ALGHERO – Il Parco risponde puntualmente ai competenti uffici ministeriali e regionali sulla ennesima segnalazione di potenziali criticità sollevate da diverse associazioni ambientaliste (Italia Nostra e altri). Nella nota di risposta, a firma del direttore si premette che tutte le prescrizioni a vario titolo formulate in fase autorizzativa, sono state completamente recepite nella progettazione esecutiva, nel capitolato speciale d’appalto e nel piano di sicurezza. Per il pieno rispetto delle stesse l’Ente Parco ha, inoltre, potenziato “l’alta vigilanza” in fase realizzativa. Si evidenzia anche che il progetto esecutivo che recepisce tutte le prescrizioni ministeriali e regionali, ha anche superato l’esame della formale “verifica progettuale”, da parte di un primario organismo indipendente, accreditato da certificazione europea. A fronte di queste massima attenzione al rispetto delle leggi ed alla qualità della progettazione esecutiva degli interventi, appaiono del tutto risibili e prive di alcun fondamento, oltre che palesemente errate le obiezioni contenute nell’ennesimo esposto di Italia Nostra e altri.
Stupisce che gli estensori dei rilievi, nonostante abbiamo approfondito il progetto esecutivo, e nonostante i chiarimenti resi dalla direzione della AMP in diverse sedute pubbliche, possano continuare a commettere errori interpretativi così macroscopici. Argomentare nei rilievi formulati che la prioritaria esigenza di evitare interferenze con gli habitat marini, debba significare che nessuna parte dei materiali di distacco dalla falesia debba finire nelle acque sottostanti, confondendo quindi gli habitat marini con le acque marine sottostanti, è del tutto significativo della incompetenza di chi ha scritto questo, oltre che della scorrettezza di costruire su queste inesattezze inutili allarmi presso gli enti di controllo, tentando anche di screditare l’Ente Parco. E’ del tutto evidente, infatti, che ciò che verrà evitato, non sarà la caduta dei materiali di distacco dalla falesia in mare, ma la non interferenza di questi distacchi con gli habitat marini di interesse conservazionistico, utilizzando ogni e qualsiasi precauzione volta ad evitare il deposito di ammassi rocciosi rimossi, la dispersione in mare di sostanze dannose per l’ambiente, l’intorbidimento delle acque. Altro grave errore commesso è quello di contestare che gli interventi possano ridurre il rischio come definito dal piano di assetto idrogeologico PAI.
Ciò che il progetto si propone non è l’eliminazione dei rischi previsti dal PAI, ma la sensibile attenuazione del rischio posto a base dell’ordinanza di interdizione del tratto di mare emessa dalla locale Capitaneria. La riduzione del rischio legato alla ordinanza attiene alla necessità di prevenire incidenti, salvaguardare l’incolumità delle persone, delle cose e la sicurezza della navigazione. Prima dell’ordinanza in tale tratto di mare era frequente la frequentazione da parte di una utenza diversificata (turisti, diportisti, pescatori, diving, trasporto persone, etc.).
Grazie agli interventi che saranno realizzati, quel tipo di rischio sarà sensibilmente attenuato e questo potrà portare al ritiro della ordinanza della Capitaneria, consentendo a tutti e soprattutto agli operatori economici di riprendere la loro attività, come richiesto dagli stessi operatori che, nel tempo, proprio a causa della ordinanza, hanno visto fortemente penalizzata la loro attività. L’Ente Parco, infine, ribadisce che sta operando correttamente nel pieno rispetto del quadro normativo vigente e che le incongruenze segnalate risultano prive di alcun fondamento tecnico e giuridico. Massima disponibilità verrà assicurata nel fornire tempestivamente a tutti ogni eventuale ed ulteriore atto della procedura, così come per documentare l’avanzamento dei lavori fino alla loro ultimazione. Ciò che non sarà più tollerato è il reiterato tentativo di screditare l’Ente Parco e la sua immagine istituzionale diffondendo informazioni errate palesemente infondate ed allarmistiche. A tale fine ogni azione legale sarà intrapresa nelle sedi opportune per tutelare l’Ente Parco ed il suo operato.