CAGLIARI – “Non ho grandi strumenti per comprendere ‘sta cosa dei 21 parametri che decretano i colori di questo o quello né se i dati vengano trasmessi per tempo (corretti) o chi li riceve li carica in maniera idonea. Ma alcune cose posso dirle in maniera chiara anche senza vedere numeri e attiene alla vita delle persone, al lavoro delle attività economiche.
È IMMORALE che si comunichino aperture e chiusure – per attività con materie prime altamente deperibili – nel giro di 12 ore. Attività per le quali, è bene ricordarlo, da un anno sono state previste limitazioni come per nessun altro settore se non per quello messo al tappeto e calpestato della cultura e dello spettacolo oltre, ovviamente, a quello della scuola.
Di chi sia la colpa non interessa a nessuno: il fatto è che da domani questi eroi della nostra economia subiranno l’ennesima violenza insensata.
Ci potrà essere una politica – non la mia – di quelli che si ribaltano le responsabilità: è colpa del Governo | è colpa della Regione, ma posso assicurarvi che di questo balletto ai baristi e ai ristoratori non interessa proprio nulla.
È INACCETTABILE che dopo un anno di pandemia non si sia stabilito un protocollo dove i numeri vengono analizzati e, nel caso, confutati: lo è per il Governo lo è per le Regioni.
In questo tristissimo balletto ci saranno attività che non riapriranno né fra 15 giorni né mai adesso che appare chiarissimo a tutti che le azioni di contagio non riguardano – solo – quelle attività ma un insieme di comportamenti soggettivi e collettivi. Questa roba, gestita così, non ci sarà più nessuno in grado di contenerla.
Né governi di scopo né governi istituzionali né governi raccogliticci. Nessuno. Perché chiunque normalmente intelligente sa che in Sardegna la situazione era più difficile a novembre che oggi (che non significa che oggi potremmo fare ciò che ci pare e piace). A riveder le stelle (filanti)”.
Emiliano Deiana sindaco di Bortigiadas e presidente Snci Sardegna