ALGHERO – E’ finita pure sul quotidiano nazionale La Repubblica, oltre che in Procura, la gita all’insegna dell’assenza di regole, pubblicata anche su Tik Tok, di due giovani italiani. “Pensavano di fare una cosa da ‘fighi’ e invece si sono beccati un esposto”, scrive il giornale e questo a seguito del fatto che il video da loro realizzato, dove tra l’altro emergono tutta una serie di comportamenti fuori norma, è finito anche su Facebook e nello specifico nel gruppo gruppo ‘Roba da apneisti Spearfiscing&Freediving”.
In questo modo ha avuto una imponente diffusione e conseguenti migliaia di visualizzazioni. Detto questo, è stato tempestivo l’intervento dell’Amministrazione Comunale e del Parco naturale regionale di Porto Conte e Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana. Nel primo caso il Presidente della Commissione Ambiente Christian Mulas, ripreso anche da La Repubblica, ha condannato da subito l’azione scellerata dei due giovani e gli atri comportamenti illeciti presenti nel video, mentre il Parco è uscito sui media con le parole del Presidente Raimondo Tilloca che ha posto l’accento sulla necessità, in casi come questi, di assegnare la misura del “Daspo” rispetto al territorio dove sono stati compiuti i reati ambientali: “A chi commette questi comportamenti fuori legge, ad esempio, non dovrebbe essere permesso di poter ritornare in quella Regione per almeno 3 anni”, propone Tilloca confermando che l’Ente di riserva terrestre e marino ha fatto regolare segnalazione alla Guardia Costiera.
Sul tema è intervenuto su facebook anche l’assessore all’Ambiente Montis che ribadisce quanto in questi casi, come per altre violazioni, visto che la “linea morbida” non porta i risultati sperati, è opportuno rafforzare i controlli e dunque aumentare le sanzioni per comportamenti che, nel caso dei due gaglioffi tik toker, ha palesato quanto sia oggi diffusa l’assenza di senno e non solo per errori comportamentali, che possono capitare, ma pure per la diffusione planetaria di tali sconsiderati atteggiamenti. Nel frattempo il Gruppo d’intervento giuridico (Grig), come riporta anche La Repubblica, “ha segnalato l’accaduto alla procura, al Corpo forestale della Regione Sardegna, alla Guardia costiera, al Comune di Alghero, all’Azienda speciale di gestione del parco naturale di Porto Conte e dell’area marina protetta “affinchè vengano svolti gli opportuni accertamenti e applicate le sanzioni di legge”,.