ALGHERO – A menta fredda, si può dire: è un miracolo che nessuno sia rimasto ferito, se non peggio. A distanza di tre mesi dall’incendio che ha devastato il complesso residenziale di via Vittorio Emanuele, oltre tale considerazione, è tempo di definire cause e responsabilità. La prima oramai è stata accertata: l’incendio, come era parso dalle prime indagini, è partito dall’impianto di condizionamento. Era stata proprio una dipendente a notare uno strano odore di bruciato che proveniva dai piani interrati e in corrispondenza di un apparecchio utilizzato per il raffreddamento e circolazione dell’aria.
Il secondo punto, ovvero di risalire alle presunte responsabilità, vede la notizia di 8 indagati. La Procura della Repubblica ha emesso gli atti con destinatari S. Battistelli, rappresentate legale della Rica Gest, S. Pischedda, responsabile dei punti vendita, S. Gaudisio, sempre della Rica Gest, A. Distinto e I. Nieddu, vice-responsabili del punto vendita Risparmio Casa, Alberto Iole, progettista dell’impianto di condizionamento del locale, D. Foderaro, legale rappresentante della ditta installatrice dei condizionatori, P. Demontis, rappresentante della ditta incaricata delle manutenzioni. Ipotesi di reato è incendio colposo.
Intanto la richiesta di risarcimento danni si aggira tra gli 8 e 10milioni di euro. A chiedere la ricompensa tutti coloro che sono in possesso di millesimi dell’edificio, compresi i costruttori e proprietari della maggioranza della struttura ovvero la Sofingi. Nel frattempo, a breve, realizzate anche ulteriori perizie di parte, connesse alle compagnie assicurative, si procederà alla riqualificazione dell’immobile che, nonostante il rogo infernale, non ha mostrato alcun segno di cedimento reale e pericoloso per la popolazione. E questo grazie all’ottemperanza dei dettami di legge da parte dei progettisti e costruttori.
Nella foto la mattina dell’incendio
S.I.