alle spese di gestione anche in ragione dei più ampi compiti gestionali affidati e riguardanti: a) la gestione della AMP Capo Caccia – Isola Piana (l’Azienda speciale è uno dei pochi Parchi regionali al livello nazionale che gestisce contestualmente un Parco ed una AMP); b) la gestione della ZSC ITB010042 e della ZPS ITB010044; c) la gestione dell’unico Ecomuseo riconosciuto della Sardegna. Inoltre la Regione ha anche recentemente trasferito all’Ente Parco nuove competenze in materia di rilascio di autorizzazioni riguardanti le valutazioni di incidenza ambientale (VINCA). Purtroppo questo incremento del contributo richiesto non si è ancora concretizzato se non episodicamente con qualche erogazione una-tantum. Nelle previsioni 2024-2026, pertanto, il pareggio di bilancio sarà assicurato grazie all’auto-finanziamento generato dai diversi attrattori ed eventi promossi attraverso le attività dell’Ecomuseo del Parco, che nel corso del 2023 ha avuto oltre 40.000 visitatori per un fatturato di circa 240 mila euro e dalla capacità dell’Ente di partecipare a programmi di finanziamento europei, nazionali e regionali che consentono di consolidare le entrate finanziarie per la realizzazione di progetti di tutela ambientale e investimenti sostenibili. Oltre a queste fonti, concorrono alle entrate anche quelle rivenienti dalle tariffe a carico degli operatori economici per lo svolgimento di attività all’interno dell’area marina protetta.

Le previsioni 2024-2026, ha sottolineato il Presidente facente funzioni, evidenziano come entro la fine dell’esercizio 2024 saranno portate a completamento una serie di importanti interventi fra i quali: a) la riqualificazione dell’immobile ubicato presso il sito di Porticciolo per realizzare un eco-ostello; b) la valorizzazione del geo-sito di Capo Caccia con la realizzazione di un’area di sosta e nuovi servizi di mobilità sostenibile; c) l’apertura alla fruizione della Grotta Verde; gli interventi di messa in sicurezza della falesia di Punta Giglio con nuovi servizi per gli operatori della AMP; d) la implementazione del campo ormeggio della AMP che passerà dalle attuali 20 boe a circa 200 boe di ormeggio per il diportismo nautico e turistico. Il completamento di questi importanti interventi consentirà di generare nuove e maggiori entrate. Grazie a queste maggiori entrate, nel triennio 2024-2026, si prevede, a seguito di concorsi pubblici per le nuove assunzioni, di completare la copertura della pianta organica dell’Ente Parco che passerà dalle attuali 10 unità di Personale a complessive 20 unità oltre il direttore.

Diving, visite guidate e noleggi: pubblicate le selezioni dall’Area Marina Protetta

Pubblicati da parte dell’Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana tre nuovi avvisi pubblici per la selezione degli operatori economici che intendono operare nelle acque protette.

L’Azienda speciale Parco di Porto Conte in attuazione del Disciplinare della AMP Capo Caccia – Isola Piana recentemente approvato dal Ministero dell’Ambiente ha pubblicato (sul sito www.algheroparks.it) tre nuovi Avvisi per gli operatori economici interessati a svolgere le proprie attività nel 2024 anche all’interno dell’Area Marina Protetta.

Come da indirizzo della Presidenza, guidata da Raimondo Tilloca, e dal consiglio direttivo composto da Adriano Grossi e Lina Bardino, la Direzione dell’Ente con sede a Casa Gioiosa ha pubblicato tre nuove avvisi pubblici.

Entrando nel merito, facendo seguito agli atti già pubblicati dall’Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana riguardanti la pesca professionale da svolgersi nelle acque protette l’Ente ha pubblicato tre nuovi avvisi per la selezione degli operatori che si occupano di: “Centri di immersione” (Diving), “Visite guidate subacquee e didattica” e “Unità da diporto”.

Si tratta di categorie importanti per il tessuto sociale produttivo del territorio di Alghero e che, da tempo, svolgono le proprie iniziative imprenditoriali anche nelle acque protette, ovviamente all’interno del quadro normativo previsto dal Ministero per le Amp di tutta Italia.

Pesca professionale in AMP, ecco la graduatoria degli operatori autorizzati

ALGHERO – Pubblicata la graduatoria degli operatori della pesca professionale della marineria algherese autorizzati ad operare all’interno della AMP Capo Caccia – Isola Piana.

Come anticipato nei giorni scorsi dalla direzione della AMP di Capo Caccia – Isola Piana, con determinazione dirigenziale del direttore della AMP è stata pubblicata la graduatoria dei 22 operatori della pesca professionale che sono stati autorizzati ad operare all’interno della stessa area protetta.

Ottenuto come noto il via libera ministeriale l’attività di pesca potrà, quindi, essere avviata fin dalla data di domani 21 marzo 2024.

Ventinove sono state le domande pervenute entro la scadenza fissata al 18 marzo scorso. A seguito della istruttoria condotta dagli uffici della AMP, a ciascun operatore è stato attribuito un punteggio sulla base dei requisiti previsti dall’Avviso pubblico.

E’ stato in primo luogo valutato il possesso del requisito della esistenza dell’attività di pesca all’anno 2002, data di istituzione della area marina protetta. A seguire i punteggi hanno riguardato: criteri ambientali, come il livello di emissioni del motore dell’imbarcazione e l’uso di vernici senza rilascio di inquinanti; criteri professionali, come il possesso di corsi di formazione professionale inerenti la professione, l’aver già operato in AMP nei precedenti tre anni; criteri riguardanti la dimensione delle imbarcazioni a vantaggio di quelle di minore dimensione.

Si allega lo stralcio del verbale della istruttoria con indicazione delle graduatorie: a) degli idonei a cui saranno assegnate le 22 autorizzazioni all’esercizio delle attività di pesca professionale all’interno dell’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana per l’anno 2024; b) degli idonei, ma non autorizzabili in quanto risultati in posizione successiva al numero massimo delle 22 autorizzazioni rilasciabili; c) quella degli operatori non idonei.

Tutta la documentazione sulla procedura è pubblicata nel sito istituzionale della Azienda Speciale Parco di Porto Conte www.algheroparks.it nella sezione NEWS.

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