Quinte Scene, mostra su Rossini

ALGHERO – Non si tratta di una semplice mostra fotografica sul ROF ( Rossini Opera festival ) e i suoi spettacoli, ma di un percorso, visivo ed emozionale, lungo trenta estati passate da Fulvia Amati, Silvano Bacciardi e i loro collaboratori nella sala macchine del Festival, del quale sono stati prima ragazzi di bottega e poi, via via, i veri e propri cantori di una storia gloriosa da loro vissuta in prima persona come parte integrante del Popolo del ROF nei luoghi dove esso rinasce ogni anno. Le immagini selezionate privilegiano gli spettacoli, cioè la parte visibile a tutti della manifestazione, riproposti secondo un punto di vista privilegiato e profondamente personale, senza troppe preoccupazioni di fedeltà a criteri cronologici o cronachistici.

Così descrivono la mostra gli autori: “L’incontro con il Rossini Opera Festival ha impresso alla nostra vita una svolta decisiva verso la fotografia e il teatro. La possibilità di vivere questa avventura dall’interno, e la libertà di movimento che ci è sempre stata concessa, ci hanno permesso di esplorare, conoscere e sperimentare i limiti della rappresentazione fotografica della scena e definirne una personale interpretazione. Ed è appunto sulla scena che si concentra questo progetto, con fotografie spesso inedite; immagini di concezione inconsueta rispetto ad altre mirate unicamente alla funzione comunicativa del momento. Immagini fissate da punti di vista inusuali, che propongono una lettura personale e che si estende e si amplia attraverso la capacità evocativa e narrativa propria di uno sguardo fotografico ravvicinato, persistente e costantemente coinvolto”.

La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni con il seguente orario: dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 21 presso la sala di San Francesco in via Carlo Alberto n°46. Durante il corso della mostra è previsto un incontro con gli autori e per l’occasione verranno invitati i fotografi algheresi, le associazioni e gli appassionati di fotografia.

Nella foto un immagine della mostra

S.I.

10 Agosto, Notte Poeti a Villa Edera

ALGHERO – Nel parco di Villa Edera, B & B di Alghero in via De Biase n. 21, venerdì 10 agosto a partire dalle 20,30 settima edizione dell’incontro “10 Agosto, Notte con i poeti”, in ricordo di Giovanni Pascoli e della sua celebre lirica dedicata alla notte di San Lorenzo. Dopo i saluti di Ivan Perella, direttore di Villa Edera, Neria De Giovanni presenterà e coordinerà le letture e le performance degli scrittori invitati che si avvicenderanno al microfono per interpretare alcune loro liriche.

I cantautori algheresi Antonello Colledanchise, Paolo Dessì e Davide Casu interpreteranno testi poetici accompagnandosi con la musica. Enrico Fauro, presidente dell’Associazione AnalfabElfica interpreterà il monologo del Macbeth dei vaticini tra le streghe.

Parteciperanno: Marisa Castellini, Massimiliano Fois, Marco Balbina, Maria Grazia Pes, Raffaele Ciminelli, Angela Baldino, Adriana Mannias Baradino, Sergio Bolgeri, Giuseppe Sechi, Franco Achenza, Stefano Idili, Antonio Maria Masia, Antoni Canu, Domenico Marras, Tiziana Meloni, Margherita Lendini, Cinzia Paolucci, Fatime Fiku. La settima edizione della “10 Agosto, Notte con i poeti” si chiuderà, come sempre, con un welcome drink offerto da Villa Edera.

Nella foto l’ultimo incontro a Villa Edera organizzato all’interno del Versatile

S.I.

Teatro e circo, ritorna Mamatita

ALGHERO – Sarà Giuseppe Boron il primo ospite ufficiale di Mamatita Festival 2018. Domani – venerdì 10 agosto – alle 18.30 il presidente del Fnas, la Federazione nazionale delle arti di strada, parteciperà a un incontro pubblico nel dehors della birreria Il tocco del prete, in piazza del Teatro. Sarà quella l’occasione in cui sarà presentata ufficialmente l’edizione di quest’anno della rassegna di teatro di strada e discipline circensi, organizzato da Spazio T per la direzione artistica di Chiara Murru, che dal 1° al 29 settembre invaderà le strade e le piazze della città. Con Chiarra Murru e Giuseppe Boron interverranno il sindaco di Alghero, Mario Bruno, Sara Saez del Teatro Silfo e Ignazio Chessa, artista versatile, titolare del minuscolo ma grandissimo spazio denominato Lo Teatrì.

Insieme ad attori istituzionali, economici, sociali e culturali, si promuoverà un confronto pubblico e aperto sull’idea della città che si fa teatro, dell’arte che si appropria degli spazi pubblici e attraverso un costante processo di rigenerazione urbana gli affida una nuova funzione sociale, restituendoli alla comunità e ridisegnando i confini della coesistenza tra esigenze diverse, che insieme contribuiscono a rendere ricca la vita di un luogo, predisponendolo al confronto con altre realtà e altre esperienze: esattamente ciò per cui dallo scorso anno Chiara Murru e lo Spazio T hanno deciso di dare vita a un festival che si apre al confronto con l’Europa e il Mediterraneo, con l’idea di creare una rete che consenta ai protagonisti della scena artistica locale di ampliare i propri orizzonti, non solo in senso geografico.

Nella foto un’immagine del Mamatita dell’anno passato

S.I.

Versatile, Miden strega il pubblico

ALGHERO – Non è certo facile, di questi tempi, con pochissimi mezzi, dar vita ad un’assise come quella di ieri sera a Villa Edera. La presentazione dell’ultimo libro di Veronica Raimo, principalmente grazie alla fruttuosa sinergia tra Nemapress e Primigenia e la collaborazione con la libreria Il Labirinto, e in particolare per l’impegno di Neria De Giovanni, ha riscontrato un notevole successo ed è stata molto apprezzata all’interno delle “Letture d’Estate” che continueranno per tutt’Agosto. Ovviamente non poteva non essere così positiva se non fosse stato per la stessa protagonista che si è “aperta” al pubblico in maniera totale e senza filtri rispondendo anche alle domande delle persone giunte in via De Biase in maniera copiosa, sebbene fosse una delle giornata più calde dell’anno.

Ad aprire la serata è stato Ivan Perella che, giustamente, nella prima uscita pubblica della casa editrice algherese ha voluto ricordare il padre Carlo e marito di Neria, recentemente scomparso. A seguire la parola a Stefano Idili. Il direttore di Algheronews e operatore culturale, co-organizzatore dell’appuntamento, all’interno della manifestazione Versatile, ha introdotto la Raimo ricordando anche il loro incontro avvenuto a Berlino durante l’Erasmus a cavallo del millennio (1999/2000). Un’esperienza cruciale, fondante e ricca di accadimenti connessi con gli studi che ha influenzato anche il percorso artistico e personale di entrambi.

A seguire, l’autrice romana ha letto alcuni passaggi del romanzo. Lo stile della scrittura e pure la lettura hanno ammaliato i presenti che hanno seguito ogni parola fino all’ultimo. Dopo di che è stato aperto il dibattito che si è impreziosito dai contributi di Marisa Castellini e Speranza Piredda. Come rappresentanti del mondo sociale, culturale e anche politico, hanno snocciolato Miden in maniera meticolosa offrendo spunti molto interessanti al dibattito. In particolare l’ex-assessora ai Servizi Sociali ha lodato, senza troppi giri di parole, Veronica Raimo e il suo lavoro indicandolo come foriero di un percorso virtuoso e di successo che attenderà la scrittrice.

La serata si è chiusa tra gli applausi, non prima però di qualche ulteriore contributo dal pubblico che è servito ancora di più a sviluppare il discorso e dunque la conoscenza del romanzo. Libro che è stato acquistato da molte persone. Tra autografi e aneddoti, c’è stato il congedo dell’autrice, organizzatori e del numeroso pubblico presente che ha visto anche la partecipazione di alcuni rappresentanti politici tra cui Enrico Daga, Giusi Piccone e Marco Di Gangi e il supporto di Massimiliano Lepri. I protagonisti si sono lasciati con la promessa che a breve ci saranno nuovi progetti e collaborazioni da proporre al pubblico.

Nella foto l’incontro di ieri sera a Villa Edera ad Alghero

S.I.

Veronica Raimo ad Alghero |video

ALGHERO – Oggi, giovedi 2 agosto, dalle 19.30, ci sarà il primo degli appuntamenti delle “Letture d’Estate e Villa Edera”. In via De Biase, ad Alghero, zona la Cunetta, a tagliare il nastro sarà Veronica Raimo. Scrittrice romana. Ha recentemente pubblicato, per Mondadori, “Miden”. Un romanzo molto interessante, particolare e intrigante che sta riscontrando un ottimo successo visto anche il suo taglio sociale, ma piuttosto visionario. L’appuntamento di oggi è realizzato dall’associazione Primigenia in collaborazione con Nemapress e Libreria “Il Labirinto” all’interno del programma di arte e musica elettronica Versatile. Questa sera, oltre l’introduzione della “padrona di casa” Neria De Giovanni, ci sarà spazio per un dibattito a cura di Marisa Castellini, Speranza Piredda col contributo del giornalista e operatore culturale, direttore di Algheronews, Stefano Idili. E questa mattina, appena atterrata da Roma, abbiamo intervistato Veronica Raimo che ci ha parlato di Miden, Sardegna e anche di musica.

Nella foto e video la scrittrice Veronica Raimo

S.I.

Arte e musica, ritorna il Versatile

ALGHERO – Come da 7 anni a questa parte, in piena estate ritorna ad Alghero il Versatile. Il weekend dedicato alle principali espressioni artistiche con al centro da sempre la musica. In particolare quella non dozzinale e commerciale, ma di qualità e più ricercata. Nessun biasimo per chi si adopera con passione a proporre quel tipo di offerta, ma come dimostrano numerosi eventi sparsi in tutto il Mondo, le proposte di qualità, ovviamente non da subito, con alla base un grande impegno e pure col supporto degli enti pubblici e privati, hanno spesso portato ingenti introiti e ritorni economici e di immagine per i luoghi che li hanno ospitati.

Nel frattempo, ultimamente in versione più contenuta e low-cost, il Versatile va avanti e questo grazie all’associazione Primigenia che da anni è al centro dell’offerta culturale del territorio con numerosi concerti, formate ed eventi organizzati, tra cui proprio il Versatile. Giunto alla sua settima edizione, quale numero simbolicamente importante, rappresenta una sorta di anno zero e nuovo inizio.

Ad “aprire le danze”, per la prima volta, sarà la presentazione di un libro che sta avendo un enorme successo. Miden di Veronica Raimo uscito su Mondadori. Parla di violenza sulle donne, ma non solo. Racconta la società di oggi, da Roma a Berlino, attraverso gli occhi di una scrittrice artista nel senso vero della parola vista anche la sua conoscenza in particolare della musica per cui scrive su Rolling Stone e altre riviste nazionali. Appuntamento che si terrà a Villa Edera all’interno degli appuntamenti “Letture d’Estate” organizzate da Nemapress e in questa occasione in collaborazione anche col la libreria Labirinto di Alghero.

A seguire il classico weekend di musica partendo da venerdi 3 agosto al Riservato Beach Club con Simone Lindiri, Sickboy, artefici dell’appuntamento estivo nel locale di Lorenzo Sagrati e Lorenzo Sanna, ospiteranno anche il guest dj direttamente da Barcellona, Matteo Spedicati fresco di pubblicazioni con etichette di caratura mondiale e recente ospite di spettacolari one-night nell’isola di Ibiza.

Sabato 4 agosto, doppio appuntamento con Bettosun, uno dei dj sardi più noti, capaci e longevi in ambito house suonerà dalle 19 alle 22 al Lido e dalle 23 fino a tardi all’Arca. Domenica 5 agosto grande chiusura ancora all’Arcafè con Simone Lindiri in uno special long set basato sulla nuova scena elettronica made in Romania. Da evidenziare che tutte le serate hanno un ingresso gratuito e sono finalizzate alla diffusione della musica di qualità sottolineando anche l’aspetto culturale del mondo dell’intrattenimento.

Nella foto una serata con in consolle il dj Matteo Spedicati

S.I.

Street photo fest ad Alghero |video

ALGHERO – Dai giurati agli ospiti, passando per i collettivi e i concorrenti del contest: Alghero sarà la casa di alcuni dei più importanti interpreti contemporanei al mondo di street photography. Dal 25 al 27 maggio la Riviera del corallo, nella Sardegna nordoccidentale, ospiterà il Festival internazionale della fotografia di strada e d’autore. È l’atto conclusivo di Alghero Street Photography Awards, contest cui hanno preso parte oltre 4mila autori provenienti da più di 50 Paesi sparsi per il pianeta e divisi in cinque categorie: fotografia di strada, ritratto di strada, fotografia di viaggio, fotografia documentaria, progetto e ricerca personale e una speciale categoria dedicata al racconto dell’isola.

Officine di Idee, l’associazione algherese che ha messo in moto l’organizzazione di ASPA18, punta a farne un appuntamento fisso, per appassionati e addetti ai lavori. Un’occasione, un momento e un luogo – il festival, la primavera e Alghero, al centro del Mediterraneo – per discutere di fotografia, di comunicazione, di reale, di arte, di cultura e di nuovi linguaggi in grado di mettere in connessione mondi che spesso, al contrario della fotografia di strada, si specchiano ma non si riconoscono fino in fondo. Grazie alla partnership di Fujifilm, al sostegno di Fondazione di Sardegna, al supporto di Comune di Alghero e Fondazione Meta Alghero e alla collaborazione di altri partner privati, la prima edizione di Alghero Street Photography Awards sarà animata da mostre, esposizioni, incontri, performance, workshop e letture con vere e proprie star della fotografia di strada mondiale.

Tra gli ospiti d’onore ci sono anzitutto i giurati che hanno selezionato i finalisti del contest di cui sabato si proclamerà il vincitore. David Gibson é nato nel 1957 a Ilford, Regno Unito, dove è nata la pellicola. Studi e lavoro da assistente sociale, all’inizio la suo fotografia riguardava anziani, bambini e disabili. La svolta nel 2000 con l’adesione al nascente collettivo In-Public. Scatta foto di strada da oltre 25 anni, è pubblicato ed esposto in numerosi contesti. Ha tenuto workshop a Londra, Beirut, Singapore, Varsavia, Amsterdam, Stoccolma, Bangkok, Atene. È autore di Street Photography. Manuale del fotografo di strada, best-seller di Thames&Hudson del 2014, tradotto in 7 lingue. Ha giudicato le opere della categoria Fotografia di strada.

Massimo Mastrolillo è di Torino, vive a Roma. Laureato all’Istituto europeo di Design di Roma. I suoi documentari a lungo termine testimoniano le conseguenze di guerre e disastri naturali e le loro ripercussioni sociali. Tra i suoi progetti più importanti Mozambique a nation balanced between poverty and dream, Indonesia: just another day, White murder, Bosnia and Herzegovina: if chaos awakens the madness, Life after zero hour and Aliqual. Pubblicato in numerosi giornali internazionali, ha partecipato a molte mostre e ha vinto premi come World Press Photo, Picture of the year international e Sony World Photography Awards. Ha giudicato le opere della categoria Documentario.

Gianluca Colla, fotografo e videomaker, racconta storie fotografiche avvincenti, dando enfasi a piccole e sconosciute vicende con immagini di forte impatto. È stato nelle più desolate aree del mondo e ha partecipato a spedizioni in Amazzonia, Antartico, il circolo Artico, India, Costa Rica e Islanda. È membro della National Geographic Creative, è stato pubblicato dalle riviste più prestigiose, i suoi clienti sono grosse agenzie pubblicitarie, organizzazioni non-profit e riviste. È un Fujifilm X-Photographer, brand ambassador per le fotocamere e obbiettivi X-Series Fuji. Tiene lezioni di reportage all’European Institute of Design. Ha giudicato le opere della categoria Fotografia di viaggio.

Augusto Pieroni, storico e critico di arte contemporanea, curatore e saggista. Già docente di Storia della fotografia all’Università di Roma La Sapienza e all’Università della Tuscia di Viterbo, insegna Arti Visive e Progetto Creativo Personale alla Scuola Romana di Fotografia, Analisi Critica e Costruzione del Portfolio alle Officine Fotografiche e Storia della Fotografia allo IED Moda e la RUFA. È autore di Leggere la fotografia e altri libri. L’ultimo si intitola Portfolio! Costruzione e lettura delle sequenze fotografiche. Suoi articoli si trovano su riviste come Aperture, HotShoe, Eyemazing, Muse, Around Photography e FotoCult. Ha giudicato le opere della categoria Progetto e ricerca personale.

Salvatore Matarazzo, viareggino, esegue ritratti espressivi, descrive manie e ossessioni contemporanee. Inizia come fotoreporter al Tirreno e per agenzie. Attirato da vita di strada e spazi pubblici, usa il flash in modo istintivo, non convenzionale. Nel 2012 lascia il fotogiornalismo e si dedica alla street photography come forma espressiva incondizionata. Ha pubblicato nelle migliori riviste. Nel 2013 aderisce al collettivo Elephant Gun. Nel 2014 dedica il suo primo libro, Carnival, a Viareggio. È stato finalista al Miami Street Photography Festival. Col progetto Darwin is Street è arrivato terzo al TIFA, esposto al Pasa Futura Festival di Suwon, Sud Corea. È nel collettivo Full Frontal Flash. Ha giudicato le opere della categoria Ritratto di strada.

Uno dei protagonisti del Festival internazionale della fotografia di strada e d’autore sarà senz’altro Ziyah Gafic. Nato a Sarajevo, 38 anni, laureato in Letteratura comparata a Sarajevo, dal 1999 viaggia e copre fotograficamente i maggiori eventi in più di quaranta Paesi. Il suo lavoro è stato esposto in importati gallerie e festival come Visa pour l’Image a Perpignan, Rencontres d’Arles e Fovea Editions a New York. Ha vinto il World Press Photo, il Photo District News Award e il Kodak Award for Young Reporters at Visa pour l’Image. Con Brevi storie da società complicate l’obiettivo di Gafic cattura la calma e la determinazione delle persone che cercano di portare avanti la loro vita nonostante situazioni di crisi o conflitto. La ristretta selezione di foto, focalizzata sul doppio binario tematico della fede e dell’infanzia, suggerisce una nuova e fresca riflessione sulla complessità del contemporaneo vissuta come risorsa e non come ostacolo.

Alghero ospiterà in anteprima europea Rauschen, installazione multimediale di Christian Reister, fotografo tedesco, già ospite di diversi festival internazionali come il Photofestival di Arles, in Francia, e Fotografia Europea a Reggio Emilia. Arriva da Mykolayiv, in Ucraina, e ha appena 27 anni Sergey Melnitchenko. Membro di Upha – Ukrainian Photographic Alternative. Il suo lavoro racconta il periodo in cui ha vissuto in un night club cinese. Molto più interessante del palco, la vita dietro le quinte mescola sesso e desolazione, avventura e redenzione. Tornano spesso e volentieri in Sardegna quelli del Boski Collective, collettivo polacco attivo dal 2014. I suoi componenti agiscono in numero multiplo, mai definito. Credono nel concetto di collettività e di opera condivisa. Come suggerito dal loro stesso nome – boski in polacco significa divino – indagano il concetto del divino declinato nelle piccole cose quotidiane suggerendo la riscoperta della meraviglia nei gesti più semplici, percependo la vita come una sorta di continua epifania.

Straordinaria anche la presenza di collettivi che hanno detto sì alla prima edizione di ASPA, che per Alghero sarà una grandissima vetrina. Un-Posed è nato nel 2011 ed è composto da fotografi specializzati in street photography intesa come una forma non posata di documentazione. Il genere rivela i simboli e gli aneddoti nascosti nella vita di tutti i giorni, che generalmente passano inosservati. Berlin1020 è un collettivo di sei street photographer berlinesi con base a Berlino. In un mondo appesantito da un costante diluvio di immagini usa e getta, Burn my Eye cerca di fornire una considerazione fotografica riflessiva e informata sulle circostanze, un modo per vedere la superficialità e la pretesa del passato, per bruciare l’impiallacciatura della società e vedere veramente. Il collettivo Bulb è composto da artisti attivi nella fotografia urbana e rurale con un taglio espressivo delle immagini altamente estetico e poetico. Condividono la stessa visione ma non lo stesso punto di vista, il che da la giusta polifonia al loro scopo estremamente ambizioso di coprire tutti gli aspetti del neorealismo balcanico e creare immagini iconiche, nella metamorfosi e nell’interpretazione di tutti gli aspetti della vita in questa parte del mondo altamente contraddittoria e affascinante. InQuadra è un collettivo fotografico fondato nel 2014 e focalizzato principalmente sulla fotografia di strada, anche se lo scorso anno ha deciso di allargare il proprio “campo visivo” e aprirsi anche ad altri stili fotografici, lasciando i membri liberi di esprimersi attraverso qualsiasi altro genere fotografico. InQuadra è attualmente composto da nove fotografi residenti in Italia, nel Regno Unito, in Belgio e in Norvegia. SPontanea è un collettivo di fotografi italiani dedicato alla street photography, nato nel 2013. SPontanea è la convergenza di diversi stili e visioni. SPontanea è anche promozione di progetti, temi e idee sulla Street Photography, sia all’interno del collettivo sia nel più ampio panorama fotografico italiano. In-Public è nato nel 2000 per fornire una casa ai fotografi di Street, collettivo non commerciale, continua a esplorare le possibilità di questo settore. Tutti i fotografi del collettivo coltivano la capacità di vedere l’inusuale nella vita di ogni giorno e catturare il momento. Chiude Full Frontal Flash, collettivo internazionale che concentra la sua ricerca sull’uso del flash nella fotografia di strada.

Nella foto e video Gianni Marti e Marcello Perino dell’associazione che ha organizzato Aspa

S.I.

Alghero, mostra Giro d’Italia

ALGHERO – A un anno dalla Grande Partenza del 100° Giro d’Italia, Alghero mostra le più belle foto scattate dai suoi cittadini. Installazioni sulle strade, mostre, le ortensie nel cielo, gli orizzonti rosa colorati sul mare. Ideata da Giorgio Donini, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale col Sindaco in testa, realizzata grazie al prezioso contributo degli studenti del Liceo Artistico di Alghero con cui si consolida un rapporto privilegiato negli allestimenti urbani, la mostra è realizzata dalla Fondazione Alghero in uno dei luoghi simbolo della città per popolarità e frequentazione, il Mercato Civico di via Sassari.

300 gli scatti che andranno ad impreziosire i banchi del pesce e quelli colorati della frutta, in un percorso d’immagini unico che evoca i momenti più belli di un’esperienza che rimarrà nella storia della città. “Ognuno ha fatto qualcosa di originale, ha abbellito la città, l’ha impreziosita, colorata. Un amore straordinario e contagioso, che tutti hanno notato, apprezzato, valorizzato e raccontato. È la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini che consegnano una città più ricca, capace di stupire il mondo.

Uno spirito che rimane e si fortifica, una grande palestra di coesione sociale che si è cementata anche dopo il Giro per continuare a rendere insieme all’Amministrazione, armoniosa e decorosa, pulita e ben curata la nostra Città di Alghero” recita il pannello esplicativo Ri-Giro 100+1. L’inaugurazione è prevista per la giornata di sabato 12 maggio (ore 10.45).

Nella foto l’allestimento della mostra

S.I.

Street photo, festival ad Alghero

ALGHERO – Dal 25 al 27 maggio la Riviera del corallo, nell’estremità nord occidentale della Sardegna, farà da suggestivo scenario alla prima edizione di Alghero Street Photography Awards, un festival internazionale dedicato alla fotografia di strada autoriale. Nel cuore del Mediterraneo, in Sardegna, l’unica città italiana di cultura, identità e lingua catalana sarà per tre giorni il luogo in cui si incontreranno addetti ai lavori e appassionati di un’arte resa sempre più democratica dalla tecnologia. Nel bene e nel male l’immagine, la sua potenza espressiva e la sua immediata capacità di “dire” ha preso il sopravvento sugli altri linguaggi comunicativi, soprattutto nelle arene virtuali, e questo sta trasformando il mondo della fotografia e l’approccio di moltissime persone a quest’arte, la cui diffusione è inarrestabile ma paradossalmente rischia di negare il valore e l’importanza del lavoro autoriale. Invece è proprio su quello che si concentrerà Aspa 2018, organizzato dall’associazione algherese Officine di Idee proprio per raccontare il mordo attraverso lo sguardo affinato e sensibile di chi fa della fotografia un’esperienza artistica, uno strumento di riflessione critica sulla realtà.

Alghero Street Photography Awards è esattamente questo: il mondo raccontato dalle vie, dalle piazze, da dietro i palazzi, in fondo a un prato di periferia. Una realtà narrata attraverso storie ai margini, dal bordo di una strada a senso unico, dove scorre tutto, dal centro agli estremi, dal potere globale ai luoghi in cui trovano casa le povertà più estreme, materiali e non solo. Comunità dimenticate, raccontate attraverso i loro sguardi, i loro frammenti, con l’occhio avvezzo, quasi clinico, di chi in quei posti c’è stato, e ha visto la gioia e l’inquietudine di mondi lontani ma comuni, resi tali dalla distanza dal centro. Perché si può essere periferia anche nel cuore di una grande città e si può essere centrali anche ai margini del Mediterraneo, in Sardegna, nella Riviera del corallo, ad Alghero, luogo in cui si incontrano idealmente – e dibattono, in un certo senso – le migliaia di autori che hanno già partecipato ad Aspa 2018, che è stato prima di tutto un contest.

L’esito della sfida lanciata da Alghero sarà al centro della programmazione del festival internazionale della fotografia di strada che si terrà a fine mese. Durante tre giorni di mostre, performance, riflessioni, esibizioni ed eventi collaterali – senza trascurare la possibilità di visitare i numerosissimi siti di interesse artistico, culturale e naturalistico che Alghero può offrire in qualsiasi stagione dell’anno, per non parlare delle peculiarità di un’enogastronomia fortemente basata sulle eccellenze produttive locali – i vincitori saranno proclamati e premiati, e la città si farà teatro di incontri straordinari, di eventi unici. Sicuramente a livello regionale, quasi certamente a livello nazionale, probabilmente anche in ambito internazionale. A poche settimane da quell’appuntamento, il cui programma sarà ufficializzato nei prossimi giorni, si può già dire che Aspa 2018 ha già fatto centro. Migliaia di opere provenienti da 52 Paesi sparsi per il mondo, cinque categorie, altrettanti giudici di assoluto livello nel panorama internazionale: evidentemente la domanda che Aspa 2018 ha posto era legittima, il dubbio che ha sollevato era fondato. La selezione è ormai completata, ogni giurato ha scelto la propria cinquina in vista del rush finale. I nomi dei partecipanti sono ancora top secret, ma se può bastare per spiegare l’exploit di una manifestazione appena nata, tra loro ci sono i vincitori di premi come Sony World Photography Awards, World Press Photo, Moscow International Foto Award, Tokyo Photo Awards e Street Photography Awards.

La Sardegna negli ultimi anni ha investito molto nella fotografia. L’idea di un contest ad Alghero nasce per ampliare l’offerta di realtà ormai consolidate, nate per promuovere e dare visibilità a giovani talenti e a fotografi affermati. Alghero Street Photography Awards è pensato e organizzato da Officine di Idee, associazione di appassionati algheresi, sparsi tra la loro città e altri luoghi ma uniti da due comuni obiettivi: fare di Alghero la sede di un evento di portata internazionale dedicato alla fotografia di strada, anzitutto, e poi stimolare il dibattito sul rapporto tra foto e realtà, tra immagine e reale, tra ciò che è e ciò che si vuol vedere. Perché in fondo la street photography è esattamente una via di mezzo, è il rischio di ritrovarsi di fronte a ciò che di solito si evita di guardare. E fare un contest, almeno in questo caso, significa prendersi una responsabilità verso la realtà. La scelta di investire sul tema della strada in tutte le sue declinazioni possibili, dando soprattutto spazio alle storie fotografiche, non delimita il raggio, ma lo amplia.

Nel prossimo fine settimana, in occasione della tappa algherese di Monumenti Aperti, tre delle antiche torri che si trovano lungo il perimetro dell’antica città murata ospiteranno una ricca anteprima del festival, che annovera tra i suoi partner Comune di Alghero, Fondazione Meta Alghero, Fondazione di Sardegna e Fuji. Il 12 e il 13 maggio alla Torre di Porta Terra, alla Torre di San Giovanni e alla Torre di Sulis apriranno i battenti le mostre, rispettivamente, di Salvatore Ligios, Luca Spano e Pierluigi Dessì.

Torre di Porta Terra _ Salvatore Ligios _ Làcanas. Gl’incerti confini

Salvatore Ligios è nato a Villanova Monteleone, nella provincia di Sassari, nel 1949. È stato docente di Storia della fotografia all’Accademia di Belle Arti di Sassari. Tra il 2000 e il 2008 è stato direttore del museo Su Palatu, ora attivo come associazione culturale. Ha esposto in Italia e all’estero e ha pubblicato oltre quaranta libri fotografici.

Il lavoro fotografico di Salvatore Ligios si concentra su alcuni elementi caratteristici della retorica paesaggistica, andando a minarne la staticità e immutabilità. Il suo obiettivo si concentra su un paesaggio instabile, senza riferimenti precisi e assoluti, che riflette un’indeterminatezza culturale tipica del passaggio tra i due millenni. Un paesaggio incerto e invisibile, in una certa misura, perché non gratificato dalla cura dello sguardo. In una formula asciutta e contemplativa, questo resoconto fotografico diventa il racconto critico dell’invasione dell’orizzonte, la sottomissione di una terra a un invasore culturale, la svendita dei sogni e dei bisogni.

Riflettere sulle trasformazioni che hanno interessato il paesaggio contemporaneo, coglierne le implicazioni sociali ed esistenziali significa prendere atto di un fenomeno culturale di notevole complessità. I due termini di luogo e identità non sono tra loro semplicemente addizionati, ma necessari l’uno all’altro fino a farli coincidere. È una sfida articolata, politicamente schierata, ma soprattutto è un percorso di responsabilità, questa ricerca che diventa il tentativo di trovare una cifra, una struttura per ogni singola immagine. E dentro ogni singola immagine, un’intera regione.

Torre di San Giovanni _ Luca Spano _ Blood shift

Luca Spano è del 1982. È nato a Cagliari. Laureato in Scienze della comunicazione alla Sapienza di Roma, continua i suoi studi a Londra, dove prende un MA in Fotografia al London College of Communication e un MFA alla Cornell University. Cura diversi eventi di fotografia come Menotrentuno International Photographic Festival in Sardegna. Manager dell’agenzia fotografica OnOff Picture a Roma.

Il suo progetto esplora il paesaggio sottomarino della Sardegna usando il confine creato dalla mancanza di visibilità nella profondità delle acque. Questo diventa una metafora del concetto di rappresentazione fotografica. La ricerca riguarda le distese marine che nascondono immagini che i nostri occhi non possono vedere, dove il mezzo fotografico non può tracciare contorni nitidi, lasciando spazio all’incertezza del vuoto. Sotto la superficie dell’acqua, in questo ambiente indefinito senza chiare coordinate, la percezione dell’infinito diventa il soggetto principale, una sorta di pieno/vuoto che circonda il fotografo e l’atto stesso del fotografare. Questo soggetto svela i confini strumentali della fotografia, dove la rappresentazione fotografica perde la sua veridicità, lasciando spazio a qualcosa di presumibile, ma che non si può possedere. A livello intimo, questo corpo di lavoro si riferisce anche alla riflessione esistenziale sulla conoscenza umana: il vuoto, oltre l’orizzonte di un’isola, diventa una riflessione sulla nostra relazione con il conoscibile. Spano ha sviluppato il progetto usando la tecnica dell’apnea, quindi trattenendo il respiro. Questa disciplina gli ha permesso di sentire le intense sensazioni dell’acqua profonda direttamente sul suo corpo.

Torre di Sulis _ Pierluigi Dessì _ Confini invisibili

Pierluigi Dessì è nato a Cagliari nel 1964. Si specializza in fotografia pubblicitaria alla Scuola superiore di comunicazione Ied di Cagliari, dove poi torna come docente di Tecniche di ripresa fotografica e tecnica di stampa. Attualmente fa parte del direttivo di In/Arch Sardegna.

La ricerca fotografica di Pierluigi Dessì si concentra sulla grande tradizione paesaggistica italiana, riprendendone alcuni aspetti chiave soprattutto dal punto di vista antropologico. Il suo obiettivo si concentra sulla sua zona di origine e di vita, indagato nelle derive periferiche e nelle smagliature urbane che a volte prendono declinazioni desolanti.

Il suo lavoro fotografico si muove in equilibrio sul concetto di confine, inteso nel suo senso ampio e problematico, soglia come orizzonte degli eventi in continuo divenire, urbano e antropologico. Dessì fotografa una regione incompiuta, abbandonata a se stessa, spesso raccontata per stereotipi e ancor più spesso fraintesa dai suoi stessi abitanti, che accoglie nel suo ormai famoso “non finito” anche se lui, con ironia, sa declinarlo ben oltre le tracce urbanistiche e con un tocco lo plasma ad abbraccio esistenziale: siamo non finiti. E forse va bene così, perché possiamo continuare a evolvere. E mentre fotografa quel che c’è, con questa resa di umiltà e costante curiosità finisce per registrare un accumulo di tracce che sono poi il senso dei giorni, l’indagine infinita, il pungolo del mattino, la poesia della sera.

Nella foto uno scatto di Dessì

S.I.

Mostra “Di madre in madre”

ALGHERO – Curata dalla Fondazione Alghero in collaborazione con il Centro Commerciale Naturale Al Centro Storico, inaugura sabato 12 Maggio alle ore 18.00 nelle sale espositive della Fondazione Alghero, la mostra multimediale itinerante della fotografa Anna Marceddu dal titolo Di Madre in Madre. Una galleria di immagini che catturano la trasmissione di pratiche e saperi appartenenti a un tempo ormai passato, ma che ancora sopravvive nella maestria di donne che hanno attraversato il ‘900.

Una mostra fotografica che propone spunti di riflessione e coinvolge, in una sintesi narrativa, il grande pubblico isolano e mediterraneo che affonda le proprie radici nel culto della Dea Madre. Un dialogo tra archeologia, antropologia e fotografia che intreccia i diversi aspetti della figura femminile. Scatti che coinvolgono l’osservatore suscitando emozioni e interrogativi sulla rappresentazione culturale della donna e sulla eredità di conoscenza che non si è dissolta nel tempo.

Lo studio condotto dalla fotografa Marceddu, con il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna, è volto alla rivitalizzazione del mito del matriarcato per gli effetti che esso può ancora produrre, con un forte impatto nel raggiungimento della consapevolezza delle proprie radici culturali e di genere nelle donne e madri di oggi.
Partendo dalla frammentarietà del patrimonio artistico isolano legato al culto della Dea Madre e dell’elemento femminile, la mostra propone un punto di vista nuovo che utilizza la sfera dell’immagine e della comunicazione visiva come strumento di dialogo tra discipline differenti e le rappresentazioni tutt’ora esistenti della donna.

Il Matriarcato è un sistema sociale basato sulla certezza della genitorialità materna, in cui il potere politico-economico è appannaggio della madre più anziana della comunità e, per estensione, alle altre donne. Da qui il concetto di Matrilinearità, che identifica un sistema di discendenza in cui i figli ereditano la posizione sociale e il possesso dei beni dalla madre.

La fotografa Anna Marceddu ha intrapreso una ricerca iconografica di reperti archeologici e storici presenti nei musei sardi, che attestano il culto locale della Dea Madre e la trasmissione della cultura e del potere per via materna, intrecciandoli con ritratti di donne che hanno vissuto, o stanno vivendo, l’essenza del Matriarcato.
Una dimensione che ancora produce effetti sulle storie di vita e sul modo di rappresentarsi delle donne sarde. Un mito che viene esplorato, attraverso l’uso della fotografia, per la capacità che esso ha di mostrare le donne, la vita lavorativa e familiare.

Sguardi che rimandano alla forza e alla durezza della pietra scolpita come simbolo della vita e della generazione. Un fil rouge che unisce presente e passato, tessendo uno stretto rapporto tra la dimensione femminile all’interno della società e la sua rappresentazione. La mostra è visitabile fino al 27 maggio presso le Sale Espositive al II piano de Lo Quarter dal martedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20 mentre il sabato e la domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle 17 alle 20.

Nella foto la locandina della mostra

S.I.