Svolta storica, il Catalano di Alghero insegnato all’Università

ALGHERO – Una novità assoluta a livello universitario, che introduce per la prima volta nel corso di Laurea Magistrale di Lettere i  laboratori di algherese, sardo, di sassarese e gallurese a scelta dello studente. I laboratori linguistici  hanno preso il via presso  il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università degli Studi di Sassari, e avranno la durata di   30 ore. Sono aperti al territorio e verranno erogati in modalità mista: in presenza e online.

La partecipazione è  a chiunque voglia iscriversi, oltre agli studenti iscritti al curriculum di Lingue e culture della Sardegna della Laurea magistrale di Lettere, filologia moderna e industria culturale (LM14). Sarà rilasciato un attestato di frequenza dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali.

Il corso di algherese tenuto dal dott. Francesc Ballone  è iniziato  mercoledì 23 marzo; per partecipare ai laboratori di algherese è necessario inviare una mail a fballone@uniss.it. Le lezioni potranno essere seguite anche online ogni mercoledì, dalle 18:00 alle 19:30 e ogni venerdì, dalle 15:00 alle 16:30.

Per iscriversi, tutti gli interessati sono invitati a mettersi in contatto via e-mail con il docente del laboratorio linguistico prescelto, oppure con il referente scientifico del curriculum di Lingue e culture della Sardegna, il prof. Dino Manca (dinomanca@uniss.it). Il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università degli Studi di Sassari lo ha fatto con il curriculum di Lingue e culture della Sardegna.

Setmana Santa a l’Alguer, ritornano le processioni

ALGHERO – Dopo il lungo stop obbligato dalla pandemia, Alghero si prepara a rivivere uno dei momenti più identitari ed intimi della sua tradizione, tra le vie della città ed il calore della sua gente. Ritornano le Processioni in occasione della Setmana Santa a l’Alguer e le celebrazioni religiose alla presenza dei fedeli. In via di predisposizione, in collaborazione tra la Diocesi Alghero-Bosa, la Confraternita della Misericordia, l’Amministrazione Comunale e la Fondazione Alghero, gli itinerari delle Processioni e il calendario delle celebrazioni previste dall’8 al 16 aprile 2022, che saranno noti a breve con il tradizionale materiale di comunicazione ed illustrati con una conferenza stampa che sarà convocata nei prossimi giorni.

Scelta anche l’immagine che affiancherà la comunicazione, grazie al prezioso contributo del Liceo Artistico “F.Costantino” di Alghero, che ha prodotto un nuovo splendido risultato dal titolo “Palma e Croce”. L’immagine che rappresenta i riti 2022 è opera di Martina Pintore, classe 4B. La studentessa si è ispirata alla cultura della palma in Sardegna “Sa pramma pintada” e al rito del Desclavament, la cerimonia più suggestiva del Venerdì Santo. Le antiche tecniche d’intreccio delle palme e i numerosissimi simboli che, dal Medioevo, fungevano da Biblia pauperum ed erano utilizzati da predicatori per insegnare il Vangelo agli analfabeti, assumono nel suo elaborato forma, vigore e simbolismi. Al centro della composizione appare il Cristo “intrecciato” in croce – simbolo della passione, morte, resurrezione e invito evangelico a imitare Gesù accettando mestamente anche la sofferenza. Ai lati, le scale rimandano al momento più intenso e drammatico del rito del Desclavament con il quale la collettività rivive il doloroso momento della Deposizione. In basso si scorge il Golgota, il luogo del Calvario fuori dalle mura di Gerusalemme che in tale immagine assume una forte valenza semiotica e racconta l’incontro dell’uomo con la Fede. Secondo e terzo classificato gli studenti Pietro Sechi 3A e Margherita Pinna 3B.

“La città di Alghero, ritrova, da secoli, nei riti della Settimana Santa tutta la sua identità. Un evento immutato, che conserva orgogliosamente la sua impronta catalana diventando il più importante dei momenti di fede in Sardegna durante il periodo pasquale. Ritorniamo a vivere la passione popolare e ad essere partecipi di uno  dei più bei momenti della storia culturale della città, ma tenendo presente e sempre in primo piano il senso di responsabilità e del mantenimento delle precauzioni che l’emergenza sanitaria ancora presente ci impone”, afferma il Sindaco Mario Conoci.

“Tra fede e tradizione, Alghero e gli algheresi si preparano ad accogliere i turisti da ogni parte d’Europa. Con la Settimana Santa e la Pasqua, infatti, prendono avvio una lunga serie di manifestazioni di carattere internazionale, grandi eventi sportivi e musicali che animeranno la lunga stagione estiva della Riviera del Corallo nel segno della cultura. Un’occasione in più per visitare i musei cittadini ed i tanti siti naturalistici che impreziosiscono il territorio” dichiara il presidente della Fondazione Alghero, Andrea Delogu.

Pani tipici della tradizione algherese, presentazione libro

ALGHERO – Sabato 26 marzo alle ore 18 ad Alghero si terrà la prima presentazione del libro “Pani tipici della tradizione algherese” recentemente edito da Delfino editore curato dal professor Giovanni Antonio Farris con autori A. Budruni, A. Demelas, A. D. Obinu, M. Sanna e da G. Fancello, G. Izza, A.M. Lauro, M. Mariani e A. Masia. L’incontro organizzato dalla libreria Il Labirinto Mondadori e dall’editore Delfino con il patrocinio del Comune di Alghero e della Fondazione Alghero si terrà presso la sala conferenze della Fondazione Alghero, secondo piano, largo Lo Quarter. Dopo il saluto delle istituzioni e degli organizzatori, la presentazione sarà coordinata dal professor G. Antonio Farris. Intervengono gli autori e l’editore. Con l’occasione sarà allestita una MOSTRA DEI PANI TIPICI DI ALGHERO a cura del Panificio Cherchi, con degustazione guidata.

Il volume oggetto della presentazione è il risultato di un lungo lavoro di approfondimento e ricerca sulla tradizione della panificazione dal punto di vista scientifico, culturale, antropologico.
Il pane nella cultura mediterranea non è soltanto alimento ma rito e momento di incontro e condivisione, alimento fondamentale nei riti della vita, pagani e religiosi. La spiccata vocazione cerealicola, un’economia prevalentemente agro-pastorale, l’isolamento territoriale hanno fatto si che la Sardegna, posta al centro del Mediterraneo, fosse sicuramente la regione del mondo a possedere il più alto numero di tipi tradizionali di pane, sia da tavola che cerimoniali. La molteplicità di tipi e sottotipi di pani tradizionali, di tecniche decorative, di modellazioni e forme non si riscontra soltanto tra zone diverse dell’isola ma anche tra paesi geograficamente vicini. Le donne sarde, depositarie da sempre del rito della panificazione, erano le artefici straordinarie della preparazione di questo prezioso e insostituibile alimento che costituiva anche un momento di grande socialità tra le persone di una comunità in ogni stagione della vita. Diversi tipi di sfarinati: la semola di grano duro, d’orzo, di altri cereali e in un passato di estrema povertà anche di ghiande. Poi arrivano gli anni 60 e il vento della modernità porta un po’ ovunque in Sardegna ad abbandonare via via usi e conoscenze della tradizione: dal tipo di forno utilizzato, all’uso del lievito madre, al tipo di cereale utilizzato. Molte conoscenze e la memoria di una cultura plurisecolare legata all’arte panaria famigliare a un certo punto rischiava di essere perduta per sempre. Tuttavia verso la fine degli anni ‘90 qualcosa iniziò a cambiare. Diversi panificatori della Sardegna, sensibili ad alcuni risultati Tecnico-scientifici sui grani e sul recupero e riproposizione del lievito madre svolti sia da tecnici di Laore e Agris Sardegna che da ricercatori dell’Università di Sassari e della Porto Conte Ricerche, hanno riproposto a famiglie e artigiani la reintroduzione dei pani tipici, quelli che avevano segnato la vita delle famiglie per centinaia di anni, ottenuti con gli sfarinati di grano duro coltivato in Sardegna e con l’uso del lievito madre.

“Oggi è in atto un sempre più vivo e vivace lavoro di recupero di quell’arte: nascono progetti di filiera corta, e il  mercato stesso si sta trovando a dover rispondere ad una domanda sempre più esigente di consumatori attenti e sensibili. La tradizione torna ad essere un valore, un elemento di distinzione e motivo di competitività. Anche ad Alghero i pani tradizionali subirono la stessa sorte come nel resto dell’isola. Nel corso di qualche decennio si è persa non solo la memoria dei pani tipici algheresi ma anche i loro nomi. Solo alcuni anziani ricordavano il Pa punyat, il Pa orit, la Coca, la Semoleta e altri. Spesso era un ricordo sbiadito risalente alla loro infanzia. Tuttavia, proprio come nel resto dell’isola, anche ad Alghero è in atto quello che potremmo definire un ritorno alle origini, un recupero della memoria e della tradizione”, cosi dagli organizzatori.

Incontri dell’Ute, il mito di Medea e Parco sul falco pescatore

ALGHERO – Martedì 15 marzo alle ore 16.30 presso la Sede di Via Sassari, 179,  la dottoressa Emma Fenu  ,Scrittrice, Presidente dell’Associazione “Cultura al femminile “, autrice di Romanzi e Saggi , esperta di scrittura creativa, terrà la seguente conferenza: “Il Mito di Medea nella letteratura contemporanea”. Giovedì 17 marzo alle ore 16.30 presso la Sede di Via Sassari, 179, la Dottoressa Antonella Derriu, responsabile del  CEAS del Parco di Porto Conte , Area Marina Protetta, terrà la seguente conferenza: “Un affezionato del Parco: il Falco Pescatore”

Florinas, murales per divulgare la cultura: scadono termini

FLORINAS – Giungono al termine i lavori artistici  culturali promossi dell’Amministrazione Comunale di Florinas in collaborazione con l’A.P.S. TNT Global Art, che hanno bandito un concorso di idee per la realizzazione di Opere Pittoriche Murales.

Questa iniziativa è stata possibile grazie all’idea condivisa di riprendere e consolidare il prezioso lavoro di divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale e storico. Un plauso a tutti gli artisti che hanno partecipato al concorso di pittura realizzando progetti di grande spessore. Fondamentale il lavoro svolto dai Maestri che hanno già realizzato buona parte delle Opere prescelte e premiate. La Giuria composta, dal Prof. Giovanni Fiora (Presidente Centro Arte e Cultura Giuseppe Biasi di Sassari), Prof. Alessandro Lobino (Docente di Storia dell’Arte), Mario Pittalis (Artista – Pittore), Gianmario Angius (Consigliere Comunale) e  Davide Caputo (Consigliere Comunale), ha scelto con attenzione e critica i bozzetti che sono poi stati realizzati. Il primo premio è andato a Mario Gaspa il secondo a Ettore Spada il terzo a Franco Farina. Premio della giuria popolare a Danilo Carta. Con orgoglio possiamo dire che l’ iniziativa storica, culturale e sociale è stata di grande interesse,come detto in precedenza tali iniziative possono essere d’aiuto per lo sviluppo di un’offerta turistica.

Oggi possiamo dire che, nel nostro piccolo, siamo riusciti a mettere in pratica quanto detto e il Comune di Florinas ha compiuto  un significativo passo per lo sviluppo del turismo culturale. Non è retorico dire che iniziative culturali di varia natura e interesse, possono essere d’aiuto per lo sviluppo di un’offerta turistica che guardi alle zone interne, con territori relativamente distanti dal mare, ma ricche di tradizioni e di cultura. Questo è il caso del paese Florinas e di tutto il territorio che, da tempo, opera affinché siano realizzati gli obiettivi della destagionalizzazione della presenza dei vacanzieri e per offrire nuove e diverse “emozioni” alla scoperta di mete turistiche innovative. E’ una sfida aperta da tempo e le nostre Comunità devono essere in grado di raccogliere i frutti dell’impegno profuso. Se il fine dell’arte e della conoscenza del Patrimonio culturale e di vita, intesi nel senso più ampio del termine,  è quello di dare insegnamenti al presente, allora pensiamo che il concorso di idee “Giovanni Tolu Luoghi e fatti della storia passata e presente di Florinas”, dedicato al territorio e alla comunità di Florinas, ha suscitato la forma più preziosa di stimolo al cambiamento positivo dei nostri tempi:  in una parola ha suscitato ”Emozioni” capaci di dare a tutti e a tutte le energie e l’entusiasmo  per proseguire. Lo sforzo messo in campo dal Comune di Florinas per rilanciare una nuova ripresa di attività culturale in questo difficile momento post Pandemia merita un caloroso ringraziamento che va esteso a tutti coloro che, a vario titolo, hanno reso possibile la manifestazione;  il ringraziamento va all’Amministrazione Comunale che ha creduto e supportato in tutto gli artisti. Il Sindaco Enrico Lobino e gli Assessori tutti hanno seguito con interesse, sensibilità e passione le fasi della realizzazione delle Opere. Questa la dichiarazione del sindaco: “La rivalutazione dei Centri Storici, la lotta allo spopolamento, la destagionalizzazione del turismo e l’incentivazione del turismo rurale può nascere anche da piccoli gesti ed opere di questo tipo che raccontano usi e costumi del paese e gesta di persone importanti”.

Els dies bons, presentació del llibre a la Torre de Sulis

Nella settimana dell’8 marzo il mondo sembra puntare sulle qualità e le eccellenze delle donne, anche se per un periodo di tempo limitato. Quest’anno non stiamo solo mettendo in evidenza una realtà come la forza delle donne, ma stiamo anche rivendicando come le giovani donne siano il catalizzatore della nostra società.

Aina Fullana, appena 25enne, è un chiaro esempio di questa ondata energica e rivitalizzante che cambierà il paradigma della letteratura catalana. Laureata in Lingua e Letteratura Catalana all’Università delle Isole Baleari, il suo primo romanzo, Els dies bons (I bei giorni), ha vinto il Premio Valencia dell’Istituto Alfons el Magnànim per la narrativa nel 2021. E che dire di Aina Fullana che fa risuonare il suo nome e il suo lavoro ovunque?

L’autrice, con uno stile di lettura realistico e agile, ci introduce dentro il pensiero di un tossicodipendente e sottolinea il bisogno umano di cercare, nonostante le avversità più cruente, i giorni buoni.

L’autrice crea un mondo in cui i personaggi condividono i loro problemi, ci trascendono e ci sfidano: i pensieri di un tossicodipendente, le paure di una donna disprezzata e intrappolata in un matrimonio instabile, i problemi di una giovane donna alienata da un mondo che non sa come gestirlo emotivamente… Els dies bons (I bei giorni) sono, dopotutto, lo specchio di una società che cambia, in cui le donne hanno alzato la voce e occupato più spazio. E cosa dovrebbero dirci?

Per rispondere a questa domanda vi invitiamo alla presentazione del libro Els dies bons alla Torre de Sulis, ad Alghero, sabato prossimo, 12 marzo, alle 18.

All’evento parteciperanno l’autrice, Aina FullanaVittorio Nonis della Libreria Il Labirinto; GustauNavarro, responsabile dell’Ufficio di Alghero della Generalitat de Catalunya; e Arantxa Llàcer, professoressa di catalano all’Università di Sassari.

Organizza: Generalitat de Catalunya Ofici de l’Alguer, Libreria Il Labirinto, Institut Ramon Llull.

Con il sostegno del Municipio di Alghero, della Fondazione Alghero e dell’Associazione Culturale Alghenegra.

 

PRESENTACIÓ A L’ALGUER

DEL LLIBRE “ELS DIES BONS”, D’AINA FULLANA

Dissabte, dia 12, a les 18h, presentació del llibre a la Torre de Sulis

La setmana del 8 de març el món sembla posar el focus en les qualitats i excel·lències de les dones, ni que sigui per un període de temps limitat. Aquest any no solament remarquem una realitat com la fortalesa femenina, sinó que també reivindiquem com les dones joves són el catalitzador de la nostra societat.

L’Aina Fullana, amb solament 25 anys, és l’exemple clar d’aquesta onada enèrgica i revitalitzadora que canviarà el paradigma de les lletres catalanes. Graduada en Llengua i Literatura Catalanes a la Universitat de les Illes Balears, la seva primera novel·la, Els dies bons, va guanyar l’any 2021 el Premi València de la Institució Alfons el Magnànim de narrativa. I què té Aina Fullana que fa que el seu nom i la seva obra sonin a tot arreu? L’autora, amb un estil realista i de lectura àgil, ens introdueix en el pensament d’un drogoaddicte i remarca la necessitat humana de cercar, malgrat les adversitats més cruentes, els dies bons.

L’autora crea un món en què els personatges ens comparteixen els seus problemes, ens traspassen i ens interpel·len: els pensaments d’un addicte, els temors d’una dona menystinguda i atrapada en un matrimoni inestable, els problemes d’una jove alienada d’un món que no sap gestionar emocionalment… Els dies bons és, al capdavall, el mirall d’una societat canviant, en què les dones han anat alçant la veu i ocupant més espais. I què ens han de dir?

Per respondre aquesta qüestió us convidem el proper dissabte, dia 12 de març, a les 18h, a la presentació del llibre Els dies bons a la Torre de Sulis, a l’Alguer.

L’acte comptarà amb la presència de l’autora, l’Aina Fullana; del Vittorio Nonis de la llibreria Il Labirinto; del Gustau Navarro, responsable de l’Ofici de l’Alguer de la Generalitat de Catalunya; i de l’Arantxa Llàcer, docent de català de la Università degli Studi di Sassari.

Aquest acte ha estat possible gràcies al suport del Municipi de l’Alguer, la Fondazione Alghero i de l’Associació Cultural Alghenegra.

Prestigioso riconoscimento al libro di Oppia

ALGHERO – Non è molto frequente che una ricerca storica su Alghero attiri l’attenzione di un’autorevole rivista di livello internazionale, riscuotendo valutazioni e giudizi lusinghieri.

Assume pertanto un grande e significativo rilievo quanto recentemente pubblicato nell’ultimo numero 27/2021 della prestigiosa rivista internazionale “LUDICA – annali di storia e civiltà del gioco”, edita dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, dove il professore emerito di Storia Medievale all’università Cà Foscari di Venezia, Gherardo Ortalli – considerato uno dei massimi esperti mondiali di storia della ludicità – ha curato una lunga e articolata recensione in lingua inglese del libro di Giacomo Oppia, intitolato “La Taffureria – il gioco d’azzardo ad Alghero nel Medioevo e nei periodi successivi” (edizioni del sole, Alghero 2020).

In questa recensione, che occupa diverse pagine della rivista, il prof. Ortalli parte da una descrizione dettagliata ed esauriente del contenuto del libro in esame, soffermandosi sulle interessanti e inedite notizie ivi riportate sul gioco d’azzardo ad Alghero, con particolare riferimento al periodo medievale, supportate da un’organica e ragguardevole documentazione d’archivio.

Viene quindi messa in evidenza l’organizzazione del gioco d’azzardo nel XV secolo nella vila de l’Alguer, attraverso l’arrendamento – così era allora chiamato l’appalto – di una casa da gioco (Taffureria), indicandone i nomi e la professione dei vari gestori (Taffurers), nonché il rilevante prezzo pagato per aggiudicarsi l’appalto, che rifletteva l’importanza e la produttività della casa da gioco algherese, specie se confrontata con i corrispondenti dati di quella di Sassari, rivelatisi notevolmente inferiori, malgrado la presenza in quest’ultima di una popolazione di molto superiore.

Su questo argomento e su altri aspetti trattati nel libro si sofferma il prof. Ortalli nella recensione, riportando  acute e puntuali osservazioni e valutazioni ed evidenziando l’indubbio interesse della ricerca in esame, che traccia lo sviluppo dei giochi d’azzardo in una piccola ma importante comunità locale.

Alquanto significativo si rivela il giudizio finale, dove si afferma che “…il libro di Giacomo Oppia offre una chiara  panoramica  generale a lungo termine, con una sezione centrale particolarmente interessante, che incarna uno studio approfondito e ponderato delle pratiche di gioco nel Tardo Medioevo. La sua documentazione ben scelta e sapientemente utilizzata fornisce preziose informazioni sui processi evolutivi, gli interessi e la natura dei giochi casuali nei loro legami con le istituzioni pubbliche e con il sistema sociale in generale. Da tale punto di vista questo sintetico studio di Alghero è, per molti versi, estremamente utile ed esemplare, sia come storia urbana che come storia della ludicità.

E’ la prima volta che uno storico locale ottiene un riconoscimento di così alto livello, segno evidente della serietà e della validità del lavoro di ricerca e di studio da tempo  portato avanti da Giacomo Oppia, con particolare riguardo agli aspetti meno trattati e conosciuti della storia della nostra città.

“Fidelitat a l’Alguer” a Ciro Fadda, plauso di Alvau

ALGHERO – Plaudo all’iniziativa dell’attuale Amministrazione comunale algherese -della quale non sono certo sostenitore ideologico né politico- che ha attribuito con recente atto di Giunta il riconoscimento “Fidelitat a l’Alguer” a Ciro Fadda.

Non mi soffermo volutamente (e solo in questa occasione) sui meriti unanimemente riconosciuti e sulla biografia di Ciro Fadda che ampiamente sono stati descritti nell’allegato alla delibera e che comunque agli algheresi da sempre sono noti.

Mi trattengo invece sull’atto formale che ritengo di pura equità e rettitudine non solo per il riconoscimento conferito a Ciro Fadda ma per la correttezza istituzionale di aver ricondotto allo spirito originario quella che era stata a suo tempo la volontà iniziale di dar vita al Premio “Fidelitat a l’Alguer”, ovvero come riportato nell’atto istitutivo (delibera G.M. 1026/1995) che “i riconoscimenti andranno conferiti a personaggi viventi…”.

Nonostante fin dalla sua istituzione il Premio per anni non fosse stato attribuito ad alcuno, nel 2016 l’Amministrazione comunale allora in carica rispolverò l’encomiabile iniziativa attribuendolo a Don Antoni Nughes (delibera G.C. 340/2016), sui cui meriti, confacenti ai dettami della delibera istitutiva, nessuno ha avuto sia allora che oggi nulla da eccepire.

Non si sa per quale motivo, o forse lo si può facilmente intuire e supporre, la stessa Amministrazione comunale che aveva riavviato l’istituto del Premio “Fidelitat a l’Alguer”, con successiva deliberazione di Giunta (n. 427 del 18.12.2018) stravolse lo spirito originario del riconoscimento volendolo estendere con ingiustificata solerzia -udite bene!- anche ai morti.

Così, di punto in bianco, col predetto atto fu conferita l’onorificenza ad uno dei tanti personaggi della cultura algherese passati a miglior vita da qualche decennio, sbagliandone forse per la fretta (le elezioni comunali erano alle porte), anche il nome ed ignorando inconsapevolmente o forse espressamente numerosissimi altri personaggi, non solo della cultura ma anche dell’arte e del sociale, meritori quantomeno e nondimeno del medesimo riconoscimento “post mortem” ma che probabilmente non godevano (come probabilmente non avevano mai goduto) di invadenti ed interessate tifoserie.

Quella delibera non fu un gesto di ponderatezza amministrativa e tanto meno culturale e storica e chi come me, allora funzionario presso quella Amministrazione, in fase di disposizione dell’atto suggerì più equilibrio e rigore intellettuale, fu redarguito, così come in altre occasioni analoghe, quasi fosse reo di lesa maestà ai “soloni” del momento.

Oggi, con il conferimento del Premio a Ciro Fadda ed il contestuale ripristino del valore istituzionale originario del riconoscimento, si ristabilisce, si spera, un equo sprono ai cittadini per impegnarsi nel campo letterario, linguistico e culturale in genere con conseguente riconoscimento da parte della Città attraverso la sua rappresentanza municipale.

Per gli amministratori dovrà essere, come nel caso specifico di Ciro Fadda, un motivo di testimonianza e di prestigio premiare cittadini attivi e di riconosciuto valore sociale, culturale ed umano. Il tutto senza mai cedere a simpatie personali o “tirate di giacca” molto frequenti in certi ambienti e particolari occasioni.

 

Pere Lluís Alvau

Archeologika, cultura e storia: evento a settembre

CABRAS – “Due giorni di dibattito per rilanciare il tema del patrimonio archeologico della Sardegna, in vista dell’evento che lo vedrà assoluto protagonista a settembre nella passeggiata coperta del Bastione di Saint Remy a Cagliari”. Lo ha detto l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, durante il suo intervento al convegno “Verso Archeologika 2022”, organizzato dalla Fondazione Mont ‘e Prama, che si è svolto nel Centro polivalente di Cabras, e al quale ha partecipato anche l’assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia.

“Il successo della mostra archeologica ‘Sardegna Isola Megalitica’ a Berlino e San Pietroburgo (finora oltre 213mila visitatori), oltre all’interesse dimostrato dalle autorità greche a Salonicco, dove la mostra è in corso – ha aggiunto l’assessore Chessa – dimostrano come storia e cultura della Sardegna rappresentano un enorme tesoro che può contribuire anche allo sviluppo del turismo. Insieme ai beni ambientali, dobbiamo sviluppare altri settori per incrementare e destagionalizzare i flussi turistici, come è avvenuto col progetto ‘Sardegna, isola dello sport’. Infatti, mentre tutti arretravano, a causa dell’emergenza sanitaria, noi abbiamo realizzato importanti investimenti per eventi sportivi internazionali e i risultati sono arrivati”.

“Archeologika 2022”, organizzata dall’Assessorato regionale del Turismo in collaborazione con la Fondazione Mont ‘e Prama, sarà realizzata con percorsi multimediali, ricostruzioni in 3D, megaschermi, momenti di realtà virtuale immersiva, stand, insieme ad un work shop sul turismo archeologico e momenti di confronto e di divulgazione.

“Per l’evento del prossimo autunno, fortemente voluto anche dal presidente Solinas che crede molto nel turismo archeologico, siamo riusciti a fare sistema, mettendo insieme tutte le professionalità del settore per un obiettivo comune. Sarà un’ottima occasione per lanciare in campo internazionale, al cospetto di studiosi e giornalisti specializzati, italiani e stranieri, le eccellenze archeologiche della nostra Isola e una grande opportunità per far parlare della Sardegna in tutto il mondo. Grazie alle potenzialità del patrimonio storico, culturale e archeologico, alle eccellenze della nostra identità, puntiamo ad una Sardegna più attrattiva nel mercato turistico mondiale”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas

Fondo Cultura, 720mila euro per il Sistema Museale

ALGHERO –  720 mila euro per il sistema museale di Alghero. Le risorse giungono a coronamento della programmazione dell’Amministrazione e della Fondazione Alghero a valere sul Fondo Cultura del Mibact, che destina le ingenti risorse all’intervento denominato “Patrimonio connesso. Nuove forme di fruizione del circuito museale di Alghero” . Oggi la firma del disciplinare da parte del Sindaco Mario Conoci, che impegna il Segretariato Generale del Ministero della Cultura e il Comune di Alghero per l’attuazione degli interventi ammessi al finanziamento nell’ambito del Fondo.  Alle risorse del Fondo Cultura  di 576 mila euro si aggiunge la quota del cofinanziamento da parte della Fondazione Alghero per 144 mila euro, per il progetto a forte valenza culturale e strategica che l’Amministrazione ha visto riconosciuto dal Mibact,  riguardante la generale valorizzazione del Sistema Museale di Alghero. L’obbiettivo è quello di migliorare le condizioni e gli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale con azioni di tutela, valorizzazione e messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale custodito nel MŪSA – Museo Archeologico – e nel MACOR – Museo del Corallo. Un progetto premiato che gratifica gli sforzi del Comune di Alghero, soggetto proponente con i settori Cultura e Programmazione, con la Fondazione Alghero, soggetto coautore del progetto e  attuatore dell’intervento. “Siamo soddisfatti dell’esito della nostra programmazione, in questo caso effettuata dal nostro Servizio Cultura, che voglio ringraziare, che continua a produrre risultati in ogni ambito, ora in particolare per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e identitario come uno dei tasselli fondamentali per lo sviluppo turistico in chiave complementare all’attuale offerta stagionale. L’obbiettivo è quello di puntare alle nostre eccellenze culturali, insieme agli eventi e alle manifestazioni di richiamo, per migliorare la nostra offerta tutto l’anno”, così il Sindaco Mario Conoci sull’ esito della programmazione che oggi prende il via con la firma dell’atto. “Il progetto che sostiene le nuove forme di fruizione del circuito museale – aggiunge l’Assessore alla Cultura Alessandro Cocco – contiene tre azioni fondamentali che mettono in primo piano le attività di digitalizzazione del patrimonio, catalogazioni, ricostruzioni virtuali; programmazione di attività educative e interventi mirati alla riqualificazione degli attuali allestimenti museali”. Il Presidente della Fondazione Alghero, Andrea Delogu sottolinea inoltre “l’importanza del passo avanti compiuto nel percorso di sviluppo già improntato da iniziative strategiche  della Fondazione volte a incrementare il flusso dei visitatori,  rilanciare l’immagine del territorio e le ricchezze ambientali che fanno della Riviera del Corallo un luogo unico”.  Patrimonio connesso con l’innovazione, peraltro, con azioni che verranno integrate dall’attuazione di un piano di comunicazione strutturata ed efficace per promuovere quei processi di sviluppo e sostegno alla diffusione della conoscenza e alla fruizione del patrimonio culturale di Alghero. Si guarda così alla crescita del prestigio dei musei, rafforzare il loro legame con il territorio, ampliare l’accessibilità, incrementare il numero dei visitatori.