ALGHERO – “Cara Alghero, grazie! A nome mio, di mio marito Pedro e di tutta la squadra di El Caminante, vogliamo ringraziarvi dal profondo del cuore per queste due settimane di emozione e di allegria.
Sono nata ad Alghero e qui conservo i più bei ricordi della mia infanzia, con mia mamma e mio papà. Ho visitato il mondo, ma Alghero non ti ho mai dimenticata.
Arrivati al termine dello Show Cooking con El Caminante, sento il bisogno di scrivervi per ringraziarvi, sperando che questa lettera sia solo un arrivederci.
La vostra risposta è stata bellissima. Ho visto persone e volti felici.
Avete creato una bellissima atmosfera qui al Mirador Giuni Russo: una nuova amicizia nata a partire dall’affetto dei frequentatori abituali. Con loro è nato un rapporto d’affetto reciproco: ogni volta che abbiamo scambiato qualche battuta in algherese non ho potuto fare a meno di emozionarmi.
Moltissime persone ci hanno raggiunto per il tam tam che si è creato attorno alle nostre arepas. La vostra voglia di scoprirci è stata un crescendo e Pedro e io ve ne siamo grati.
Oggi in tanti ci chiedono di non andare via e a noi piacerebbe restare. Speriamo che quello di El Caminante sia solo un arrivederci e non un addio.
Da alcuni anni provavo a portare El Caminante ad Alghero: volevo tornare e condividere con tutti voi parte della mia esperienza: un assaggio di quello che è stato il percorso fatto da me e Pedro.
Pedro ed io lavoriamo nel mondo della moda: lui ha lavorato per tanti anni come modello e si è occupato di business administration, mentre io sono una fashion designer che ha collaborato con diverse case di moda.
Durante gli anni trascorsi in America ho visto i primi food truck. Sono rimasta affascinata: erano bellissimi, e mentre li vedevo sognavo di portarli in Italia. Dopo esserci sposati (ad Alghero, in spiaggia) ho convinto Pedro a seguirmi in questa scommessa. Lui mi disse “estas loca, tu sei matta”.
Per noi El Caminante non è solo una scommessa ma anche un cambio di vita.
Dietro c’è un grande investimento: un anno di pianificazione; una squadra di designer; uno chef per curare le ricette. Così è nato il primo foodtruck al mondo di cucina fusion italo-venezuelana.
L’unica cosa che ci manca è un ufficio stampa, perché crediamo nella qualità e nel passaparola ed è per questo che a scrivervi sono io.
Le nostre specialità sono le arepas: il pane tipico venezuelano a base di mais.
Lavoriamo gli ingredienti con la bassa temperatura sottovuoto: la carne cucina dalle 9 alle 18 ore e questo ci permette di lasciare intatte le qualità degli ingredienti. Il pesce è rigorosamente fresco e il pane viene preparato sul momento. Per gli ingredienti ci rivolgiamo ai produttori locali per valorizzare i prodotti locali. Le nostre arepas rappresentano al meglio la nostra filosofia: qualcosa di buono, con prodotti locali, che faccia bene al corpo e allo spirito.
Oggi El Caminante è famoso: siamo sulla guida del Gambero Rosso dal 2018 (di cui abbiamo vinto il premio speciale Street Food on the road nel 2019); abbiamo partecipato al reality Street Food Battle insieme allo Chef Simone Ruggiati; collaboriamo costantemente con chef stellati. Possiamo dirci soddisfatti: il nostro impegno è stato ripagato e la soddisfazione per aver condiviso tutto questo con Alghero è immensa.
A dispetto della bellissima risposta data dagli algheresi, qualcuno ha scelto di attaccarci. Confesso che abbiamo vissuto le polemiche con grande amarezza. Provo sempre grande gioia quando un algherese ha successo e mi rattrista se qualcuno lo attacca.
Hanno provato a descriverci come “stranieri”, e chissà quanti di loro son stati “aggiustati” dalle mani d’oro di mio papà, Dottor Pier Giovanni Cabras, che ha lavorato per tantissimi anni presso l’Ospedale di Alghero.
Qualcuno ci chiamati “caddozzo” per provare a denigrare il nostro lavoro, ma noi abbiamo spalle larghe, così hanno finito solo per attaccare i colleghi dello street food algherese che lavorano in città. Questo attacco è sintomo di profonda ignoranza su questo mondo e dice più di chi ci attacca che di noi che facciamo questo splendido mestiere. I nostri colleghi sono persone appassionate e sono stati tra i primi a sostenerci.
Alghero non ha alcun bisogno di persone che ostacolano le iniziative. Alghero ha tanto potenziale e persone come quelle che hanno provato ad attaccarci sono la ragione dei piccoli e grandi problemi della città.
Alghero merita di meglio e può contare su tante persone oneste, capaci, creative, instancabili, come quelle che abbiamo incontrato in questi giorni.
Voglio ringraziare il Sindaco Mario Conoci, gli Assessori Giorgia Vaccaro e Marco di Gangi e le istituzioni che hanno garantito il rispetto delle regole, schierandosi contro coloro che volevano che tutto rimanesse ancora una volta immobile.
El Caminante ha rispettato le regole, è stata riconosciuta la qualità del nostro progetto e noi ci abbiamo messo tutta la cura e la dedizione necessari.
Infine vorrei lanciare un messaggio a tutti i giovani di Alghero: care ragazze e ragazzi, lottate di più!
Potete contare sulla “sardità”, quella tenacia tipica di noi nati in quest’isola, abituati a combattere e raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo. A questa è fondamentale affiancare l’umiltà, che si impara nel confronto con gli altri. Vuol dire confrontarsi ogni giorno con gli altri e con sé stessi, cercando di migliorarsi. Là dove esiste meritocrazia, i sardi sanno sempre farsi notare.
Allora conquistatevi la libertà di sprigionare tutto il potenziale e l’energia di questa città. Non preoccupatevi di ciò che fa il vicino, impegnatevi per fare sempre bene, sempre meglio, e ricordatevi di gioire per le vostre vittorie e anche per quelle degli altri. L’unione fa la forza, anche nel mondo dell’impresa”.
Monica Cabras