Guerra ai locali. Alghero-bidda mai!

ALGHERO – Parlare di complotto è spesso azzardato, ma ad Alghero è sempre più probabile che ci sia un disegno per demolire quella che viene definita “movida”. Una parola oramai vetusta, quasi arcaica, se collegata all’attuale condizione di offerta notturna e diurna della Riviera del Corallo, che grazie a qualche avveduto e coraggioso privato continua a sopravvivere. Ma, nonostante lo sforzo di questi pochi imprenditori, insiste l’azione degli organi di controllo e forze di polizia, in linea con i dettami politici e amministrativi di chi governa la città da qualche anno, finalizzata a sanzionare ogni minima irregolarità in capo a bar, locali e anche discoteche.

Queste ultime oramai sono delle “oasi nel deserto” dell’offerta notturna algherese. Aprono nei periodi di punta e con grosse difficoltà provano a garantire un’offerta almeno alla popolazione locale e quando capita, ovviamente, cercano di intercettare i turisti. Un servizio, quello dello svago e intrattenimento, che in altre zone della Sardegna è divenuto una vera industria. Fatturati stellari nella discoteche della costa est. Rinascita dell’Estasi di Santa Teresa di Gallura che, dopo aver attraversato un periodo meno felice, adesso, grazie anche ad investimenti e ospiti di musica house ed elettronica, sta richiamando quasi il pubblico di una volta. Per non parlare del Country a Porto Rotondo, Ambra e Luna a San Teodoro, Ritual e Phi Beach a Baja Sardinia.

Tutti contesti dove, nonostante gli assidui controlli delle forze dell’ordine, le amministrazione comunali locali (in particolare quella di Arzachena, ma ciò accade sempre di più anche a Villasimius), hanno permesso lo sviluppo di questo segmento. In tale modo gli imprenditori che si sarebbero potuti accontentare di “alzare la serranda”, tanto il pubblico da loro non manca, hanno invece investito portando i più famosi e costosi dj a livello planetario. Ciò, sta caratterizzando quella parte di Sardegna ancora di più, oltre le bellezze, il cibo, anche il lusso, adesso pure e sempre più i “grandi ospiti” del panorama mondiale della buona musica da club.

L’opposto di quanto sta avvenendo ad Alghero e in questa parte di Sardegna che comprende anche centri come Bosa e Stintino. Anch’essi, su questo fronte, messi sul lastrico, anche se Stintino, vuole riemergere e grazie ad un’amministrazione giovane, vuole riportare anche i giovani. La Riviera del Corallo, invece, oramai è divenuta la Riviera dei divieti e controlli. Ovvio che i gestori di bar e locali prima di investire e chiamare qualche ospite oneroso e di qualità ci pensino due volte. Certamente l’imprenditore, per natura stessa del suo lavoro, dovrebbe rischiare, ma da un paio d’anni fare qualche azzardo nel comune catalano significa quasi ammazzarsi da soli. Maden e Ruscello sanzionati e chiusi per alcuni giorni. Stesso discorso per diversi altri bar e locali che sono stati multati e che hanno visto piombare da Sassari, mentre la clientela ancora consumava, mentre la musica molto bassa e in sottofondo accompagnava il lavoro, pattuglie e personale della Questura che ha controllato a tappeto le attività. Anche questo l’effetto di alcuni anni di cosi detta “guerra a tavolini e decibel”.

Come detto, arrivare a pensare ai complotti è forse troppo, però appare sempre più chiaro, visto anche il dna degli attuali amministratori legati al radicalismo ambientalista, che c’è un disegno atto a trasformare Alghero nella Riviera dei silenzi, forse eterni, ma compiacenti a talune categorie con la pancia piena, molto diffuse e influenti nella “grande bidda” sassarese e che hanno già avuto la loro riuscita, nel recente passato, con Stintino. Villettine, cenette, letture infinite di libri, lunghe passeggiate, 40 giorni di turismo e poi il silenzio. La grande e pionieristica forza di Alghero è sempre stata quella di coniugare al meglio l’offerta dei vari settori. Riuscendo a portare in riviera giovani, adulti, famiglie, bambini, anziani, sportivi, nottambuli e così via. Un perfetto e originale mix che, viste anche le note vicissitudini a livello mondiale, avrebbe potuto garantire, sempre dentro dentro delle regole basate sul buon senso, ricchezza e benessere. Alghero non sarà e non dovrai essere come Ibiza, sia chiaro, ma non finirà mai per essere un grande paesotto gestito da corporazioni “pseudo-radical chic”.

Nella foto il lungomare di Alghero nel centro città

S.I.