ALGHERO – Il momento è catartico, direbbe un noto comico. Ma di fatto, per Alghero, lo è. Nei prossimi giorni ci sarà un punto di svolta cruciale per la città. Inutile acchiapparsi ancora a slogan, dati parziali, annunci e promesse. Questi ultimi anni hanno visto la Riviera del Corallo fermarsi in maniera molto preoccupante. Altri territori hanno messo la freccia e hanno accelerato sulla corsia di sorpasso, qui invece la macchina si è fermata. I turisti, per neanche due mesi, ovviamente, arrivano. Ma poco o niente altro. Nessun tipo di intervento strutturale, atteso e garantito in campagna elettorale dagli attuali amministratori, che potesse permettere ad Alghero di tenere il passo di altre località. Perchè è evidente che abituandoci al poco, non si comprende (e a governanti poco lungimiranti questo tutto sommato va anche bene) quale sia il margine di crescita e di benessere che gli algheresi stanno perdendo. Ad evidenziare la delicatezza del momento è anche l’imprenditore, rappresentante di categoria e politico Enrico Daga.
“La politica ha bisogno di riacquisire credibilità. Solo per dire, sommessamente, che quando non si ha una maggioranza non si può dare la colpa dei propri insuccessi e delle proprie disavventure alle opposizioni, soprattutto quando si sono spesi quasi quattro anni ad insultarle”, afferma il consigliere comunale e dirigente del Partito Democratico. “Il responsabile di questo crescendo è uno (Mario Bruno ndr), e tentare di deviare l’attenzione su persone e forze politiche, fino a ieri considerate marginali, minoritarie, ininfluenti, inutili, subalterne, è profondamente ingiusto, irrispettoso, e contribuisce a restituire colpevolmente io dico, un’immagine della politica come posto marcio, dove gli accordi per il potere (mascherati da bene collettivo) superano l’immaginazione, dove la dialettica si riduce ad un do ut des, dove la coerenza e la dignità sono relegate a valori del passato”.
“Così non può essere, e trovo impossibile (sono pronto a scommetterci) che esistano persone pronte a farsi strumentalizzare al limite dell’autolesionismo. La narrazione a cui assistiamo è parte della tattica di chi, esaurite le frecce nella faretra, prova ad attuare una modestissima “guerra del pane”. Per tornare a me: la mia non è, e non sarà mai una presa di posizione personale, ma è frutto della fermezza di volontà e perseveranza con cui mi confronto democraticamente all’interno e fuori del partito in cui mi impegno quotidianamente. Nei prossimi giorni avremo riunioni importanti e assumeremo collegialmente decisioni inequivocabili”.
Nella foto Enrico Daga e altri dirigenti locali del Pd di Alghero
S.I.