ALGHERO – La musica della “Movida” è (quasi) finita, è vero. Ma i problemi restano, anzi, si sono pure acuiti. L’estate del (quasi) post-pandemia era prevedibile che avrebbe portato (e siamo solo agli inizi) una massiccia presenza di persone in giro anche nelle ore serali e notturne. Con o senza musica. Ma se con la prima ancora viva e vivace (anni fa) potevano esserci diversi luoghi di aggregazione aperti anche dal dopo cena e fino le primissime ore del giorno successivo, oggi non è più cosi. Il Covid, e dunque le normative nazionale, c’entra ma fino ad un certo punto. Infatti è da tempo che la “guerra” contro la musica e soprattutto l’assenza di regole chiare e di attività che, bisogna rimarcalo, si attrezzino per poter evitare di andare oltre il consentito, hanno portato ad un’assenza diffusa di questa tipologia di offerta che sarebbe utile anche per arginare le transumanze notturne e le problematiche legate all’igiene urbana, schiamazzi, risse e tanto altro che va ad offuscare quello che è un segmento molto importante dell’economia locale. Perchè se è vero che la musica si può anche fermare, e ciò è comunque un danno anche sociale, è impossibile fermare la volontà di uscita (soprattutto dei più giovani) nelle ore serali e notturne. A questo punto, a parte, come detto, le regole sovraordinate di questi mesi, sarebbe utile organizzarsi affinchè si abbiano a disposizione più possibilità per aggregare le persone anche in fascia oraria. Se poi tale occasioni sono pure composte da offerte di qualità e di respiro internazionale, meglio ancora. La madre terra Catalana insegna, non sarebbe male imitarla anche in questi aspetti.
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