ALGHERO – L’albero di corallo, magnificamente restaurato dagli studenti del liceo artistico di Alghero, con la supervisione dei tutor, degli insegnanti e del maestro Tonino Serra, riposizionato in Largo San Francesco, non trova più al suo fianco la motivazione dell’Opera: la candidatura di Alghero Città Creativa Unesco per l’artigianato artistico e la lavorazione del corallo.
L’installazione fotografatissima, resterà tale, ma non ha più la sua ragion d’essere: una vetrina mondiale tra le città che fanno della cultura, della creatività, dello sviluppo urbano sostenibile, un faro per l’economia e la ricchezza del territorio e per l’intero pianeta.
Accontentarsi del provincialismo e della mediocrità sembra essere il tratto distintivo di questa amministrazione. Parlano i fatti. Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, ha selezionato solo Como e Modena come candidature italiane 2021 per la Rete delle Città Creative dell’UNESCO. Saranno loro le finaliste italiane a Parigi, il prossimo ottobre. Le candidature dovevano essere presentate entro maggio scorso. E Alghero non c’era e non c’è.
Eppure, nel 2017 Alghero ha superato la fase italiana ed è stata apprezzatissima finalista a Parigi, battuta solo da Carrara per i marmi, nel settore dell’artigianato artistico. La delegazione UNESCO e tutte le città creative hanno chiesto con forza la ricandidatura di Alghero, dandone per certo il suo inserimento nella rete mondiale, anche per il lavoro di coesione con le altre città italiane nel frattempo consolidato. Si pensi all’incontro con i sindaci di Pesaro e Bologna, con Fabriano, nelle tenute Sella & Mosca nel 2018, per saldare un’alleanza preziosissima per comporre il dossier di candidatura che avrebbe avuto certamente l’appoggio anche di Milano e Barcellona. Si pensi alla serata di Parigi in cui Alghero è stata ospite dell’ambasciata italiana UNESCO, con i nostri chef, artigiani, studenti e artisti e con un concerto di Paolo Fresu, ambasciatore UNESCO per la musica nel mondo.
Ci si chiede che fine abbia fatto la delibera della Fondazione Alghero del 29 gennaio 2021 con la quale veniva dato incarico ad una professionista algherese di stilare un progetto per l’ottenimento di una forte candidatura di Alghero nella rete delle Città Creative Unesco dal titolo: “promozione, diffusione e sensibilizzazione della candidatura di Alghero nella Rete delle Città Creative UNESCO”.
Ecco, bastava uscire dal provincialismo e dall’oblio. Ripartire dal rapporto già consolidato con le città, con i sindaci e con la delegazione italiana UNESCO che oggi ha chiesto solo a Como e a Modena di rappresentare l’Italia a Parigi. Non più ad Alghero che – al di là del lassismo di chi oggi l’amministra – non vuole restare nella mediocrità e troverà le energie per reagire subito.
F.to
Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Mimmo Pirisi, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras, Valdo Di Nolfo