LANUSEI – «Impariamo da chi cura chi sta male, lo
sguardo di Gesù si posa su chi si occupa dei bisognosi». È questo il
messaggio che il vescovo Antonello Mura ha voluto mandare durante la
celebrazione della “XXXI Giornata mondiale del malato”. Il vescovo della
diocesi di Lanusei ha officiato la santa messa,
in una chiesa della parrocchia di San Giuseppe a Tortolì gremita di
fedeli e malati, alcuni accompagnati dai volontari dell’Unitalsi
diocesana. Nella giornata odierna, l’assistente religioso del N.S della
Mercede, don Virgilio Mura, passerà per i reparti dell’ospedale di
Lanusei per dare conforto ai malati e recitare, con chi volesse, la
“Pregierà del malato”.
Nella sua omelia, il vescovo ha messo l’accento sull’importanza
dell’assistenza ai malati, richiamando il brano del Vangelo della
“Guarigione del paralitico di Cafarnao”, quando gli amici del malato
portarono davanti a Gesù il paralitico, che poi venne curato. «Questo
passaggio mi fa pensare a quanto le parrocchie, le associazioni e la
stessa Diocesi debbano prendere come esempio gli amici del paralitico –
osserva il vescovo – Gesù vede nei loro gesti la cura, l’amore, la
tenerezza, la compassione. Anche il Papa nel suo messaggio – continua
Antonello Mura – parla di vicinanza, compassione, solidarietà: questo è
lo sguardo che può migliorare le nostre comunità. “Camminare insieme” –
spiega ancora il vescovo – significa tante volte camminare con persone
che hanno fragilità».
Il vescovo Mura, inoltre, ha voluto sottolineare l’importanza della
sanità pubblica. «Oggi ricordiamo anche quanto sia importante l’accesso
alle cure e al diritto alla salute di tutti noi. Quando abbiamo bisogno
di cure è fondamentale trovare anche nella sanità pubblica attenzione e
tenerezza, se non quelle dettate dal “cuore”, almeno dalla
professionalità. È giusto chiederlo e ricordarlo – conclude – è giusto
pretenderlo proprio perché, quando ne avremo bisogno, non dobbiamo
rischiare di trovarci soli o emarginati».