Invasione cinghiali: al via con gli abbattimenti, ma si cercano fondi

ALGHERO . Contenimento dei cinghiali nell’area del Parco di Porto Conte: ripartono le attività con maggiore incisività dopo la recente approvazione del piano di contenimento per il periodo 2023-2027, delegato al Parco dalla Provincia di Sassari. Prima riunione operativa a Casa Gioiosa. Partenza prevista per i primi di novembre.

Nella giornata di oggi lunedì 23 ottobre, coordinata dal delegato del Consiglio direttivo del Parco Adriano Grossi, si è svolta una riunione organizzativa tra i tecnici del Parco, il Corpo Forestale e di V.A. e le due associazioni che raggruppano i cacciatori/coadiutori della fauna selvatica algheresi abilitati a questo tipo di operazioni. Presente anche il Presidente della Commissione consiliare Ambiente Christian Mulas. Dalla riunione è emersa la piena disponibilità di tutti gli attori coinvolti per l’avvio immediato delle operazioni di abbattimento con arma da fuoco che partiranno con cadenza settimanale già dalla prima decade di novembre per poi proseguire senza sosta fino a giugno. Nel frattempo, fin da subito, i proprietari e conduttori di fondi agricoli potranno fare richiesta alla Provincia di Sassari o al Parco per l’installazione delle gabbie di cattura o per l’attività di sparo a chiamata a cura dei coadiutori, nei casi di evidente pericolo per le loro attività agricole. Si interverrà non solo nei poderi agricoli previa richiesta dei proprietari, ma anche nei terreni demaniali e nelle aree boscate. I cinghiali catturati con le gabbie verranno inviati ai macelli autorizzati, mentre gli abbattimenti con arma da fuoco saranno effettuati da postazione fissa a cura dei coadiutori della fauna selvatica sotto la sorveglianza attenta del Corpo Forestale. Sulle aree più sensibili della penisola di Capo Caccia invece si opererà solo con le gabbie di cattura che in questo caso verranno gestite dagli operari dell’Agenzia Forestas proprietaria di gran parte dei terreni della foresta demaniale di Porto Conte. L’intero programma inoltre, godrà della sorveglianza sanitaria dei veterinari dell’Asl 1 di Sassari e verranno condotte ulteriori indagini epidemiologiche sui capi catturati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.

Insomma una macchina organizzativa imponente e articolata che si prefigge di ridurre o almeno calmierare i danni alle colture agricole e prevenire incidenti stradali, ma anche alleggerire i conflitti ecologici che questi animali stanno obbiettivamente arrecando al resto della fauna selvatica, ma anche alla flora endemica. Il respiro quinquennale del piano ((fino al prossimo 2027), consente di programmare le azioni di riduzione e contenimento del cinghiale in modo sistematico ed articolato per tutto l’arco dell’anno e per cinque anni con interventi diversificati tra catture con gabbia e attività di abbattimento con arma da fuoco da postazione fissa e con il metodica della girata con cane limiere, ma anche la battuta classica. Previsto, anche, come detto, il potenziamento delle attività di contenimento a chiamata singola direttamente nei poderi agricoli, nei casi in cui gli agricoltori si sentano minacciati dai cinghiali. Queste sono le novità più rilevanti del nuovo piano di contenimento dei cinghiali nell’area del Parco di Porto Conte che per il secondo quinquennio fa parte integrante del più articolato programma di riduzione degli stessi messo in atto dalla Provincia di Sassari per tutto il territorio che interessa decine di istituti e oasi di protezione faunistica. “Le attività che ci riguardano e che verranno svolte dal Parco di Porto Conte sono già in fase di avanzato approntamento-spiega il consigliere Adriano Grossi-. Il Parco di Porto Conte in Sardegna può definirsi uno dei pochi al livello nazionale impegnato in un piano quinquennale approvato da ISPRA e dalla Regione. Siamo stati pionieri in questo campo e fino ad oggi, con i precedenti piani, abbiamo assicurato una riduzione di oltre duemila animali. Ora puntiamo a raggiungere nei prossimi cinque anni maggiori risultati dando le auspicate risposte alla comunità residente di cui comprendiamo i disagi. L’invito che rivolgo ai proprietari dei fondi e agricoltori è di utilizzare i mezzi a disposizione e fare domanda per gli interventi sia con arma da fuoco che con gabbia in modo preventivo e in tempo utile per poter rendere incisivi gli interventi durante i periodi di raccolto”. Nel corso della riunione si è anche parlato di costi legati all’attività in quanto sia gli abbattimenti con arma da fuoco che l’utilizzo delle gabbie prevedono un’attività a cura dei cacciatori/coadiutori della fauna selvatica che operano su base volontaria e come ristoro hanno solo il cinghiale catturato destinato solo all’autoconsumo. Ma ultimamente a seguito dell’aumento dei costi di carburante per gli spostamenti e il mais per foraggiamento delle poste occorre prevedere dei rimborsi almeno per le spese vive che però non possono essere sostenuti dall’Ente Parco che li ha sostenuti fino ad oggi e che già si occupa di acquistare e manutenzionare le attrezzature come altane e gabbie di catture.

“Serve un contributo strutturale anche per quest’attività-fa osservare il consigliere Grossi-e per questo ci faremo parte attiva nei confronti della Provincia e della Regione; fino ad oggi il Parco non ha mai ricevuto un contributo per affrontare quella che è diventata una piaga per gli agricoltori e causa di incidenti sempre più frequenti”. Nel corso della riunione si è parlato infine anche della proroga del piano di contenimento del daino sul quale per questioni di carattere tecnico organizzativo non si è riusciti in questi ultimi anni a partire. “Vogliamo far decollare anche questo piano operativamente – ha riferito il direttore del Parco di Porto Conte Mariano Mariani- ma è indispensabile che la Provincia di Sassari ci dia la possibilità di attivare i corsi di perfezionamento al tiro rivolti ai coadiutori. L’attività di contenimento del daino infatti richiede un addestramento ulteriore per via delle modalità selettive di abbattimento.”