SASSARI – «In mezzo alla tempesta generata dal Covid 19 mi chiedo: siamo tutti nella stessa barca? Pare proprio di no. E mi riferisco nello specifico a tutto il personale che opera nel settore delle pulizie e sanificazione di ospedali, presidi sanitari e uffici o aziende che devono garantire i servizi essenziali ai cittadini».
Così il segretario UilTrasporti Antonio Sias: «La situazione è grave. Si tratta di persone che hanno famiglia e parenti da tutelare e salvaguardare. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che operano in spazi e locali, in primis quelli dei nostri presidi ospedalieri, che sono già stati contaminati. Si tratta di persone che fanno quanto devono con protezioni minime, talvolta assenti, frutto del fai da te o recuperate spesso grazie alla solidarietà dimostrata da soggetti terzi».
Una riflessione che parte dalla necessaria tutela da riservare a chi lavora sul campo: «Nella maggioranza dei casi i datori di lavoro si sono volatilizzati. Oppure ancora peggio, per provare a recuperare terreno rispetto alle disposizioni messe in campo dagli ultimi decreti, ammassano i lavoratori in una stanza, cosa assolutamente vietata, per svolgere un affrettato corso di formazione in video conferenza sull’emergenza».
Tutela del lavoro, quindi. E necessaria tutela della salute: «Ancora di più sono poi gli operatori che da giorni entrano ed escono da questi luoghi senza che nessuno, nonostante le ripetute richieste, li sottoponga ad un tampone di controllo. Ribadisco il concetto: si tratta di persone che quotidianamente vanno a lavorare con l’ansia del contagio. Con la paura di essere contagiati e soprattutto di poter contagiare i loro affetti, persone che responsabilmente si sono autodenunciate alle autorità sanitarie non senza far presente e segnalare agli organi di vigilanza quanto sta loro accadendo».
Ma l’arringa del segretario UilTrasporti non si arresta: «In alcuni casi si arriva a sfiorare il paradosso. Nella casa di riposo di “Casa Serena” su un totale di 10 operatori attivi 5 si sono messi volontariamente in quarantena su consiglio dei loro medici. Rispetto agli altri, su 5 tamponi effettuati alle lavoratrici addette alle pulizie 3 sono risultati positivi. Immediata è stata la decisione del loro datore di lavoro che, correttamente, ha anteposto la tutela della salute dei suoi dipendenti alle ragioni contrattuali. La conseguenza? Purtroppo è nota a tutti: revoca immediata dell’appalto con conseguente rischio per tutte le operatrici di perdere il posto di lavoro».
La Uiltrasporti ha inviato all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri una nota accorata, sottolineando la gravità della situazione sopra descritta e le difficili condizioni in cui si trovano ad operare lavoratrici e lavoratori del comparto pulizie e sanificazioni. «Non è certo il momento di fare polemica o ancor meno di abbandonare la barca – chiude Sias -. Noi e le nostre iscritte continueremo a garantire il massimo impegno su ogni fronte, a condizione che vengano rispettate tutte le disposizioni precedenti ed attuali in merito alla tutela della salute, alla tutela dei posti di lavoro e alle garanzie di sicurezza dei lavoratori».