SASSARI – Si è svolta sabato mattina a Sassari presso l’Hotel Grazia Deledda la Convention programmatica di Energie per la Sardegna con Stefano Parisi che sta portando il suo road show Energie per l’Italia in tutto il paese. L’evento sassarese è stato organizzato dalle associazioni che operano nel territorio: Azione Sardegna, Azione Alghero, Ozieri Domani, Circolo Popolare Europeo, Alleanza Popolare, L’Altra Europa, sotto il coordinamento di Marco di Gangi. Oggi, l’ex amministratore delegato di Fastweb attualmente maggiore azionista di Chili Tv, ha fatto tappa a Sassari, unica tappa sarda, dove si è confrontato con alcuni rappresentanti del mondo delle associazioni di categoria, l’università, le professioni per un totale di 12 interventi che hanno spaziato dal turismo alla cultura, dall’imprenditoria alla sanità, dall’agricoltura all’economia. I relatori che si sono alternati al tavolo sono Graziella Benedetto professore di Economia dell’Università di Sassari, Roberto spano amministratore delegato di Sardex, Gavino Sini Presidente della Camera di Commercio, Ferdinando Manconi agronomo, Antonio Mazzuzzi vice presidente di Confartigianato, Mario Tocci docente di legislazione e beni culturali dell’Università di Sassari, Francesco Scifo referente del comitato Zona Franca, Giovanni Pruneddu collaboratore della cattedra di Diritto della Navigazione dell’Università di Sassari, Sergio Ginesu docente dell’Università di Sassari, Sandra Scanu architetto, Gioachino Greco Asl n°1 Alghero, Andrea Accardo imprenditore.
Dopo aver ascoltato gli interventi dei relatori, Stefano Parisi ha preso la parola e ha spiegato il suo progetto di Energie per l’Italia: “Il nostro non è un partito è un movimento, i partiti non esisteranno più, Trump ha vinto senza partito, bisogna uscire dalla logica dei partiti, occorre recuperare il rapporto con i cittadini , perché i cittadini fanno politica tutti i giorni. Abbiamo bisogno del contributo della Sardegna, questo di Sassari, tra i Megawatt in tutta Italia, è uno dei più ricchi di energie e di spunti. Presenteremo un programma di governo entro febbraio abbiamo bisogno che anche la Sardegna ci dia il suo contributo a scriverlo”. Prosegue poi con un ricordo personale: “Avevo 26 anni lavoravo al Ministero nell’82 e venivo spesso in Sardegna, i temi erano gli stessi di oggi infrastrutture, isolamento, zona franca, oggi ancora non abbiamo risolto; o cambiamo ragionamento o ci ritroveremo tra 30 anni a dirci le stesse cose”.
Il suo discorso torna sui partiti e sulla visione che i partiti hanno rispetto al tema Europa: “La lezione americana dell’elezione di Trump e della sua vittoria fa capire che i partiti non hanno visione di come sta cambiando il mondo. Così in Europa, la politica non ha i nuovi strumenti per affrontare i temi centrali di oggi. Siamo nel pieno dei flussi migratori, abbiamo la trasformazione digitale che cambia tutto, il trend demografico, l’invecchiamento ci porteranno ad avere un’Italia completamente diversa dal punto di vista della società: La politica non ci sta dando gli strumenti per affrontare i cambiamenti. L’Europa: non riusciamo più a capire cosa sia, è lontana dai cittadini, la partita, oggi, è tra chi dice più Europa come la sinistra e chi dice niente Europa, molti anche a destra. Allora di quale Europa abbiamo bisogno? Quella a cui chiedere più flessibilità oppure quella da cui andare e dire: noi siamo un paese che ha fatto riforme ed è solido e tu devi darci strumenti per affrontare i flussi migratori?. L’immigrazione non si ferma bucando i gommoni, ma con un’ Europa forte, che smetta di essere apparato burocratico che compromette la nostra economia”.
Poi i temi si postano sulla politica nazionale e sul modo di comunicare ai cittadini: “Abbiamo bisogno della politica che parla il linguaggio della verità non degli slogan, la politica che punta tutto sulla comunicazione fa slogan e non soluzioni e programmi. Dobbiamo azzerare tutti i punti di riferimento che abbiamo e riprendere le categorie di fondo: libertà, famiglia, identità nazionale e territoriale. Renzi ha avuto parabola breve perché non riesce più a parlare con la società”.
E ancora sull’immigrazione aggiunge: “Così capiamo come affrontare i grandi problemi come l’immigrazione rafforzando le nostre identità, solo così possiamo avere a che fare con chi arriva. Le nostre regole sono le basi di un popolo libero, questo non si può sospendere solo perché arrivano altre culture. L’unica cosa è accoglienza e gli immigrati sono opportunità lo dice la sinistra e noi invece dobbiamo essere rigidi, solo la durezza nell’immediato. E’ un problema umanitario, ma la sinistra genera l’odio. Il tema sociale e della sicurezza sono i grandi temi a cui dobbiamo dare risposte certe con verità.
Poi Parisi si sposta sul referendum: “Ricostruire da capo il nostro stato, il rapporto tra stato e cittadini per questo io voto no al referendum è possibile che in 40 anni abbiamo partorito questa, di riforma? Il titolo V fù riforma della sinistra solo per motivo politico, così oggi: pura operazione di immagine priva di contenuto riformatore. Oggi dobbiamo riflettere su autonomia dei territori, questa riforma ci fa azzerare autonomia. Anche se autonomia non ha sempre significato risorsa perchè non sempre unita a responsabilità. Dobbiamo avere responsabilità questa riforma aumenta la deresponsabilizzazione scaricando tutto su uno stato centrale che è il più inefficiente”. Parisi chiude il suo intervento invitando ancora una volta i sardi a collaborare al progetto di Energie per l’Italia perché “Abbiamo una politica che non ha visione, la politica deve fare un passo indietro. Noi Stiamo costruendo il futuro della politica, noi siamo il futuro”.
Nella foto l’incontro di sabato a Sassari
S.I.