Marchio del Parco: 7 nuove aziende

ALGHERO – Si terrà mercoledì prossimo 18 gennaio alle ore 11.00, nella sala conferenze di Casa Gioiosa a Tramariglio, la cerimonia di consegna del Marchio di Qualità della Rete dei Parchi e delle Aree Protette a sette nuove aziende che andranno ad aggiungersi alle ventuno certificate dal Parco regionale di Porto Conte in questo quinquennio di vita del bollino di qualità ambientale. Si tratta dell’Azienda Todde Monica, dell’Azienda Caria Giovanna e dell’Azienda Stefano Cucca per il settore Ortofrutticolo. Per quanto attiene la produzione di miele hanno ottenuto la certificazione l’Azienda Massimiliano Fassio, l’Azienda agricola Serra & Juncu e l’Azienda Sa Tanca de Su Mele di Luigi Tanca. La Cooperativa Silt infine ha ottenuto la certificazione per il settore dei servizi turistici.

Si allarga così la rete delle imprese che hanno aderito al Marchio di Qualità Ambientale a dimostrazione di un crescente interesse verso il percorso di certificazione in grado di garantire sia i processi di qualità e valorizzazione dei prodotti agroalimentari sia i valori di sostenibilità ambientale promossi dal Parco e condivisi per mezzo dell’adesione ai disciplinari. “In questo percorso virtuoso continua ad essere di fondamentale importanza la collaborazione instaurata dal 2011 e consolidatasi nel corso degli anni con l’Agenzia Laore – spiega il direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani – con la quale abbiamo condiviso l’elaborazione di nuove Carta di Qualità in affiancamento a quelle già esistenti, (mentre sono in fase di attivazione la Carta di qualità Frutta e verdure lavorate e la Carta Qualità Olive da mensa e condimenti a base di olio vergine ed extravergine d’oliva). Siamo fiduciosi inoltre di poter ampliare ancora abbracciando anche il settore dell’artigianato locale”.

Nel corso della mattinata oltre alle aziende certificate parteciperanno in rappresentanza del Comune di Alghero, l’Assessore all’Ambiente Raniero Selva, il neo Assessore allo Sviluppo Economico Ornella Piras. Sarà presente inoltre il Coordinatore del Sut Nurra di Alghero dell’Agenzia Laore Antonia Casu. A fare gli onori di casa il Direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani. Alla cerimonia di consegna del documento di certificazione e della targa del Marchio di Qualità parteciperanno inoltre tutte le aziende certificate dal Parco ed appartenenti alla Rete dei Parchi e delle Aree Protette. L’evento sarà aperto a tutte le aziende interessate che volessero entrare a far parte della rete territoriale di aziende sensibili ai temi della sostenibilità ambientale.

Nella foto la sede di Villa Gioiosa

S.I.

Amp-Asinara: siglata convenzione

ALGHERO – L’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana continua nell’azione di salvaguardia della fauna marina, in continuità con le azioni svolte in collaborazione con il Parco dell’Asinara per recupero e ospedalizzazione di esemplari di Caretta caretta. La collaborazione svolta con profitto negli anni scorsi si solidifica e si amplia oggi con la stipula di una convenzione tra enti, che vede i due parchi marini compartecipare alle spese per la condivisione del servizio medico-veterinario con responsabilità sanitaria e di mantenimento presso il centro di recupero dell’Isola dell’Asinara.

Al centro della collaborazione, la salvaguardia delle tartarughe marine e dei cetacei. “La collaborazione – spiega l’Assessore all’Ambiente Raniero Selva – rientra nell’ottica di una unione di intenti finalizzata tra nodi della rete, disponibilità alla condivisione della funzione medico veterinaria con responsabilità sanitaria e del servizio riabilitazione e mantenimento animali ospedalizzati”. La durata della convenzione tar Comune di Alghero, ente gestore dell’Area Marina Capo Caccia – Isola Piana e Parco nazionale Asinara è stabilita in dodici mesi, rinnovabili.

Nella foto Raniero Selva

S.I.

Grotta Verde morente: è allarme

ALGHERO – “La Grotta Verde ha vissuto milioni di anni, ma quest’ultimo si chiude molto male. Si tratta di un vero allarme ambientale. La grotta sta letteralmente “morendo” tra l’indifferenza generale. Eppure è un bene ambientale di prima grandezza, ed un luogo unico nel Mediterraneo”. E’ il naturalista e documentarista Roberto Barbieri a puntare i riflettori su una questione scomparsa dai radar del dibattito cittadino e pare anche delle azioni dell’amministrazione comunale ovvero la Grotta Verde. Una di quelle tante occasioni di sviluppo ed economia mancate che potrebbero, da sole, garantire importanti flussi turistici e dunque occupazione solida.

“Gli organismi che gli danno il colore ed il nome sono batteri fotosintetici (cellule a metà strada tra animali e vegetali). Per vivere hanno bisogno di luce e di umidità. La grotta purtroppo si sta asciugando e le concrezioni si sfaldano. Inoltre la ditta che ha lasciato a metà i lavori per l’apertura (e se ne parla dagli anni 50) ha impolverato pesantemente lo strato verde e di conseguenza non gli arriva più la luce solare. Del 1,2 milioni di euro spesi (per ora inutilmente, anzi con danni), non un centesimo è stato speso per studiare come salvare la grotta”.

“Rimedi? Forse intervenendo subito si può salvare qualcosa. Occorre monitorare l’umidità e riportarla a valori accettabili. Ma soprattutto occorre semplicemente “spolverare” la grotta e consentire a ciò che rimane dello strato verde di catturare la luce. Tanti speleologi sono pronti a dare una mano in volontariato. L’incuria dell’amministrazione locale e del Parco non deve distruggere un bene che ha tutte le caratteristiche per essere inserito tra i patrimoni dell’Umanità Unesco”.

Nella foto la Grotta Verde

S.I.

100mila euro per Mugoni

ALGHERO – Salvaguardia e ricostruzione del litorale sabbioso di Mugoni mediante azioni di riqualificazione ambientale delle dune e degli arenili. E’ quanto prevede il progetto definitivo-esecutivo Rada nell’ambito del Programma Camp, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta comunale di Alghero, i cui lavori saranno conclusi prima dell’avvio della stagione balneare 2017.” Così dal Comune di Alghero riguardo alcuni interventi nell’area di Porto Conte.

“Preserviamo il bene più grande e prezioso che la Riviera del Corallo custodisce nel suo ambiente – sottolinea Raniero Selva – la costa e le spiagge che i turisti di mezzo mondo ci invidiano per la sua peculiare bellezza”. Con un investimento poco inferiore ai 100mila euro sono previsti una serie di interventi rivolti alla tutela del litorale attraverso azioni mirate principalmente alla ridistribuzione del carico antropico. Si procederà così alla delimitazione degli habitat protetti con la posa in opera di una balaustra del tipo a croce di Sant’Andrea (staccionata) in modo da interdire l’accesso indiscriminato e distribuendolo proporzionalmente verso settori di spiaggia con meno pressione. Saranno realizzati tre percorsi pedonali privilegiati, in grado di garantire il transito sino alla linea di riva, con larghezza e pendenza tali da garantire l’accesso e l’agevole percorribilità anche ai diversamente abili nel rigoroso rispetto del profilo morfologico della spiaggia. Previsto anche il controllo operativo delle pressioni antropiche, la sorveglianza, il rilevamento e la pubblica diffusione delle informazioni quali i servizi ed i flussi di presenze misurati mediante l’installazione, presso i tre percorsi dove saranno posizionate le passerelle pedonali, di altrettanti sistemi di rilevazione, registrazione e trasferimento, che consentano la lettura del flusso bidirezionale del transito di persone.

“Si tratta di un sistema all’avanguardia, i cui dati saranno alla base dei futuri interventi di protezione e valorizzazione del territorio costiero , consentendo di monitorare l’efficacia stessa dei progetti in relazione all’effettiva fruizione del litorale” precisa l’assessore all’Ambiente, Raniero Selva. Infine è prevista l’installazione di specifici pannelli illustrati, cartelli didattici e segnaletica informativa con l’obbiettivo di incrementare il livello di partecipazione e responsabilità, nel rigoroso rispetto dell’ambiente. “Quello sulla baia di Porto Conte è solo il primo degli interventi di salvaguardia in programma sui litorali sabbiosi algheresi” sottolinea l’assessore allo Opere pubbliche Raimondo Cacciotto, che anticipa analoghi progetti sul complesso dunale di Maria Pia, dove parallelamente, su alcuni tratti di costa tra Alghero e Fertilia – San Giovanni, Lido Novelli e fronte Pala Congressi – in queste settimane si sta procedendo con la posa in opera delle cannicciate a protezione dell’oro bianco di Alghero”.

Nella foto la spiaggia di Mugoni

S.I.

Piano Rifiuti: stop Comuni zozzoni

CAGLIARI – La Giunta regionale, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha oggi approvato l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti. “Il Piano risaliva al 2008 e occorreva un aggiornamento migliorativo per rispondere ai più ambiziosi obiettivi di economia circolare, nel rispetto della normativa europea e a beneficio della Sardegna”, dichiara il presidente della Regione Francesco Pigliaru sull’aggiornamento del documento. “Con il Piano, che è rigorosamente fondato sulla gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, mettiamo la Regione nelle condizioni di fare la propria parte per contribuire in Europa alla transizione verso un’economia verde e a basse emissioni. Nello stesso tempo promuoviamo le filiere del riciclo a partire da un’efficiente raccolta differenziata sino ad arrivare alla produzione di materie e prodotti riciclati – conclude il presidente Pigliaru -, favorendo la nascita di mestieri verdi e occasioni di lavoro per i sardi.”

Punto cardine nell’aggiornamento del Piano una puntuale e attenta progettazione di raccolte differenziate ad alta efficienza, che consentano di intercettare già a livello domiciliare frazioni di rifiuto (frazione organica, carta, cartone, plastica, vetro, alluminio e legno) a basso grado di impurità, da inviare direttamente al riciclo. “Si tratta di un aggiornamento virtuoso con obiettivi molto sfidanti e assai coerente con le normative europee. Miriamo innanzi tutto a diminuire i quantitativi prodotti e la pericolosità dei rifiuti e ad accrescere il riutilizzo dei rifiuti urbani, oltre che il riciclaggio”, spiega l’assessora Spano. “Non meno importante è il raggiungimento della minimizzazione degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti e la creazione di mestieri verdi in Sardegna. L’Isola ha dimostrato di essere virtuosa nel panorama nazionale della raccolta differenziata posizionandosi al settimo posto con il 56,4 per cento. Grazie all’attenta progettazione fatta sarà invece possibile raggiungere a fine 2022 più alti obiettivi di raccolta differenziata, fissati alla soglia dell’80 per cento. Sul fronte della vigilanza, non verrà meno l’attenzione degli organismi di controllo agli impatti prodotti da ogni impianto perché uno sviluppo è davvero sostenibile se rispetta l’ambiente. Lo faremo – conclude Donatella Spano – anche nel caso delle filiere dello smaltimento”.

Gli scenari non prevedono un terzo termovalorizzatore in Sardegna e, per il periodo transitorio, si farà ricorso ai soli impianti esistenti di Macchiareddu e Tossilo, con tendenza a ulteriore riduzione del fabbisogno di termovalorizzazione. Sulla base delle elevate percentuali di raccolta differenziata da raggiungere, infatti l’aggiornamento del Piano regionale minimizza ulteriormente l’apporto dello smaltimento a una quota ridotta del rifiuto urbano. Nello specifico le analisi eseguite evidenziano che la frazione secca residua potrà essere direttamente sottoposta a termovalorizzazione, riducendo il conferimento in discarica – destinate a scomparire per la normativa europea – ai rifiuti non recuperabili energeticamente e non valorizzabili.

Molteplici gli scopi contenuti nel piano, a partire dalla riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti. Si punta all’aumento sia del riutilizzo che del riciclaggio dei rifiuti urbani e alla riduzione degli smaltimenti in discarica. Quindi alla minimizzazione del recupero energetico dai rifiuti residuali, degli impatti ambientali e dei costi legati alla gestione integrata dei rifiuti. Per raggiungere gli obiettivi è previsto un ventaglio di azioni che vanno dal completamento della transizione delle raccolte dei rifiuti verso il porta a porta, per limitare i conferimenti impropri di rifiuti speciali nel circuito dei rifiuti urbani, a una serie di iniziative di informazione sensibilizzazione sulla prevenzione della produzione dei rifiuti (compresa la riduzione dello spreco alimentare, l’incentivazione del riutilizzo di beni prima che diventino rifiuti). Si continuerà il percorso virtuoso degli acquisti pubblici ecologici e si passerà finalmente dalla tassa alla tariffa puntuale.

Nella foto la presentazione del piano dei rifiuti

S.I.

Fondi difesa costiera: Alghero esclusa

CAGLIARI – Contro l’erosione costiera la Regione mette in campo 11 milioni di euro. Lo ha deciso oggi la Giunta, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. Le risorse, sotto la regia dell’Assessorato, interessano dieci Comuni a coste rocciose o sabbiose. Arbus, Cagliari, Pula, San Vero Milis, Sinnai e Porto Torres riceveranno gli stanziamenti per azioni sulle coste rocciose. La programmazione relativa a interventi su spiagge riguarda invece Budoni, Cagliari-Capoterra, Badesi e San Teodoro. “La protezione delle coste ha una valenza strategica molto forte per la Sardegna sia per l’ambiente che per l’incolumità delle persone”, ha dichiarato l’assessora Spano. Gli aspetti della mitigazione del rischio e della messa in sicurezza sono quindi prioritari ma sempre all’interno di una gestione integrata che considera la riqualificazione delle aree ambientali importanti, la fruizione dei siti e le ricadute economiche. Pertanto, alla base degli interventi, c’è stata una grande condivisione con i territori, dagli Enti locali agli altri soggetti istituzionali e agli attori economici, per prevedere possibili problematiche e intervenire preventivamente”.

Ad Arbus sono destinati 800 mila euro per il completamento della messa in sicurezza e mitigazione dei fenomeni franosi e di erosione nel litorale di Porto Palma. Lo stanziamento per Porto Torres, per la messa in sicurezza delle falesie di retrospiaggia nei litorali di Balai e Abbacurrente e l’intervento di protezione dei terreni di fondazione della Torre di Abbacurrente, è pari a 1 milione e 500 mila euro. Per il completamento della messa in sicurezza del costone roccioso sottostante la Torre di Sant’Efisio, nell’area archeologica di Nora, sono programmati 800 mila euro per il Comune di Pula. Altri 700 mila euro andranno a San Vero Milis per gli interventi di messa in sicurezza della spiaggia in Località S’Arena Scoada. A Cagliari 3 milioni di euro metteranno in sicurezza il tratto tra Torre Perdusemini e Marina piccola. A Sinnai sono destinati 350mila euro per rendere sicuro il versante di retrospiaggia nel settore orientale della spiaggia di Solanas.

Budoni riceverà 1 milione e 300 mila euro per il recupero della funzionalità idraulica e riqualificazione ambientale delle zone umide costiere in località Pedra ‘e Cupa e Stagno Sant’Anna. Un milione per il recupero della funzionalità idraulica e di riqualificazione ambientale delle zone umide costiere alla foce del Rio Santa Lucia in località “Su Staineddu”, tra Capoterra e Cagliari (questo intervento interesserà le due Amministrazioni comunali e l’ex Provincia). Un milione e 400mila euro arriverà a Badesi per gli interventi di mitigazione del rischio idraulico e di riqualificazione ambientale in località Li Junchi. Infine, 150 mila euro le risorse per San Teodoro (interventi di protezione al piede del cordone dunale nei settori danneggiati dagli eventi alluvionali del 2009 e 2014 e aree limitrofe in località La Cinta). “Ci stiamo facendo carico della soluzione di problemi annosi per la difesa del nostro ambiente in contesti esposti a rischio di frana e idraulico evidenziati nel Piano di assetto idrogeologico della Sardegna. Si tratta perciò di interventi importanti per la tutela ambientale e la valorizzazione di aree di pregio ma anche rilevanti per ridurre la popolazione esposta a rischio”, ha concluso Donatella Spano.

Nella foto Capo Caccia

S.I.

Scala Erre e Calancoi, discariche monitorate

SASSARI – Con la realizzazione del nuovo modulo, il numero 4, la vita della discarica di Scala Erre si allunga ancora di almeno quattro anni. La discarica di Calancoi, invece, chiusa dal 1997, è controllata costantemente ed è stato predisposto un progetto per nuovi scavi di monitoraggio del terreno, per il quale si attende una risposta dal ministero. Questo in breve quanto emerso questa mattina durante la seduta della sesta commissione consiliare Ambiente, presieduta dalla consigliera Valeria Fadda. La riunione è stata l’occasione per fare il punto sulle due discariche presenti nel territorio comunale e a illustrare la situazione, oltre all’assessore all’Ambiente Fabio Pinna, era presente un vero e proprio gruppo di esperti.

Nella sala, al piano ammezzato di Palazzo Ducale, erano presenti il dirigente del Settore Ambiente Gian Marco Saba, la funzionaria che si occupa di seguire i due siti, Deborah Manca, il geologo Giacomo Oggiano in rappresentanza dell’Università di Sassari che ha stipulato due convenzioni con il Comune per lo studio di realizzazione del modulo 4 e per lo studio geochimico attorno alla discarica, quindi l’ingegnere Antonio Fraghì in rappresentanza del raggruppamento temporaneo dei professionisti che si occupano della gestione e post gestione della discarica di Calancoi. Ad attirare maggiormente l’attenzione dei componenti l’organismo consiliare è stata la discussione sulla discarica, ormai chiusa, situata sulla strada per Osilo. Un primo punto sulla situazione della discarica il Settore lo aveva già fatto il 31 maggio scorso quando, nella stessa commissione, erano stati ascoltati l’assessore Fabio Pinna e la funzionaria Deborah Manca. Era emersa una situazione di generale controllo su di un sito che, aperto nel 1983, aveva chiuso i battenti nel 1997. Il sito era stato realizzato in un periodo in cui l’attenzione nei confronti dell’ambiente non era pari a quella attuale, non era pertanto dotato dei sistemi previsti dalla normativa attuale.

Adesso che il sito non è più utilizzato, è stato ricordato che, per i controlli contro l’inquinamento, sono in esercizio i presidi ambientali utili a intercettare il biogas e a estrarre il percolato. L’appalto per la gestione scadrà il 31 gennaio e si stanno predisponendo gli atti per la gara d’appalto che individuerà il nuovo gestore.

Il Comune a luglio scorso, in occasione di una conferenza di servizi, ha presentato al ministero dell’Amibiente, all’Ispra, alla Regione, alla Provincia e all’Arpas un progetto per la realizzazione di nuovi pozzi perimetrali di controllo. La conferenza, è stato detto, ha dato parere favorevole con alcune prescrizioni che hanno portato a modificare il progetto e a ripresentarlo a ottobre. In questa ultima occasione, però, la Regione – è stato spiegato – ha chiesto di modificare la realizzazione dello scavo dei pozzi, non più con il sistema dei “carotaggi” ma con il sistema a “distruzione”. Al momento, questa nuova richiesta non condivisa dagli specialisti del Comune ha portato a sospendere il progetto degli scavi e lo stesso Comune, ha fatto sapere il dirigente del Settore, ha scritto al ministero per spiegare l’importanza del sito e la necessità di effettuare gli scavi di carotaggio, in grado di fornire una maggiore precisione di analisi del sottosuolo. Nel frattempo è stato completato il progetto di messa in sicurezza di emergenza per la realizzazione di una recinzione e di una tettoia a protezione del biofiltro. Questo progetto è stato approvato dalla conferenza di servizio in ottobre e adesso sarà portato all’attenzione della giunta comunale per la sua approvazione. Infine, è stato ricordato che sono stati analizzati 11 pozzi nelle vicinanze ed è stato chiesto di avviare indagini su altri pozzi situati nell’arco di un chilometro dalla discarica. L’Arpas ha evidenziato la necessità del parere favorevole della conferenza prima di attivare le procedure di validazione. Al momento si è in attesa di risposta.

Situazione ben diversa su Scala Erre. La discarica ancora attiva ha visto di recente il collaudo di un nuovo modulo dalle dimensioni di circa 300mila metri cubi che entrerà in funzione tra un anno. Secondo le stime degli esperti del Settore Ambiente del Comune, questo nuovo modulo darà alla discarica situata sulla strada numero 34 per Stintino ancora tre/quattro anni di vita. Nella discarica sono presenti altri 8 moduli, per un totale di oltre 1 milione e 295 mila metri cubi che sono ormai esauriti. Un altro modulo, il numero 5, invece, è ancora in coltivazione, cioè in uso e dovrebbe esaurire il suo spazio tra circa un anno, e darà così il via libera all’utilizzo di quello appena collaudato. È stata ricordata la modalità di funzionamento della discarica, con la presenza di impianti di preselezione, di biostabilizzazione e di compostaggio. Per quest’ultimo i lavori sono in fase di completamento. Sono state ricordate, inoltre, anche le varie attività di controllo ambientale che vengono effettuate. È stato ricordato, infine, che il sito di Scala Erre è gestito nel pieno rispetto degli standard previsti dalla norma Uni En Iso 14001, cioè della certificazione ambientale che attesta l’impegno da parte del Comune per il rispetto dell’ambiente.

Nella foto l’incontro sulle discariche

S.I.

Parco: presto 17 nuovi grifoni

ALGHERO – Verranno trasferiti nella voliera di preambientamento realizzata a Marina di Lioneddu all’interno del Parco di Porto Conte , presumibilmente, entro fine mese i 17 giovani grifoni arrivati dalla Spagna e per il momento ricoverati presso il centro di recupero faunistico di Bonassai. Grifoni che verranno poi liberati in una fase successiva e andranno a rimpolpare la popolazione di questa specie sulla costa del nord ovest della Sardegna tra Porto Conte e Bosa. Prosegue dunque, secondo programma, il progetto denominato “Life Under Griffon Wings” LIFE14 NAT/IT/000484. Il progetto finanziato a valere su fondi comunitari “Life+” è stato sviluppato dall’Università degli Studi di Sassari in partenariato con il Comune di Bosa, l’Agenzia Forestas e il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna, grazie al networking con La Junta de Andalucia e la Vulture Conservation Foundation e alla collaborazione con gli Assessorati regionali alla Difesa dell’Ambiente, alla Sanità e all’Agricoltura, il Parco naturale regionale di Porto Conte, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna e l’Agenzia Agris.

“Le principali azioni del progetto riguardano la creazione di una rete di carnai aziendali per mitigare la carenza alimentare, l’addestramento di un’unità cinofile per prevenire l’uso di bocconi avvelenati e ancora il rinforzo del Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai. Non solo nel corso della durata del progetto è prevista la liberazione di 60 grifoni provenienti dalla Spagna per risolvere la critica situazione demografica della popolazione. Ultima azione l’incremento dell’attratività turistica del territorio. La gestione dei giovani di grifone richiederà però almeno in tutta la fase progettuale una disciplina degli accessi e della fruizione del complesso forestale di Prigionette-Porto Conte ossia il cantiere dell’Agenzia Forestas”.

Pertanto il direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani ha emesso un ordinanza ambientale che avrà una efficacia fino almeno al termine del progetto quindi fino al dicembre 2018 che ordina l’interdizione all’accesso dei visitatori nell’area costiera compresa tra l’isola Piana e Marina di Lioneddu insieme a tutto l’areale dove è presente il carnaio e la voliera di preambientamento dei grifoni. Questo per evitare che in questa delicatissima fase di liberazione e ambientamento delle nuove coppie di grifoni spagnoli sia limitato al minimo il disturbo antropico.

Nella foto la voliera realizzata per i grifoni

S.I.

Invasione cinghiali: Parco in azione

ALGHERO – Una finestra temporale di cinque anni e non più solo tre, azioni di riduzione e contenimento del cinghiale non solo per pochi mesi, ma per tutto l’arco dell’anno con interventi diversificati tra catture con gabbia e attività di abbattimento con arma da fuoco da postazione fissa. Queste le novità più rilevanti del nuovo piano di contenimento dei cinghiali nell’area del Parco di Porto Conte che da quest’anno fa parte integrante del primo e più articolato programma di riduzione dei fastidiosi ungulati messo in atto dalla Provincia di Sassari per tutto il territorio che interessa decine di istituti e oasi di protezione faunistica. Le attività che verranno svolte dal Parco di Porto Conte nel territorio protetto e nell’area rurale contigua, sono di fatto già partite da circa 15 giorni. La prima azione è stata quella della collocazione di tredici gabbie che a rotazione verranno spostate nelle varie località degli oltre cinquemila ettari di parco e altrettanti di area contigua. Gabbie di cattura che saranno gestite dai “coadiutori della fauna selvatica”; cacciatori titolati a svolgere questo genere di operazioni in quanto in possesso di apposita specializzazione ottenuta attraverso specifici corsi di formazione. Si interverrà non solo nei terreni demaniali e aree boscate, ma anche nei poderi agricoli previa richiesta dei proprietari.

Non verranno dunque lasciate zone d’ombra, ma nel più genuino spirito ecologico gli interventi riguarderanno sistematicamente tutto il territorio con azioni coordinate, non solo dal Parco ma anche dalla Provincia nei territori del Sassarese e delle Oasi del nord ovest dell’isola. Le attività di contenimento prevedono, quindi, catture di animali vivi che verranno inviati ai macelli autorizzati e abbattimenti selettivi con arma da fuoco da postazione fissa a cura sempre dei coadiutori della fauna selvatica sotto la sorveglianza attenta del Corpo Forestale. Questi interventi con arma da fuoco partiranno a novembre e l’obiettivo per la prossima stagione, fortemente richiesto dal territorio, è quello di dargli continuità per tutto l’anno. Sulle aree più sensibili della penisola di Capo Caccia si opererà solo con le gabbie di cattura in stretta collaborazione con l’Agenzia Forestas. L’intero programma inoltre, godrà della sorveglianza sanitaria dei veterinari dell'Asl di Sassari e verranno condotte ulteriori indagini epidemiologiche sui capi catturati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Insomma una macchina organizzativa complessa che si prefigge di ridurre drasticamente i danni alle colture agricole e prevenire incidenti stradali, ma anche alleggerire i conflitti ecologici che questi animali stanno obbiettivamente arrecando al resto della fauna selvatica ma anche alla flora endemica. Di questi temi su iniziativa dell’Amministrazione comunale nell’ambito della manifestazione “mondorurale” si è discusso pubblicamente anche qualche giorno fa nella borgata di Guardia Grande con esperti anche di altri contesti nazionali ed internazionali che hanno problemi simili particolare discusso di come migliorare ulteriormente il piano di contenimento in atto, anche potenziando le azioni di caccia selettiva dentro i poderi agricoli. Nell’occasione il Parco ha comunicato che sta per essere varato entro l’anno anche un piano urgente per contenere la popolazione dei daini.

“In poco tempo, dopo uno stop imposto dalle autorità competenti, abbiamo rimesso in moto una macchina complessa per il cinghiale che già entro l’anno potrà entrare a regime con catture e abbattimenti sistematici e contestuali, ma siamo sicuri che i veri risultati li otterremo con la costanza e la continuità delle nostre azioni – spiega il direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani – non foss’altro per l’orizzonte temporale più ampio che abbiamo a disposizione per la campagna di contenimento e per il fatto che avvieremo anche quella per il contenimento dei daini. Non c’è tempo per inutili polemiche. Saranno i fatti a parlare. I cinghiali sono un problema in molti territori. Un fatto è certo: in Sardegna, al momento il Parco di Porto Conte può definirsi un punto di riferimento unico: è stato il primo ad avviare interventi di contenimento dei cinghiali a partire dal 2008 con un piano annuali e due triennali con conseguente riduzione di oltre un migliaio di animali. Un’attività che purtroppo è stata interrotta per due anni, proprio nel momento in cui stava dando i migliori risultati, e non certo per volontà del Parco. Oggi l’attività è ripresa e, grazie alla collaborazione di tutto il territorio, siamo sicuri che avrà gli esiti positivi da tutti auspicati”.

Nella foto il direttore del Parco Mariano Mariani

S.I.

10 punti ricarica per auto elettriche

ALGHERO – Una rete infrastrutturale per favorire la mobilità sostenibile e ammodernare la città con interventi tra i più adeguati per incidere sulla riduzione delle emissioni legate al traffico automobilistico nelle area cittadina. In arrivo ad Alghero la rete dei punti di ricarica dei mezzi elettrici (auto, motocicli, veicoli commerciali e autobus) che prevede l’installazione nella cinta urbana e nel territorio di 10 punti di ricarica per mezzi elettrici su aree pubbliche.

“Lo strumento che adottiamo per la città, oltre che collocarsi dal punto di vista legislativo all’interno del Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati a energia Elettrica – spiega l’Assessore all’urbanistica e alla viabilità Antonello Usai – rientra nel progetto di sviluppo dell’Amministrazione sul tema della mobilità, che si integra con il varo di altri strumenti in itinere come il Piano del Traffico, e mette a disposizione dei cittadini e turisti in misura permanente la possibilità di usufruire delle ricariche diffuse sul territorio”. Gli stalli previsti nei punti di ricarica arrivano fino ad un massimo complessivo di 120, distribuiti in punti strategici e in base alla sosta: prolungata, breve e rapida. La prima tipologia verrà dislocata in aree più funzionali ( aeroporto, zone artigianali e industriale ) mentre le altre, soprattutto la ricarica rapida, è prevista nelle aree del centro (Piazzale della Pace, Alghero Sud e Alghero Nord, Banchina Dogana, via Vittorio Emanuele) e delle Borgate (Maristella, Fertilia).

Adesso il primo passo, con l’approvazione della apposita integrazione al regolamento edilizio del Prg da parte della Commissione Urbanistica presieduta da Vittorio Curedda. Il prossimo passo sarà quello del Consiglio Comunale, dove il provvedimento approderà per le eventuali valutazioni in ordine all’opportunità su esoneri e agevolazioni sulla tassa di occupazione suolo pubblico. “Ormai l’uso dell’auto elettrica – aggiunge Usai – non è più un abitudine per appassionati, ma una realtà avanzata in tutta Europa e questo non può che agevolare Alghero anche nella visione turistica dell’iniziativa”. Il Consiglio Comunale stabilirà, inoltre, per la realizzazione – gestione diretta o, come previsto dal Piano Nazionale Infrastrutturale, per la assegnazione a terzi.

Nella foto un punto ricarica con auto elettrica

S.I.