ARZACHENA – Andrea Becciu torna in Cassazione per la seconda volta. La paradossale vicenda dell’ex Comandante della Polizia Locale di Arzachena, licenziato per asserite false attestazioni di presenze in servizio, ripropone la propria vicenda alla Cassazione con un ricorso per revocazione, tentando di dimostrare che la Corte ha errato nella propria sentenza che confermava il licenziamento.
“La Corte ha rigettato il mio ricorso affermando che io dovessi sempre e comunque timbrare l’uscita quando mi recavo all’esterno del Comando”, spiega il Becciu, “ma avevo formulato istanze di prova e allegato le giornaliere di alcuni colleghi della Polizia Locale che lavoravano fuori dal Comando e che dimostravano che, non essendoci la causale dell’uscita per servizio, non potevamo uscire dal Comando per lavorare timbrando l’uscita, dal momento che questa timbratura avrebbe comportato la fine servizio e l’impossibilità di lavorare come agenti di PS”.
In effetti, la vicenda desta notevoli perplessità, dal momento che, sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti, il Becciu è stato ampiamente assolto con tanto di scuse della Procura, poiché era emerso che il suo comportamento, solo apparentemente contrario alla legge come “furbetto del cartellino”illegittimo, era invece del tutto legittimo, anche quando era costretto a lavorare da casa perché il computer dell’ufficio non funzionava. La Cassazione rimedierà all’ingiustizia subita dal Becciu? Esiste un Giudice a Berlino?