ALGHERO – “Finalmente anche per l’amministrazione comunale, dopo anni di inerzia e di scelte energetiche miopi, prende la strada delle “Comunità energetiche rinnovabili sul territorio comunale”: una strada che molte comunità locali stanno già percorrendo da tempo con successo che, in parte, sta abbattendo i costi dell’illuminazione pubblica.
Oggi con l’opportunità del Pnnr e con lo strumento delle comunità energetiche locali, potremo abbattere in parte i costi dell’energia di consumo pubblico (non più sostenibili senza ulteriori aumenti a discapito delle comunità o peggio ancora con una riduzione di servizi), e potremo, se incentivati a dovere, far crescere quelle autoproduzioni energetiche (ad esempio i pannelli solari) nelle abitazioni utilissime ad abbattere il costo dell’energia consumata nelle abitazioni private e in parte, ma solo in parte, del consumo nelle attività produttive.
Una strada che, a parte in questi ultimi mesi (anche grazie al bonus 110), in città non veniva utilizzata.
Ben presente invece (ma ancora non sufficiente), nelle case di campagna e nelle aziende agricole che da anni stanno utilizzando questa forma di energia in particolare con il fotovoltaico e in piccola parte con le pale eoliche per abbattere i costi aziendali. Oggi se si sfrutta questa possibilità in entrambe le realtà (città e periferie) potrebbe crescere, in maniera esponenziale, la produzione almeno per l’autoconsumo.
Questa scelta seppur tardiva (è uno degli obiettivi del 2025) per la chiusura dell’utilizzo dei fossili in Sardegna, sapendo che sia i rischi che i tempi erano ben noti, i nostri amministratori hanno per anni soprasseduto e fatto melina; oggi spinti dai rincari, dalle opportunità del Pnrr e di altri strumenti già presenti, hanno finalmente imboccato la strada del green. Quello che deve essere chiaro è che non risolverà i problemi energetici della città e delle attività economiche e a larga scala neanche quelle della Sardegna (se tutti utilizzasse la stessa strada).
Per renderci autosufficienti e, vorremo osare, esportare l’energia prodotta in più, abbiamo bisogno di un piano strategico regionale che, insieme al fotovoltaico, veda e preveda l’utilizzo delle pale eoliche (poi possiamo decidere dove e quante), moto ondoso (bene ha fatto il parco ad insistere su quella strada), idroelettrico e biodigestori agricoli. Tutti insieme potrebbero garantirci l’autosufficienza, un unico sistema invece rischierebbe di non farci ottenere il risultato ipotizzato e in alcuni casi causerebbe speculazioni o dipendenze specifiche.
Crediamo quindi che sia arrivato il momento che la regione Sardegna prepari un piano di utilizzo, delle rinnovabili, con luoghi, tempi, vincoli e benefici concreti per la comunità sarda. Le altre strade quelle singole o isolate non ci porteranno a niente, soltanto ad un uso sconsiderato del nostro territorio che senza regole precise verrà preso d’assalto dal potente di turno”.
Capogruppo PD Mimmo Pirisi