ALGHERO – Non si muove foglia che ambientalista non voglia. Un principio apparentemente anche condivisibile, ma che, come ogni cosa della vita, se portato alla sua estremizzazione non può non diventare indigesto. Però, oggi, anche a livello locale, è così. Fino pochi anni fa determinate azioni difficilmente trovavano accoglienza nel Palazzo, mentre, da qualche anno a questo parte, anche tali radicalismi spesso diventano leggi, regolamenti e azioni. Basta ricordare quanto accaduto con i suoli pubblici, la musica nei locali e anche le strutture lungo il litorale. Uno su tutti il caso esemplare dello stabilimento balneare del camping Porticciolo che, nonostante i pronunciamenti dei Tribunali a favore dell’imprenditore, l’azione dei denunciati pare non avere termine. [Leggi]
Ed è cosi che proprio l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è partita nuovamente all’attacco. Tale organismo “ha inoltrato (14 novembre 2017) una specifica richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il recente rilascio in favore della società sassarese Baia del Sole s.r.l. del provvedimento unico S.U.A.P. Alghero n. 912 del 4 ottobre 2017 per demolizione e ricostruzione ai sensi delle leggi regionali n. 4/2009 e n. 21/2011 di un fabbricato rurale, sulla costa di Porto Conte, in Comune di Alghero”.
Grig fa sapere che sono “coinvolti il Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (Ministro, Direzione generale Belle Arti e Paesaggio, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari), la Direzione generale Pianificazione territoriale e Vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna, il Parco naturale regionale “Porto Conte”, il Comune di Alghero, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale” e gli ambientalisti pongono il dubbio “si ignora se siano state acquisite le necessarie autorizzazioni ambientali e quale sia l’esatta ubicazione dei lavori”.
“L’area costiera di Porto Conte rientra nell’omonimo parco naturale, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientra, inoltre, inoltre, nella zona di protezione speciale – ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria – SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042), ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla tutela degli habitat e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica”, e chiudono da Gruppo d’Inteverto Giuridico, “è, quindi, fondamentale la massima chiarezza e trasparenza sulle finalità dell’intervento edilizio in area naturale protetta”.
Nella foto il golfo di Porco Conte
S.I.