Oasi del Lavoro: Lampis inesperta

ALGHERO – “La pubblicizzazione, da parte di Natascha Lampis, assessora della giunta Bruno, dell’Oasi del lavoro con l’ambizioso progetto dell’Officina Algherese per lo sviluppo e dell’imprenditorialità, in astratto è una iniziativa da accogliere positivamente, come giá lo fu quella di Imprendiamoci organizzata ad Alghero nel 2014 dall’Agenzia Regionale per il Lavoro, e fortemente voluta dal Sindaco Mario Bruno”. Cosi Giuseppe Sotgiu, componente del coordinamento dei Riformatori Sardi, riguardo il progetto presentato dall’assessore Lampis.

“Migliaia di giovani si iscrissero allora negli appositi portali regionali, ma allo stato attuale la Regione, pur avendo in cassa disponibilità per 54 milioni di euro, è a tutt’oggi inoperativa, incartata com’è nelle procedure burocratiche. Analizzando, poi, nel merito, la fattibilità del progetto dell’Officina catalana, si rimane alquanto perplessi nel vedere che tutti gli organi dell’Officina esistono già da tempo, ma obiettivamente non si ha memoria di particolari risultati da essi raggiunti nel mondo del lavoro o dell’imprenditoria. L’entusiasmo dell’assessora è prova di un approccio senz’altro meritevole quanto ad entusiasmo annunciativo, ma altrettanto chiaramente rivelatore di un avvicinamento poco esperto alla materia, ignorando che la Regione, per le notevoli ed insormontabili difficoltà a raggiungere risultati diretti apprezzabili attraverso le modalità previste da Garanzia Giovani, è stata costretta a deviare, facendo un bando pubblico per professionisti ed imprese disponibili ad accompagnare i giovani che fossero assegnatari di adeguato finanziamento pubblico, nel percorso di inserimento iniziale nell’attività imprenditoriale. Va allora suggerito all’entusiasta assessora annunciatrice che il lavoro e l’impresa li fa nascere o morire il mercato, che oggi purtroppo rivela criticità impressionanti, vedi il disastro Ryanair, e non certo le iniziative senza supporto finanziario che si esauriscono in breve tempo”.

“Vogliamo infine ricordare che per la nuova imprenditorialità già dal 13 gennaio 2016 è possibile avere importanti finanziamenti, a tasso zero, dall’agenzia dello Stato Invitalia che ha a disposizione 50 milioni di euro. I progetti finanziabili devono essere concreti e realizzabili perché non si daranno più denari sponsorizzati dalla politica o per finalità propagandistica. Per quanto riguarda il coworking, esso è sicuramente una novità ma di difficile attecchimento in piccole comunità ed in territori che non hanno la cultura per questo tipo di condivisione che appare fortemente invasiva”.

Nella foto Giuseppe Sotgiu

S.I.

Porto Sant’Antioco verso gestione

CAGLIARI – Mentre la condizione del porto di Alghero è sempre più decadente e l’iter per la realizzazione del nuovo scalo non vede ancora un definitivo sblocco, in altre zone della Sardegna ci si muove e pure in fretta. L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ieri ha incontrato il Direttore marittimo del Sud Sardegna, Capitano di vascello Roberto Isidori, il sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu e i rappresentanti degli uffici regionali del Demanio. Nel corso della riunione sono stati fatti costruttivi passi avanti verso una soluzione condivisa che garantisca la continuità della gestione del porto di Sant’Antioco e i servizi durante la fase di pubblicazione della gara per l’individuazione del soggetto che in futuro dovrà gestire lo scalo sulcitano.

“Consideriamo importante e strategica l’infrastruttura di Sant’Antioco – sottolinea l’assessore Erriu – È auspicabile che le attività al suo interno siano sviluppate ulteriormente, nell’interesse dell’economia di tutto il Sulcis. È una delle priorità dell’Assessorato, non a caso i nostri uffici sono al lavoro per arrivare nel più breve tempo possibile a risolvere questa problematica. Abbiamo convocato un’altra riunione per l’8 gennaio, per definire i dettagli di quanto è stato discusso oggi”. A margine dell’incontro, come da loro richiesta, l’assessore Erriu ha incontrato i rappresentanti della Cisl guidati dal segretario del Sulcis Fabio Enne per discutere delle problematiche inerenti i lavoratori impiegati nel porto sulcitano.

Nella foto sulla destra l’assessore Erriu

S.I.

Ryanair, Sogeaal e Giunta: incontro

ALGHERO – “Prospettive occupazionali in Sogeaal e nelle società collegate ai servizi aeroportuali, sviluppo del network servito dall’aeroporto di Alghero e politica d’incentivi per il mantenimento delle destinazioni low cost. Sono i temi affrontati dal sindaco Mario Bruno e dagli assessori al Turismo, Gabriella Esposito e alle Finanze, Gavino Tanchis, nel corso di un partecipato incontro alla presenza di una nutrita rappresentanza di dipendenti della società di gestione aeroportuale e dalle rappresentanze sindacali del settore”. Cosi si apre il resoncontro dell’incontro coi lavoratori e il sindacato Cgil che ha anche causato una polemica su facebook con il rappresentante della Cisl Deliperi.

“L’incontro, richiesto dagli stessi lavoratori, è servito per fare il punto sulla delicata fase in cui si trova la società a totale partecipazione pubblica, impegnata in importanti trattative commerciali con le maggiori compagnie aeree per garantire il mantenimento dei collegamenti per la prossima primavera-estate. Il Primo cittadino di Alghero ha così ripercorso tutte le tappe che hanno portato al consolidamento della presenza Ryanair sullo scalo algherese fino alla discussa Legge 10 del 2010 che, di fatto, in attesa del pronunciamento dell’Ue blocca ogni tipo d’incentivo da parte dell’assessorato ai Trasporti, influenzando il buon esito della procedura di privatizzazione aperta in Sogeaal”.

“Ci auguriamo che tale pronunciamento arrivi entro il mese di gennaio – ha ribadito il sindaco – nel frattempo ritengo che la stessa Regione debba muoversi con coraggio senza attendere oltre, nelle pieghe degli orientamenti europei 2014″. Nei prossimi giorni sarà richiesto un incontro alla proprietà della società di gestione (Regione e Sfirs) direttamente con i lavoratori. “Capisco la preoccupazione e serve una mobilitazione importante del territorio non basta Ryanair, serve diversificare rotte e vettori, serve un piano regionale dei trasporti e un sistema aeroportuale sardo che garantisca tutti e punti allo sviluppo economico dal punto di vista dei collegamenti, delle compagnie e delle garanzie per il personale” conclude Mario Bruno.

Nella foto l’incontro nella sala delle Meta

S.I.

Marras e Fresu per il low-cost

ALGHERO – Il progetto per salvare le rotte low cost dell’Aeroporto di Alghero trova validi testimonial pronti a condividere la causa di un territorio che vuole trovare da solo le energie per tenersi in piedi. Gli Stati generali dell’economia hanno dato il via libera ad una task force operativa, e in queste ore arrviano attestati di sostegno trasversali. Si, perchè tenere le rotte ad Alghero è un’esigenza che coinvolge tutti, nessuno escluso. Così hanno deciso di dire la loro anche il musicista Paolo Fresu e lo stilista Antonio Marras. Vicini più che mai all’idea di un’Isola che deve progeredire, mai fermarsi, o peggio tornare indietro anche sotto il profilo della crescita sociale e culturale.

“Siamo un’Isola europea. Il problema in questo momento è continuare ad esserlo. La nostra necessità di comunicare, di confrontarsi con altre realtà, conoscendole da vicino, è l’humus imprescindibile che ci consente di crescere ed evolverci – è il commento del musicista Paolo Fresu – per assimilare e costruire quella cultura su cui si fonda il futuro di un territorio. Certo, i risultati economici che rischiano di essere compromessi, sono la prima preoccupazione, ma non l’unica. C’è un’intera Isola che deve poter continuare a dialogare con il mondo. Dal vivo, non solo in rete. Per fortuna ci sono persone che questa volta, senza bandiere o appartenenze, dimostrano di essere sardi da Alghero a Olbia e si pongono il dubbio che ci siamo posti tutti: cosa possiamo fare?.” Un’idea, un modello di sviluppo territoriale innovativo in Sardegna:” Spesso capita che non ci si attivi per risolvere i problemi aspettando, a torto, che sia qualcun altro a farlo. Questa volta no – aggiunge – siamo noi, in qualsiasi veste, che dobbiamo e vogliamo sostenere un pensiero e un’azione entrambe condivise perchè la Sardegna non perda il low cost. Per continuare ad essere un’Isola europea.”

L’economia locale, per meglio dire le economie, saranno investite inevitabilmente – e negativamente – in prima battuta. “Lo dico da imprenditore e da cittadino – esordisce Antonio Marras – sarebbe un salto indietro pericolosissimo. Alghero e la Sardegna sono cresciuti in questi anni grazie ad una vera e propria rivoluzione. La nostra terra, questa parte di Sardegna, era nota si, ma non così conosciuta. L’avvento del low cost ci ha permesso di farci apprezzare in tutta Europa e non solo, un salto epocale che il mercato internazionale richiedeva e che ci ha scoperto protagonisti. Perdere tutto a questo punto sarebbe una vera e propria follia. Perchè l’aeroporto Alghero può svilupparsi e diventare, per esempio, come Orio al Serio, a Bergamo. Uno scalo che è cresciuto vertiginosamente grazie al low cost.”

Una situazione cui porre rimedio. Anche perchè il tempo fino al 20 gennaio, per andare a trattare con Ryanair, è davvero poco:” E’ vero, manca poco. Ma l’energia che in questo momento si sta cercando di mettere in campo è tantissima e il risultato si può raggiungere. Fa piacere registrare un fronte comune unito che non lascia spazio a sterili lamentele su quello che si poteva fare e non si è fatto. Un segnale importante per tutti, un nuovo metodo di risoluzione dei problemi che da queste parti non si vede spesso.”

Il Progetto di destinazione riguarda non solo il nord dell’Isola, ma tutta la Sardegna, e punta grazie a sempre nuove collaborazioni alla sottoscrizione volontaria (codice IBAN IT 70 O 05676 17201 000070093337) di un milione di euro. Già da domani sono in programma una serie di incontri per proseguire sulla rotta della condivisione del Progetto che nasce per salvaguardare il territorio e “rimodulare” gli intendimenti di Ryanair che ha annunciato la cancellazione di ben 14 rotte della “Summer 2016” sull’Aeroporto di Alghero. Rotte sui cui si muovono circa 700.000 passeggeri l’anno, e che generano, tra economie dirette e indotte, quasi 400 milioni di euro.

Nella foto Antonio Marras

S.I.

Commercianti sperano nei saldi

CAGLIARI – I commercianti sperano che i primi flebili segnali sui consumi coinvolgano anche la Sardegna e che, così come di recente ha dichiarato anche dall’Istat, i saldi possano comunque dare una mano alle vendite del settore abbigliamento e calzature. Un analisi di Confcommercio Sardegna e CdC & Partners si prevede un segnale di ripresa del 1,2% rispetto allo scorso anno su base regionale con una spesa media per famiglia di 307 euro, mentre a livello nazionale la crescita prevista certificata da Federmoda Italia Confcommercio è del 3% rispetto al 2015 con una spesa media per famiglia di 346 euro.

“In autunno le vendite non sono state supportate dal clima eccessivamente mite e gli operatori commerciali che hanno visto ridurre fortemente le vendite di capi più pesanti e di calzature ed accessori di stagione: ora l’attesa dei saldi fa sperare nel recupero di qualche margine per gli imprenditori del settore, soprattutto se arriverà l’inverno – afferma il presidente regionale dell’associazione, Agostino Cicalò – I saldi rappresentano un’occasione importante per i consumatori a caccia dell’affare e per gli operatori commerciali sono fondamentali più per dare continuità a quei piccoli, quasi impercettibili, segnali di ripresa. Con questo tipo di vendita aumentano i ricavi, ma diminuiscono i margini – aggiunge – Servono ora segnali forti e politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi che stanno abbandonando le strade dei nostri centri”. L’asticella degli sconti in partenza si è subito assestata su percentuali importanti 30%/40% per poi crescere via via e non sarà difficile trovare sconti che arriveranno in molte situazioni sino al 70%.

Nella foto un negozio con i saldi

S.I.

Confidi: sardi ancora penalizzati

CAGLIARI- “Per favorire in modo concreto l’accesso al credito delle imprese e dei professionisti sardi occorre tornare in aula per modificare la norma regionale che non privilegia i confidi sardi nell’attribuzione di risorse per il fondo per la prestazione di garanzie.” E’ il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde che così commenta la determinazione regionale in data odierna che attribuisce ad un confidi toscano 1.976.000 euro, pari a circa il 40% dei fondi regionali in materia.

“Non prevedere criteri di prossimità territoriale per la localizzazione dei confidi, come invece succede in Sicilia, è stato un errore che occorre riparare tempestivamente. In legge -propone l’ex sindaco di Alghero- occorre inseriste una chiara clausola di territorialità che contribuisca al raggiungimento dello scopo di agevolare al meglio le imprese ed i professionisti sardi. La maggioranza che sostiene Pigliaru continua a presentarsi come autonomista, ma solo nei convegni. Ci chiediamo se il Partito dei Sardi -chiude Tedde- vorrà con noi sostenere questa giusta battaglia politica contro una norma errata”.

Nella foto il palazzo della Regione

S.I.

Moby-Tirrenia: antitrust non sorprende

CAGLIARI – “La decisione dell’autorità antitrust non deve sorprendere nessuno, perché rispetto a quando la pratica è stata avviata lo scenario è oggettivamente cambiato. L’autorità non poteva non prendere atto di due fatti maturati nelle scorse settimane: l’annuncio di Onorato dell’applicazione di tariffe più basse per l’estate e l’arrivo di un concorrente come Grimaldi sulle rotte da Olbia”. Commento del senatore Silvio Lai riguardo le ultime notizie sui collegamenti navali da e per la Sardegna che paiono poter palesare un’eventuale “monopolio” nelle mani di Onorato. “Sono fatti importanti che hanno certamente modificato il quadro di concentrazione esistente. Un quadro di concorrenza ridotta e di mercato bloccato, per la possibilità di Tirrenia e Moby di sviluppare sinergie e di stabilire prezzi identici, anche perché in estate Tirrenia non è vincolata dalla convenzione con lo Stato. Tanto è vero che per ridurli è apparso sufficiente l’annuncio dell’armatore a Firenze”.

“Un quadro mutato che resta però fragile ed esposto a rischi di trust perché dipendente da fattori mutevoli. Se questi due fatti, avvenuti anche per le pressioni istituzionali e dell’opinione pubblica, nei prossimi mesi si confermeranno, a guadagnarci sarà innanzitutto l’economia turistica sarda e il diritto dei cittadini alla mobilità. Il fattore nuovo appare legato al costo del petrolio sceso da 100 dollari e 33 dollari al barile che ha influenzato la scelta degli armatori, sia Grimaldi che Onorato. Proprio il costo del carburante (che secondo Cin-Tirrenia arrivava a incidere per la metà dei 72 milioni di euro annuali) impediva una riduzione significativa delle tariffe negli scorsi anni, portando alla scelta della riduzione delle rotte per ottenere prezzi più bassi per passeggeri e merci, durante l’ultima verifica della convenzione al ministero”.

“Ed è in quella sede, dove c’è anche la Regione, prima dello scorso anno esclusa, che l’annunciata diminuzione dei prezzi dei biglietti deve essere discussa e sottoscritta, soprattutto se avviene per la riduzione dei costi del carburante e non per concessione dell’armatore. Infatti mentre Moby può ridurre i prezzi per volontà della sua amministrazione, Tirrenia è sottoposta ad una convenzione per la quale, in caso di riduzione dei costi di esercizio, i vantaggi vanno distribuiti sulle tariffe concordando le modalità con Governo e Regione. Un prezzo basso per Moby è una decisione autonoma, per Tirrenia no. In secondo luogo si dovrà valutare se avrà successo l’iniziativa della Grimaldi nelle nuove rotte sarde, che oggi pare possibile per la riduzione del prezzo del carburante e che guardiamo con attenzione e apprensione, consapevoli che si tratta di un impresa complessa di chi deve concorrere con chi riceve contributi pubblici e ha comprato navi in condizioni agevolate. Proprio lì ha origine l’anomalia di questi ultimi 3 anni, in quella pessima privatizzazione della Tirrenia, con la quale ad un operatore sono state date delle navi gratis corredate di 72 milioni di euro l’anno, voluta in questo modo dal Governo di allora e nel silenzio, poco consapevole almeno allora, di chi guidava la Regione”.

“Siamo al terzo anno di quella convenzione, che fra quattro anni sarà esaurita. Nei prossimi anni la convenzione, con il nuovo ruolo conquistato dalla Regione lo scorso anno, dovrà essere verificata costantemente perché gli impegni presi con le conferenze stampa si tramutino in atti formali. Tra quattro anni, conclusa questa fase e quando occorrerà cambiare modello anche per i nuovi obblighi europei, il compito di gestire la gara per gli oneri di servizio dovrà passare alla Regione, come avviene per quella aerea. In questo modo si dovrà e si potrà evitare che a decidere sull’economia sarda o sui diritti alla mobilità dei sardi siano altri e non la Regione”.

Nella foto Silvio Lai

S.I.

Investiamo sul low-cost per salvarci

ALGHERO – La possibile riduzione dei voli per il 2016 è un rischio concreto. Per tutta l’economia locale, non solo a nord. Lo hanno capito gli Stati Generali dell’economia del Territorio che si sono riuniti oggi in Camera di Commercio, ed è un rischio che non vogliono correre. Anzi, hanno tutte le intenzioni di contribuire a scongiurarlo. Idea: salvare l’economia locale legata al turismo – diretta e indotta – con il contributo di tutti. Il low cost, non può sparire, anzi.

E’ il momento di incrementarne le potenzialità e per incentivarlo in prima fila gli albergatori, che investiranno lo 0,25 per cento del loro fatturato, e poi tutti gli altri che potranno esserci – si sta studiano una quota progressiva ed una fissa – per agire proficuamente e giungere alla vittoria di una causa. Per scrivere da protagonisti un nuovo modello di sviluppo locale. Agli stati generali hanno ritenuto di essere operativi tutti, e per questo ci saranno le associazioni di categoria insieme ad imprese, sindacati, liberi professionisti e consumatori. E’ un nuovo sistema di crescita e rilancio territoriale. Che pensa anche ad un progetto di destinazione. Come dire: io investo? E decido le rotte e i turisti da portare. Un modello sperimentato con profitto anche a Copenaghen che ha deciso di puntare sugli Stati Uniti e che è valso dieci milioni di euro a fronte di un investimento pari ad un milione.

“Ci saremo e le soluzioni che il delicato momento richiede, sono poche. Ci stiamo dando da fare e in fretta, entro il prossimo 20 gennaio – dice il presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini – In primo luogo per la contingenza che oggi sembra attanagli solo il Nord Ovest e anche tutte le conseguenze che ricadranno sul territorio sardo e su tutte le imprese e famiglie coinvolte, non solo sul sistema turistico ricettivo. Oggi abbiamo saltato l’ostacolo, senza se e senza ma, senza pensare a quello che è stato ma pensando solo all’obbiettivo. La Sardegna e i flussi turistici devono continuare ad esistere. Con il contributo di tutti.”

L’incontro è stata una vera e propria chiamata alla costruzione di un percorso tecnico e operativo per risolvere la situazione. Senza steccati territoriali, per l’economia e la socialità. E dagli intenti di tutti gli spiragli ci sono. Nessuno, infatti, si è tirato indietro. L’interesse collettivo è troppo importante, tutti dovranno farsene carico e nessuno potrà pensare di non esserne coinvolto. Sarà un’azione coordinata che passerà dalle giuste interazioni anche con le attività che la Regione sta già portando avanti.

“Tutto il sistema insieme ha capito che il futuro sarà quello di contribuire al destino comune. E che non si potrà dire “non è un problema mio” – aggiunge Sini – un euro investito ne vale almeno quattro a beneficio di tutta la filiera. Minimo. Un effetto moltiplicativo che vale quasi quattrocento milioni di euro che non possiamo perdere soprattutto in questo momento nel quale i flussi turistici si stanno indirizzando, e bene, verso la nostra Isola.”

Nella foto l’incontro di oggi alla Camera di Commercio

S.I.

Declino Nord-Ovest: stati generali

SASSARI – La possibile riduzione dei voli per il 2016 da parte della più importante compagnia aerea low cost che opera in Sardegna, rischia di consegnare scenari foschi per tutta l’economia del territorio. Nasce con questi presupposti la convocazione degli Stati Generali dell’economia del Territorio in programma domani 29 dicembre alle ore 10 presso la sede camerale di Sassari, in Via Roma. “Imprese, associazioni di categoria, sindacati, liberi professionisti e consumatori si incontrano per capire e decidere soluzioni che il delicato momento richiede. – dice il presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini – In primo luogo per la contingenza che oggi pare colpire solo il Nord Ovest e, in collegata analisi, anche tutte le pesanti conseguenze che ricadranno sul territorio sardo e su tutte le imprese e famiglie coinvolte, non solo quindi il sistema turistico ricettivo.”

L’incontro è una vera e propria chiamata alla costruzione di un percorso tecnico e operativo per risolvere la situazione interagendo anche con le azioni che la Regione sta già portando avanti. “A rischio ci sono la nostra economia e socialità – aggiunge Sini – ed entrambe potrebbero essere compromesse in maniera drammatica, con danni enormi dei quali è facile solo una stima approssimativa, limitata e provvisoria ma che si configura in centinaia di milioni di euro.I fattori a rischio sono quindi di sistema e il sistema in questo momentodeve assumersi la responsabilità di intervenire. Tutto il sitema insieme”.

Nella foto Gavino Sini

S.I.

Alghero triste: “alzate le serrande”

ALGHERO – “Si parla da sempre della necessità per una città come Alghero di destagionalizzare i flussi turistici, considerando il fatto che, finito il periodo estivo, la presenza dei turisti cala in maniera fisiologica ma certamente non si azzera, anzi. Il punto è la città non è sufficientemente pronta a proseguire le propria offerta nei periodi di bassa stagione e a garantire ai turisti una varietà di servizi pari a quelli estivi (al netto di tutte le criticità che ogni anno si presentano puntuali ad Alghero nei periodi di massima affluenza, ovviamente)”. Proposta del capogruppo del Pd algherese Mimmo Pirisi per contribuire a contrastare la condizione di generale tristezza che avvolge Alghero nonostante i periodi di festa.

“I problemi relativi alla carenza strutturale dei servizi pubblici sono noti a tutti, residenti e non; basti pensare al trasporto urbano, al decoro e così via. Ma anche il comparto privato ha le sue grane: una di queste è certamente il regolamento del suolo pubblico, a detta delle associazioni di categoria mai del tutto applicato o con pene troppo blande, mancando così di rispetto verso quegli esercizi che invece hanno osservato le seppur controverse e contestate disposizioni entrate in vigore quest’anno. Ma c’è un’altra questione che riguarda gli esercizi commerciali e il loro rapporto con la città e quindi i flussi turistici, ovvero gli orari di chiusura . Il luogo comune che affligge Alghero è che sia una città vivace, frizzante, caotica ma comunque viva d’estate e che invece d’inverno si spenga nonostante, come sappiamo tutti, i turisti( i locali in particolare ) continuino a visitare la Riviera del Corallo soprattutto nei periodi di festa. Essi però trovano una città vuota e malinconica anche per via dei pubblici esercizi chiusi ad orari incomprensibili in special modo per chi viene dall’estero, se pensiamo che in periodi come questo (Natale, mica, per dire, Ognissanti) dopo le 21 le serrande di quasi tutti i negozi e locali sono abbassate. Il problema delle chiusure disinvolte però non ha stagione: per esempio erano infatti molti gli esercizi chiusi questa estate, nella domenica in cui c’è stata al Porto la cerimonia di chiusura e la premiazione del Rally Italia Sardegna, con centinaia di algheresi e di visitatori dall’Italia e dal Mondo riversati per le strade”.

“Ma al di là dei turisti, anche i residenti meritano che il comparto commerciale di questa città non tenga le serrande abbassate: certo, si dirà che c’è crisi, ma questo non deve diventare un alibi se si perdono anche le occasioni in cui possa esserci anche una minima possibilità di fatturare qualcosa in più. L’amministrazione comunale dovrebbe considerare seriamente questo problema che caratterizza Alghero da troppi anni,( tra l’altro siamo in attesa che venga modificato il famigerato regolamento dei tavolini tanto contestato e profondamente sbagliato che ha avuto la sua nascita nel capodanno scorso ), ed intervenire per armonizzare, in concerto con i commercianti, le aperture e le chiusure dei loro esercizi, frenando abusi ed eccessi ed eventualmente premiando chi fa lo sforzo di garantire una apertura tutto l’anno come avviene nelle altre località turistiche europee”.

“Perché anche gli esercizi commerciali svolgono, per natura giuridica” un servizio di pubblica utilità, offrendo beni e servizi alla cittadinanza e ai turisti e svolgendo così una funzione sociale che però viene a mancare se in città c’è un vero e proprio far west non solo di tavolini, ma di serrande”.

Nella foto una via del centron storico

S.I.