Turismo nautico: Alghero perde milioni

ALGHERO – “Una barca del genere (tra i 18 e i 24 metri), ormeggiata in un porto, crea un indotto medio di 41.594 euro l’anno. Circa 20.000 vengono spesi per la barca tra costi di gestione e ormeggio. La quota residua è la spesa sostenuta dall’armatore e dagli altri ospiti in shopping, ristorazione, cultura, intrattenimento e trasporti”. Sono ancora una volta i Riformatori Sardi che, coerenti con la loro linea di pensiero da sempre finalizzata a sostenere progetti e azioni dedite allo sviluppo e crescita dei territori, ritornano su uno dei temi centrali del mancato sviluppo e drammatica crisi che attraversa Alghero: la mancata realizzazione del nuovo porto.

“I numeri confermano che i porti turistici rappresentano una fondamentale realtà di crescita economica e sociale: per ogni 4 ormeggi si genera un posto di lavoro stabile creato direttamente dalla gestione del “marina” o indirettamente dai servizi connessi grazie al fatto che il diportista, nella sua caratterizzazione di “stanziale” o “in transito”, possiede una elevata capacità di spendita. Perché ad Alghero no? Perché il Porto di Alghero non è in grado di attrarre turismo nautico? Quanto dobbiamo ancora attendere la riqualificazione dello scalo?”

Nella foto un esempio di imbarcazione che potrebbe giungere nel porto di Alghero una volta riqaulificato

S.I.

Tracollo Turismo: chiude Las Tronas |video

ALGHERO – L’annata 2016 verrà ricordata come una delle peggiori stagioni turistiche di sempre. Almeno fino ad oggi lo è. Come accade spesso in questi casi al netto dei dati, seppur faro di ogni ragionamento, e delle varie comunicazioni, più o meno partigiane, sono i fatti a raccontare al meglio di ogni cosa la realtà. Dopo 60, ovvero da quando ha aperto, quest’anno, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, l’Hotel Las Tronas chiuderà. L’albergo extralusso divenuto anche un brand della bellezza della Riviera del Corallo, incastonato in una baia potenzialmente dal valore immenso. Tra i bastioni e il colle del Balaguer, oggi zone prive di cura e riqualificazione. Tra balaustre provvisorie (da due anni) ammassi di alghe putrescenti e una struttura come il Cavall Marì che da solo imprimerebbe un impulso al settore turistico, se dato dato in mano a privati con possibilità di grossi investimenti, si trova la meravigliosa struttura ricettiva.

Diminuzione dei voli, offerta turistica quasi inesistente, decoro e pulizia della città ai minimi termini, nessuno spazio per l’intrattenimento pubblico al chiuso e soprattutto un’assoluta mancanza di strategia e regia turistica negli ultimi anni tra Comune, Regione e territorio hanno prodotto una pessima condizione tanto da far pensare ai proprietari di chiudere i battenti per i mesi invernali. Una scelta che si vuole scongiurare. Ma che, come spiegato al meglio dall’intervista di Algheronews a titolare Vito La Spina, non dipende certo dai tagli della Ryanair, ma, come detto, da tutta una serie di fattori non positivi che questi ultimi anni hanno acuito i loro effetti negativi e anche devastanti.

Nella foto Vito La Spina

S.I.

Tracollo Turismo: Alghero stagionale

ALGHERO – “Come nei migliori film thriller, ecco il finale che non ti aspetti. Un po’ schizofrenico, come d’altronde la stagione che passa in archivio, tra le più travagliate per lo meno psicologicamente, degli ultimi anni”. I dati, forniti da Federalberghi-Confcommercio Provincia di Sassari passano in analisi i rendiconti di 30 strutture ricettive operanti in area provinciale su 93 iscritti in Associazione e 110 esistenti. Partendo da Alghero, i posti letto campionati sono stati 2.330 quindi su base mensile 69.900, gli arrivi connazionali sono stati 3.540, quelli stranieri 9.765, le presenze da oltretirreno hanno raggiunto le 9.677 contro 42.274 da mercati internazionali.

“L’indice di riempimento posti letto passa – fanno sapere da Federalberghi – da 70,25% del settembre 2015 a 74,32% del settembre appena trascorso, segnando un miglioramento del 4,07%. Se possibile, dato ulteriormente migliorato da quanto successo nel resto della provincia: su 1.055 posti letto campionati tra Sassari, Stintino, Castelsardo e Valledoria, quindi 31.650 su base mensile, emerge che gli arrivi di italiani sono stati 1.911, quelli internazionali 3.694. Le presenze di turisti connazionali si sono attestate a 5.082, quelle straniere a 14.507. Ciò che più conta è il miglioramento dell’indice di occupazione letti, che passa da 55,34% del settembre 2015 al 62,21% del settembre in archivio. Si migliora di 6,87%, un risultato davvero inatteso viste le premesse di inizio stagione. Complessivamente, il dato provinciale occupazione letti migliora di 4,54% nel paragone dei mesi di settembre, visto il maggior numero di posti letto offerti da Alghero rispetto al resto dell’area in esame. Certamente, questa chiusura in crescendo non basterà a portare in positivo il dato complessivo maggio-settembre, per fornire il quale l’Associazione sta elaborando le relative tabelle, che renderà note prossimamente. A testimonianza di una stagione in chiaroscuro, incerta fino alla fine”.

L’analisi spetta al Presidente Stefano Visconti. “Le motivazioni di queste performance sono da ricercarsi principalmente con il cambio di genere del turista medio. Infatti, complici i minori arrivi sull’aeroporto Riviera del Corallo, si sono ridotti gli “short break” che ad esempio ad agosto hanno inficiato l’occupazione letti, a favore di presenze portate da tour operator che hanno scelto la nave per veicolare i propri clienti. “In più – prosegue il Presidente – l’eccezionale annata che ha contraddistinto l’operato dell’aeroporto di Olbia ha sicuramente beneficiato in particolar modo località equidistanti tra i due aeroporti del nord Sardegna, per esempio Castelsardo. Per effetto di prezzi più contenuti rispetto all’alta stagione, considerato che settembre dalle nostre parti è ancora un mese di piena estate, non sono stati scoraggiati i turisti che hanno accordato la loro scelta al nostro angolo di Sardegna. Tutto ciò detto – afferma Visconti – , appare la tenuta della località Nord Ovest, che evidentemente ha ancora capacità proprie di attrarre flussi turistici, fino a quando la stessa risulta facilmente raggiungibile soprattutto dall’estero”.

Questo assunto è pienamente dimostrato da ciò che accade già dai primi di ottobre: in concomitanza con la riduzione dei voli sugli scali del Nord dell’Isola, e dei collegamenti via mare, ecco che fioccano le chiusure di fine stagione degli hotel. “Quest’anno – precisa il Presidente Visconti – , ad Alghero, visto l’azzeramento dei collegamenti aeroportuali internazionali e il ritorno del terminal ad uno scalo stagionale, alcune strutture tra le più prestigiose si trasformano da annuali a stagionali. Colpisce il caso dell’Albergo di lusso Villa Las Tronas, cinque stelle cittadino dal blasone importante. Viene meno la sua clientela prevalente nei mesi invernali, quella straniera. Non da meno l’Hotel Domomea, albergo quattro stelle dal punteggio attribuito dalla propria clientela elevatissimo, che sceglie “obtorto collo” per la stessa ragione di fermarsi per il periodo invernale”. Sono segnali davvero inequivocabili, da non prendere a cuor leggero. Si parla spesso di destagionalizzazione, dimenticando che il presupposto fondamentale affinchè ciò possa poi trasmettersi nei fatti è che la località turistica sia collegata al resto del mondo, con vettori aerei che consentano la “vacanza breve” in un periodo (quello autunno-invernale) dove quella è l’unica alternativa di vacanza. “Per questo motivo – conclude Stefano Visconti – le sorti della Società di Gestione Aeroportuale dello scalo Riviera del Corallo ci stanno cosi a cuore, visto che il suo destino si intreccia indissolubilmente con quello della filiera turistica del Nord Sardegna. La chiave per la crescita del comparto sono le politiche di destinazione, dove gli aeroporti sardi, possibilmente in rete tra loro, possano essere un avamposto commerciale e strumento col quale veicolare i turisti”.

Nella foto un incontro del Consorzio Turistico Riviera del Corallo che rappresenta la maggior parte delle strutture ricettive algheresi

S.I.

5 anni fa l’ultimo grande San Michele

ALGHERO – E’ facebook che, tra le tante opzioni che offre, c’è anche quella di ricordarti quello che avevi postato o fotografato qualche anno fa. In questo caso 5 anni fa. Una splendida cascata di fuochi d’artificio dalla Torre di Sulis per celebrare il patrono di Alghero. E soprattutto uno straordinario concerto di Franca Masu accolto da una fiumana di gente, dalle vie Simon, Mazzini, Xx Settembre, dai bastioni fino a sotto il palco posizionato al lato dell’Istituto Alberghiero. E nei giorni prima tanti altri appuntamenti con cori, musica rock, dj, arte e tradizione. La conclusione della Festa de Sant Miquel che, proprio quell’anno, aveva toccato il massimo del suo splendore grazie ad una perfetta sinergia tra amministrazione comunale, assessorato al Turismo, Fondazione Meta, artisti e operatori culturali finalizzata a proporre degli spettacoli legati alle proposte locali e al massimo regionali. Questo per una chiara scelta di differenziare rispetto a quanto proposto l’estate e in altri periodi dell’anno in cui, all’epoca, giungevano e si proponevano nella Riviera del Corallo spettacoli di caratura nazionale e anche internazionale.

Sembrano passati secoli ed invece è trascorso solo un lustro. I giovanissimi, ad esempio coloro che oggi sono ancora studenti degli Istituti Superiori, ovviamente non possono ricordare al meglio quei giorni, ma chi ha dai vent’anni in su fino agli adulti avanzati hanno bene impressa quell’edizione di Sant Miquel e in generale della proposta di spettacoli, cultura e intrattenimento che si predisponeva in quegli anni. Sembra veramente un’altra epoca per Alghero e forse lo è, ma non per strani accadimenti astrali o eccezionali episodi, ma esclusivamente per scelte politiche di chi ha amministrato Alghero dal 2012 fino ad oggi.

Scelte premiate dall’apprezzamento degli algheresi ma soprattutto dai turisti. Un flusso di visitatori, soprattutto, dell’Isola che riusciva a compiere un passo verso la tanto agognata destagionalizzazione. Una parola che oramai, visto il tracollo dei “mesi spalla” e il generale disastro del turismo nel 2016, sembra oramai (di nuovo) un’utopia e ciò, per essere chiari, si traduce in maniera nefasta sull’economia con una sempre maggiore perdita di posti di lavoro in un tessuto sociale già sfibrato e precario. Del resto scelte come quelle effettuate in quegli anni, se perseguite, ad oggi avrebbero prodotto, come per altri format tipo “Primavera in Riviera”, delle solide e definitive ricadute sul territorio. Invece sembriamo all’anno zero con “Alghero che perde lo scettro del turismo”, cenerentola della Sardegna e tutto questo dopo essere stato un Comune che, fino pochissimi anni fa, era il faro di settori come gli spettacoli, intrattenimento e in generale cultura ovvero dei turismi.

Nella foto lo spettacolo pirotecnico per i festeggiamenti di San Michele nel 2011 con sindaco Tedde, assessore turismo Conoci e presidente di Meta Delogu

S.I.

Franca Masu “Lo pais meu”

Franca Masu “Tria la vida”

Turismo croceristico: boom nell’Isola

CAGLIARI – Aumenti da record negli ultimi anni e un trend di crescita che proseguirà nei prossimi: il mercato crocieristico in Sardegna sta facendo registrare numeri mai visti prima, persino in controtendenza con i riscontri nazionali che per il 2016 decretano un segno meno del 10 per cento, secondo i dati diffusi oggi all’Italian Cruise Day di La Spezia. “L’isola si presenta all’appuntamento ligure in veste unitaria, grazie alla partnership siglata in occasione del Sea Trade di Miami del marzo scorso da assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, Autorità portuali sarde, Terminal crociere di Cagliari ed enti locali coinvolti – dice l’assessore Francesco Morandi, presente a La Spezia – e si afferma come destinazione d’eccellenza e di riferimento per i crocieristi di tutto il mondo”.

Il 2016 si attesterà molto probabilmente intorno ai 550 mila passeggeri che hanno e avranno (da qui a dicembre) fatto tappa nell’isola, risultato che la colloca al settimo posto fra le regioni italiane. Mentre per il 2017 ci sono già importanti conferme di varie compagnie che assicureranno un traffico addirittura superiore in tutti i porti crocieristici sardi: Cagliari, primo scalo crocieristico in Sardegna e undicesimo in Italia (più 51 per cento nel 2016), Olbia, tredicesimo approdo nazionale per le ‘vacanze in mare’, Golfo Aranci, Porto Torres e Alghero.

I porti del nord nel 2015 hanno fatto registrare insieme 240 mila passeggeri. “Il traffico nei porti sardi è in costante crescita – aggiunge Morandi – e le ultime annate hanno testimoniato che la candidatura della Sardegna quale crocevia delle crociere del Mediterraneo è ormai una realtà. La promozione dell’offerta assume nuovo slancio anche grazie all’accordo tra assessorato e le due Autorità portuali, attraverso il quale – conclude l’esponente della Giunta Pigliaru – intendiamo consolidare il posizionamento del nostro prodotto su un mercato che genera numeri enormi, crea indotto commerciale e anima il territorio, con ricadute economiche dirette, flussi nei periodi di spalla, visibilità internazionale sui cataloghi delle compagnie, opportunità concrete di interazione tra turismo, artigianato e commercio”.

Nella foto nave da crociera ad Olbia

S.I.

Turismo: Alghero perde lo scettro

ALGHERO – “Alghero ha perso lo scettro del turismo sardo”. E’ Stefano Visconti, presidente di Federalberghi e Consorzio Riviera del Corallo, ad affibbiare alla stagione 2106, la definizione più azzeccata. “Faccio questo esempio perché lo scettro, seppur perso, si può recuperare, ma per poterci riuscire urge un cambio di rotta immediato”. Ed in effetti, c’è poco da girare intorno. Mai, a memoria d’uomo, Alghero aveva registrato dei dati così negativi nel settore turistico tanto da essere definita la “Cenerentola dell’Isola”. Uno smacco per un territorio che ha “inventato” il turismo in Sardegna e non solo. Ma oggi la realtà è un’altra. E, per essere chiari, come emerge dall’incrocio di tutti i dati ed indicatori, non basta la diminuzione dei voli all’aeroporto per giustificare questo tracollo.

Anni di politiche turistiche dozzinali e la cancellazione di settori come quelli della promozione e programmazione si pagano a peso d’oro. E ciò si riflette in maniera drammatica sul contatore dei disoccupati che, purtroppo, è in vertiginosa crescita. In questo panorama emergono almeno due interrogativi, come emerso anche nell’intervista con Visconti, dove siano finiti i soldi della “Tassa di soggiorno” e soprattutto perché la Fondazione Meta è persa in nomine, comitati e ha perso la mission originaria ovvero quella di promuovere la Riviera del Corallo e sostenere e programmare manifestazioni ed eventi utili a richiamare visitatori in bassa stagione.

Insomma un quadro piuttosto desolante che però, per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, come tanti che lavorano, operano e credono ancora in Alghero e negli algheresi, offre anche spunti positivi: nonostante il taglio dei voli, politiche turistiche assenti, guerre al comparto mercantile e dell’intrattenimento, sporcizia record e decoro lacunoso, un buon numero di turisti ha continuato a giungere nel centro catalano soprattutto nei mesi di punta. Ma è proprio la destagionalizzazione e gli “short break”, come spiegato da Visconti, che si sono persi e che pesano negativamente sul dato generale. Per uscirne è necessario attivare delle vere politiche turistiche, riprendere i percorsi virtuosi e le collaborazioni con le forze migliori del territorio nei vari settori (come avvenuto nel recente passato) e soprattutto creare una forte e capace governance del turismo che possa riportare Alghero ai fasti di un tempo e recuperare al più presto lo scettro perduto.

Nella foto Stefano Visconti

S.I.

Turismo: disastro Bruno-Esposito

ALGHERO – “Siamo da sempre stati abituati a vedere il bicchiere mezzo pieno, a cogliere più gli elementi positivi che quelli negativi, ma i dati relativi alla stagione turistica algherese 2016 che ormai si avvia alla conclusione, hanno ben poco di confortante ed evidenziano, purtroppo, numerose criticità che non possono essere ulteriormente sottovalutate o trascurate”. Così Marco Di Gangi, presidente di Azione Alghero, sui dati fortemente negativi per la prima volta nella storia di Alghero in ambito turistico. [Leggi]

“Numeri impietosi denunciano un calo di arrivi e presenze, in controtendenza rispetto al resto della Sardegna, che cresce a due cifre, e costituiscono la base dalla quale partire per scongiurare che questa situazione si riproponga negli anni a venire. Un ulteriore elemento negativo è il ritorno a quella stagionalità che, per decenni, nel passato caratterizzava il nostro turismo. Il disimpegno di Ryanair, pur se preponderante, non basta da solo a spiegare le ragioni di questo disastro che, senza il forte incremento di arrivi generato dal traffico marittimo, sarebbe stato incommensurabile. La fallimentare politica regionale in materia di trasporti e di promozione turistica non può esimere, infatti, la nostra Amministrazione Comunale dalle sue chiare e inequivocabili responsabilità”.

“Le ragioni della perdita di posizioni sul mercato turistico della nostra Città hanno infatti altre concause, generate prevalentemente dai limiti dell’azione amministrativa locale.
Questo intervento non è però finalizzato solo ad addebitare responsabilità, ma piuttosto a suscitare una consapevolezza ed a generare reazioni capaci di invertire il corso delle cose. Senza soffermarci sui forti limiti del decoro e della pulizia della Città (sarebbe come sparare sulla Croce Rossa), che certamente non hanno contribuito a farci apparire al meglio, sarebbe utile invece una seria riflessione ed un serrato confronto sula individuazione di un modello per la Governance del Turismo e sulle politiche finalizzate alla promozione di Alghero e del suo territorio anche tramite un utilizzo opportuno e sensato delle importanti risorse raccolte sia con l’imposta di soggiorno, sia tramite la Grotta di Nettuno”.

“E’ assolutamente velleitario e insensato confidare nel fatto che Alghero possa fare a meno di un’adeguata promozione turistica nei mercati nazionale e internazionale di tradizionale riferimento ( Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito) e nei nuovi mercati che si stanno rivelando interessanti, quali quelli dell’Europa dell’est. Non è certamente accettabile che lo sforzo in tale direzione da parte dell’Amministrazione Comunale possa esaurirsi nel 2016 con la spesa di 10.000 euro per la partecipazione , senza alcun tipo di riscontro sulla efficacia per Alghero, che interviene come comparsa, al progetto di promozione realizzato dai Consorzi turistici, attuatosi con la partecipazione a 4/5 Fiere”.

“Non è certamente funzionale ad una adeguata ed efficace promozione della città la spendita di centinaia di miglia di euro del bilancio della Fondazione META per realizzare o sostenere eventi senza che se ne valuti, ne’ a priori, ne’ a posteriori, la coerenza e la validità. Lo strumento della “ Consulta comunale permanente per lo sviluppo economico e per il lavoro” voluta dall’Amministrazione, ha dimostrato di essere del tutto inadeguato all’esigenza di trovare soluzioni ai problemi che affliggono la città, ma soprattutto all’esigenza di una seria programmazione sia delle attività di promozione turistica sia dei servizi più strettamente funzionali al turismo, quali, ad esempio i trasporti locali”.

“A suo tempo l’Amministrazione Comunale Bruno non ha minimamente preso in considerazione la costituzione di una “ Consulta per il turismo”, pure fortemente voluta e richiesta dagli imprenditori turistici come organismo consultivo permanente per concorrere alla Governance del turismo. Oggi uno degli elementi di maggiore debolezza è proprio questo: una Governance del turismo totalmente insufficiente, dove le scelte pubbliche in ambito turistico sono assunte non tanto sulla base di una precisa strategia, ma estemporaneamente, talvolta in maniera contraddittoria e, spesso, con ritardi incolmabili. L’interazione tra l’Amministrazione Comunale e gli altri soggetti pubblici interessati e gli operatori privati non può più essere né episodica né occasionale: deve trovare una sede permanente ed istituzionale che non si limiti a definire le strategie, ma sia capace di incidere sulle dinamiche turistiche con azioni ed interventi coerenti e i più ampiamente condivisi e più in generale sui processi economici e sociali”.

“Non secondario e ormai indifferibile è un ulteriore e strategico impegno: l’adozione degli strumenti urbanistici che contemplino un adeguato incremento dei posti letto alberghieri che in città sono fermi da decenni e consenta l’adeguamento delle strutture esistenti a quegli standard qualitativi ormai irrinunciabili. Migliorare le performance dell’industria locale del turismo risponderebbe ad una preciso bisogno della collettività algherese, visto che il turismo è una delle attività economiche che possiedono il maggior potenziale per generare sviluppo economico diffuso e sostenibile e posti di lavoro. In conclusione, ferma restando l’esigenza di un intervento rapidissimo della Giunta regionale in materia di trasporto aereo e di sostegno ai voli low cost per far fronte alla crisi dello scalo algherese, si ritiene che i margini che l’Amministrazione Bruno abbia a propria disposizione per invertire questa tendenza negativa siano molto ristretti. I campanelli di allarme ormai suonano senza interruzione, non basta mettersi a capo di una protesta, pure doverosa e necessaria, contro la Regione, si adottino, senza ulteriore indugio, tutte le misure indispensabili di propria competenza e alla propria portata, per evitare che la prossima stagione turistica confermi il segno negativo e si riduca ai pochi mesi estivi, ma soprattutto per dare alla nostra Città nuove prospettive e ai suoi cittadini rinnovate speranze e fiducia nel futuro”.

Nella foto Marco Di Gangi

S.I.

Alghero, estate-incubo: dimettetevi

ALGHERO – “Ho riflettuto molto se commentare o meno gli inequivocabili articoli della Nuova Sardegna [Leggi], anche se criticare i “padroni (pro-tempore) della città” può essere rischioso, io non taccio, perché è in gioco il nostro futuro, che vedo sempre più grigio”. E’ Enrico Daga, imprenditore, rappresentante di categoria e consigliere comunale e dirigente regionale del PD ad aprire la serie di commenti che andremo a registrare riguardo “la peggiore estate che Alghero abbia mai vissuto”. Questo almeno da punto di visto delle politiche turistiche, ridotte al lumicino, per non dire totalmente assenti. La sinergia con la Fondazione Meta praticamente inesistente se non finalizzata ad inserire, volta per volta, manifestazioni già esistenti e create dai privati dentro il programma comunale. E tutto ciò ha condotto la Riviera del Corallo in un pericoloso vicolo cieco. [Leggi]

“Torniamo all’articolo: questo approfondimento, – spiega Daga – corredato da dati inconfutabili, certifica inesorabilmente il fallimento delle politiche turistiche attuate in questa città negli ultimi anni, che hanno causato la perdita di appeal e il rapido declino della nostra destinazione, intervenuti grazie ad un diabolico combinato disposto che mette insieme insipienza, aridità, incapacità, presunzione, conservatorismo, elitismo allo stato puro”.

“Ma di tutto ciò, la cosa che fa più male, è assistere ad un’insopportabile scaricabarile che tende a deresponsabilizzarsi e ad attribuire, indegnamente, le responsabilità, ovvero i termini di questa poderosa sconfitta, alla crisi dell’aeroporto. Come se fosse l’aeroporto ad attrarre turisti in una località e non il contrario. Niente di più sbagliato, niente di più falso, nulla di più ipocrita: se così fosse stato, le uniche città che avrebbero dovuto “bearsi” di un segno positivo, in Sardegna, sarebbero dovute essere le sole Olbia e Cagliari. Così non è evidentemente, a meno che non scopriamo che ad Oliena c’è un aeroporto, come a Santa Teresa, Dorgali ecc.ecc”.

La totale incapacità della classe dirigente locale di attivare politiche di sviluppo turistico e non, è ora certificata. Fatevi un esame di coscienza voi che avete le redini dell’amministrazione, compiete un gesto eclatante, un ultimo sussulto di dignità come si fa in questi casi tra persone per bene, così com’è accaduto in moltissimi altri casi anche più grandi del vostro: passate la mano, dedicatevi ad altro, ritornate a lavorare se, ovviamente, avete un mestiere. Sennò cercatelo, non possiamo pagare noi il prezzo dei vostri stupidi esperimenti”.

Nella foto Enrico Daga

S.I.

Turismo: bugie, incapacità e speranze

ALGHERO – Dopo quasi un semestre di annunci, propaganda e anche comunicazioni verosimili, per non dire false, finalmente tutti, ma proprio tutti, prendono atto che la stagione 2106 è stata un fallimento. Dunque lo sport (alla Renzi) di distinguere i media e in generale la massa critica tra “gufi” e invece novelli innamorati di Alghero è stato smascherato. C’è subito da evidenziare che la Riviera del Corallo è nel cuore, da sempre, non solo di noi algheresi, quelli veri, che nati tra ginquette e buric, ma anche di tantissimi sardi e turisti oltre Tirreno e stranieri, ma una gestione dei comparti principali del territorio, non può fare altro che far imbestialire per la mancate occasioni di sviluppo e promozione del centro catalano.

In questi mesi, per motivi anche poco chiari e astrusi (spesso però legati al tornaconto personale), abbiamo assistito ad un balletto di dati, articoli, interviste corredate spesso da poco opportuni selfie in cui il ritornello dettato dalla “stanza dei bottoni” era quello di spargere fumo (anche colorato e fluo, come abbiamo visto) pur di non raccontare la verità ovvero che Alghero, col 2016, ha vissuto la sua peggiore stagione di sempre. E questo, attenzione, non perchè in passato, anche recentemente, non ci fossero dei problemi e disagi nei vari settori e servizi, ma con la diffusa condizione critica del Nord-Africa (purtroppo con le tante guerre interne), Alghero doveva decollare. Avrebbe dovuto registrare dei dati positivi in tutti i comparti a partire da quello ricettivo che invece si ferma ad un +2/3% di qualche hotel grazie soprattutto agli accordi coi tour operator, ma i numeri della stragrande maggioranza delle attività, ricettive o meno, registrano un profondo rosso (-10/20/30%) da fare impallidire anche i più fervidi ultras degli attuali governanti.

Inutile che si cerchino marginalizzare fonti informative, d’opinione e oppositori che, loro malgrado, cercano di raccontare la verità che fin dal principio era sotto gli occhi di tutti perchè, a differenza di questi bontemponi, amministratori pro-tempore, era facile intuire che la stagione sarebbe stata pessima visti i tanti segnali d’allarme derivanti da un’assenza di programmazione di eventi (e si parla di eventi, non manifestazioni o appuntamenti che propongono in ogni angolo di Sardegna già da anni), una mancanza di promozione nelle mete collegate, con navi o aerei, alla Riviera del Corallo e poi, i grandi sostenitori dell’ambiente, non ci vorranno far dimenticare quanto sia importante il decoro, pulizia e servizio di raccolta dei rifiuti al fine di implementare arrivi e presenze oppure l’altro enorme fatto negativo rappresentato dalla grande guerra ai suoli pubblici e intrattenimento musicale nei locali e poi tanto altro di non positivo.

Ma, come spesso accade, sono le parole di chi non è nativo del posto a descrivere la situazione: “Per noi, quelli diciamo dai 30/35 anni in su, che venivamo qui da ragazzini prima e poi da adulti, Alghero ha da sempre rappresentato un modello, un luogo della spensieratezza, della buona musica, delle discoteche, ottimi ristoranti, mare stupendo, negozi con abbigliamenti sempre moderno, insomma anche per persone che arrivano da frequentazioni nel cagliaritano, era un posto da sogno, inteso come luogo del benessere e della gioia, ecco quell’Alghero non la riconosciamo più, oramai sembra un paesotto, c’è sempre più litigiosità e la tensione si taglia a fette, dove essere alla moda comporta essere guardato con occhio storto, dai tanti baretti e anche circoletti stracolmi di tavoli con montagne di bottiglie di birra, locali non più alla moda e soprattutto una generale apatia lontana anni luce dall’energia che si respirava, soprattutto nei mesi caldi, fino qualche anno fa”. Chi governa, o meglio l’intera classe politica e imprenditoriale, devono comprendere che Alghero è un posto dalla bellezza e storia unica e per questo potenzialmente ricchissimo. Perciò non è possibile accontentarsi delle briciole. Anche perchè gli altri territori vanno avanti, mentre se la Riviera catalana punta troppo verso il basso rischia di “finire a testa sotto”. Alghero, com’è riconosciuto da tutti, merita molto di più.

Nella foto (di Fausto Spano) la spiaggia cittadina di Alghero nella mattinata di ieri

S.I.

In allegato l’articolo di oggi della Nuova Sardegnain in cui si scrive che la stagione 2016 per Alghero è stata negativa

Turismo: agosto col segno meno

ALGHERO – “Agosto è il mese principe dell’industria delle vacanze isolane, e la provincia di Sassari non fa certo eccezione. Vista la forte connotazione marino-balneare del prodotto turistico nostrano, non stupisce che i posti letto nell’area che va da Stintino a Castelsardo, comprendendo Sassari, Alghero, Valledoria, Sorso e località minori rasenti il tutto esaurito”. E’ il presidente di Federalberghi Stefano Visconti a riportare un quadro dettagliato del mese di agosto. Arrivi, presenze, introiti e altre informazioni utili a comprendere l’andammento della principale industria del territorio. In sintesi, mentre il Nord-Africa è (purtroppo) in guerra e poteva essere questa una stagione stellare, ancora sono i segni meno a prevalere. E questo per un serie di motivi che va dai tagli dei voli ad un’offerta turistica in capo alle amministrazioni pubbliche sempre più carente e poco programmata.

“Campionati in provincia, grazie alla risposta puntuale degli Associati a Federalberghi-Confcommercio Provincia di Sassari, 32 strutture ricettive su oltre 90 iscritte. Circa 110 sono invece quelle operanti in totale. I posti letto presi a base di ragionamento sono stati 3.473 quindi 107.663 su base mensile. Gli arrivi nazionali hanno toccato quota 8.361, gli arrivi da bacini esteri 10.998. Le presenze nazionali si sono fermate a 42.530, quelle straniere 53.150. Sul totale di 95.680 presenze oggetto di campionatura, il 44,45% provengono da bacino interno italiano, il 55,55% da mercati prevalentemente europei. L’indice di occupazione letti, ottenuto dalla frazione tra posti letto occupati e posti letto potenziali, ha raggiunto il 88,87%, contro il 89,67% dell’agosto 2015. Una perdita, seppur lieve, di 1,20% che vale la pena analizzare per territori”.

“Su Alghero, del totale, sono stati analizzati 2.136 posti letto, quindi 66.216 su base mensile. Gli arrivi stranieri battono quelli italiani 6.960 a 4.956, le presenze nazionali sono 11.916, quelle straniere 21.846. L’indice di occupazione letti passa al 87,95% di agosto 2016 dal 91,14% di agosto 2015. Una flessione di 3,19 punti percentuali, dato in controtendenza con le crescite regionali riportate dai dati dell’Assessorato al Turismo. Per l’area del Golfo dell’Asinara, invece, su 1337 posti letto campionati, quindi 41.447 su base mensile, gli arrivi d’oltralpe sono 3.405 contro 4.028 italiani. Le presenze sono rispettivamente 16.758 e 20.684. L’indice di riempimento posti letto agosto 2015 è stato 89,10%, quello di agosto 2016 90,34%. Un lieve incremento, pari al 1,24%, che da solo non basta nell’area provinciale a recuperare la perdita algherese”.

“Analizzando più nel dettaglio la situazione relativa all’occupazione in Riviera del Corallo –rende noto il Presidente Stefano Visconti- , va detto che le strutture ricettive che non migliorano le performance rispetto all’anno precedente sono distribuite a macchia di leopardo sul territorio. Nello specifico –prosegue il Presidente- , le strutture alberghiere che hanno contato prevalentemente sulle quote di mercato libero o mediato da O.T.A. (on line tour operator), essendo queste ultime in drastica riduzione, hanno totalizzato occupazioni inferiori alle attese quindi agli storici degli anni precedenti. Viceversa, grazie alla collaborazione con Tour Operator tradizionali e Agenzie di Viaggio, le strutture ricettive che hanno previsto maggiori aperture verso quei canali commerciali vedono rialzarsi l’indice di occupazione. Quindi –precisa Visconti- una diminuzione dell’indice di occupazione che non riguarda tutte le strutture ricettive, anche se i miglioramenti di chi cresce non bilanciano le perdite di chi è in calo. Appare quindi sempre più chiaro il fatto che la riduzione dei passeggeri trasportati sullo scalo algherese, -conclude Visconti- essendo il vettore aereo il mezzo di trasporto selezionato per gli “short break”, ovvero le vacanze brevi che aiutano a riempire i buchi occupazionali, porti inevitabilmente a minori occupazioni soprattutto ad Alghero”.

“Per il resto della provincia, il dato sensazionale è il superamento del 90% di riempimento letti, che può essere spiegato col fatto che, sulla parte più a est della provincia, giova l’influenza dell’aeroporto di Olbia, mentre su Stintino, Porto Torres, Sassari può valere la più che rispettabile crescita dei transiti portuali portotorresini. Complessivamente, è una buona stagione, visto il calo contenuto d’occupazione rispetto all’anno 2015, uno dei migliori dell’ultimo quinquennio. Se però allarghiamo il compasso- si sofferma il Presidente Visconti- il resto dell’Isola avanza di 10 punti percentuali (dati Assessorato Turismo Regione Sardegna), quindi in questo senso si può registrare un insuccesso”.

“L’Associazione, per averne conferma, si è soffermata sui dati di porti e aeroporti del Nord dell’Isola. Da Via Pascoli, quartier generale delle Confederate, fanno sapere che: arrivi a Porto Torres da gennaio ad agosto 2016 679.406 contro 533.138 stesso periodo anno precedente; porto di Golfo Aranci, 442.943 gennaio agosto 2016, 392.763 stesso periodo anno precedente; porto di Olbia 2.287.977 gennaio-agosto 2016, 1.882.398 stesso periodo anno precedente; aeroporto di Olbia 1.876.143 gennaio-agosto 2016, 1.656.861 stesso periodo anno precedente; aeroporto di Alghero776.000 gennaio-luglio 2016 contro 958.000 stesso periodo anno precedente. Gli arrivi in Sardegna, complessivamente, beneficiano del segno più. Propedeutico, il trasporto, per qualunque crescita economica. Gli operatori, viceversa, non perdano stanti le difficoltà la cultura dell’accoglienza e la voglia di investire e credere nelle proprie aziende, che può essere la chiave per aumentare l’appeal del territorio”.

Nella foto un incontro degli albergatori e associazioni di categoria del territorio

S.I.