Di Gangi assessore senza deleghe, danno erariale?

ALGHERO – Nemmeno questa volta il sindaco di Alghero è riuscito ( in quella che per lui sarebbe una impresa titanica ) ad assumersi una responsabilità. Il punitivo decreto di revoca dalle deleghe ( ma non dall’incarico assessoriale) adottato nei
confronti del delegato al turismo mette a nudo due problematiche, una politica e l’altra
amministrativa. La prima evidenzia la cronica incapacità del sindaco ad assumere determinazioni vere e definitive riguardo alle posizioni critiche assunte di recente dall’assessore Di Gangi.
La seconda, di carattere amministrativo, consisterebbe in una errata lettura della normativa
( art. li 46 e 48 del TUEL ), che sebbene non vieti la figura dell’assessore senza deleghe
( benché inutile e dispendioso per le casse pubbliche) illegittima sarebbe la corresponsione
della indennità, giacché funzionalmente collegata alla partecipazione degli atti deliberativi di
giunta per la realizzazione del programma elettorale che ( anche per pudore ) l’assessore Di
Gangi non potrebbe compiere.
Non entro volutamente in merito alle scelte future dell’assessore ( ricordo di essermi dimesso
dalla precedente Giunta per delle divergenze con l’allora sindaco Mario Bruno che, mi duole
ammetterlo, al confronto con quello attuale, pare uno statista), ma con questo insulso
provvedimento si è sdoganato il concetto che ad Alghero si possa pagare con i soldi pubblici
un assessore anche per vagare per i corridoi del municipio.
E’ pur vero che in questa giunta esistono assessori dall’operato imbarazzante (non cito per
decenza le forze politiche di cui risultano espressione), così come è altrettanto vero che la
città è al completo sbando, senza una guida politica, priva di programmazione ed in pieno
stato di abbandono (le condizioni delle strade urbane ricordano la martoriata Beirut degli
anni 80), ma la forzatura di privare di tutte le deleghe l’assessore Di Gangi lasciandolo
comodamente al suo posto e sempre al libro paga del Comune di Alghero è politicamente
irriverente, mortificante (soprattutto per il delegato in giunta) e persino pericoloso in quanto
potrebbero profilarsi responsabilità per danno erariale di cui la Corte dei Conti potrebbe
chiedere conto.

Il segretario cittadino del Partito dei Sardi
Gavino Tanchis