CAGLIARI – “La fotografia scattata da Gimbe sulla sanità sarda, che abbraccia il periodo tra il 2010 al 2019, certifica ancora una volta quanto abbiamo sempre sostenuto. È l risultato di un depauperamento progressivo dei servizi conseguente ai tagli lineari sugli investimenti, alla mancata programmazione e formazione del personale sanitario, in particolare medici specialisti, al blocco del turnover, che ha messo in sofferenza il sistema dell’assistenza in particolare nelle aree interne e nei piccoli centri, e all’adozione di un modello fondato sul centralismo miope dell’azienda unica che ha allontanato la governance sanitaria dai territori e quindi dai bisogni reali dei cittadini”. Lo dichiara il Presidente Solinas, in riferimento ai risultati emersi dall’analisi della Fondazione guidata da Nino Cartabellotta, che vede la Sardegna pesantemente indietro sui Livelli essenziali d’assistenza nei dieci anni compresi tra il 2010 e il 2019.
“Uno scenario, quello descritto nel report di Gimbe, a cui fa da contraltare l’ultimo Piano nazionale esiti dell’Agenas, che, sul 2021, restituisce un quadro in netto miglioramento per la sanità dell’Isola, con diversi indicatori, riferiti ai nostri ospedali, in linea con standard di qualità ottimali. Dati che confortano, quelli dell’Agenas, all’indomani di una pandemia che ha messo a dura prova i sistemi sanitari più evoluti e che mostrano i primi risultati delle scelte fatte negli ultimi quattro anni, dallo sblocco delle assunzioni del personale sanitario, agli investimenti per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico e l’aumento delle borse di studio regionali per le scuole di specializzazione, poco più di una trentina nel 2019 e ora quasi decuplicate. Con il ritorno delle Asl abbiamo restituito alla sanità dei territori l’autonomia perduta e siamo al lavoro per implementare la riforma con un modello sanitario ospedale-territorio al passo con i tempi, attraverso la realizzazione delle strutture intermedie previste dal Pnrr e l’implementazione della telemedicina”.
“Oggi le maggiori criticità sono rappresentate dalla carenza di operatori sanitari, in particolare medici specialisti. Per ottimizzare le forze in campo e garantire cure e assistenza stiamo mettendo in campo ogni sforzo organizzativo e investimento possibile e stiamo iniziando a raccogliere risultati anche sul fronte dell’abbattimento dei tempi d’attesa per le prestazioni, su cui dobbiamo continuare a concentrare tutte le energie”, conclude il Presidente.