Decadenza Todde, le parole di Elias Vacca: “Ora la politica c’entra”

ALGHERO – “Ora la politica c’entra. Il caso decadenza-Todde è ormai noto. E’ auspicabile che chi ne parla abbia letto l’ordinanza della Commissione Regionale di Garanzia Elettorale. E la abbia capita.
Leggo di paragoni assurdi tra la vicenda Todde e quella Toti, che ha patteggiato una pena per un reato accertato.
O peggio con quella Santanche’, accusata di truffa in danno dello Stato per avere preso le indennità Covid ed avere fatto lavorare ugualmente dipendenti che avrebbero dovuto stare a casa (visto che il loro datore di lavoro riceveva l’indennizzo).
Il caso Todde non è un caso di malaffare, né ha paragoni conosciuti (non mi constano precedenti analoghi), ne’ analogie applicabili.
Todde non ha nominato un mandatario, né aperto un conto corrente dedicato per gestire dal punto di vista economico la propria campagna elettorale. Fin qui siamo alla sciatteria organizzativa.
Poi, richiesta di presentare il rendiconto, ha presentato una dichiarazione personale per 90.000 euro circa di spese ed altrettante entrate. Che ai fini di legge non vale nulla.
Secondo errore.
Siamo ancora alla sciatteria organizzativa.
Infine, alla richiesta della Commissione di chiarimenti sulle suindicate defaillances, ha presentato una dichiarazione, con valore autocertificativo, “di non aver ricevuto somme ne’ effettuato spese” così contraddicendo la prima dichiarazione.
Ed è chiaro che quella aderente alla realtà è la prima. 90.000 entrati e 90.000 spesi.
Immagino che qualcuno la abbia consigliata (male) di rimediare in tal modo alle due iniziali omissioni.
“Non ho nominato mandatario né aperto il conto perché non ho ricevuto soldi né effettuato spese”.
Spero che chi la ha consigliata non conoscesse il tenore della prima dichiarazione. Perché siamo di fronte ad una ipotesi di falso auto dimostrato in atto avente valore di atto pubblico.
Todde non ha rubato nulla a nessuno, né ha danneggiato nessuno, né la maldestra operazione le ha procurato vantaggi.
Ora l’aula deciderà che fare di lei … e di se’ stessa. E qui casca l’asino.
Se deliberano la decadenza vanno tutti a casa.
Se non lo fanno ne legittimano (sul piano politico-morale) la condotta. E costituiscono un precedente. Il primo.
Come voterà l’opposizione ? Saranno i consiglieri disposti a tornarsene a casa dopo un anno o poco più per affermare un principio ?
Saranno i consiglieri di maggioranza disposti a salvarla lasciando all’opposizione la difesa del principio ?
Se la maggioranza respingerà la proposta di decadenza e l’opposizione votera’ per la decadenza Todde resterà al suo posto.
E l’opposizione si appunterà la medaglietta della difesa della legalità e della trasparenza (ma in tal caso dovrebbe esigere le dimissioni di tutti i propri consiglieri eventualmente incorsi nelle stesse defaillances).
Una cosa è certa: più la vicenda si trascinerà, con il contorno dell’intervento della Procura della Repubblica cui gli atti sono stati trasmessi per l’ipotesi di falso in atto pubblico, più la presidente resterà ostaggio della sua stessa maggioranza (rectius di ogni partito che la compone, che potrebbe concordare di votare per la decadenza e poi fare un salto, ad elezioni anticipate, con un candidato più forte di Truzzu ed in nome della legalità).
PS al Partito, quello con la P maiuscola, oscuri ma solerti funzionari presidiavano ogni procedura: presentazione liste, apparentamenti, certificati e accettazioni candidature, nomina mandatario e conto o campagna elettorale gestita unitariamente dal partito, rappresentanti di lista e presidio dei seggi (da persone con un minimo di formazione).
La vicenda Todde non è un episodio di disonestà in senso corruttivo, ci mancherebbe pure, e’ il risultato del passaggio da partiti politici organizzati a comitati elettorali dell’ultim’ora, infarciti di scappati di casa anelanti a qualche incarico di sottogoverno a cose fatte.
Pasticcioni dilettanti e malfidati”.

Elias Vacca, avvocato ed ex-deputato