“Differenziata, Alghero molto male”

ALGHERO – “Prendiamo atto con soddisfazione dei dati regionali sulla differenziata che colloca la Regione Sardegna tra le più virtuose nel panorama nazionale facendo superare in anticipo i tempi fissati dalla Comunità Europea sugli obbiettivi del 2020 del 50% di differenziata attestando la Sardegna ad un attuale 52% di media”. E’ il capogruppo del Partito Democratico Mimmo Pirisi ad intervenire sull’importante tema del servizio di raccolta dei rifiuti che ha già visto Alghero subire la peggiore stagione di sempre a livello di pulizia e decoro [Leggi] e adesso vede sempre il centro catalano in ombra rispetto dai positivi regionali.

“Questo dato avrà sicuramente come primo riflesso la non più necessaria necessità di costruire un altro termovalorizzatore nell’isola (tra l’altro previsto nel Nord Sardegna) e questo gioverà sicuramente sull’ambiente circostante e sull’intera isola, quello che però e giusto evidenziare ancora una volta e che mentre in molti centri della Sardegna la percentuale e oramai costante e in forte crescita (raggiungendo punte anche del 70 e 80 % e oltre)”.

“Nella città di Alghero il livello di differenziata va molto male e risulta ancora abbondantemente sotto la media, nonostante i proclami di questa amministrazione sin dal 2014 (anno del suo insediamento) e al netto dell’impegno dei vari assessori che si sono succeduti con risultati sotto delle aspettative generali collocando il servizio agli stessi livelli degli ultimi 10 anni (l’amministrazione Tedde lasciò nel 2011 con un dato già del 42,2% mentre al 2014 siamo crollati al 30,5% e nell’anno in corso siamo intorno al 35% ndr), rimaniamo in attesa del nuovo appalto per riportare Alghero a livelli più consoni al suo blasone e a una città che specialmente in alcuni periodi dell’anno soffre di un servizio non all’altezza“.

Nella foto un cumulo di rifiuti ad Alghero

S.I.

Posidonia: rivoluzione possibile |video

ALGHERO – Recuperare la posidonia si può. Da anni media e politica si occupano del tema. In particolare ad Alghero dove questo è oramai diventato un problema legato al decoro dei litorali e di conseguenza all’attrazione turistica del territorio. Gli albergatori hanno chiesto più volta alle amministrazioni di trovare della soluzioni che evitino lo stoccaggio in loco che crea degli evidenti disagi ai fruitori delle spiagge. Senza considerare che, ad esempio nel tratto di San Giovanni, qualora si agisse per ripulire l’area e dotarla di servizi, la Riviera del Corallo riavrebbe a disposizione una splendida spiaggia cittadina a pochi passi dal centro e a ridosso del porto.

Anche in questo caso la soluzione c’è. Ed è una cooperativa locale, denominata Acanthus [Leggi], che, grazie anche al supporto di Coldiretti, sta cercando di trovare i finanziamenti per realizzare un macchinario che può permettere, come da brevetto già registrato presso gli organismi del settore, di vagliare la posidonia, lasciare i granelli di sabbia sul posto, lavarla in vasche specifiche e poi riutilizzarla per l’agricoltura. Un processo virtuoso che avrebbe una molteplicità di ricadute positive sui vari comparti partendo da quello turistico fino a quello agricolo. La speranza, come spiegato anche da Lorena Bruscagin della cooperativa, è che vengano trovati al più presto dei fondi (e qui la Regione deve fare la sua parte) per realizzare la macchina e metterla a disposizione delle amministrazioni interessate. Questa per Alghero dovrebbe essere una priorità e non da adesso.

Nella foto Lorena Bruscagin della cooperativa Acantus

Ambiente: Pigliaru ha doppia faccia

CAGLIARI – “In tema di ambiente oggi sono due le notizie rilevanti in Sardegna. La prima è che il Consiglio di Stato anche su richiesta di Pigliaru ha dato il via libera all’inceneritore di Tossilo. La seconda è che Pigliaru ha organizzato un importante convegno in tema di riscaldamento globale e cambiamenti climatici.” E’ il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde a commentare la concomitanza della decisione del Consiglio di Stato su Tossilo e l’importante convegno di Cagliari in materia ambientale.

“Il solito Pigliaru dottor Jekyll e mister Hyde che, dopo aver schiaffeggiato il territorio del Marghine prima e il Consiglio Regionale poi con l’impugnazione davanti al Consiglio di Stato della sentenza del Tar che ha bloccato la realizzazione dell’inceneritore, ora assume le fattezze di vestale dell’ambientalismo un tanto al chilo. Impugnazione decisa dimenticando che con un ordine del giorno approvato all’unanimità nel maggio 2015 – ricorda l’ex sindaco di Alghero- il Consiglio Regionale aveva impegnato la Giunta ad aggiornare il Piano Regionale di gestione dei rifiuti e ad effettuare un’indagine epidemiologica nel territorio del Marghine prima d’intervenire su Tossilo”.

“I preoccupanti dati della Asl avevano infatti certificato una diffusione di patologie tumorali nella zona dell’inceneritore rilevante e anomala. Un atto offensivo ma anche irresponsabile -denuncia il Consigliere regionale di Forza Italia- posto che le direttive europee in materia vanno nella direzione della cessazione dell’incenerimento dei rifiuti entro il 2020. Ma in questo preoccupante contesto sorprendono le reazioni tiepide dei Sovranisti e dei consiglieri del centrosinistra che si sono battuti per l’interruzione del procedimento. Auspichiamo un loro scatto di reni e una difesa al nostro fianco del Consiglio Regionale dagli atteggiamenti vessatori di Pigliaru. Il Consiglio Regionale merita rispetto. Ed il medesimo rispetto è dovuto a quei consiglieri che rappresentano le preoccupazioni del territorio. Siamo fiduciosi che il Presidente del Consiglio regionale Ganau -chiude Tedde- saprà difendere il Consiglio regionale da questo attacco di Pigliaru e garantire e tutelare le funzioni e le prerogative del Consiglio e dei Consiglieri.”

Nella foto Marco Tedde

S.I.

Sassari: Comunicare l’ambiente

SASSARI – Sostenere la cultura della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile attraverso la promozione di modelli comportamentali e stili di vita che incidano positivamente sul territorio. È l’obiettivo di “Comunicare l’ambiente”, un ciclo di eventi promossi dall’associazione culturale “Ma…donne” con la collaborazione del “Laboratorio dei saperi” e del conservatorio musicale “Luigi Canepa” di Sassari e il patrocinio del Comune di Sassari. Comunicazione ambientale, rischi naturali e antropici, aree protette, turismo sostenibile, acqua, alluvioni e mutamenti climatici, produzioni alimentari, sapori della tradizione, eccellenze, biodiversità, desertificazione e perdita del paesaggio saranno al centro del confronto, che andrà avanti sino al prossimo giugno con la supervisione del comitato scientifico composto da Brunilde Giacchi dell’associazione “Ma…donne”, dal ricercatore Riccardo Mansani e dalla giornalista Maria Antonietta Era.

Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 19 ottobre alle 18 nella sala “Busti” della Casa Regina Margherita, in piazzale San Pietro. Il geologo Sergio Ginesu, docente dell’Università di Sassari, il project manager Andrea Rotta, responsabile per l’Università del progetto “Life”, e il giornalista Pietro Masala, esperto di comunicazione nell’ambito della progettazione in campo ambientale, si confronteranno sul tema “Importanza della comunicazione nei progetti comunitari” nell’arco di un confronto moderato da Maria Antonietta Era. Ginesu racconterà della percezione di un avventore comune rispetto all’attività di comunicazione condotta per coinvolgere i fruitori nella corretta gestione del litorale, Rotta racconterà il valore dell’imprenditorialità ambientale e racconterà di alcuni casi d’eccellenza, Masala entrerà più approfonditamente del ruolo della comunicazione nei progetti comunitari. Il dibattito sarà seguito dall’inaugurazione di “I luoghi del cuore”, una mostra fotografica inedita, dedicata all’arcipelago di La Maddalena e ad altre aree di pregio naturalistico del territorio.

«La convenzione di Arbus afferma il diritto di ogni individuo di vivere in un ambiente che gli garantisca la salute e il benessere, nonché il dovere di tutelarlo in prima persona», spiegano Brunilde Giacchi e Maria Antonietta Era per l’organizzazione. «Per raggiungere questo scopo, oggi più che mai abbiamo bisogno di una informazione veritiera e trasparente e di un’adeguata comunicazione – proseguono – “Comunicare l’ambiente” vuole analizzare, promuovere e favorire la qualità della comunicazione a sostegno del sistema ambiente, per contribuire a migliorare i metodi di scambio della conoscenza». Per le promotrici, «formare e informare è fondamentale rispetto all’obiettivo di conseguire di una collettiva etica della responsabilità, ci sono sfide rispetto alle quali non dobbiamo farci cogliere impreparati».

Nella foto il litorale di Arbus

S.I.

Area Marina: gioiello sprecato |video

ALGHERO – Tra le tante questioni finite alla ribalta della cronaca, e non per delle positive notizie, ma tutt’altro, c’è anche l’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana. Istituita dal Ministero nel 2002, a seguito dell’idea e proposta dell’allora amministrazione Tedde, ha rappresentato uno dei tanti volani per poter creare sviluppo, economie e dunque posti di lavoro. Del resto gestisce un patrimonio naturalistico dal valore inestimabile che basterebbe per rendere ricco qualsiasi Comune che lo avesse in possesso. Ma, come detto, anche questa immensa possibilità di crescita, si è arenata. Ferma, immobile. Non se ne parla quasi più. Come mormora qualcuno, addirittura pare che “durante tutta l’estate, il gommone non avrebbe lasciato neanche una volta il molo dell’Amp”. Un segno dell’abbandono in cui si trova l’area di riserva marina che fa il paio con quasi tutte le grandi progettualità (ancora inespresse) in seno al Comune di Alghero.

Fino pochissimi anni fa, però, la situazione era molto diversa. C’era sicuramente ancora tanto da fare e da lavorare, ma con la gestione del primo, e fino ad oggi, unico direttore dell’Area Marina Protetta, Gianfranco Russino, si era intrapreso un percorso virtuoso che avrebbe portato sicuramente a dei frutti sostanziosi. E questo anche le conoscenze tecniche in materia ambientale dello stesso Russino e dello staff che aveva scelto per guidare l’ente. Ma il vento del pseudo-cambiamento che prevedeva anche una spending-review in salsa catalana, impressa dal centrosinistra al governo di Alghero, ha deciso che ci dovesse essere l’accorpamento col Parco. Quest’ultimo vittima della stessa inspiegabile e demagogica volontà che lo ha portato ad non garantire alcun rimborso o emolumento a Cda e assemblea. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: Parco e Area Marina come dei gioielli sprecati.

Per ricordare l’importanza dell’Amp e le sue enormi potenzialità, oltre che progettualità avviate (ricordiamo solo al Grotta Verde che da sola potrebbe garantire al Comune introiti elevatissimi), abbiamo intervistato proprio Gianfranco Russino che, vista acnhe la sua veste di rappresentante politico, si è soffermato anche sulle vicende amministrative e non solo.

Nella foto Gianfranco Russino

Farris oggi lascia il Parco

ALGHERO – Oggi è l’ultimo giorno di Antonio Farris come presidente del Parco di Porto Conte. Un’anno e mezzo dopo la sua nomina (gennaio 2015), il professore indicato proprio dal sindaco Mario Bruno, ha deciso di lasciare l’ente di riserva terrestre. Qualtche settimana addietro aveva già annunciato la scelta al personale. Poi i passaggi nel Consiglio d’Amministrazione, l’ultimo questa mattina, e nel frattempo anche la comunicazione al sindaco.

Primo Cittadino che, a quanto pare, non avrebbe accolto bene tale scelta. Ma sono dimissioni perentorie che saranno ufficializzate nell’assemblea di questo pomeriggio (inizio fissato alle 19.00) a Villa Gioiosa. Alla base di tale scelta, a parte le classiche motivazioni personali, c’è un’evidente mancanza di dialogo con la politica e in particolare con la maggioranza consigliare. Questione che lo stesso Farris fece emergere in altre occasioni. Ma tali segnali non sono stati colti, tanto da arrivare allo strappo finale. Adesso il Sindaco con i suoi dovrà decidere e far votare dall’assemblea (ovvero il consiglio) un altro nome che pare, anche questo, dopo l’assessore all’Ambiente, sarà scelto dal gruppo dei consiglieri formato da Curedda, Fadda e Carta.

Intanto, questo è un altro colpo per una compagine che aveva basato quasi ogni suo passaggio in campagna elettorale sulle tematiche ambientali, ma dal servizio di igiene urbana fino all’Area Marina Protetta passando dal Parco non c’è stata alcuna evoluzione positiva e anche in questi settori, apparentemente strategici per un’alleanza con l’asse spostata a sinistra, Alghero è al palo.

Nella foto il Cda del Parco col direttore Mariani e il Presidente dimissionario Farris

S.I.

Ecotoni su Surigheddu-Mamuntanas

ALGHERO – Negli scorsi giorni si è svolto un incontro sulle aziende e terreni di Surigheddu e Mamuntanas. Pubblichiamo integralmente la nota invita alla nostra redazione dalla cooperativa EcoToni a firma di Chiara Rosnati e Tonio Mura.

Venerdì 9 settembre 2016, si è tenuto ad Alghero un incontro-dibattito sul futuro delle aziende di Surigheddu e Mamuntanas, circa 1200 ettari di fertili terreni agricoli di proprietà pubblica, interamente ricadenti nel comune di Alghero, lasciati forzosamente a riposo da più di trent’anni ed oggi interessati da un progetto di vendita da parte della regione che desta forti perplessità nella comunità algherese e non solo.
Il merito di questo interessante confronto è dello storico Comitato di Quartiere S.Agostino promotore e organizzatore dell’evento, cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. Non è la prima volta che questo Comitato si distingue per cogliere l’attualità di certi temi. Al nostro personale ringraziamento si aggiungono quello dei soci della cooperativa sociale Ecotoni onlus e del raggruppamento di imprese locali Terre Pubbliche nato per proporre un progetto multifunzionale di rilancio delle aziende, salvaguardandone però la proprietà pubblica.
Ha introdotto l’evento la dott.ssa Marina Sari, presidente del Comitato, lasciando il compito di coordinare l’incontro al prof. Antonio Farris, presidente del Parco di Porto Conte. Sono intervenuti: Raffaele Sari Bozzolo, presidente della Fondazione Meta, per delinerare il profilo storico delle due aziende; due collaboratori del prof. Alessandro Plaisant (Dipartimento di architettura, Università di sassari), Davide Casu e Emanuele Calaresu, sul ruolo delle due aziende all’interno di un territorio che unisce i diversi comuni confinanti; il prof. Sandro Dettori (Università di sassari) sulla valorizzazione delle due aziende in uno scenario mutifunzionale; il Prof. Pietro Pulina (Università di Sassari), su prospettive economiche delle terre pubbliche messe a reddito attraverso i contratti di affitto o l’alienazione del bene, e il dott. Raimondo Mandis, referente dell’ufficio del Presidente della Regione, per descrivere la posizione della Giunta regionale in merito al destino delle tenute.
Si riporta di seguito un contributo scritto da Tonio Mura e da Chiara Rosnati (soc. coop. sociale Ecotoni onlus.) che raccoglie e amplia quanto affermato durante l’intervento dal pubblico nella parte dedicata al dibattito.
Quanto ci è stato riferito dal dott. Raimondo Mandis, pur rispettando fedelmente la posizione della Regione Sardegna, ci pare non coincida con gli impegni presi dal Presidente Pigliaru e dal Sindaco di Alghero a Surigheddu, in occasione della conferenza stampa per la presentazione dell’Avviso esplorativo di vendita delle due aziende storiche del territorio di Alghero.
In quell’occasione è stato dichiarato che si sarebbe valutata la possibilità di destinare una porzione di quelle terre ai giovani e alle cooperative sociali per l’inserimento lavorativo di persone in condizione di svantaggio. Lo stesso Tonio Mura ha sottolineato l’importanza di utilizzare una parte di quelle terre, decisamente non distanti da Alghero, per attività di agricoltura sociale, rispondendo ad uno dei bisogni più sentiti del nostro territorio: dare una occasione occupativa a tante persone che per storia personale e altre circostanze non riuscirebbero mai a inserirsi in un mercato del lavoro già abbastanza selettivo e competitivo.
L’agricoltura sociale rappresenta un “nuovo” approccio che, attraverso iniziative promosse in ambito agricolo e alimentare da parte di aziende agricole e cooperative sociali, intende favorire il reinserimento di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre beni. Un nuovo approccio, o meglio, nel caso specifico delle tenute Surigheddu e Mamuntanas, un approccio recuperato in chiave moderna, se si pensa alla loro storia, nata con la Cooperativa Agricola Italiana fondata alla fine del 1900 da Augusto Perussia. L’intento era l’istituzione di una società mutua di utilità pubblica avente come obiettivi colonizzare, coltivare e rifertilizzare le terre italiane lasciate incolte e di fornire previdenza e assistenza alla classe contadina. Questa storia eccezionale è stata ben raccontata dal nuovo presidente della Fondazione META Raffaele Sari Bozzolo che, con grande preparazione e passione, ha sottolineato l’importanza di quel modello straordinario di agricoltura sociale sperimentato più di un secolo fa, e ancora così attuale nello spirito. L’intervento di Raffaele Sari Bozzolo ha avuto come filo conduttore la memoria storica, perchè il patrimonio più importante di una comunità è la sua memoria e si deve valorizzare ciò che ci è appartenuto e ci ha fatto crescere.
L’agricoltura sociale non deve essere interpretata come un ennesimo ammortizzatore sociale finalizzato all’assistenzialismo, ma rappresenta un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali, direttamente o indirettamente, possono applicare le politiche del welfare in ambito territoriale, coinvolgendo enti, aziende agricole e cittadini. Il risultato deve essere la produzione del lavoro e la valorizzazione delle terre agricole finalizzata alla produzione alimentare in forma auto-sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Sempre in occasione della Conferenza stampa a Surigheddu si parlò del bando “Terre ai giovani”, bando che il dott. Mandis oggi ci presenta come alternativo all’utilizzo di una parte delle terre di Surigheddu e Mamuntanas. Pur ritenendo positiva l’iniziativa, continuiamo a pensare che anche una porzione di Surigheddu o di Mamuntanas possa e debba essere destinata a interventi di agricoltura sociale (aperta ai giovani, ma anche ai meno giovani espulsi dal mondo del lavoro) anche alla luce di quanto riferito in questo incontro dal prof. Pietro Pulina (Economia agraria) in merito agli svantaggi che potrebbero derivare dalla vendita a un proprietario unico e dalla non diversificazione delle produzioni.
Per quanto riguarda in particolare la struttura del Bando “Terre ai giovani”, l’impatto ricadente sul territorio della Nurra è limitato a circa 35 ettari riferiti a 2 lotti (lotto 2: Sa Segada e Fighera – di circa 16 ettari divisi in 2 aree non contigue e prospicenti l’aeroporto, e lotto 8: Porticciolo, anche questo diviso in 2 aree separate dall’asse viario, di quasi 19 ettari) su un totale di circa 700 distribuiti in tutta la Sardegna, pari quindi a solo il 5% dei territori regionali messi a disposizione dal bando “Terre ai giovani”. Quindi il territorio algherese dovrebbe sacrificare in forma irreversibile (la vendita) circa 1200 ettari di terra pubblica, in parte tra le più fertili della Sardegna, ed avere in cambio 35 ettari in affitto per giovani agricoltori ed eventualmente per cooperative sociali.
La Soc. Cooperativa sociale EcoToni onlus di Alghero, come portavoce del raggruppamento di imprese che si riconoscono nel nome Terre Pubbliche, ha inoltrato alla Regione più di una missiva, chiedendo espressamente di essere ascoltati. Ci sarebbe bastata una mezz’ora per presentare il nostro progetto ma non siamo mai stati presi in considerazione, neanche per dirci che la proposta non era realizzabile.
Ricordiamo che aderiscono a Terre Pubbliche ben 30 imprese del territorio, con diverse competenze: imprese agricole, cooperative sociali, studi professionali. Non abbiamo presentato il progetto in quanto nell’Avviso esplorativo era chiesto espressamente di fare un’offerta economica per l’acquisto delle due aziende o parte di esse. Noi abbiamo sempre sostenuto che siamo disposti a pagare un canone di affitto e abbiamo chiesto per iscritto un’integrazione dell’Avviso con proposte finalizzate a questo scopo, anche per rendere più completa l’indagine di mercato. Anche su questo punto non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Sappiamo bene che una delle preoccupazioni della Regione è quella di rendere produttive le due aziende e di dare uno sbocco di mercato ai prodotti, anche attraverso l’esportazione. Questo concetto è stato riportato alla conferenza stampa di Surigheddu ed è stato ribadito all’incontro-dibattito dal dott. Mandis. La nostra proposta progettuale non si discosta da questi obiettivi per la cui realizzazione si ispira alla L.N. 18 agosto 2015 n. 141, Disposizioni in materia di agricoltura sociale, e di questa legge ne coglie, oltre allo spirito, anche le molteplici opportunità in termini di mercato, come ad esempio quanto previsto nell’art. 6, e cioè la possibilità per le aziende pubbliche che gestiscono mense pubbliche (es. scolastiche, ospedaliere, istituti di vario genere etc.) di dare una priorità ai prodotti locali che provengono dall’agricoltura sociale. Una decisione in tal senso stimolerebbe anche altri imprenditori agricoli, magari organizzati in rete, a dedicarsi a forme di agricoltura volte a limitare la dipendenza della Sardegna dai prodotti agricoli che provengono dal continente e dall’estero, e a rendere i prezzi della merce più competitivi. Sempre l’articolo 6 al comma 4 richiama la legislazione nazionale in merito alla alienazione di terreni di proprietà pubblica e sottolinea la priorità di favorire interventi per l’insediamento e lo sviluppo di agricoltura sociale. Purtroppo tale legge nazionale non è stata recepita da norme attuative deliberate dalla Giunta o dal Consiglio regionale. Di conseguenza, pur essendo in vigore dal oltre un anno,in terra sarda non se ne vedono le conseguenze. Sono almeno già 12, invece, le Regioni italiane che hanno allineato la loro legislazione con la legge quadro dell’agricoltura sociale, condizionandone anche i rispettivi Piani di sviluppo rurale (PSR).
Chiudiamo ringraziando tutti i relatori, per la competenza e la serietà con cui hanno esposto le loro tesi, contribuendo a rendere ricco e stimolante questo incontro-dibattito. Un ringraziamento va anche al Dott. Mandis, per la chiarezza con cui ha affrontato il tema della vendita delle due aziende. Oggi abbiamo capito decisamente meglio cosa ispiri la Regione e le motivazioni che spingono alla alienazione dei beni, seppur continuiamo a non condividere tale linea. Apprezziamo l’apertura e ci impegniamo a far conoscere le nostre proposte, nella speranza che qualcosa che non sia la vendita in toto possa accadere.
Notiamo, purtroppo, un’assenza pesante: la parte politica è stata rappresentata dal solo Sindaco Mario Bruno. Tra i partecipanti non abbiamo intravisto nè un assessore, nè un consigliere comunale, nè un rappresentante dei partiti o dei movimenti politici locali. Eppure non c’è stata campagna elettorale in cui le aziende di Surigheddu e Mamuntanas non siano state il cavallo di battaglia dei candidati più in vista, con tanto di proposte miracolose per riscattarle dal lungo oblio. Ci dispiace per loro, perchè hanno perso davvero un’occasione, forse irripetibile, per confrontarsi con una platea qualificata, come quella presente.

Tonio Mura
Chiara Rosnati

parco

Grimaldi organizza visita al Parco

ALGHERO – Promuovere le eccellenze ambientali, paesaggistiche, gastronomiche e culturali del Parco naturale regionale di Porto Conte e del territorio rurale di Alghero nel mercato spagnolo nei periodi di spalla della stagione turistica. Questo l’obbiettivo dell’”educational media tour” di una delegazione di giornalisti spagnoli e catalani giunti nell’area protetta regionale di Alghero per “assaporare” profumi, sapori e suggestioni del territorio di Porto Conte. Ad accompagnarli nelle visite guidate al territorio ( dalle meravigliose falesie di Cala Barca ai panorami mozzafiato di Monte Timidone) le guide del Parco di Porto Conte mentre a fare gli onori di casa erano presenti il presidente del Parco di Porto Conte Antonio Farris, il direttore Mariano Mariani e per l’Amministrazione comunale di Alghero l’assessore all’ambiente Raniero Selva.

All’assaggio di natura è seguito quello più gustoso presso l’agriturismo Agave, azienda certificata con il marchio di qualità della rete dei parchi e delle aree protette, che, unitamente ad altre aziende del territorio (Fauro, Riu, Mureddu, Rigàtteri) ha messo a disposizione una ricca offerta di piatti tradizionali, verdure, salumi, creme di legumi, formaggi, dolci che sono stati valenti ambasciatori del “mangiare bene e sano” del territorio della Riviera del Corallo. L’organizzazione dell’evento è stata curata e promossa dal servizio marketing di Grimaldi lines con il chiaro obbiettivo di promuovere e favorire l’arrivo di flussi turistici dalla Spagna e la Catalogna con il collegamento navale da Barcellona a Porto Torres. Flussi turistici attratti soprattutto dalle eccellenze naturali e gastronomiche della Riviera del Corallo e del suo territorio protetto apprezzabili in modo particolare nei periodi “non balneabili” dell’anno.

Non solo, Grimaldi lines in stretto accordo con il Parco regionale di Porto Conte punta a promuovere il turismo scolastico sfruttando la ricca e attraente offerta didattica proposta dal centro di educazione ambientale di Casa Gioiosa. Una ricca carrellata di attività all’aria aperta e non solo che abbracciano scoperta del territorio, della sua natura e della sua storia insieme alla promozione delle buone pratiche e il corretto uso delle risorse naturali. Erano presenti le seguenti testate giornalistiche: Radio Nacional De España, Gestiona Radio, Gastronomistas.com, El Mundo, Woman, Cocinatis.com, La Vanguardia Sezione Comer, El Periódico de Catalunya Sezione Gourmet , El Heraldo de Aragón Con Mucho Gusto, Levante.

Nella foto i giornalisti al Parco

S.I.

Ponte romano: nuova area verde |foto

ALGHERO – Inaugurata venerdi mattina (16 settembre) l’area verde antistante il “ponte romano” di Fertilia. Alla presentazione hanno partecipato oltre che il vertici dell’Ente Parco, il presidente Farris e il direttore Mariani anche gli assessori ai lavori pubblici Raimondo Cacciotto e all’ambiente Raniero Selva e l’architetto Gianluca Zini della Soprintendenza di Sassari.

Quest’ultimo ha inoltre illustrato tutti i lavori eseguiti negli anni che hanno portato al consolidamento del ponte. Sono stati poi presentati i lavori di recupero ambientale, bonifica dai rifiuti e riordino della segnaletica informativa con recupero di una vecchia staccionata di delimitazione portati avanti dal Parco naturale regionale di Porto Conte in collaborazione con il Comune di Alghero e il supporto operativo della Geoparco Scar/Ati Ifras. Il sito oggi si presenta ordinato, pulito e gradevole per passeggiate all’aria aperta, attività di osservazione dell’avifauna della laguna del Calich.

Con la conclusione inoltre, del nuovo tratto di pista ciclabile realizzato dal Comune di Alghero l’area del “ponte romano” rappresenta un ulteriore luogo di fruizione sia sotto il profilo naturalistico che di attrazione turistica vista la presenza del vecchio ponte anch’esso consolidato attraverso due distinti interventi svolti dalla Soprintendenza ai beni artistici e architettonici di Sassari. Recentemente inoltre il Comune è riuscito a ripristinare una parziale illuminazione notturna del ponte ricreando una suggestiva cornice al paesaggio lagunare.
Nelle foto la nuova area verde

P.S.

Valorizzare la via ferrata del Cabirol

ALGHERO – “Centinaia i turisti, stranieri e non che, a settembre inoltrato, raggiungono ancora Capo Caccia per percorrere la via ferrata del Cabriol, percorso escursionistico attrezzato che percorre le pareti rocciose del promontorio a ovest, tra il belvedere della Foradada e le Grotte di Nettuno. Siamo evidentemente di fronte a un’attrazione turistica vera, spettacolare, unica. Una perla nascosta di Sardegna che dovrebbe essere valorizzata e tutelata in quanto portatrice di economia green e divulgatrice nel mondo della strabiliante bellezza del gigante addormentato di Alghero e delle zone circostanti”. Cosi i Comitati di Borgata di Guardia Grande – Corea, Maristella, Sa Segada – Tanca Farrà

“Di recente la ferrata del Cabriol è stata oggetto di attenzione da parte di associazioni ambientaliste che, sollevando problemi di sicurezza, hanno evidenziato questioni come “Siamo all’interno di un Parco, è un sito Natura 2000, è un Sito di Interesse Comunitario, è una Zona di Protezione Speciale” e così via. Crediamo innanzitutto che la ferrata del Cabriol sia diventata un’importante attrazione turistica del territorio algherese e non debba in alcun modo essere messa in discussione la sua esistenza. Siamo peraltro convinti che debba senz’altro divenire un percorso sicuro laddove presenti delle lacune in tal senso. Relativamente alle questioni Parco, SIC, Natura 2000 e altri lacci e lacciuli amministrativi che l’essere umano pone in essere, crediamo che, Alghero, non possa privarsi delle sue perle, se fruite con amore e rispetto. Come la via ferrata, anche la scala che porta alle Grotte di Nettuno ricade nello stesso ambiente e dovrebbe quindi essere chiusa?”

“I visi sorridenti delle persone che si incontrano sul tratto di promontorio mentre si apprestano a percorrere la Ferrata del Cabriol chiedendo informazioni su dove si trovi, diventano di stupore al loro ritorno per la meraviglia del luogo. Questo non ha prezzo, è la linfa che tiene in vita il territorio. Siamo dell’idea che non sia più rimandabile la valorizzare in chiave naturalistico – sportiva di Porto Conte e che ogni piccola rinuncia sia un grave danno, sia per Alghero, sia per la Sardegna intera”.

Nella foto la zona del Cabirol

S.I.