SASSARI – L’Ufficio Stampa del Comune di Sassari in base ai dati forniti oggi dal Dipartimento di Prevenzione, servizio Igiene e Sanità pubblica della Assl Sassari, il sindaco Gian Vittorio Campus informa che a Sassari ci sono 264 positivi al coronavirus di cui 29 ricoverati. Il 19 ottobre erano 176, di cui 20 ricoverati. Il 20 erano 213 di cui 23 ricoverati, e il 21 ottobre 241 di cui 26 ricoverati.
CRONACA
Bomba al Comune di Quartu, Pais: atto indegno
CAGLIARI – “Un atto indegno ancora più grave perché messo a segno a tre giorni dalle elezioni”. Per il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais l’attentato di questa notte a Quartu contro il Municipio è un gesto antidemocratico che vuole instaurare un clima di terrore per evitare il regolare svolgimento delle elezioni.
“Sono certo – scrive Pais – che nessuno si farà intimidire. In attesa che la magistratura faccia piena luce su questa vicenda esprimo solidarietà alla popolazione della città, alle forze dell’ordine e a tutti i candidati impegnati nelle ormai imminenti consultazioni elettoral
Covid, anziani terrorizzati: ansia per cure e depressione
ROMA – Sono terrorizzati dal Covid al punto da aver praticamente azzerato la propria vita sociale. Hanno paura di finire in ospedale, essere intubati e di non avere nessuno accanto al momento del trapasso, ma la prima preoccupazione è per i propri cari che hanno paura di poter infettare. Hanno visto le loro vite cambiare radicalmente, ma hanno imparato a usare tutte le tecnologie disponibili per restare in contatto con familiari e amici, mentre i due terzi sono in attesa dell’SSN perché non possono permettersi il privato. Hanno avuto gravi difficoltà ad effettuare le visite specialistiche in itinere, gli esami diagnostici, gli interventi già programmati, i controlli oncologici e in un caso su tre sono stati costretti a ricorrere a strutture private pagando di tasca propria. Si fidano delle istituzioni e tendenzialmente giudicano corrette e utili le azioni e le strategie messe in atto negli ultimi mesi dal governo centrale e dalle Regioni. Questo il quadro che emerge dal sondaggio condotto da Senior Italia FederAnziani su un campione di 645 over 65 per analizzare le paure e le difficoltà che la popolazione anziana sta incontrando in questo lungo periodo di pandemia, e il livello di fiducia nei decisori politici.
Più dell’80% del campione è terrorizzato dal Covid, di cui un intervistato su quattro teme di poter morire (19,8%). La paura più diffusa è quella di infettare le persone care o essere infettati dai propri familiari (38,6% del campione), seguita dalla paura di essere intubato (36,4%), di finire in ospedale (34,7%), mentre la possibilità di morire da solo senza i propri familiari accanto spaventa un terzo degli intervistati (30,1%). Uno su cinque soffre una generica incertezza riguardo il proprio futuro (21,9%), teme lo sconvolgimento delle abitudini di vita (21,4%), e per la stessa percentuale lo spettro peggiore è quello della solitudine.
La vita degli over 65 è drasticamente cambiata dall’inizio della pandemia: il 57% del campione ha finito col vivere questi mesi in un lockdown permanente, vedendo ridotta o addirittura completamente azzerata la propria vita sociale nella quotidianità, per il 47,4% una delle più pesanti limitazioni è rappresentata dal non poter più viaggiare, per il 36,3% ha pesato soprattutto la difficoltà a contattare i medici e specialisti. Il 28,4% lamenta la difficoltà a incontrare i propri cari, il 19,7% ha sofferto per la mancanza di attività fisica, incluso il ballo all’interno del proprio centro anziani, il 19,4% avuto difficoltà a comunicare con gli uffici pubblici, mentre solo il 12,9% ha dichiarato di non aver riscontrato grandi cambiamenti nella propria vita quotidiana.
Nonostante le limitazioni derivanti dalla pandemia gli over 65 non hanno rinunciato a comunicare con familiari e amici, e lo hanno fatto prevalentemente attraverso il telefono, fisso e cellulare (70,5%), via WhatsApp (63,4%), di persona anche se con le necessarie accortezze (47,9%), tramite video chiamata (44,3%) attraverso i social network (11,2%) e via mail (10%). Un intervistato su quattro ha qualcuno che si è ammalato di Covid tra i suoi familiari, parenti o amici (25,27%) e tra questi uno su cinque ha dichiarato che questo qualcuno è venuto a mancare a causa del Coronavirus.
Molte delle difficoltà incontrate in questo periodo sono legate alla gestione della propria salute, con il 6% che ha avuto difficoltà ad “approvvigionarsi” regolarmente delle medicine, e il 38% che ha incontrato difficoltà a restare in contatto con il proprio medico di famiglia. Il principale sistema per comunicare con quest’ultimo è stato il cellulare del medico (47,6%) seguito dal telefono fisso dello studio (45,3%), dall’uso di Whatsapp (28,1%) e dalla email (24,7%); uno su tre tuttavia non ha rinunciato a frequentare fisicamente lo studio medico (29,9%).
Il 65,3% dei rispondenti ha dichiarato di essere affetto da patologie croniche. Tra queste le più diffuse le patologie cardiovascolari (per il 43,7% del campione), seguite da quelle reumatologiche (19%), dalle patologie metaboliche (18,8%), dell’apparato respiratorio (15,7%) e urologiche (15,4%). A seguire le patologie oculistiche (che interessano il 15,1% del campione), quelle oncologiche (9,2%), quelle neurologiche (7%).
Solo il 19,5% del campione è riuscito ad effettuare le visite specialistiche e gli esami diagnostici che aveva programmato da quando è iniziata la pandemia, mentre il 35,2% è riuscito a effettuare le visite ma con difficoltà e gravi ritardi, l’11,8% non c’è quasi mai riuscito, l’8,7% sta ancora aspettando di essere ricontattato. Nel caso di chi è riuscito a eseguire delle visite nei mesi scorsi queste sono state effettuate presso strutture pubbliche, ospedali ambulatori nel 43,2% dei casi, presso strutture private convenzionate nel 23,5% dei casi mentre il 33,3% degli intervistati è stato costretto a ricorrere a strutture private a pagamento. Assai elevata la consapevolezza dell’importanza della vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica per gli over 60 resa ancor più necessaria dalla presenza del Covid: il 96,9% ha dichiarato di esserne consapevole. Tuttavia il 44,2% ha dichiarato di non avere ancora ricevuto informazioni in merito e di non essere stato ancora contattato, mentre il 38,6% ha dichiarato di essere stato contattato dal medico di famiglia. Solo il 12,7% ha già effettuato il vaccino. Per quanto riguarda i comportamenti da adottare durante l’emergenza sanitaria la principale fonte di informazione è rappresentata da radio, TV e giornali, ai quali fanno affidamento il 44% dei rispondenti. Uno su quattro (25,8%) fa riferimento soprattutto al proprio medico di famiglia, il 12,6% allo specialista, il 9% a familiari e amici. Il 7,9% cerca informazioni sul Covid da Internet.
L’appuntamento delle 17 in tv ogni giorno è il momento più atteso per conoscere il bollettino dei morti e dei positivi. Elevata la fiducia nei confronti dei decreti, delle normative, delle azioni e delle strategie messe in atto negli ultimi mesi dal governo centrale, che giudica corrette e utili al contenimento della pandemia il 72,4% dei rispondenti. In particolare il 50,4% giudica tali provvedimenti abbastanza utili e il 22% molto utili. Solo il 18,9% li ritiene molto poco utili. Altrettanto elevata la fiducia nei confronti dei decisori regionali, con un 61,9% dei rispondenti che giudica corrette e utili le normative, le azioni e le strategie messe in atto dalle istituzioni regionali. La pandemia ha accentuato i problemi collegati alla paura, all’ansia, all’insonnia e alla depressione di cui soffre il 42% del campione: uno su cinque ha dichiarato di soffrire più del solito di uno di questi disturbi. Il 43% ritiene che sarebbe utile poter parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta e un rispondente su quattro accoglierebbe con favore l’istituzione di un numero verde dedicato al supporto psicologico.
Solinas, lockdown possibile. Aiuti immediati o caos
CAGLIARI – “Se nelle prossime ore il numero dei contagi aumenterà ancora e quello dei ricoveri continuerà a salire con il trend attuale, saremo pronti a intervenire in maniera radicale per invertire questa tendenza e tutelare al meglio la salute di tutti i sardi”. Lo dichiara il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas dopo l’ultimo bollettino diramato dall’unità di crisi regionale. “Ciò significa – spiega – d’intesa con il ministro della Salute e con l’ausilio del comitato scientifico regionale, applicare in Sardegna uno ‘Stop&Go’ di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti per limitare in modo rapido ed incisivo la circolazione delle persone e, con esse, del virus”. Naturalmente, annuncia poi Solinas, “appronteremo di pari passo una serie di misure economiche di supporto per sostenere le perdite derivanti dalla sospensione temporanea delle attività”.
“La progressione della curva dei contagi – sottolinea Solinas – sta registrando una accelerazione che impone ulteriori e tempestive azioni per evitare di compromettere la tenuta del sistema sanitario e la regolare erogazione delle cure”. Fino ad ora, aggiunge, “grazie all’impegno straordinario del personale ospedaliero, territoriale e amministrativo, l’emergenza è stata governata in modo ordinato ed efficace”. Ma oggi, chiarisce, “siamo dinanzi ad un fatto nuovo: le catene di contagio si moltiplicano esponenzialmente perché troppi hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno, tanto che il semplice appello al buon senso e alla responsabilità nell’osservanza delle buone pratiche (distanziamento personale, divieto di assembramento, igiene delle mani e obbligo di mascherina) sembrano non essere sufficienti”.
“Chiunque decida di chiudere qualcosa deve chiarire come intende ristorare e in quanti giorni – ad horas, diremmo – le attività che subirebbero danni economici. Se non lo si fa con provvedimenti assunti preliminarmente non ci sarà nessuna credibilità di chiedere sacrifici alla gente”. Lo scrive su Facebook il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, in merito al paventato lockdown di 15 giorni ipotizzato dal governatore Christian Solinas in caso di aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri
Sassari e Alghero, al via i vaccini antinfluenza
ALGHERO – È iniziata nella giornata di lunedì la distribuzione delle prime dosi di vaccino antinfluenzale ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta che operano nell’ambito della ASSL Sassari: le prime consegne sono già state effettuate nei Distretti di Ozieri e di Alghero mentre questo pomeriggio il Servizio Farmaceutico avvia la distribuzione anche nel Distretto di Sassari. Il primo lotto è suddiviso tra i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta in proporzione al numero degli assistiti. Nei prossimi giorni, con il prosieguo della campagna vaccinale, saranno distribuiti gli altri lotti.
LE DOSI La ASSL di Sassari disporrà di un numero maggiore di vaccini rispetto agli scorsi anni. Questo consentirà di distribuire dalle 300 alle oltre 500 dosi per medico a seconda dello specifico bacino di utenza.
CHI DEVE VACCINARSI?Il vaccino è destinato principalmente alla popolazione anziana, agli individui affetti da gravi patologie, ai bambini, al personale sanitario, alle donne in stato di gravidanza, agli addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo quali le forze di pubblica sicurezza, i vigili del fuoco, gli addetti ai servizi di trasporto pubblico, il personale scolastico docente e non docente di ogni ordine e grado, i veterinari, gli allevatori addetti alla macellazione e al trasporto delle carni. Alla luce del contesto pandemico attuale, però, è opportuno che tutti i cittadini si rivolgano ai propri medici di medicina generale.
PERCHÉ VACCINARSI? “La vaccinazione quest’anno assume un significato ancora più importante – afferma il direttore del Dipartimento Nord Sardegna, Fiorenzo Delogu – per ridurre al minimo la pressione sulle strutture ospedaliere del sistema sanitario regionale già impegnate nella lotta contro l’emergenza pandemica da Covid-19. Inoltre – continua Delogu – vaccinarsi aiuta gli operatori sanitari nella formulazione della diagnosi da Coronavirus e rafforza il nostro sistema immunitario”.
QUANDO VACCINARSI? Il periodo migliore per vaccinarsi è quello compreso tra i mesi di ottobre e novembre. Le vaccinazioni, se necessario, andranno avanti più a lungo in ottemperanza alle evidenze scientifiche che consigliano di vaccinare sempre e comunque anche in fase di picco epidemico.
DOVE VACCINARSI? Quest’anno la modalità ottimale per ricevere la vaccinazione è quella di effettuarla in accordo con il proprio medico di famiglia o il pediatra di libera scelta, nel rispetto di tutte le misure contro la diffusione del COVID-19
Rifiuti selvaggi, a Sassari incivili dagli altri Comuni
SASSARI – 74546 fra fotogrammi e video esaminati, 34 sanzioni di cui ancora una volta quasi tutte ad abitanti dei paesi limitrofi a Sassari. È questo il bilancio dell’attività della Polizia locale contro il degrado ambientale, con il supporto delle foto-trappole che ogni settimana sono posizionate in luoghi strategici della città. Su 34 incivili, ben 26 erano persone che arrivavano dai comuni vicini per buttare i loro rifiuti nei cassonetti cittadini, mentre dall’esame dei fotogrammi è dimostrato che la maggior parte dei sassaresi ama il proprio territorio e conferisce l’immondizia secondo le regole.
Questa settimana le videocamere, che riescono a riprendere perfettamente sia col buio sia di giorno, erano posizionate in via Bovet, via Camboni, via Carso, via dei Gremi, via Istria, via Nenni. Gli illeciti sono prevalentemente legati, appunto, al conferimento fuori dal comune di residenza. Ben dodici in via Nenni, sette in via Carso, due in via Bovet e altrettanti in via dei Gremi, tre in via Istria. Tra le altre violazioni, prevale il conferimento con buste nere (le buste devono sempre permettere di vedere dall’esterno il contenuto e le buste nere possono essere usate solo per trasportare fino al cassonetto la plastica, che poi deve essere svuotata e la busta conferita a parte nello stesso contenitore), oltre ad alcuni casi di abbandono al suolo, vicino alle batterie di cassonetti.
I comuni da cui arrivano le persone sanzionate sono prevalentemente Sorso, Sennori Usini, Tissi e Porto Torres. In un mese di attività, la Polizia locale ha dedicato all’esame dei video e delle immagini ben 156 ore, con due agenti che si occupano esclusivamente di questo, tra visione delle foto e redazione dei verbali. Ogni settimana gli agenti del nucleo ambientale della Polizia locale stabiliscono dove posizionare le foto-trappole: se lasciarle nelle stesse aree o se spostarle, in base alle segnalazioni che arrivano al Comando. In particolare questa volta molte erano arrivate per la zona di via Carso.
A questo si aggiunge l’azione della compagnia barracellare, di supporto alla Polizia locale. Nei giorni scorsi il Comando di via Carlo Felice, dietro un rapporto dettagliato trasmesso dai Barracelli, ha denunciato una persona che stava bruciando rifiuti nel suo terreno. La segnalazione è arrivata dai residenti vicini che hanno notato il fumo scuro e l’odore e allertato la Compagnia. Dopo la comunicazione dei Barracelli, la situazione particolarmente delicata è stata presa in carico dalla Polizia locale, che ha dunque trasmesso il fascicolo di notizia di reato all’autorità competente per smaltimento illecito di rifiuti per combustione, che configura un grave reato ambientale.
Sassari, Campus: stop alcool dalle 18 alle 8
SASSARI – Il sindaco Gian Vittorio Campus ha firmato oggi una nuova ordinanza per il contrasto al diffondersi del coronavirus. Un provvedimento che riprende il decreto del presidente del consiglio dei Ministri del 18 ottobre e specifica e aggiunge alcuni passaggi. Resta confermato l’uso delle mascherine all’interno e all’aperto e anche in questo provvedimento, come in quello firmato il 14 ottobre, i circoli ricreativi in cui si somministrano alimenti e bevande sono sottoposti alle stesse misure previste per le attività di servizi di ristorazione e mescita .
La novità introdotta dall’ordinanza sindacale rispetto al Dpcm è « il divieto di consumo sia in forma itinerante che statica di vino, birra e superalcolici dalle 18 alle 8 del giorno successivo, sette giorni su sette, in tutto il territorio comunale su aree pubbliche e private aperte ad uso pubblico ». La violazione avviene quando si è in possesso di una di queste bevande a cui sia stato rimosso il dispositivo di chiusura del contenitore ( ad esempio il tappo o linguetta della lattina), e quando sia versata nel bicchiere o altro contenitore . Quando il divieto non è rispettato da tre o più persone insieme si configura anche l’illecito per assembramento.
L’ordinanza riprende poi quanto disposto dal decreto del presidente del Consiglio. Le attività dei servizi di ristorazione e mescita (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, circoli ricreativi in cui si somministrano alimenti e bevande ecc.) sono consentite dalle 5 alle 24, con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolata. Le attività sono consentite fino alle 18 in piedi o al bancone; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nonché, fino alle 24, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze del locale. Tutti i locali devono restare chiusi dalle 24 alle 5 del giorno successivo.
Il gestore deve assicurare che i clienti seduti ai tavoli, all’interno come all’esterno del locale, mantengano tra loro il distanziamento interpersonale di non meno di un metro, sia tra i clienti, se non abitualmente conviventi, seduti allo stesso tavolo, sia nei confronti dei clienti seduti nei tavoli circostanti e che tutti indossino i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, a eccezione del momento in cui consumano alimenti o bevande. I gestori dei distributori self-service automatici di bevande hanno l’obbligo di bloccare l’acquisto di vino, birra e superalcolici dalle 24 alle 5. L’ordinanza firmata oggi, così come la numero 91 del 14 ottobre, resta in vigore fino al 13 novembre
Geriatria, 3 positivi. Ad Alghero un caso a scuola
SASSARI – «Il reparto di Geriatria non è mai stato chiuso ma ha sempre proseguito la sua attività di assistenza ai pazienti ricoverati. Per il tempo necessario all’attività di screening su pazienti e operatori, abbiamo soltanto sospeso l’attività di ricovero. Che da ieri è già ripresa, dopo il trasferimento dei pazienti nei reparti Covid e l’esito negativo dei tamponi sul personale». Lo fa sapere la direttrice del reparto al sesto piano del Santissima Annunziata, Patrizia Tilocca, a precisazione di alcune notizie apparse questa mattina su un quotidiano web.
Nel reparto, tre pazienti ricoverati con tampone negativo, in fase di dimissione sono risultati positivi al coronavirus. Per questo motivo l’Azienda ospedaliero universitaria ha subito effettuato il tampone molecolare a tutto il personale e agli altri pazienti presenti, mentre i tre positivi sono stati trasferiti nei reparti dedicati. Dall’indagine effettuata dal servizio di Sorveglianza sanitaria dell’Aou, gli altri pazienti ricoverati e il personale sono risultati tutti negativi, a dimostrazione che l’utilizzo corretto dei sistemi di protezione individuali funziona.
Intanto ad Alghero la presenza di uno studente nella scuola di via Biasi ad Alghero, risultato positivo al coronavirus, ha fatto in modo che si attivassero i protocolli sanitari in vigore. In questo classe in esame è stata messa in isolamento
Tromba d’aria ad Alghero, colpite case nell’agro
ALGHERO – Tromba d’aria ad Alghero. A causa del maltempo che si sta abbattendo sul nord della Sardegna, dove è stato anche prorogato lo stato di allerta meteo, la zona dell’agro del centro catalano ha registrato alcuni gravi danni. Nello specifico è stata colpita la zona tra Carrabufas e Surigheddu, dove sono stati abbattuti alberi e pali della rete elettrica e scoperchiato i tetti di quattro abitazioni. Vigili del fuoco di Alghero in azione per mettere in sicurezza le aree dove sono stati registrati danni. Sono giunti sul posto per la conta dei danni anche la Polizia locale di Alghero, la Protezione civile comunale, l’Enel, la polizia e i carabinieri
“Sassari, Centro Accoglienza: positivi e caos”
SASSARI – “Vogliamo uscire da qui” è il grido di protesta con cui, un gruppo di migranti del centro Pagi di Sassari, giustifica la rivolta di ieri sera nonostante la positività al Covid. La presenza delle forze dell’ordine in assetto anti sommossa, chiamate come rinforzo dalla volante di pattuglia, non ha intimidito il gruppo di migranti che hanno iniziato il lancio di oggetti di tutti i tipi anche contro le auto dei passanti sulla strada per Alghero a Predda Niedda”. Cosi la Lega di Sassari riguardo gli ultimi episodi avvenuti all’ingresso della città nella struttura che ospita i migranti.
“La rivolta è il risultato di una situazione di malessere, che prosegue da mesi vista la permanenza degli ospiti del centro e peggiorata dopo la notizia della positività al Covid con il primo tampone. Ora impazienti di sottoporsi al secondo, i migranti inscenano la rivolta. La condizione degli ospiti del centro di accoglienza di Predda Niedda (57 positivi, di cui 55 migranti e 2 operatori) è stata precisata nei giorni scorsi dalla coordinatrice della sezione sassarese della Lega Marina Puddinu e dal consigliere regionale Ignazio Manca nell’interesse di cittadini sassaresi e migranti”.
“Intanto il direttivo della Lega di Sassari si augura che gli ospiti del centro Pagi siano più rispettosi delle regole imposte dalla situazione tramite gli atti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e rivolge un ringraziamento agli operatori delle forze dell’ordine che anche in questa occasione hanno mostrato grande professionalità conclude Marina Puddinu”.