ALGHERO – Per fortuna, come si usa dire, le bugie hanno le gambe corte. Ed è così che, nonostante l’imponente macchina della propaganda regionale e locale abbia spinto per farci credere che quella appena trascorsa sia stata una stagione record, sono arrivati i numeri, con i quali c’è poco da sbagliare. Come nel famoso film “Ritorno al Futuro” la verità delle cose fa fare un salto indietro ai protagonisti andando a cancellare titoli, foto e anche altri testi che narravano tutt’altro riuscendo perfino a far “abboccare” qualcuno che ha quasi creduto a queste favole. Narrazione costruita ad hoc per raggiungere l’obiettivo agognato e prefissato da tempo di debellare il secondo nemico: il turismo. Dopo, ovviamente, aver già cancellato il primo ovvero l’edilizia.
I numeri, dicevamo. Proprio quelli che certificano l’opposto rispetto a quanto narrato negli scorsi mesi. Come accade dalla notte dei tempi, così ha registrato Federalberghi e diffuso ieri il suo presidente Stefano Visconti, i mesi di alta stagione registrano un buon coefficiente di riempimento. Dall’80% di Luglio fino al 70% circa di settembre passando per il culmine di agosto che supera l’85%. Risultati scontati e comunque positivi che però, nonostante gli strombazzamenti, anche in questo caso non raggiungono alcun “sold-out”. Dunque, tradotto, zero pienone neanche nell’altissimo stagione, ma certamente un mantenimento delle posizioni storiche.
Ma i dolori (altro che stagione record!) arrivano dai cosi detti “mesi spalla”. Proprio quelli che dovrebbero vedere concentrate le maggiori energie di chi governa Alghero, il territorio e la Regione. Il vero problema è proprio la “bassa stagione” che per la Sardegna bassa non lo dovrebbe essere. Le temperature tropicali di questa estate e quelle estive o comunque primaverili di quasi tutto l’anno, avrebbero dovuto essere l’humus adatto per piantare e far crescere un’offerta turistica utile anche ad attivare (senza l’emergenziale bando di destagionalizzazione) nuovi collegamenti aerei da e per Alghero.
Invece, anche in questo caso, parlano le cifre. L’indice di riempimento degli alberghi a maggio (ovvero il dato incrociato di arrivi e presenze) è nella zona dell’Asinara del 24%, nell’intera Provincia di Sassari del 38% e ad Alghero arriva, si far per modo di dire, al 47%. Neanche la metà dei posti letto a disposizione sono stati occupati. Ripetiamo, altro che stagione record, siamo veramente (ancora) all’anno zero. E tutto questo, dunque politiche talebane contro tutti e tutto, legge urbanistica al palo, zero nuovi hotel e servizi (che servono per modernizzare l’offerta e non solo per aumentare i posti letto), sistema museale fantasma, intrattenimento messo all’angolo dalla caccia alle streghe della lotta ai decibel, guerre ai suoli pubblici e continue limitazioni per bar e ristoranti, grandi eventi sempre più rari e promossi con colpevole ritardo, programmazione degli spettacoli assente, grosse manifestazioni sportive inesistenti e cosi via.
Tutto questo, è palese, influisce negativamente sul turismo e lo specchio sono i dati registrati nell’arco temporale, unico che garantisce appena di ossigeno ad aziende e famiglie, tra maggio e settembre nei due aereoporti del territorio: Olbia passa da 2.020.861 a 2.206.801, Alghero da 765.860 a 813.164. Entrambi crescono, ma, purtroppo per il Nord-Ovest della Sardegna e in particolare per la Riviera del Corallo, al Costa Smeralda sono arrivati 1milione e 400mila persone in più. E ribadiamo, altro che stagione record, c’è da rimboccarsi le maniche e cambiare rotta immediatamente nella gestione delle politiche del territorio in primis quelle turistiche, culturali, urbanistiche e in generale dei trasporti, altrimenti non ci sarà altro che da recitare tutti insieme il requiem per il nostro territorio.
Nella foto la spiaggia del Lido ad Alghero nella giornata del 2 settembre
S.I.
DATI DI FEDERALBERGHI SULLA STAGIONE 2017:
PPT Conferenza Stampa_Novembre 2017