Crisi agricoltura: tutti in piazza

CAGLIARI – Il Consiglio di Coldiretti Sardegna, vista la grave crisi che attanaglia il comparto agricolo sardo, e visto il lungo elenco di vertenze rimaste ancora aperte e che non hanno trovato soluzione, se non, in alcuni casi, parziale e insufficiente, annuncia che il 1 febbraio 2017 manifesterà insieme ai propri soci a Cagliari. L’Organizzazione ha percorso tutte le strade diplomatiche per far arrivare il grido di dolore che arriva dal mondo agricolo alla massima Istituzione sarda. Lo ha fatto non limitandosi a denunciare il problema ma proponendo sempre delle soluzioni concrete.

L’elenco delle vertenze aperte è lungo, e contiene delle questioni che in alcuni casi si sono anche incancrenite arrivando ad un punto di non ritorno. In questo momento, il Consiglio regionale, come ultima ratio non vede altra soluzione alla manifestazione di piazza, per cercare di sensibilizzare il mondo politico, portando, anche visivamente, il disagio, ed in alcuni casi il dramma degli allevatori e agricoltori davanti al Palazzo.

Nella foto una manifestazione di Coldiretti

S.I.

Continuità: Deiana fallimentare

CAGLIARI – “Al netto del marketing politico dell’assessore Deiana, sulla continuità territoriale il responsabile dei trasporti prosegue nella danza di Zorba che lo ha contraddistinto in tutta la prima metà di legislatura.” É il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde che interviene sulle ultime dichiarazioni di Deiana in tema di Ct1. “Il 30 giugno dello scorso anno Deiana illustrò le linee guida della Ct1, della Ct2 e per le rotte europee, prevedendo per la prima una tariffa unica per residenti e non residenti per dodici mesi all’anno, peraltro diversificata in relazione agli orari. Dando l’impressione di impegnarsi per riempire le poltrone piuttosto che garantire la mobilità da e per la Sardegna. Ma, comunque, un passo avanti. Oggi, a distanza di sei mesi, il solito passo indietro: nell’ulteriore annuncio la tariffa rimane unica, ma per 10 mesi all’anno, -denuncia il vice capogruppo di Forza Italia- e non si parla più di diversificazione in relazione agli orari. Ed é singolare che tenti maldestramente di giustificare il caos della Ct1 con un presunto boom di presenze turistiche”.

“Deiana dimentica -sottolinea l’ex sindaco di Alghero- che buona parte dei passeggeri che frequentava i voli della Ct2 sulle rotte minori, dal momento del blocco del decreto che la istituiva, chiesto dalla Regione nell’ottobre del 2014, si é riversata sulle rotte della Ct1 saturandone i voli. Così come è successo per tanti passeggeri che prima utilizzavano i voli low cost di Ryanair. Tutto ciò ha favorito in modo esponenziale Alitalia -secondo l’ex sindaco di Alghero- che gestisce la Ct1 e spesso non riesce ad affrontare le difficoltà derivanti dalla crescita della richiesta di biglietti. Altro che boom turistico! Nel frattempo, e questa volta con grande coerenza, l’assessore Deiana prosegue nel mantenere un rigoroso silenzio sul piano del sostegno al low cost, questa volta indotto dall’aggrovigliarsi della situazione derivante dalla cessione del pacchetto di maggioranza di Sogeaal. Oggi è difficile capire quale sarà la strada che vorrà seguire la Regione e in quali tempi, e se la F2I, della quale non si conoscono i progetti e le prospettive industriali, vorrà condividere questa strada”.

“Bene avrebbe fatto Deiana, come noi più volte chiedemmo, a varare il piano di incentivi al traffico low cost prima di cedere il pacchetto di maggioranza alla F2I. Ora la situazione è molto più complicata e i tempi rischiano di allungarsi a dismisura nell’ipotesi in cui si seguissero le regole del Sieg, così come pare intenda fare l’assessore. Nel frattempo -chiude amaramente Tedde- l’abulia della regione che dura dall’inizio della legislatura ha provocato per l’aeroporto di Alghero la perdita di circa 330 mila passeggeri, con devastanti conseguenze sull’economia del territorio che anche in tema di trasporti naviga nel buio.”

Nella foto alcuni velivoli Alitalia

S.I.

Disastro ovicaprino: Pigliaru si svegli

ALGHERO – “Il baratro, la distruzione del comparto ovino e con esso quello lattiero caseario, è realtà. Serve un immediato, improcrastinabile, intervento della Regione per fissare un prezzo politico per il latte ovino. Pensiamo che non si possa andare sotto gli 80 centesimi al litro. Linea di salvezza in attesa di tempi migliori”. Cosi i rappresentanti politici Efisio Arbau, Presidente La Base e Gaetano Ledda, Capogruppo misto consiglio regionale, La Base

“Come si può realizzare in neanche venti giorni? E’ da tempo che La Base propone, inascoltata da una politica regionale oggettivamente inadeguata sulla materia, il cosiddetto Patto per il latte: un patto tra pastori e trasformatori per salvare il comparto dal tracollo, in attesa di costruire il futuro governo con l’associazione interprofessionale, proposta dal nostro movimento già nel 2013. All’interno del Patto per il latte c’è la soluzione per l’immediato. La crisi è causata da una dinamica al ribasso del prezzo del Pecorino romano e su questo bisogna intervenire”.

“La Regione, dopo aver stipulato un accordo con trasformatori e pastori per un prezzo del latte politico per la stagione 2016/17, stabilito a 80 centesimi, acquisisca tutte le scorte di Pecorino romano al prezzo del latte con il quale è stato prodotto nella stagione 2015/16, ad iniziare da quelle delle cooperative più in difficoltà, ed utilizzi, in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, queste scorte per fare alcune iniziative utili alla comunità regionale”.

“Misure per la promozione dei prodotti caseari in mercati esteri; finanziare campagne di educazione alimentare da attuarsi nelle scuole di ogni ordine e grado ed nelle grandi manifestazioni popolari. Solo questa misura garantirebbe una remunerazione che salva dal disastro i pastori e quindi l’economia della Sardegna. Ma serve che la politica faccia la politica e non fugga con finte risposte burocratiche”.

Nella foto un gregge di pecore

S.I.

Nuova Continuità: bando a breve

CAGLIARI – Passaggio finale ieri a Roma della procedura amministrativa per la nuova continuità territoriale aerea. Alle 17,30 al ministero dei Trasporti è stata chiusa la conferenza dei servizi presieduta dall’assessore Massimo Deiana per la determinazione del nuovo modello di CT1. Ministero ed Enac hanno definito ed approvato lo schema proposto dalla Regione che disciplinerà i collegamenti da e per la Sardegna da ottobre 2017 a ottobre 2021. Nelle prossime settimane sarà predisposto il decreto ministeriale di imposizione degli oneri di servizio pubblico e successivamente sarà pubblicato il relativo avviso sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

Da quel momento decorreranno sei mesi per la presentazione delle offerte da parte dei vettori. “Passo decisivo di un lungo processo che ci condurrà a un nuovo modello di Continuità – dice Deiana – dove saranno superate le criticità attualmente riscontrate con maggiore capacità e condizioni più favorevoli per l’utenza sarda residente e non residente”.

S.I.

Dati Bankitalia: Sardegna sprofonda

CAGLIARI – “Mentre il paese aggancia una ripresina, la Sardegna continua a soffrire”. Lo ha dichiarato Marco Tedde, vice-capogruppo di Forza Italia, commentando i dati oggi forniti da Bankitalia nel rapporto sulle “Economie regionali” che raccontano di un Mezzogiorno il cui PIL cresce del 1,1% dopo 7 anni consecutivi di calo e di una Sardegna ultima con un -0,7% di calo del Pil. “Dati che fanno il paio con quelli dell’ Istat che certificano che con gli annunci ed il marketing sfrenato non si aiutano le famiglie e le imprese. Dati già preoccupanti -denuncia il consigliere regionale algherese- resi ancora più pesanti dal fatto che in Sardegna secondo l’Istat l’aumento medio del reddito non supera i 400 euro, mentre nelle regioni del sud è pari a 1.200 euro, con una perdita occupazionale nel periodo 2011-2015 dello 0,4%”.

“E’ evidente che la pesante assenza di politiche dei trasporti, di semplificazione burocratica, di incentivi alle imprese e di riduzione del carico fiscale -denuncia l’ex sindaco di Alghero- non può essere compensata dagli annunci e dalla propaganda del presidente e degli assessori. E’ giunto il momento di emarginare le risse del centrosinistra che stanno paralizzando la Sardegna, di accantonare il marketing politico sfrenato e passare alle azioni concrete. Dopo oltre due anni e mezzo dall’inizio della legislatura -chiude Tedde- sarebbe bene che la Giunta regionale inizi a fare il suo mestiere.”

Nella foto gli uffici regionali a Cagliari

S.I.

Acquisti, Natale molto dimesso

CAGLIARI – Malgrado la crisi economica ed il clima di sfiducia già perdurante, si intravvede solo qualche piccolo segnale di ripresa per gli acquisti natalizi anche in Sardegna. E’ quanto emerge dall’indagine sul Natale 2016 realizzata da Confcommercio Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research, con dati rielaborati da Confcommercio Sardegna. Si stima un piccolo incremento medio delle vendite +0,2% ponderato con differenti effetti sui vari settori che compongono il commercio, anche se il 71,7% dei sardi prevede “un Natale molto dimesso”. La spesa media è di 164 euro pro capite a livello nazionale (contro o 166,1 dello scorso anno), mentre in Sardegna si attesta su valori più bassi, sui 123 euro (circa 250 euro per una famiglia di due persone). Rispetto al 2009 siamo però al – 25,2% di spesa. Si punta essenzialmente su alimentari, giocattoli e casalinghi mentre risultano in calo viaggi, telefonini ed elettronica. In forte crescita gli acquisti online effettuati dal 46% dei consumatori (44% a livello nazionale).

“La crisi non è ancora alle spalle e questo timido segnale di crescita non ci può fare stare tranquilli per il futuro – dice il presidente di Confcommercio Sardegna Alberto Bertolotti – L’Istat ci ha confermato che il Pil della Sardegna diminuisce e serve una marcia in più per aiutare le imprese che sono gli unici soggetti in grado di creare lavoro. Servono innanzitutto regole certe stabili nel tempo e uguali per tutta l’Isola, maggiore semplificazione burocratica e incentivi. Bisogna continuare sulla strada dei bandi – aggiunge – e rifinanziatre quelli per le pmi, oltre a sostenere le start up e le aziende che non hanno più di due anni di vita. Infine occore stanziare nuovamente le risorse per gli investimenti al di sopra dei 150 mila euro: non c’è più tempo da perdere”.

La quasi totalità dei consumatori pagherà immediatamente i propri acquisti senza ricorrere a nessuna forma di rateizzazione della spesa. Il 47,0% pagherà i propri acquisti prevalentemente in contanti, il 30% in prevalenza tramite bancomat ed il 23% in prevalenza con la carta di credito. Riguardo alle abitudini per il giorno di Natale, secondo l’indagine condotta da Fipe-Confcommercio con Format Research, si assiste anche ad un un leggerissimo incremento della spesa media per il pranzo di Natale: si pagheranno in media 51 euro a testa rispetto ai 50 euro del Natale 2015. Ma la maggior parte, l’87,7%, degli intervistati trascorrerà il pranzo di Natale in casa con amici e parenti come da tradizione. Solo il 9,2% si recherà in un ristorante, mentre l’1,8% trascorrerà il pranzo di Natale in un ristorante all’estero.

Nella foto via Carlo Alberto ad Alghero in questi giorni

P.S.

Stelle di Natale: piante sarde al top

CAGLIARI – Sono circa 250 mila le piante fiorite vendute in Sardegna nel mese di dicembre. Un dato positivo, secondo un’indagine condotta da Coldiretti Sardegna, in linea con il 2015. “Il consumatore – osserva il florovivaista di Olmedo Vittorio Cadau – è ormai abituato a frequentare sempre più spesso i mercati locali dove ricerca, anche nel nostro settore, prodotti di alta qualità e durevolezza delle piante fiorite”. Grazie soprattutto ai mercati di Campagna Amica, si è instaurato un rapporto di fiducia tra cliente e produttore: “un rapporto diretto – sostiene ancora Cadau – in cui il produttore da anche dei consigli pratici e informazioni sulle caratteristiche dei fiori che si acquistano “.

A farla da padrone in questo mese, è come sempre la stella di Natale, meglio nota come Euphorbia (Poinsettia) pulcherrima, dalle ampie foglie colorate che la rendono simile ad una cometa. Il suo colore tipico è il rosso intenso ma non mancano anche altre varianti cromatiche sempre nuove. “Non tutti sanno – ricordano dalla Coldiretti – che i veri fiori della stella di Natale, pianta originaria del Messico, sono quelli di colore giallo all’interno, mentre le parti di colore rosso non sono altro che foglie che assumono tale colorazione in particolari periodi dell’anno. Solitamente tali brattee sono rosse, ma possono essere anche rosa o bianche e tendono, per motivi fisiologici, a cadere”. Per le feste in Italia ne sono state vendute oltre 10 milioni, dato lievemente in crescita rispetto allo scorso anno. A livello regionale sardo, dove la quasi totalità sono di produzione locale, l’andamento commerciale è analogo al fenomeno nazionale.

Al secondo posto si ritrovano i ciclamini, nella loro ampia gamma di colorazioni e dimensioni di vaso.
In linea con i livelli dello scorso anno anche il prezzo, dovuto sicuramente ad una migliore qualità dei prodotti locali rispetto a quelli di importazione ed ad una lieve flessione dei costi di produzione per l’andamento stagionale. Al dettaglio i prezzi delle stelle di Natale partono dai 2 euro per piantine molto piccole, diffuse soprattutto a livello della grande distribuzione commerciale, fino ai 5 euro dei vivai. Per taglie medio-grandi in vaso (le tipologie più richieste) si spende fino a 15-18 euro per. Considerando, infine le varietà più strutturate o a quelle ad alberello, i prezzi possono raggiungere i 150 euro.

Un capitolo a parte è da dedicare agli abeti natalizi allevati esclusivamente in vivaio per l’uso tradizionale e simbolico del Natale. Non essendoci produttori locali, per le ovvie condizioni climatiche, il numero delle piante è certamente costante nel tempo e molto sensibile a “mode ecologiste” o dei consumi. “Possiamo affermare – conclude Vittorio Cadau – che in vista del Natale si osserva una lieve ma importante crescita delle vendite florovivaiste sul territorio regionale, anche a causa del prezzo tendenzialmente stabile o inferiore per alcune tipologie”. “Anche per le piante – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – è importante scegliere i prodotti locali. In questo modo si alimenta e si aiuta a consolidare un settore che dà lavoro a centinaia di addetti e diverse imprese sul territorio”.

Nella foto alcune Stelle di Natale nel mercato a Sassari

S.I.

Continuità aerea: dove sono i soldi?

CAGLIARI – “Nella versione on line della legge di stabilità approvata il 7 Dicembre non leggiamo nessun passaggio sulla continuità territoriale area per la Sardegna: è un problema di bozze non definitive o Renzi si è dimenticato le promesse sul finanziamento di trenta milioni l’anno?” Lo domanda Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, intervenendo sul testo recentemente approvato in Senato. “Sarebbe grave – prosegue l’esponente azzurro-, se venisse meno perfino quello che poteva essere considerato solo un acconto, visto che la cifra spesa per sostenere le continuità, posta a carico della Regione a causa dell’accordo Soru-Prodi del 2006, è più del doppio. In ogni caso, secondo quanto ci risulta, i trenta milioni previsti nel decreto “Misure urgenti per interventi nel territorio” del 2015 non sono mai stati spesi dalla Giunta Pigliaru. Per questo ancora più grave è l’inerzia di una Giunta regionale che in tre anni non ha fatto nulla e ha disfatto molto: hanno cancellato le rotte minori, facendo sballare la disponibilità di posti sulla CT1 per Roma e Milano e costringendo i viaggiatori a compiere itinerari più intricati e costosi e hanno mortificato il sistema delle compagnie low-cost”.

I dati sui passeggeri degli scali di Alghero e Cagliari rappresentano l’emblema di una politica che si ferma agli annunci. Quando le risorse promesse non arrivano, è un problema, ma quando non si utilizzano neppure le poche a disposizione, è una vergogna. Se la mancata indicazione delle risorse per la Sardegna è una svista, ne saremo lieti; se invece i soldi non ci sono occorre chiederli con la giusta determinazione e soprattutto usarli per provvedimenti concreti, non solo per le slide delle conferenze stampa”.

Nella foto alcuni velivoli Alitalia

S.I.

Coldiretti: Sindaci coi pastori

CAGLIARI – “I trasformatori fanno cartello e bloccano il prezzo del latte sotto i 60 centesimi sancendo la morte dei pastori. L’operazione di trasparenza e legalità – spiegano dalla Coldiretti -, portata avanti con grandi difficoltà e in un clima surreale da Coldiretti Sardegna, aveva sbloccato il prezzo del latte, passato dai 50 centesimi di settembre (abbiamo i contratti) agli 80 – 85 di novembre (abbiamo i contratti). Ma al mondo della trasformazione non piace la trasparenza dei dati e i contratti pubblici ma continuare a bisbigliarli il prezzo del latte nell’orecchio dei pastori, per questo ha reagito in modo forte e determinato facendo cartello ed imponendo il prezzo a 55 – 58 centesimi. Da tre anni Coldiretti Sardegna chiede l’interprofessionale e la trasparenza dei dati per consentire al comparto di fare il salto di qualità e passare dalla perenne instabilità a una seria organizzazione delle produzioni. Purtroppo, complice una politica lenta e non al passo con le imprese, siamo rimpiombati in quella che, a molti piace e conviene definire: l’ineludibile crisi ciclica. Una crisi governata. Già dal luglio 2015, quando il prezzo del Pecorino romano viaggiava a prezzi record, i trasformatori per bocca dei rappresentanti dei Fratelli Pinna, annunciava a Banari la prossima crisi. Guarda caso da allora il prezzo del Romano ha cominciato a calare”.

“Da gennaio 2016, approfittando di un dicembre mite, hanno cominciato a diffondere la notizia bluff della sovrapproduzione di latte, sfociata a marzo con la famigerata lettera inviata dai presidenti del Consorzio del Pecorino Romano, di Legacoop e Confindustria Sardegna al Governatore Pigliaru e all’assessore all’Agricoltura, in cui ipotizzavano 100 milioni di litri di latte in più rispetto ai 330 milioni di litri dell’annata precedente. “Potremo essere di fronte al collasso del sistema produttivo lattiero caseario ovino” era il presagio funesto dei trasformatori che minacciavano anche la possibile chiusura anticipata dei caseifici per frenare il fiume di latte che avrebbe inondato la Sardegna. Hanno abbassato il prezzo del latte da inizio annata 2015 – 16, da 1,10 euro a 90 centesimi, nonostante il costo del Pecorino romano fosse più alto rispetto all’anno prima: 2014: novembre 8,53 – dicembre 8,61. 2015: novembre 8,98 – dicembre 8,90. E dopo, facendo forza sulle sovrapproduzioni di latte, lo hanno ulteriormente ridotto (aprile 2016) a 80 centesimi”.

“I presagi funesti hanno portato il panico nel mercato. A cominciare dalle cooperative, l’anello debole del mondo della trasformazione, come Coldiretti Sardegna ha più volte denunciato: sottocapitalizzate; divise al loro interno; incapaci di mettersi assieme per costruire sistemi più solidi; senza canali commerciali propri o comuni alle stesse cooperative, dunque dipendenti dal sistema industriale al quale rivende il Pecorino romano. E sono loro che, impaurite dalla possibilità di ritrovarsi con il formaggio in giacenza, hanno cominciato ad abbassare il prezzo del pecorino, vendendolo spesso alle industrie di trasformazione privata”.

“Questo nonostante le sovrapproduzioni di latte fossero solo una balla, rivelatasi tale, dopo che Coldiretti Sardegna, è riuscita a recuperare silenziosamente e anonimamente (questo certifica ulteriormente il clima di terrore che si respira nel comparto) contratti e prezzi, portando nel mercato nuovi elementi di cambiamento.
IL BLUFF. I litri di latte prodotti, a fine annata 2015 – 16, non sono stati 430 milioni ma 286.611.739. I pastori non hanno prodotto latte in più, ma sono i trasformatori che sono stati incapaci di organizzare e programmare le produzioni. E sono sempre loro che hanno spaventato il mercato con le previsioni sballate. A chi è mai capitato di andare a comprare un auto e sentirsi dire dal venditore che il prezzo sta per crollare perché si stanno producendo milioni di auto in più che porteranno al collasso del sistema? Chi è l’imprudente che non ricontratta il prezzo al ribasso? Questo è quanto succede in un mercato opaco, dove i numeri sono in possesso solo ed esclusivamente di una parte della filiera”.

“Per questo Coldiretti Sardegna nei giorni scorsi ha inviato una lettera segnalazione all’antitrust chiedendo di fare chiarezza. In tutta questa vertenza c’è un silenzio pesante: quello della Regione. Non hanno ritenuto opportuno prendere posizione su un bluff che è costato 100 milioni di euro al mercato del Pecorino Romano (il prezzo è passato da circa 9,50 – 10 euro al kg a 6), e sulla base del quale sono stati chiamati direttamente in causa con una lettera in cui si chiedevano interventi pubblici per decine di milioni di euro. Ancora. Non hanno proferito parola quando a ottobre Coldiretti Sardegna ha lanciato l’allarme dei contratti a 50 centesimi e si continua sulla linea del silenzio adesso che gli stessi industriali fanno cartello e incuranti dei contratti a 80 e 85 centesimi di novembre, impongono il prezzo sotto i 60 centesimi.

Sono invece preoccupati perché i pastori sardi emigrati nel Lazio e 3 trasformatori, che rappresentano il 3% della produzione del Pecorino romano, per un valore che si aggira intorno ai 6 (SEI) milioni di euro, rivendicano più attenzione da un Consorzio, quello del Pecorino romano, che non li tutela ma anzi li danneggia sparando dati a caso. Avvallano insomma le strategie dei trasformatori che vogliono spostare il problema dal bluff delle sovrapproduzioni e della perdita di 100 milioni di euro ad una inesistente contrapposizione tra Regioni, facendo pagare ai pastori le loro incapacità. La massima istituzione, che deve difendere gli interessi dei sardi, fa l’ignavo e si mostra indifferente davanti a un comparto di oltre 12 mila aziende che con il latte sotto i 60 centesimi e i costi di produzione a 90, è condannato all’estinzione”.

“Per questo motivo Coldiretti Sardegna ha convocato oggi a Nuoro, in occasione della festa del Ringraziamento, tutti i sindaci per dar vita insieme al Comitato di crisi del settore del latte ovino. I sindaci sono le sentinelle del territorio, che si ritroverebbero a dover gestire l’implosione degli ovili con tutte le conseguenze economiche e sociali che ne deriverebbero. L’obiettivo è condividere le strategie e riuscire a destare la Regione da un sonno profondo, inondandola di ordini del giorno approvati dai consigli comunali in cui si chiedono interventi concreti per il comparto: dalla trasparenza dei dati che consenta una normale contrattazione del latte, all’istituzione del Consorzio di secondo livello per aggregare in un unico consorzio tutte le cooperative che producono Pecorino romano”.

“In questo modo si unirebbe una parte oggi disaggregata che produce oltre il 60 per cento del Pecorino romano, consentendogli di esercitare e imprimere nel mercato la propria forza. Una governance sociale globale di alto livello guidato da un management adeguato. Compito del Consorzio di secondo livello è quello panificare la produzione annua; implementare una strategia di marketing; collaborare con università e centri di ricerca per promuovere la diversificazione delle produzioni; favorire la gestione delle eccedenze del prodotto con una immissione programmata sul mercato e la promozione di nuove produzioni preventivamente concordate con il mercato”.

Nella foto una manifestazione della Coldiretti

S.I.

Ponte di Natale: più voli aerei

CAGLIARI – Sono al momento 130594 i posti messi a disposizione nel ponte di Natale dalla compagnia di bandiera sulle rotte da e per Cagliari e Alghero su Milano e Roma. Si contano quindi 41654 poltrone in più rispetto alle 88940 previste per decreto. Dal 20 dicembre al 10 gennaio 2017 si raggiunge così un incremento pari al 47 per cento, con 108 voli in più rispetto ai 704 previsti e numerosi upgrade nei collegamenti operati da Alitalia in continuità territoriale. Questo dato come di consueto è destinato a salire, secondo le indicazioni provenienti dal Comitato paritetico Regione-vettori, convocato permanentemente per monitorare l’andamento della richiesta. L’assessorato dei Trasporti rimarca inoltre che la condizione delle prenotazioni è in continua evoluzione e che nelle prossime settimane sarà messa in campo ulteriore disponibilità di posti.

Nello specifico, la rotta Cagliari-Linate-Cagliari conta 37782 posti totali corrispondenti a 13990 poltrone in più, cioè il 59% di incremento e 284 voli e upgrade.
Cagliari-Roma-Cagliari dispone ad ora di 59740 posti totali, ovvero 15708 in più, 36% in aggiunta e 312 voli e upgrade.
Su Alghero-Linate-Alghero sono in vendita 10232 poltrone totali, 3992 in più rispetto al decreto che coincidono con il 64% di aumento di capienza e 77 voli e upgrade.
Alghero-Roma-Alghero, infine, raggiunge 23011 posti totali, 8007 in più, 53% di aumenti e 140 voli in totale e upgrade.

Nella foto un volo Alitalia

S.I.