Ricercatori sardi per “I-flexis”

CAGLIARI – Dai ricercatori delle università di Bologna e Cagliari un innovativo rivelatore di radiazione ionizzante. Sarà utile in medicina, per misurare le radiazioni, e per creare “smart tag” utili a identificare e monitorare anche merci e bagagli. È nato dal progetto europeo i-Flexis: in campo lo staff del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica guidato da Annalisa Bonfiglio.

L’interesse, anche commerciale, per innovativi rivelatori di radiazioni ionizzanti sta crescendo rapidamente. Ma i rivelatori tradizionali – spiega l’Università – a stato solido soffrono di limitazioni dovute a processi di fabbricazione complessi e alla loro rigidità meccanica. Per superare questi problemi, il gruppo di ricerca ha sviluppato, per la prima volta, l’utilizzo di semiconduttori a matrice organica, utilizzando processi di fabbricazione additivi e a basso costo.

“È stata superata – precisa l’Ateneo – una delle limitazioni più importanti nell’uso dei semiconduttori organici, ovvero le alte tensioni, normalmente necessarie per ottenere segnali rilevanti. Questo apre la strada ad applicazioni portatili di grande rilevanza pratica”. Al centro dei nuovi rivelatori c’è un film microcristallino di una molecola organica (TIPS-pentacene) che viene depositato con un processo di stampa a getto di inchiostro su un substrato plastico flessibile. Il risultato è un dispositivo in grado di operare con una tensione di alimentazione ultra-bassa fornendo una risposta elettrica in tempo reale in presenza di una radiazione ionizzante, come ad esempio raggi X.

Nella foto i ricercatori che hanno creato il prodotto

S.I.

Critiche politiche: giornalisti tutelati

ROMA – Mentre in tutto il mondo, inclusa l’Italia, la libertà di stampa è sotto attacco tra querele temerarie, sanzioni penali, richieste di rettifica immotivate, la Corte europea dei diritti dell’uomo tiene alta la guardia nell’assicurare la protezione dei giornalisti che esercitano il diritto alla libertà di espressione. Una tutela rafforzata, quella assicurata da Strasburgo, perché i giornalisti non solo esercitano un proprio diritto ma consentono a ogni individuo di ricevere informazioni su fatti scottanti e di interesse pubblico. Proprio per questo, la Corte è chiara nello stabilire che una sanzione penale indirizzata a un giornalista è una delle forme di ingerenza più serie, applicabile solo in via eccezionale. [Leggi].

Due, in ordine di tempo, le sentenze depositate, da ultimo, da Strasburgo. Con la pronuncia del 12 luglio, nel caso Reichman contro Francia (ricorso n. 50147/11), la Corte europea ha stabilito che la condanna di un giornalista pronunciata dai giudici d’oltralpe era contraria alla Convenzione dei diritti dell’uomo (articolo 10, che assicura la libertà di espressione) perché non si può imputare a un cronista di essere venuto meno ai propri doveri deontologici solo perché non può provare la verità di un’affermazione che contiene un giudizio di valore. E questo se il giornalista ha agito in buona fede e ha comunicato una notizia di interesse pubblico.

Al centro del procedimento, un reporter di una radio francese che, nel corso di una trasmissione radiofonica, aveva accusato il vicepresidente della società di cattiva gestione, invocando accertamenti sui bilanci. Il conduttore era stato denunciato e condannato per diffamazione dai giudici nazionali, ma la Corte di Strasburgo, adita dal cronista, gli ha dato ragione obbligando per di più la Francia a versargli 5mila euro per i danni morali. Come primo punto, la Corte europea ha chiarito che i giudici nazionali sono tenuti ad applicare i parametri fissati nella giurisprudenza di Strasburgo (e questo, giova ricordarlo, vale anche con riferimento alle autorità di tutti gli Stati parti alla Convenzione, inclusa l’Italia).

Strasburgo ha poi stabilito che al ricorrente andava riconosciuta la forma più ampia di tutela prevista dall’articolo 10 perché si trattava di un giornalista che aveva espresso le sue dichiarazioni nella trasmissione radiofonica da lui condotta. La Corte riconosce che il cronista aveva affermato che “la situazione finanziaria della radio (…) aveva dato luogo a certe acrobazie”, con dubbi circa l’ortodossia di taluni comportamenti, senza fornire fatti precisi su possibili irregolarità nella gestione finanziaria dell’emittente. Tuttavia, i tribunali interni si sono limitati a bollare le affermazioni come allusive e senza prove, presumendo così la malafede del giornalista. Un errore, tanto più che si trattava di un giudizio di valore che aveva una base fattuale sufficiente perché il conduttore si era basato su due documenti che mostravano il cattivo stato finanziario dell’emittente, elemento che porta i giudici internazionali ad escludere che le affermazioni del giornalista rientrino nella pura invettiva. Tanto più – osserva la Corte – che in presenza di documenti ufficiali non si deve chiedere al giornalista di compiere ulteriori ricerche indipendenti. Senza dimenticare che le sanzioni penali minano la libertà di stampa.

Pochi giorni prima, il 5 luglio, la Corte europea aveva condannato la Polonia nel caso Ziembinski (ricorso n. 1799/07) a causa di una pronuncia per diffamazione a carico di un giornalista che aveva criticato, con toni aspri, un sindaco. La Corte ha dato ragione al reporter perché è vero che alcune espressioni da lui utilizzate come “stupido” e “lento a capire” sono in sé offensive, ma i giornalisti hanno diritto a scegliere lo stile, utilizzando sarcasmo e ironia anche eccessivi. La Convenzione, infatti, protegge non solo la notizia, ma anche le scelte stilistiche, in particolare quando oggetto degli articoli sono politici, che hanno un obbligo di tolleranza maggiore, e dipendenti pubblici. Non ha così superato il vaglio di Strasburgo la decisione dei giudici nazionali che si sono limitati a estrapolare le singole espressioni senza tenere conto del contesto generale. “Un livello di esagerazione – osserva Strasburgo – e di provocazione è permesso al giornalista” e questo anche quando arriva a un certo grado di intemperanza e a taluni eccessi. Così, anche la Polonia è stata condannata a versare 4mila euro al cronista.

Nella foto la Corte Europea

Marina Castellaneta (professore associato di diritto internazionale, Federazione Nazionale Stampa Italiana)

Stintino: 4.500 visitatori al museo

STINTINO – È positivo il bilancio della prima stagione del Mut, il museo della Tonnara di Stintino. Dal 18 giugno, giorno dell’inaugurazione, al 30 settembre sono stati 4.500 i visitatori che hanno varcato le soglie del nuovo spazio museale che ha sede in via Lepanto, davanti al porto Minori. Prenderà il via da domani il calendario autunnale degli appuntamenti. In questi primi tre mesi di attività il 60 per cento circa dei fruitori sono risultati essere di nazionalità italiana, provenienti dal territorio regionale e per lo più dal Nord Italia. Il restante 40 per cento, invece, è risultato essere di provenienza straniera. Si è registrata una forte presenza di turisti di nazionalità francese, tedesca, inglese, spagnola, greca e serba, ma non sono mancati visitatori extraeuropei. Hanno visitato il Mut turisti provenienti dal Vietnam, dalla Russia, dal Giappone, dalla Cina, dal Canada, dall’Algeria, dalla Turchia e dall’Arabia Saudita. È stata costante la partecipazione della comunità stintinese, che ha riconosciuto il museo comunale come un luogo di ritrovo, grazie anche al fitto calendario di eventi che hanno scandito la stagione estiva e che sono stati curati del Centro Studi sulla Civiltà del Mare.

«L’amministrazione comunale – afferma il sindaco di Stintino Antonio Diana – è pienamente soddisfatta dai risultati ottenuti in questa prima stagione del museo della Tonnara che è diventato un punto di riferimento sia per la cittadinanza che per i tanti turisti che quest’anno hanno soggiornato nel nostro territorio». Nelle 19 serate organizzate da giugno a settembre il museo ha ospitato incontri culturali di vario tipo, presentazioni di libri, proiezione di documentari, concerti di musica classica. Non sono mancati gli appuntamenti scientifici, con seminari di microbiologia e conferenze archeologiche. È stato svelato al Mut il volto di uno degli “eroi” di Monte Prama e presentato un innovativo progetto per la diffusione della lirica, grazie alla presenza di Alberto Gazale, baritono di fama internazionale. Due sono state le mostre temporanee allestite dall’architetto Paolo Greco, curatore anche dell’allestimento permanente, una personale dell’artista sassarese Paola Dessy, che ha voluto omaggiare Stintino e la Tonnara Saline, e un’esposizione dedicata ai prigionieri austroungarici all’Asinara, inaugurata in occasione della visita del presidente della Repubblica ungherese Janos Ader e attualmente visitabile a Cala Reale.

«La programmazione prosegue – annuncia la curatrice del museo Esmeralda Ughi – e infatti andremo avanti sino a fine anno. Il calendario autunnale è già entrato nel vivo e vedrà alternarsi al museo momenti culturali e incontri scientifici. Puntiamo molto sulle scuole per far conoscere alle nuove generazioni la storia del paese e le tradizioni del mare». Dal 1° ottobre al 31 dicembre, infine, sarà possibile visitare il Mut nei seguenti giorni e orari: il venerdì dalle 15,30 alle 19, il sabato e la domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15,30 alle 19. Per i gruppi, in numero non inferiore alle 10 unità, e per le scolaresche sono previste aperture straordinarie, chiamando al numero 345.97.18.686.

Nella foto i visitatori al museo della tonnara

S.I.

Panorama e Focus a Cagliari

CAGLIARI – La rivista Panorama in collaborazione con il magazine Focus farà tappa a Cagliari per quattro giorni ricchi di eventi: dal 28 settembre al 1 ottobre. L’Auditorium comunale del capoluogo sardo ne sarà il palcoscenico. Si spazierà tra arte e musica, economia e politica fino ad arrivare, addirittura, alla cucina. Un lasso di tempo, seppur breve, particolarmente dinamico che non solo permetterà di ascoltare e incontrare personalità di un certo calibro ma addirittura di interagirvi.

Tra gli ospiti ci saranno Vittorio Sgarbi che parlerà dei tesori della nostra isola, il Presidente della Regione Francesco Pigliaru a cui i cittadini potranno porre i propri quesiti, il vice-ministro Enrico Zanetti che parteciperà a un dibattito sull’economia e il rinomato chef Luigi Pomata che proporrà uno showcooking. Ma questa è solo una parte dei tanti personaggi che vi parteciperanno. Occasione interessante non solo per i più grandi ma anche per i giovanissimi i quali potranno prendere parte a degli incontri ideati proprio per loro con il fine di incoraggiarli e motivarli in un periodo in cui trovare la giusta occupazione sembra essere un’ardua impresa. Per il calendario dettagliato e per iscriversi agli eventi http://eventi.panoramaditalia.it

Nella foto Vittorio Sgarbi

Francesca Eleonora Orgiana

Testate on-line: legge da rifare

CAGLIARI – Lettera aperta degli editori e direttori responsabili delle testate on-line sarde riguardo la legge di finanziamento attuata dalla Giunta Pigliaru, e in particolare dall’assessore Firino, che di fatto penalizza le realtà minori indicando dei parametri per accadere ai finanziamenti piuttosto difficili da ottemperare viste le diffuse difficoltà economiche del settore e in generale del tessuto sociale regionale.

Gentile Assessore Firino,
lo scorso 25 luglio, la Giunta regionale, accogliendo una Sua proposta, ha approvato una delibera di «Sostegno alle testate giornalistiche on line», con uno stanziamento di 200mila euro per l’anno 2016, riconoscendo finalmente, come scritto nel documento, «pari dignità con gli altri media dell’informazione».
L’iniziativa era stata accolta con entusiasmo dai ‘piccoli editori’ del web che, seppure con pochissimi mezzi, da anni si cimentano nel mercato dell’informazione sarda. Avendo fatto immaginare un aiuto che potesse servire a ‘reggere il peso’ di un’attività entusiasmante, ma allo stesso tempo onerosa e faticosa e, finora, mai considerata dalle Istituzioni regionali. Un «sostegno» per contribuire alla crescita, al consolidamento e ad un progressivo miglioramento.
Purtroppo, pur riconoscendo il Suo merito nell’aver intrapreso una nuova strada, la pubblicazione dei requisiti (circa un mese dopo la delibera, con scadenza mercoledì 21 settembre) si è trasformata in una ‘doccia fredda’. Infatti, l’impostazione del contributo come rimborso delle «spese ammissibili sostenute» nell’anno precedente alla delibera, rischia di vanificare l’intenzione di aiutare questi piccoli editori, che spesso devono fare i conti con una struttura organizzativa ancora in fase embrionale e che quindi contavano sul «sostegno» con l’obiettivo di far crescere e migliorare la propria attività editoriale.
Fatti salvi i necessari criteri burocratici e le caratteristiche (per esempio, l’aggiornamento periodico) che consentono di distinguere una testata giornalistica da altri siti generici (blog, aggregatori di notizie ecc.), pochissimi editori, finora, si sono potuti concedere il lusso di assumere giornalisti applicando i «contratti nazionali» (come indicato nei requisiti), anche perché in tante situazioni la figura dell’editore corrisponde a quella di un giornalista che, facendosi imprenditore di se stesso, diventa direttore della sua testata on line, contribuendo così certamente ad implementare l’occupazione, ma non i ‘contratti’ o le ‘buste paga’. Spesso, agevolando, con la loro ‘supervisione’, l’inserimento nel mondo del giornalismo di alcuni giovani che intendono affacciarsi alla professione e compiono il percorso obbligatorio verso l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti in queste piccole testate.
Pochi editori decidono di sostenere i «costi per gli abbonamenti ai notiziari delle agenzie di stampa» (una delle quattro voci di spesa ammesse), sia per il costo, sia perché le stesse testate sono piccole ‘agenzie’ nei territori, fonti primarie di notizie. Inoltre, le «spese per la manutenzione ordinaria della rete e del sito web» sono veramente poca cosa nel bilancio generale di una testata.
Se poi si considera che le «spese generali» riferite alla sede redazionale della testata non possono superare il «10% del costo totale delle attività», si escludono in buona parte le ulteriori voci di spesa certe e certificabili. Alla luce di queste brevi, e necessariamente sintetiche, considerazioni, il rischio è che possa essere estremamente ridotto il numero delle testate ammesse a contributo, rispetto a quelle effettivamente operative, con ulteriore pericolo di perdere parte dello stanziamento previsto e di vanificare le lodevoli intenzioni del Suo provvedimento.
Se ci è permesso fare una proposta, almeno per i primi tre anni, certamente sperimentali, sarebbe opportuno puntare su un reale «sostegno», così da consentire alle testate on line di avviare un percorso di crescita dell’organizzazione e di miglioramento del prodotto giornalistico, rendendole maggiormente competitive nel difficile mercato editoriale. Quindi, per sfruttare al massimo lo stanziamento previsto sarebbe preferibile ripartirlo in almeno tre forme di finanziamento: una forfettaria ai possessori dei requisiti burocratici e delle minime caratteristiche; una per incentivare la regolarizzazione di qualche collaboratore; una sotto forma di contributo per l’aggiornamento tecnologico. Confidando nella possibilità di incontrarLa a breve per illustrare meglio queste righe, Le inviamo distinti saluti.

AD MAIORA MEDIA (admaioramedia.it) – Fabio Meloni
BUONGIORNO ALGHERO (buongiornoalghero.it) – Gianni Olandi
CRONACHE NUORESI (cronachenuoresi.it) – Sonia Meloni
ISOLA 24 SPORT (isola24sport.it) – Ignazio Caddeo
LA DONNA SARDA (ladonnasarda.it) – Francesca Columbu
OLBIA NOTIZIE (olbianotizie.it) – Davide Mosca
OLBIANOVA (olbianova.it) – Mauro Orrù
ALGHERONEWS (algheronews.it) – Stefano Idili

Lingue: Tenco alla Crabuzza

ALGHERO – L’album “Com un soldat” della cantautrice sarda Claudia Crabuzza ha vinto la Targa Tenco 2016 per il miglior disco d’autore in dialetto o lingua minoritaria (ex aequo con “’O sanghe” di James Senese & Napoli Centrale) . A stabilirlo una giuria di oltre 230 giornalisti, di gran lunga la più ampia e rappresentativa in Italia in campo musicale. La Crabuzza salirà sul palco del Premio Tenco il 21 ottobre prossimo per un live set e la consegna della Targa.

‘Com un soldat’ è il primo disco da solista della Crabuzza, leader e fondatrice dei Chichimeca, che vanta importanti collaborazioni sia come interprete che come autrice con artisti come Tazenda, Pippo Pollina, Mirco Menna, Il Parto delle nuvole pesanti, Dr Boost e con la band messicana La Carlota.
L’album (pubblicato per l’etichetta Microscopi di Barcellona) è cantato interamente in algherese (o catalano di Alghero), un idioma autoctono che, se da un lato ha mantenuto la sua arcaicità, dall’altro ha comunque subito influenze, del castigliano e del sardo prima, e dell’italiano poi (soprattutto nella formazione di vocaboli moderni), riconosciuto dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria.

“E’ una gioia incontenibile – ha detto la Crabuzza – Ho sognato questo riconoscimento da sempre. Abbiamo realizzato un disco in maniera quasi magica, in pochissimo tempo e con un gruppo di lavoro che si è messo insieme grazie a una serie di fortunate coincidenze. È stato tutto facile e immediato e da subito ho capito che questa impronta fresca e nuova è rimasta nel disco. Sapevo che si sarebbe fatto notare ma ricevere la Targa Tenco è la migliore conferma che potessi desiderare. Ringrazio Fabio Sanna che ha scritto le canzoni con me, Julian Saldarriaga, Dani Ferrer e Roger Marín che hanno realizzato il lavoro, Piergiorgio Annicchiarico per le preziose foto del booklet e anche la mia band storica, i Chichimeca, che mi ha sempre supportato”.

“Com un soldat” racconta la storia di una donna-madre-combattente alle prese con le tante facce della vita, con emozioni differenti e contrapposte. “Raó i esperança, amor i vanitat (ragione e speranza, amore e vanità)”, desiderio, guerra quotidiana con antichi dolori e buchi che non si riempiono. Figli e offerte alla Madre Terra, rumori della strada, alberi e cani. E’ un album dalle tinte forti con sonorità dure, cadenzate, che prendono dal folk per arrivare ad un impatto decisamente rock. Dieci brani in tutto. Una sola cover, un omaggio alla cantautrice campana Bianca d’Aponte che fa anche parte anche dell’album ‘Estensioni’ – voluto dall’associazione Cose di Amilcare e dal Club Tenco – una raccolta di brani dell’artista aversana scomparsa, tradotti ed interpretati da artiste di diversa nazionalità.

Nella foto Claudia Crabuzza

S.I.

Catalogna lontana: difesa di Bruno

“Non esiste alcun rischio chiusura per la sede di Alghero della Generalitat de Calalunya. E’ vero esattamente il contrario: l’amministrazione solo qualche settimana fa, era fine luglio, ha firmato il comodato d’uso dei locali al piano terra del Palazzo Comunale di via Columbano, così come deciso e autorizzato dal Consiglio, alla presenza del Delegato del Governo della Catalogna in Italia, Luca Bellizzi, rinnovando un legame autentico che vede la città di Alghero e la Generalitat de Catalunya sempre più vicine”. La dimenticanza della Diada [Tedde] ha fatto nascere l’ennesima polemica e puntato i riflettori sugli attuali rapporti con la Catalogna che oggettivamente, rispetto alle aspirazioni di qualche anno fa, paiono vacui e poco produttivi [Algheronews]. A rispondere a queste accuse giunte anche da esponenti politici [Conoci] e cittadini attivi [Manconi], è il sindaco Mario Brno che in occasione di un recente incontro a Sant’Anna risponde alle accuse.

“Sono ottimi i rapporti tra i due territori, a dimostrazione di quanto lavoro è stato fatto in passato e si continua a realizzare perché s’intensifichino e favoriscano rapporti turistici, economici e culturali. A breve verranno presentate alla stampa internazionale alcune iniziative di più ampio respiro che uniscono ancor più, se mai ce ne fosse bisogno, le diverse sponde catalane e italiane del Mediterraneo, in un’ottica di proficua collaborazione economica che vede nel turismo un’asse formidabile di promozione identitaria territoriale. In pochi mesi infine, sono numerose le iniziative che hanno visto coinvolta la città di Alghero a Barcellona, in ultimo la partecipazione alla Giornata della Lingua Catalana con una mia relazione sull’algherese condivisa con il rappresentante alla Cultura della Generalitat de Catalunya. Così come sono state diverse e prestigiose le manifestazioni ed esposizioni di artisti catalani ospitate durante i mesi estivi in Riviera del Corallo”.

Nella foto l’incontro a Sant’Anna

S.I.

Panificatori in guerra: manca la legge

CAGLIARI – Panificatori sardi sul piede di guerra per la mancata attuazione della legge di tutela del pane tipico e fresco, approvata ad aprile, ma non ancora resa operativa dalla Regione. La settimana prossima ad Oristano si sarà un’assemblea regionale dell’Associazione Panificatori della Confcommercio Sardegna che annuncia lo stato di agitazione se non verrà subito convocato un incontro con l’assessore regionale del Turismo, Commercio ed Artigianato, competente in materia.

“Lo scorso aprile abbiamo inviato una lettera all’assessore Francesco Morandi sollecitando un confronto per dare attuazione alle norme inserite nella legge di tutela e in particolare per l’articolo 7 che prevede l’istituzione di un tavolo tecnico tra Regione e panificatori per definire il registro regionale delle specialità da forno tipiche e della Sardegna – osserva il presidente dell’associazione regionale, Giampietro Secchi – è anche l’occasione per garantire finalmente il consumatore sul pane fresco, soprattutto rispetto al prodotto surgelato e precotto e puntare sulla valorizzazione della filiera del grano”.

“Occorre che l’assessore, quanto prima, convochi l’incontro e – aggiunge – che al tavolo possano partecipare anche i presentatori della legge, Daniela Forma del Pd e Luigi Crisponi dei Riformatori, perché il rischio è che si disperda il patrimonio rappresentato dalle 1050 aziende di panificazione che danno lavoro a oltre 4000 persone: non vorremmo – conclude – che il pane carasau possa essere prodotto nella Penisola mentre noi stiamo a guardare”.

Nella foto un incontro coi panificatori sardi

S.I.

Ritorna “Gent de l’Alguer”

ALGHERO – Ritorna sugli schermi di Catalan tv, giovedì 29 settembre “Gent de L’Alguer”. Il programma è ideato e condotto da Giancarlo Sanna con immagini e montaggio di Paolo Calaresu, direttore di produzione Roberto Lampis. Il programma ha lo scopo di valorizzare la lingua catalana parlata in Alghero, racconta la vita, i mestieri e le curiosità degli algheresi. La novità in questa edizione è che verranno coinvolte persone native nel comprensorio, residenti da oltre 40 anni in città.

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Retorna a Catalan tv, dijous 29 setembre”Gent de L’Alguer”. Lo programa és ideat i conduit de Giancarlo Sanna amb imatges i muntatge de Paolo Calaresu,director de producció Roberto Lampis i té l’escopo de valoritzar la llengua catalana parlada a L’Alguer, reconta la vida, los empleus i les curiositats dels algueresos. La novetat en aqueixa edició és que vengueran contactades persones natives de altres ciutats,residents de oltres 40 anys a L’Alguer.

Nella foto Giancarlo Sanna

S.I.

Colori dell’Eros al Domominore

ALGHERO – Amore, filosofia, arte, colori e musica saranno protagonisti venerdì 23 settembre ad Alghero durante la presentazione de “I Colori di Eros” di Michele Pinna. Un libro che propone un viaggio autobiografico nel quale le sfumature cromatiche diventano il veicolo naturale per ricordare momenti intensi della vita, come nella Recherche proustiana lo erano stati in qualche modo gli odori.

A partire dalle 18.30, nella sala dell’Hotel Domominore, in località Arenosu 1, poco distante dal bivio dell’aeroporto di Fertilia, lo scrittore e filosofo bonese ripercorrerà questo viaggio in un dialogo aperto con Marco Balbina e Daniela Masia Urgu. C’è tutta una vita da scoprire all’interno dell’agile volume. Una vita che si intreccia con le tante esistenze incontrate fin dall’infanzia, vissuta nel borgo natio sui monti del Goceano. Si parte dal nero degli abiti delle vedove di paese fino a incontrare i primi colori brillanti della vita, la sessualità, la scoperta dei sentimenti e la vita coniugale.

Insomma, siamo di fronte a una ricerca filosofica dove non manca davvero niente, c’è il tema amaro dell’emigrazione, l’esperienza dell’insegnamento come professore di liceo, la ricerca del bello e del buono. Tutto parte da Platone: Eros non è un dio ma un demone, e per questo è sempre insaziabile e incostante. Immagini profonde e intense come i colori e le tele dell’artista Maria Sulas, le cui opere potranno essere ammirate dai presenti e le forti note identitarie di Carla Denule, che arricchiranno di emozioni quest’appuntamento che regala notevoli spunti di riflessione al servizio della vita quotidiana.

Nella foto lo scritto Michele Pinna

S.I.