CAGLIARI – L’emergenza Covid-19 ha posto anche il mondo della scuola davanti a prove inaspettate e scelte difficili. Ancora maggiori e doverosi di importanti riflessioni saranno gli interventi da attuare alla riapertura dell’anno scolastico di settembre per poter garantire sicurezza e benessere non solo degli alunni, ma dell’intera nazione. Comportamenti corretti, norme igieniche, mantenimento delle distanze saranno il cardine nella gestione del contenimento di questa epidemia. Ed è proprio in questo frangente che prende sempre più forza il progetto di “scuole all’aperto”, già sperimentato a livello internazionale, ma anche in alcune scuole italiane. Progettualità già avviata anche ad Alghero come emerso nelle scorse settimane grazie alla proposta dell’assessorato all’ambiente guidato da Andrea Montis insieme alla Provincia, Parco e Istituto Scientifico.
“Outdoor education” significa letteralmente “educazione all’aperto” e intende tutte le attività educative, anche non strettamente curriculari, che vengono svolte all’aperto dalle scuole. Boschi, giardini, parchi pubblici e cortili: luoghi del divertimento, sì, ma anche dell’apprendimento che sempre più spesso diventano aule a cielo aperto per i bambini e i ragazzi delle scuole di ogni livello e grado. Un metodo didattico che negli ultimi anni ha raccolto moltissime adesioni da nord a sud del paese e che mette d’accordo proprio tutti. Dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e genitori sono sempre più convinti dei benefici psico-fisici derivanti dalle lezioni all’aperto e dalla validità di un approccio educativo incentrato sull’interazione con la natura. La pandemia ha causato una restrizione della vita sociale, facendo emergere una forte necessità di natura e spazi comuni. Mai come ora il desiderio di città si è trasformato in desiderio di spazi condivisi, di piazze, parchi e giardini, boulevard e passeggiate. Tali spazi urbani non sono immaginati esclusivamente a scopo ricreativo, ma devono essere deputati allo svolgimento di attività didattiche e sociali. Il clima mite delle città del Mediterraneo consente di fare proprio il concetto, mutuato dai Paesi del nord Europa, di “vita all’aria aperta” a prescindere dalle condizioni meteorologiche.
L’“Outdoor learning” (così lo chiamano anche in Italia) si basa su principi che rivoluzionano il tradizionale modo di concepire la didattica e il rapporto tra giovani e ambiente naturale, senza perdere di vista le discipline e le esperienze educative indispensabili alla formazione. Le pareti scompaiono, via banchi e sedie. Per andare a scuola si esce dalla classe, anche quando piove. E’ possibile pertanto salvaguardare la didattica in presenza attraverso l’uso nelle zone con clima più mite di spazi all’aperto e in quelle con temperature più rigide di tensostrutture normalmente adoperate per le attività sportive in modo da ampliare gli spazi e ridurre i rischi.
«Alla luce di queste considerazioni – spiegano dalla sede di Coldiretti – il progetto “Bosco urbano didattico” consente la riqualificazione di aree esterne di pertinenza di istituti scolastici, attraverso la realizzazione di un “Bosco attrezzato” per lo svolgimento di attività didattiche. L’idea è quella di convertire questi spazi, spesso inutilizzati e con alti costi manutentivi per le Amministrazioni pubbliche, in “aule verdi”, attraverso la realizzazione di un vero e proprio bosco dotato di infrastrutture e attrezzature per poter svolgere l’attività didattica. In quest’ottica, si inserisce il nostro progetto che mette insieme la professionalità dei produttori florovivaistici e realizzatori del verde attrezzato con la conoscenza e l’alta formazione dei progetti portati avanti da Coldiretti Sardegna in questi anni con il progetto “educazione alla Campagna amica” che ci ha visto incontrare circa 10mila bambini e ragazzi all’anno con progetti di educazione alimentare, ambientale e sociale in tutta la Sardegna in cui si alternavano attività a scuola e visite nei mercati di Campagna amica. La nostra proposta è quella di collaborare con le Amministrazioni comunali, provinciali e con i dirigenti scolastici per la realizzazione di tali aree, mettendo a disposizione, in un accordo con gli enti preposti i servizi di formazione, extrascolastica, e di manutenzione delle aree boschive da realizzarsi presso gli istituti scolastici».
Come si costruisce il progetto? L’Ente pubblico investe nella realizzazione degli spazi verdi attrezzati, individuando degli istituti pilota che servono a portare avanti il progetto. La Coldiretti regionale, in coordinamento con i dirigenti scolastici, adatterà i propri programmi formativi, extrascolastici, ai programmi didattici nazionali. La Coldiretti garantirà, tramite le proprie aziende florovivaistiche associate la manutenzione e la gestione delle aree per cinque anni dalla realizzazione delle stesse, a costo zero per l’Amministrazione pubblica. Inoltre, uno staff di progettazione di tecnici associati alla Coldiretti provvederà a realizzare i progetti di massima da presentare agli enti che aderiranno al progetto.