SASSARI – «Il lavoro che non c’è, il lavoro precario, il lavoro che ancora troppo spesso uccide: così Sassari perde la forza e l’entusiasmo che servono per battere nuovi percorsi, avviare nuovi processi, sprigionare nuove energie». Lo afferma il candidato sindaco di Sassari del campo largo, Giuseppe Mascia, in occasione della Festa del Lavoro. «La nostra città deve immaginare per sé un nuovo modello sociale ed economico», è la sfida che Mascia lancia alla vigilia della campagna elettorale verso le amministrative dell’8 e 9 giugno. «Quello su cui si è adagiata per decenni ha esaurito il suo ciclo – è l’analisi – e non è più in grado di supportare i livelli occupazionali e il benessere della comunità».
Secondo il dirigente del Pd, indicato all’unanimità dal suo partito e dalla coalizione dopo un serio e complesso confronto sulle prospettive e i programmi per lo sviluppo della città, «a Sassari non mancano le idee, le competenze e le opportunità, ma è mancata la voglia di cambiare, il coraggio di ammettere la fine di un’epoca». Ma soprattutto, è il messaggio in discontinuità nel governo della città e dell’Area vasta del nord ovest Sardegna, «è mancata la capacità di esigere da Cagliari quello che a Sassari spetta per legge, a iniziare dalle risorse assegnate alla Rete metropolitana del Nord Ovest Sardegna per riequilibrare quelle attribuite alla città metropolitana del Capo di Sotto».
Una presa di posizione netta, per la quale Giuseppe Mascia sceglie proprio la ricorrenza del 1° maggio per marcare due priorità di cui si dovrà fare carico la prossima amministrazione comunale: lo sviluppo e l’occupazione, che vanno di pari passo. «Un rapporto equilibrato col governo regionale, un coordinamento territoriale più sostanziale e fattivo, il protagonismo di tutte le forze propositive, il coinvolgimento dei giovani e di tutte le categorie che si sentono ai margini – chiosa Mascia sui social – sono questi i primi passi da compiere per intraprendere il percorso verso quel cambiamento di cui tutti insieme ci vogliamo fare interpreti, per fare Grande Sassari».