SASSARI – Nel 2015 i parametri ambientali di controllo della centrale di Fiume Santo sono rimasti al di sotto dei limiti normativi previsti e il serbatoio posto sotto sequestro dalla magistratura all’interno della centrale, dopo un sopralluogo, è risultato pulito. Questo quanto riferito nei giorni scorsi dai componenti della commissione tecnica di controllo ambientale per la centrale che si affaccia sul Golfo dell’Asinara, Gianpaolo Mameli e Giannina Chessa. I due, di nomina del Comune di Sassari, sono intervenuti in audizione durante la riunione della commissione consiliare Ambiente di Palazzo Ducale, presieduta dalla consigliera Valeria Fadda. All’incontro hanno partecipato anche il sindaco di Sassari Nicola Sanna, l’assessore all’Ambiente Fabio Pinna e la funzionaria del Settore Debora Manca.
I dati illustrati dai componenti della commissione E.On mostrano che i valori delle emissioni rilevate in continuo dai camini della centrale (anidride solforosa, ossido di azoto e monossido di carbonio) si sono mantenuti su livelli inferiori rispetto ai limiti normativi. Identica situazione è stata riscontrata dalle cinque centraline presenti sul territorio, tra Fiume Santo, Porto Torres e Sassari, grazie alle quali vengono registrati valori per il biossido di azoto, l’anidride solforosa e il PM10.
Valori ancora sotto i livelli normativi per i dati delle acque reflue e di mare. Il carbone utilizzato, infine, ha presentato tenori di zolfo tra 0,29 e 0,83 per cento. «Ad aprile – ha detto Gianpaolo Mameli – si è vissuta una situazione critica. È partita l’inchiesta della magistratura, si parlava di veleni sotto la centrale, di allarme e di arresti. Da parte nostra c’è stata incredulità, perché non era emerso alcun segnale. «Abbiamo chiesto di poter accedere al sito – ha detto ancora – quindi al serbatoio sotto sequestro che abbiamo trovato pulito. Sappiamo che al suo interno sono stati fatti dei carotaggi sia da parte di E.On che di Arpas, ma non siamo mai riusciti a ottenere i risultati». Intanto a luglio la centrale di Fiume Santo è passata di mano, dai tedeschi di E.On ai cechi di Eph. «A oggi – ha proseguito Mameli – è stato tolto il sequestro ai gruppi 1 e 2, resta soltanto per il serbatoio. Il 27 si riunirà la commissione e chiederemo se sono iniziate le demolizioni che, sappiamo, si pagheranno con la vendita del materiale demolito». È stata Giannina Chessa a illustrare i dati raccolti dalle centraline posizionate sul territorio, tra Porto Torres e Sassari. E, paradosso, dai dati è emerso che i valori più alti di PM10 si sono registrati a Sassari anche se sempre al di sotto della metà rispetto ai valori minimi previsti dalla normativa.
Il primo cittadino ha posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto, utile a fornire informazioni ai cittadini oltre che sull’impatto ambientale e sui possibili miglioramenti. Il sindaco Nicola Sanna ha ricordato quindi che «al momento la nuova società ha ottenuto la proroga per il vecchio progetto che consente di realizzare il quinto gruppo. Ma non sembra esserci una decisione formale da parte dell’azienda per la sua realizzazione. Alla base – ha detto ancora il sindaco – ci sarebbe la questione di carattere economico industriale. La realizzazione dell’impianto è legata, infatti, a una domanda di energia industriale che sarebbe calata. Preoccupa, allora, che un progetto come questo possa arenarsi a causa di prospettive industriali non certe.
«Dobbiamo continuare a mantenere chiara la necessità di fare questo nuovo investimento – ha chiuso Nicola Sanna – che sostituirebbe la centrale a carbone con altra che possa utilizzare un combustibile diverso e meno inquinante». «Resta urgente fare le bonifiche – ha detto la presidente della commissione Valeria Fadda in chiusura di seduta – fondamentali per il nostro territorio. C’è la necessità da parte di Eph di avviare i lavori del quinto gruppo. Chiederemo ai vertici dell’azienda di venire in audizione e, quando possibile, organizzeremo un sopralluogo nella centrale.
Nella foto l’incontro della Commissione Ambiente col Sindaco Sanna
S.I.