Consiglio, palude e ratifiche

ALGHERO – Oggi, dalle 18.30 circa, si svolgerà il Consiglio Comunale. Fissato col contagocce e solo in “seconda convocazione” palesa l’infinita crisi in capo al sindaco Bruno. Quattro anni caratterizzati quasi esclusivamente da problematiche politiche e governative e da nessuna risposta sulle grandi tematiche. Poco anche sull’ordinario. Del resto senza “una maggioranza solida e coesa, come ha scritto lo stesso Mario Bruno pochi giorni fa, l’aula non produce e non è possibile dare risposte. [Leggi]

All’ordine del giorno quasi 50 punti. Tra cui il tema importante delle partecipate e anche la delibera dei chioschi lungo la passeggiata Barcellona (come se realizzare nuovi bar sia una priorità del Comune) Anche questo denota una gestione anormale del Consiglio. In passato la conferenza dei capigruppo, nonostante le differenze, lavorava al fine di poter realizzare delle assemblea utili alle varie parti politiche e dunque alla città. Oggi è praticamente un organismo utile solo a ratificare le poche scelte fatte dalla Giunta, persino zoppa. Insomma un quadro definito “assurdo e soprattutto anti-democratico”.

Come sempre in questi mesi, anche oggi, non ci sono certezze su cosa accadrà. Tutto è ancora appeso ad un filo. C’è chi mormora di dimissioni del sindaco (è almeno un anno che se ne parla). D’altra parte Alessandro Nasone è oramai in maggioranza. Dopo essere entrato in Consiglio solo dopo le dimissioni di Gianni Cherchi (che scelse di fare l’assessore), è passato all’opposizione e proprio da quel ruolo ha scelto di sostenere, di nuovo, Bruno. Passaggi inediti e forse mai visti, ma niente di trascendentale, anche questo rientra nell’attuale momento politico e sociale.

Resta da comprendere, ancora una volta, cosa accadrà in casa Pd. Il segretario Salis ha detto chiaramente che i dem sono all’opposizione e non devono “salvare” Bruno [Leggi], però è evidente che ci sono posizioni opposte e anche spaccature, forse, insanabili. A conti fatti, anche oggi, i bruniani sono in minoranza, ma l’uso, assolutamente non non convenzionale e mai così frequente come oggi, della “seconda convocazione”, dovrebbe (ancora e per adesso) salvarli.

Nella foto il Consiglio Comunale

S.I.