SASSARI – Oramai siamo ben oltre la realtà. Un gruppo di pseudo-tifosi, molti già oggetto di misure cautelari, sale indisturbato da Cagliari fino a Sassari. Dentro gli autobus ci sono oggetti da usare in battaglia. Scoppia la guerriglia, per un caso non ci scappa la tragedia e le Istituzioni, in questo caso quelle facenti capo alle forze dell’ordine, danno le colpe ad altri e anche a presunte provocazioni. E’ assurdo come in questa “italietta” non esiste mai, in nessun caso, l’assunzione di responsabilità e, nel caso, le dimissioni. Forse la poltrona e lo stipendio collegato sono troppi comodi? Di sicuro in una qualsiasi azienda privata queste persone, seppur con lavori di grande rilievo, avrebbero perso subito il posto.
E sul tema interviene nuovamente anche il senatore Silvio Lai. “Sono rimasto colpito dalle parole pronunciate oggi dal Questore di Cagliari su un’emittente regionale e relative agli incidenti di Sabato scorso a Sassari: “dovremo studiare meglio anche la tifoseria sassarese che probabilmente ha instillato qualche provocazione.”, cosi il leader politico che continua “sono affermazioni delicate se non si poggiano su dati investigativi o fatti concreti verificati. Soprattutto viene spontaneo chiedersi se questi elementi siano emersi prima dei fatti oppure dopo la giornata di Sabato. Nel primo caso perché non prevenirli? Nel secondo caso perché non sono stati rilevati prima? Attendiamo gli esiti delle indagini e chiederemo al governo le ragioni anche di questa affermazione.”
Nella foto le immagini degli scontri
S.I.