CAGLIARI – “Mentre il mondo dei pastori è disperato alla ricerca di un sostegno che possa tenere in vita il settore, tra un discorso e l’altro, in cui si discute l’entità di denari che la Regione Sardegna deve erogare, c’è chi dorme sonni tranquilli. E’ chi ha causato la crisi, chi non è riuscito a governare il sistema dei formaggi, o chi ci ha speculato sopra, mai fornendo dati produttivi o sostenendo sovrapproduzioni di latte mai esistite. Insomma, non più sardi contro i sardi ma pastori contro pastori si! E’ questo che qualcuno vuole? Noi non ci stiamo! Tanto poi i pastori si faranno pagare dalla Regione che li riconoscerà come assistiti o rompiballe”. Cosi da Coldiretti Sardegna sulla grave crisi del comporto che continua a soffrire diverse problematiche.
“Nel frattempo speculatori e altri trasformatori, incapaci di governare il sistema, dormono sonni tranquilli! Perché non è colpa loro l’aver prodotto 100 mila quintali di Pecorino in più; non è colpa loro non aver rispettato e attuato la programmazione produttiva; non è colpa loro aver perso oltre 500 euro a quintale nel mercato in un anno; non è colpa loro se non hanno utilizzato gli strumenti finanziari (Pecorino bond, Pegno rotativo) messi a disposizione dalla Regione; non è colpa loro se non mettono a disposizione i dati produttivi! Non è colpa loro!! Capito? È sempre colpa dei pastori e della Regione”.
“E noi tutti, pastori e sostenitori del mondo pastorale, insieme a menti illustri pronte ad avere giudizi e soluzioni, ci caschiamo sempre! E da oltre un anno che Coldiretti in completa solitudine ha denunciato cosa stava accadendo nel sistema e chi già da marzo 2016 alimentava la bufala della sovrapproduzione di latte: a maggio 2016 con la manifestazione sulla superstrada di Nuoro; a settembre 2016 a Banari durante il faccia a faccia con “I Fratelli Pinna”; a ottobre lasciando l’Oilos perché ritenevamo urgente parlare di latte a 50 centesimi; a fine ottobre denunciando la falsità dei dati produttivi “sparati” senza controllo; a febbraio 2017 con la manifestazione di Cagliari; a giugno 2017 ad Abbasanta”.
“In tutto questo c’è certamente un grave ritardo Istituzionale che ha fatto ricadere sui pastori le responsabilità altrui. Ora è sacrosanto il diritto di manifestare di tutti i pastori, nessuno escluso, ma vogliamo evitare di ricadere in un errore: perdere ulteriore tempo perché abbiamo la necessità di ottenere risposte subito. Il 2 agosto il Consiglio regionale sarà chiuso, seguirà la chiusura estiva: tutto questo non garantisce risposte immediate. Ad oggi è invece urgente procedere con liquidità sia per la crisi del latte che la pesantissima siccità”.
“Noi chiediamo a tutti, nessuno escluso, di aiutarci a bloccare gli ingressi in Sardegna da tutti i porti dell’isola prima della fine di luglio chiedendo i sostegni necessari immediatamente al Consiglio Regionale. Coldiretti occuperà il porto di Olbia: chiediamo che insieme si possano occupare anche gli altri porti in modo da sensibilizzare la politica Regionale rispetto alla propria responsabilità nei tempi necessari a far giungere al governo nazionale la richiesta di fondi straordinari per la siccità da destinare alla Sardegna. Alla Regione Sardegna chiediamo poi di richiamare alla responsabilità chi è stato la reale causa della perdita nel mercato di 150 milioni di euro in un anno, generando maggiori costi pubblici per la Regione Sardegna di oltre 30 milioni di euro. Come sempre siamo pronti a essere in prima linea per qualsiasi denuncia serva a porre fine ad un “regime” che da troppi anni domina sui pastori, trattandoci come servi. Giovedì mattina, dalle 6 saremo al porto di Olbia. Questa è la battaglia di Coldiretti Sardegna”.
Nella foto una recente manifestazione a Cagliari
S.I.