Che fine ha fatto Alghero?

ALGHERO – Che fine ha fatto Alghero? Fino pochi anni fa, il dibattito cittadino era catalizzato dalla costruzione, o meno, di nuovi hotel a Maria Pia, della realizzazione di campi da golf a Porto Conte, la gestione di immobili dal valore immenso come Caval Marì, Balaguer, ex-Caserma, il decollo del Parco e Amp, dell’ampliamento e ammodernamento del porto, della programmazione di grandi eventi artistici e sportivi, l’apertura della Grotta Verde, del cartellone degli spettacoli estivo, di fine anno e primavera, della 4 corsie e circonvallazione, dell’attivazione di scambi economici e commerciali con la Catalogna e soprattutto del tema dei temi: l’allungamento della stagione turistica dunque dell’aumento del benessere per aziende e famiglie. Invece, partendo dalla fine, nonostante faccia ancora caldo e alcuni facciano pure il bagno, la Riviera del Corallo, almeno dalla parte di chi guida i processi sociali e politici, pare entrata già in letargo. Non occorre molta fantasia: basterebbero 5/6 mesi come i due centrali estivi, per avere dei benefici tangibili e formidabili per tutto il territorio. Partendo dall’aumento dei collegamenti aerei e dunque a cascata incremento di arrivi, presenze ovvero posti di lavoro.

E invece, come detto, siamo passati dal discutere e anche scontrarsi su temi centrali e fondamentali come quelli elencati, ad essere impelagati nelle liti di una parte politica, nel caso specifico il centrosinistra, e in particolare dall’eterna querelle riguardante l’attuale sindaco e il suo ex-partito. O così dovrebbe essere, ma così non sembra. Questo alla luce degli interventi, oramai non più occulti, dei leader dem in suo favore. Certo tutti riconducibili all’area ambientalista e soriana, però sempre di Pd si tratta e anzi di colui che ha fatto il governatore, segretario, parlamentare europeo e pare nuovamente in corsa per il ruolo di presidente della Regione. Tutto bello e interessante per chi segue e scrive di politica, molto meno per i cittadini. Ciò palesa anche la condizione attuale di Alghero: i provvedimenti dell’ex-editore de L’Unità sono visti come il male assoluto (da quasi tutti) eppure oggi, questa porzioni, minuta, ma influente, lo vuole riportare in auge.

Il circolo di via Mazzini, è vero, nei recenti tesseramenti ha fatto un grande exploit. In totale quasi 700 richieste di iscrizione. Però Alghero, fino a prova contraria, è composta da circa 40mila abitanti di cui intorno ai 27/28mila votano. Inoltre, come oramai sta emergendo in queste ore, dall’agognato e atteso (sempre da una parte minoritaria della città) congresso poco o niente accadrà. Salis sarà ancora segretario e d’altra parte il capogruppo consigliare Mimmo Pirisi continuerà ad appoggiare Bruno che, salvo altri accadimenti, come candidature e interventi esterni, manterrà la poltrona . Di fatto, molto rumore per nulla.

Una goccia in un mare che, come detto, fa discutere chi racconta la politica, ma non può diventare centrale per una città che era la terza in Sardegna. Oggi, quinta. Questo è uno dei tanti segnali della retrocessione e perfino del declino che attraversa il centro catalano. Non è questo lo spazio per puntare il dito contro nessuno e individuare colpe. Certo è che, come in ogni famiglia, le responsabilità sull’atteggiamento dei figli non può che ricadere sul padre e in questo caso il sindaco e chi lo circonda. Ma, come detto, non è preminente scovare il colpevole, ma fotografare la realtà che oggi è, purtroppo, molto offuscata o meglio in bianco e nero.

Ciò nonostante resta uno dei luoghi più frequentati della Sardegna e anche dell’intero sud Europa. Ma del resto lo straordinario fascino di Alghero non potrà mai essere scalfito. D’altra parte, guardando, come deve fare chi governa, il bicchiere mezzo vuoto, c’è ancora tanto da fare e soprattutto un margine immenso da colmare per creare ricchezza e benessere. E dunque è impellente ritornare a guardare in alto e non più in basso e indietro. Ma è probabile, purtroppo, che questo possa accadere solo con l’arrivo di “nuovi genitori” per Alghero. Per adesso assistiamo, inerti, ad un salto indietro di almeno 30 anni rappresentato al meglio da una scritta apparsa all’imbocco di Piazza Sulis.

Nella foto la scritta nel pieno centro storico di Alghero

S.I.