ALGHERO – “La sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili è la leva strategica della transizione ecologica. Grazie alle sue particolari caratteristiche, la Sardegna può accelerare su questo
percorso di sviluppo e raggiungere un modello di produzione e consumo energetico più
sostenibile. Ci sono molti elementi importanti che rendono la nostra Isola il laboratorio ideale per
puntare a un drastico cambiamento della produzione e del consumo energetico, con
benefici ambientali, sociali ed economici per tutto il territorio e l’intera comunità. Un
modello potenzialmente esportabile in Europa e nel mondo. Questo passaggio dovrà essere accompagnato dalla diffusione di tecnologie per l’ammodernamento dei sistemi di consumo finale (dalle pompe di calore per il riscaldamento alle piastre a induzione fino alla mobilità pubblica e privata), diffusione che però non dovrà essere a carico dei cittadini.
La Regione mira a eliminare gradualmente l’uso di fonti fossili per la produzione di energia
e ad aumentare la quota ricavabile da fotovoltaico ed eolico (attualmente al 7 e al 15%
rispettivamente) ed altre fonti.
A titolo di esempio, è di pochi giorni fa l’avviso pubblico dell’Assessorato dell’industria
“Hydrogen Valleys”, finalizzato alla selezione di proposte progettuali per la realizzazione di
impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, con una
dotazione finanziaria di 21 milioni di euro.
Nella Legge di Stabilità 2023 sono previsti una serie di altri interventi economici che vanno
in questa direzione:
40 milioni a favore degli enti locali per l’efficientamento energetico dei propri edifici e
dell’illuminazione pubblica
8 milioni per le scuole
30 milioni per sostenere gli investimenti delle imprese per la transizione energetica
40 milioni a favore delle famiglie per interventi volti a garantire il risparmio di energia
La legge Regionale 3/22, inoltre, ha stanziato 7.5 milioni per promuovere le strategie
di crescita sostenibile attraverso il “Centro per il coordinamento delle attività di
preparazione alle politiche regionali della transizione energetica”
La Sardegna ha una delle più basse densità di popolazione in Italia (68 abitanti per kmq)
ed offre pertanto un contesto unico che si presta perfettamente alla cosiddetta
generazione distribuita, in cui tanti piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili danno vita
a una fitta rete multidirezionale di utenti, che sono contemporaneamente produttori e
consumatori di energia.
Sono le cosiddette Comunità Energetiche Rinnovabili, cioè associazioni costituite da pubbliche amministrazioni, aziende, esercizi commerciali e singoli cittadini che si dotano di impianti per la autoproduzione di energia sostenibile destinata all’autoconsumo, attraverso un modello basato sulla condivisione dell’elettricità prodotta, in cui tutti gli utenti collegati possono condividere l’energia non consumata con altri membri della comunità energetica. La Regione ha già approvato uno stanziamento di 2 milioni per il 2023 e 2 milioni per il 2024 destinati allo studio di fattibilità e all’avviamento delle comunità. La transizione ecologica nell’edilizia, nell’agricoltura e nei sistemi di produzione ci aiuterà a proteggere il nostro patrimonio ambientale, a ripristinare la biodiversità e a sviluppare un nuovo modello di economia in cui l’uomo non consuma il territorio bensì ne raccoglie i frutti collaborando alla conservazione del Creato”.
Michele Pais, presidente consiglio regionale Sardegna