ALGHERO – “La Giunta Comunale sta facendo perdere alla Fondazione Alghero la sua azione propulsiva e la propria autonomia, ed è un gran peccato. La scelta di Conoci e Di Gangi è di pura retroguardia. Si sono accontentati dapprima di un tavolo sul turismo, mai materializzato, poi pian piano hanno occupato fisicamente uffici e competenze”. Cosi il Centrosinistra riguardo la gestione della Fondazione Alghero da parte dell’Amministrazione Comunale.
“Come interpretare altrimenti la decisione di accentrare in Comune la gestione di tutte le istanze private che aspirano ad un contributo economico, se non come una ingerenza nell’autonomia della Fondazione, sancita da norme vigenti e cogenti. Tra l’altro, lo hanno fatto in modo goffo, ignorando, per esempio, l’esistenza di un regolamento pienamente efficace, approvato nel 2014 da Fondazione e Giunta Comunale, che codifica le procedure di concessione di sovvenzioni economiche. Atto mai abrogato e quindi pienamente efficace, al di là delle modulistiche unitarie che in realtà hanno lo scopo di dividere”.
“Non risulta abrogato neppure il contratto di servizio tra Fondazione e Comune, con la disciplina del possesso e dell’uso dei beni, con oneri economici e responsabilità in capo al CdA della Fondazione. Eppure, non curante di ciò, quasi in sgarbo a tutte le regole, Di Gangi ha deciso di lasciare Palazzo Serra e di occupare tre stanze al Quarter, 150 mq circa, al secondo piano del palazzo in dotazione alla Meta, destinate fino a ieri ad allestimenti, mostre, eventi. Ci ha impiantato tre uffici comunali, usurpando l’autonomia, la libertà e la vivacità con cui è nata e cresciuta la Fondazione, protagonista fino a qualche anno fa della cultura e dell’animazione della Città in Italia e nel mondo”.
“Si voleva far entrare dalla porta principale Parco di Porto Conte, Sogeaal, Confcommercio, Consorzio del Porto, con le loro articolazioni, direttamente nell’assemblea della Fondazione Alghero. Le ultime modifiche statutarie volute dalla Giunta Bruno lo consentono ancora. Siamo certi che anche i vertici della Fondazione lo vorrebbero, ma trovano le porte chiuse della proprietà, quella che – con l’assessore Di Gangi – crea solo tavoli e gestisce stanze”.