ALGHERO – Va avanti senza sosta l’indagine sull’appalto di Igiene Urbana. Le indagini condotte dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Sassari hanno portato all’individuazione di alcuni dipendenti comunali. Ma oltre questo primo passaggio, sembra che gli inquirenti si stiano concentrando anche su segmenti politici e amministrativi e in particolare sulla Commissione comunale che ha scelto le imprese aggiudicatarie per il servizio dei rifiuti.
Dunque oltre il problema della proroga (record), della mancata definizione e avvio del nuovo capitolato, della città sporca, in vista anche dell’avvio della nuova stagione turistica, ci sono le Fiamme Gialle che stanno intensificando il lavoro pare anche in connessione del non avvenuto sgombero del camping di Mugoni poi oggetto del drammatico incendio che ha devastato parte della pineta e delle strutture presenti [Leggi]. Per questo motivo, e altri alla base di una nuova inchiesta, potrebbero partire altri avvisi di garanzia con destinatario il Comune di Alghero. Intanto resta la condizione di bomba ecologica che sta incidendo in maniera negativa sulla zona che è dentro il Parco di Porto Conte. Attualmente l’area è sequestrata, a seguito dei presunti insediamenti abusivi, ma l’11 arriverà il pronunciamento del Tribunale che deciderà sul restituire la proprietà alla cooperativa titolare. Per adesso, nonostante gli annunci, non c’è stata alcuna bonifica.
Notizia positiva è invece l’anticipazione della sentenza del Consiglio di Stato sull’appalto di igiene urbana che dovrebbe arrivare il 16 febbraio. In questo modo l’amministrazione potrebbe avere in mano le carte per procedere all’assegnazione del capitolato ad un delle aziende ancora in lizza (a parte chi procede tutt’ora in regime di proroga) e tutte intrecciate da ricorsi. Si tratta di Energeticambiente, De Vizia e Ciclat. Una di queste andrà a gestire l’igiene urbana ad Alghero. Ma intanto, come detto, vanno avanti le varie indagini che a breve dovrebbero portare ad ulteriori risvolti su presunte responsabilità sulle scelte di questi mesi in tema ambientale che hanno, di fatto, condannato il centro catalano a subire gli effetti di un servizio con notevoli precarietà creando un evidente danno d’immagine.
Nella foto una delle strutture bruciate nella baia di Porto Conte dopo il devastante rogo del settembre
S.I.